Gusto Ciliegia
È a letto; il cuore batte impazzito,
ha caldissimo. Vorrebbe alzarsi e spalancare ogni finestra, ma il corpo non risponde
come vorrebbe agli impulsi del cervello. È una sensazione stranissima, per lui –
non ricorda l’ultima volta che si è permesso di essere fragile.
Avverte una pezza bagnata
sulla fronte – il sollievo è immediato. Ma chi? Socchiude gli occhi, cercando l’autore
dell’insperato aiuto.
«Presto starai meglio» l’informa
rassicurante una voce familiare. «È solo un po’ d’influenza».
Si tende per afferrarle un
braccio. L’amaranto intenso del suo sguardo lo trafigge – i suoi occhi
sembrano ciliegie, l’ha sempre pensato – ma lui non desiste e l’avvicina a
sé.
«Nene», sussurra.
«Devo andare ora, Isshiki»
dice lei, ma non si muove. I loro visi sono a un soffio adesso, Satoshi può
sentire il respiro regolare della ragazza. Sa di menta e ciliegia.
Senza più parlare, elimina
la distanza e l’attrae in un bacio. Nene annaspa, ma non lo rifiuta – la pezza
sulla fronte di Isshiki scivola, il contatto si spezza.
Non più solo gli occhi,
rosso ciliegia è tutto il volto di Nene ora: accovacciata accanto al letto, lo
fissa a occhi sbarrati come se non credesse a quello che è appena successo. Gli
sembra quasi di vedere del fumo uscirle dalle orecchie, ma sospetta sia un’allucinazione
aiutata dalla febbre.
«Se mi hai passato qualcosa,
Isshiki–» minaccia lei infine, rialzandosi.
«Potremmo passare più tempo
insieme, allora!» completa lui allegro, per quanto il cuore faccia male e il
caldo sia tornato a crescere. Non le mostrerà il suo dolore.
«Stupido» borbotta Nene,
recuperando la pezza per sostituirla con una nuova, più fresca. Dopo averlo
costretto a rimettersi steso, gliela sistema, tergendo anche il sudore con un
fazzoletto.
«Cerca di riposare» gli
intima poi, già sulla soglia – è preoccupazione nella sua voce?
Un lampo minaccioso le
balena poi negli occhi; Satoshi presta attenzione. «E vedi di non baciare chiunque
venga a farti visita» sibila infine, chiudendo la porta.
Satoshi non può fare a meno
di ridere, prima di scivolare in un febbricitante sonno pieno di piccoli,
gustosi frutti rossi dal bellissimo sorriso.