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Autore: Nisi    11/05/2005    24 recensioni
Bill e Fleur - la storia di come si sono incontrati
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Weasley, Fleur Delacour
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’avevo vista.

Sì, l’avevo notata ed avevo sentito il suo sguardo su di me.

Mi fissava da sopra la testa bionda della sua sorellina.

Mi domando se mia madre se ne fosse accorta.

Harry probabilmente sì.

Ero venuto a salutare Harry, ad augurargli buona fortuna per la terza ed ultima prova del torneo Tremaghi.

Mi sembrava un gesto carino e francamente, avevo bisogno di una vacanza, per cui quando mia madre mi aveva chiesto di accompagnarla per augurare in bocca al lupo ad Harry, avevo accettato di buon grado.

Eravamo lì, in quella stanza, accanto al caminetto.

E lei mi guardava.

Avevo sentito parlare di lei: era la campionessa della scuola di Beauxbatons, la scuola francese di magia ed era in parte Veela.

Questo giustificava la sua testa alta, il suo mento deciso…

e la sua superbia, credo.

Era abituata ad avere gli uomini ai suoi piedi.

Era bella e sapeva di esserlo.

Anche io, però ero abituato ad avere le donne ai miei piedi.

Babbane e streghe.

Mia mamma mi implorava da anni di tagliarmi i capelli e di togliermi l’orecchino a forma di zanna.

Soffocai una risata. Forse era proprio grazie ai capelli lunghi, al mio orecchino che piacevo tanto alle ragazze.

E’ buffo… quando le donne diventano mamme si dimenticano che gli uomini che le hanno fatte impazzire sono proprio quelli come me, quelli che non vorrebbero mai vedere accanto alla loro figlia. Quelli che sembrano più inaffidabili e forse lo sono.

Però… non mi sono mai piaciute le donne superbe e poi le francesine slavate e secche secche come quella… come si chiama? Fleur Delacour… fiore della corte.. non mi hanno mai attirato.

Preferisco le donne… più dotate, non so se mi spiego…

Capisco però, come uomo, che una donna come quella possa far girar la testa… infatti, a quanto pareva, Ron l’aveva invitata al ballo.

Ci era rimasto malissimo, mi aveva scritto Ginny, quando lei lo aveva rifiutato ed aveva scelto il capitano della squadra di quidditch di Corvonero, Davies.

Mi rivolsi ad Harry e scambiai quattro parole, mentre sentivo che quella ragazza continuava a guardarmi con insistenza.

Lasciai Harry ed andai a sedermi sugli spalti controvoglia… tanto, non si sarebbe visto proprio niente da lì e mi accomodai accanto a mia madre e a Ron.

Ero preparato ad attendere a lungo.

Di certo, non mi aspettavo l’urlo di quella ragazza provenire dal labirinto.

Di certo, nessuno se lo aspettava, perché tutti lasciarono il loro posto e scesero nel campo, per fermarsi in attesa quanto più possibile vicini all’uscita del labirinto.

Fleur uscì di corsa dal labirinto, completamente irriconoscibile: gli occhi pieni di lacrime, la bacchetta spezzata, la sua treccia bionda bruciacchiata per metà.

Dov’era finita la sua superbia?

Pure in mezzo a tutta quella folla, me la trovai davanti e lei si buttò tra le mie braccia, singhiozzando.

Non so come, né perché, ma la strinsi a me e cominciai a cullarla e a consolarla, nello stesso modo in cui avevo cullato e consolato la mia Ginny tutte le volte che era triste.

Alla fine, lei era solo una ragazzina di pochi anni più grande di Ginny che, come la mia sorellina, aveva fatto un’esperienza troppo dura per la sua età.

Non fece niente, si limitò a stringersi a me e a nascondere il suo viso sul mio petto, mentre le mormoravo parole incoerenti per consolarla.

Stupido che ero, lei parlava a malapena l’inglese, non mi poteva certo capire.

Fleur piangeva piano tra le mie braccia, mentre la folla che ci circondava ci guardava incuriosita ed io cominciavo a reagire a quel corpo caldo che si stringeva al mio.

Ricordo di aver pensato di essere un deficiente ed un maiale.

Ma dopo pochi istanti, mi resi conto che nessuno ci guardava più: Harry era uscito dal labirinto portando con sé i resti di quel povero ragazzo e mi sentii morire.

Strinsi Fleur un po’ più forte: questa volta ero io ad aver bisogno di consolazione, poi, dopo qualche istante, lei mi lasciò andare senza neanche una parola.

Buffo.

Avevo stretto a me quella ragazza, a quel modo, e non avevo mai udito la sua voce.

Ritornai a Londra, pochissimi giorni dopo senza averla più incontrata.

* * *

Quell’estate la pensai, qualche volta.

Continuavo a chiedermi se le conseguenze di quella dannata notte avessero lasciato dei segni su di lei, poi il suo ricordo fu cancellato dal turbinio frenetico della mia vita: Voldemort era tornato ed io avevo chiesto il trasferimento a Londra per poter lavorare per l’Ordine della Fenice.

Percy era completamente impazzito ed io passavo da un sentimento di rabbia nei suoi confronti – avrei voluto prenderlo a schiaffi, come si conviene ad un fratello maggiore – alla preoccupazione per i miei genitori.

Faceva male, vedere mia madre soffrire così.

Nonostante tutto, la vita continuava ed io avevo cominciato il mio lavoro d’ufficio alla Gringott.

Non era male, forse un po’ troppo statico per uno come me, abituato ad imprese avventurose tra piramidi e sfingi.

Un giorno, Donnie Kazinski, il mio collega, entrò fregandosi le mani e sorridendo come un idiota.

“Avremo una collega, Weasley… è una tirocinante straniera. Pare che sia qui per imparare l’inglese e noi dovremo farle da Baby Sitter.

Kazinski, è sempre stato un gran maiale, per lui ogni donna è una grande gnocca, per dirla con le sue parole, un potenziale giocattolino da letto, per cui non gli badai più di tanto.

Mi ricordai delle sue parole solamente il mattino dopo, quando entrò in ufficio la nostra responsabile, Verdiana Bones, la sorella di Amelia, portandosi dietro una bella ragazza bionda.

Proprio quella ragazza bionda che avevo stretto tra le braccia solo qualche mese prima.

Mi sentii il viso diventare dello stesso colore dei miei capelli, ma feci finta di niente: Fleur non dava nessun segno di avermi riconosciuto.

Molto probabilmente mi aveva già dimenticato.

Donnie le aveva preso la mano ed in una parodia dei bei tempi andati gliel’aveva baciata, e stava lodando la sua bellezza abbagliante.

Ritornai al mio posto, un po’ depresso e ripresi ad esaminare le scartoffie che si accumulavano sulla mia scrivania più velocemente di quanto io riuscissi a smaltirle.

Donnie andò a pranzo ed invitò la nuova arrivata ad andare con lui.

Fleur rifiutò con un sorriso e Donnie se ne andò lasciandomi solo con lei.

Tenni ostinatamente il mio viso chino sul foglio, senza peraltro vedere quello che stavo leggendo.

Quando il collo cominciò a farmi male, dovetti rialzare il viso ed incontrai il suo sguardo, rimanendo completamente imbambolato da quegli occhi azzurri.

Il suo sguardo era a metà innocente, a metà malizioso.

“Bill Weasley… mi insegneresti l’engleeese?”

* * *

Notizia importante. A causa delle Madonne che mi state tirando, ho pensato di evitare i vostri accidenti comunicandovi per e-mail gli aggiornamenti alle mie storie. Se scrivete a nisi_corvonero@yahoo.it, verrete inseriti in rubrica, perciò tempestivamente avvisati che ho pubblicato qualche cosa di nuovo. Grazie e tanti baci.

cosa ne pensate? L’ho scritta di getto…

non amo particolarmente Fleur.. Ma Bill… mamma miaaaa

   
 
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