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Autore: EnZo89    22/03/2020    3 recensioni
Zootropolis.
La metropoli in cui tutti gli animali,prede e predatori,grandi o piccoli che siano,vivono.
Questo immenso agglomerato urbano,nella sua complessità,ospita numerosi ecosistemi che accolgono numerosissimi abitanti.
E proprio alla causa del suo enorme e sconfinato sviluppo urbano,presenta numerose oppurtunità ed altrettante numerose problematiche...
Testimoni di tutto ciò? Due agenti del ZPD...Nick e Judy.
Genere: Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Disastro accademico – Parte 4

Bunny Burrow - Settembre inoltrato - Scuola elementare della contea - Mattino inoltrato

I due mammiferi coinvolti in quella spiacevole situazione si sentivano due pesci fuori d'acqua, anche e soprattutto perché si erano ritrovati con una brutta gatta da pelare.

Non avrebbero davvero mai immaginato di affrontare tutto questo, eppure erano lì.

Ed urgeva una soluzione rapida ed efficace e di sicuro effetto.

Senza troppi giri di parole.

Dovevano essere dentro o fuori.

Dovevano essere bianco o nero.

O magari anche rosso.

Rosso.

Il colore che stava animando quel momento.

Rosso come il colore dei ghiaccioli su cui le due volpi avevano lavorato da tempo immemore.

E rosso, come il colore delle carte che il predatore reggeva tra le zampe.

Tra quelle carte, due erano rosse, di cuori.

Ed altre due carte delle quattro carte totali posizionate su un piano da gioco improvvisato, erano dello stesso seme.

Quattro carte su cinque erano di cuori, rosse per l'appunto.

E Finnick per salvarsi, aveva appunto bisogno di una di quelle carte.

"Vedo la tua giocata e rilancio di...mille zampe ghiacciolo, chica!" esclamò decisamente il piccolo predatore dalle grandi orecchie.

"Me juego todo el malloppo!"

Ma al suo maculato, allegro e abbondante compagno di disavventure non era dello stesso avviso.

Al povero Clawhauser le cose non erano andate troppo bene

"Mi dispiace, Finnick. Passo!" affermò affranto il paffuto predatore, mentre restituiva le carte che non si erano rivelate all'altezza delle sue aspettative.

"Oh ma quanto mi dispiace…!" Affermò con tono fintamente dispiaciuto una piccola coniglietta dal pelo marroncino e dagli occhi azzurri

"Vuol dire che questa volta ti toccherà continuare a scrivere, Benjamin...volente o nolente!"

Terminò mentre raccoglieva le carte del ghepardo, col sorrisetto beffardo stampato sul suo musetto.


 

E il tutto succedeva in presenza di un folto gruppo di cuccioli, tra piccole prede e piccoli predatori, il quale assisteva a quella che doveva essere una grande partita di poker.

Ed una grande opportunità.

Da qualunque fronte la si guardasse.

Ma come ci erano finiti Finnick e Clawhauser in quella situazione assurda?

Beh, semplice. E come già successo in tanti altri episodi, la causa risale a poco tempo prima.

 

 


 

La loro fortuna in quella sfortunata situazione era stata che, a capo di quel piccolo esercito di scalmanati, vi fosse questa coniglietta dal pelo marroncino e dagli occhi azzurri che, per consentire loro di salvare la pelliccia, aveva concesso loro il cosiddetto "parlet" , la pratica usata dai pirati che consentiva al loro capitano di interloquire con l'autorità avversaria nel momento in cui si fossero trovati con le spalle al muro.


 

Decisero quindi di proporre questa soluzione, per quanto assurda potesse sembrare.


 

Una partita a carte.


 

A poker.


 

Eppure…

 

 


 

Da un lato c'era l'opportunità per Finnick di uscire indenne dall'assedio di quei piccoli che non volevano lasciare in pace i due compagni di sventura, a causa di una certa coniglietta dalle iridi ametista che poco prima aveva deciso di vendicarsi di loro due per quanto successo durante il viaggio di andata, avendo promesso ai cuccioli chissà cosa se avessero preso i due predatori…(e fortuna che doveva essere solo un gioco innocente per i piccoli…!)

Dall'altro lato c'era l'opportunità per una piccola e non troppo tenera coniglietta dal pelo marroncino e dagli occhi azzurri di perseguire il suo vero scopo, apparentemente ignoto sia a Finnick che al buon Benjamin Clawhauser.

Nonostante tutto, era stata sorprendentemente sveglia e brava da tenere testa a quel furbastro di Finnick e riuscendolo quasi del tutto a spennare a poker, un gioco "da grandi" a cui la giovane leporide era piuttosto brava, sorprendendo lo stesso volpide.

 

 


 

Chissà poi da chi avrà imparato a giocare così bene…


 

Dal padre? No, non credo...era ed è tutt'ora convinto che il suo avversario abituale, una donnola, bari di continuo contro di lui.


 

Dalla madre? Neanche… lei era ed è tutt'ora fin troppo impegnata a badare alla numerosissima prole, composta da centinaia di turbolente palle di pelo dotate di pelliccia dalle tonalità più disparate.


 

E allora...da chi?


 

La cosa rimarrà un mistero.


 

Ad ogni modo, la partita volgeva al temine e lo stesso Finnick mai si sarebbe immaginato di ritrovarsi in una situazione del genere.


 

A giocarsi il tutto per tutto...contro una tenera ma intelligentissima coniglietta per salvare la sua pelliccia...e i suoi affari, visto che la posta in gioco era proprio quella, i suoi famosi ghiaccioli che ricalcavano la forma delle sue zampe.


 

"Vada come vada, guapa, tu es la mejor giocatrice de todo Bunnyburrow.

Esto es poco ma seguro" ammise sinceramente e molto seriamente il piccolo predatore, mentre mentalmente incrociava le dita delle sue zampe anteriori, sperando che la prossima carta fosse davvero quello che gli serviva.

Altrimenti, in quelle condizioni, non avrebbe mai potuto superare una coppia di assi…


 

Eh già...quando si arriva alla fine della partita, quando si gioca il tutto per tutto, lo si fa a carte scoperte.


 

E quindi, eccoci qua, alla resa dei conti.


 

"E così hai deciso di giocare il tutto per tutto, Finnick?" Chiese retoricamente la coniglietta dal pelo marroncino, sostenendo con uno sguardo eloquente quello di sfida del piccolo predatore.

"D'accordo. Ci sto. Vedo la tua puntata e mi gioco...tu sai cosa!"


 

Davanti a quella affermazione, Finnick rimase di sasso e questo catturò l'attenzione di Clawhauser.


 

A che cosa si stavano riferendo? Cosa sapeva la giovane leporide? E cosa condivideva col suo compagno di sventura?


 

Le carte erano scoperte e mancavano pochi istanti alla fine del match.

Istanti che sembravano non terminare mai.


 

La posta in gioco era alta da entrambe le parti ed entrambi i giocatori potevano sentire la tensione crescere sotto le proprie zampe.


 

La sigaretta ferma tra le zanne del fennec si consumava velocemente al vento e tremava vistosamente, segno eloquente della tensione di quel momento.


 

E la giovane leporide dal pelo marroncino era ormai rinchiusa in un religioso silenzio, altro segno vistoso a sottolineare l'intensità di quello stesso istante.


 

La piccoletta era ormai pronta a prelevare l'ultima carta, che avrebbe potuto significare la fine degli affari per il minuto predatore o la rinuncia all'ignoto scopo della giovane leporide.


 

La sua zampetta era sul mazzo e stava per prelevare la carta decisiva.


 

Quando...successe l'inaspettabile.


 

Gli altoparlanti esterni presenti nel cortile della scuola si accesero, producendo un rumore statico che catturò l'attenzione della quasi totalità dei presenti nel cortile, a cominciare dai due giocatori.


 

"Attenzione,attenzione! È il preside Brown che vi parla!

A seguito di un evento increscioso verificatosi all'interno del nostro istituto, è richiesta la presenza di tutto il corpo insegnanti e di tutti gli studenti all'interno della palestra della scuola, dove per l'occasione, verrà montato un palco per consentire a due ospiti speciali in visita di tenere una conferenza e di dare a noi un esempio di giustizia e correttezza"


 

Ospiti? Giustizia e correttezza? Vuoi vedere che…


 

"I due agenti della polizia di Zootropolis, primi delle rispettive specie, non aspettano altro che incontrarvi tutti quanti. Affrettatevi!"


 

I primi...delle rispettive...specie?

Devono essere loro!


 

Caso volle che, nello stesso momento e per ragioni apparentemente differenti, sia la giovane leporide che il piccolo predatore, avevano prestato attenzione al messaggio.


 

E, contro ogni probabilità, si verificò un fatto più unico che raro.


 

Si scambiarono uno sguardo e si limitarono a dire una sola parola


 

"Patta!"


 

C'era qualcosa di più grande e più importante in ballo e la partita non avrebbe più avuto importanza


 

"Questa però la prendo io!" disse il proprietario della zampa maculata che decise comunque di prendere l'ultima carta della partita

"È solo per curiosità" affermò Clawhauser sorridente, mentre infilava in una delle tasche della divisa la carta in questione.


 

"Chica, è ora de andare e di prendere in mano la situacion, claro?" Affermò con decisione il fennec nei confronti della piccola leporide


 

"Oh certo, puoi giurarci, boss!" terminò energicamente la piccola leporide dal pelo marrone, afferrando con decisione la zampa del piccolo predatore


 

Potrebbero essere padre e figlia, ma pare che se la intendano alla grande pensava il paffuto ghepardo osservando i due giocatori


 

"Ed ora, vamos!" esclamò Finnick che si ritrovò, assieme alla giovane leporide, a capo di quella folta schiera di cuccioli


 

Quando un pensiero si balenò nella mente del ghepardo


 

Aspetta, vuoi vedere che…


 

Poi realizzò, portandosi entrambe le zampe al muso e cominciando a saltellare allegramente sul posto.


 

Aveva capito.


 

Ci aveva messo un po' ma aveva capito cosa legava quel duetto improbabile.


 

Per avere tanta confidenza tra loro, vuol dire che già si conoscevano…

Se davvero così dovesse essere, dove e quando si sono conosciuti?


 

Il paffuto addetto alla reception della centrale del distretto di polizia di Downtown di Zootropolis era rimasto pensieroso sul posto mentre quell'esercito di adorabili palle di pelo aveva abbandonato quel luogo per incamminarsi chissà dove…


 

"Ehi, aspettatemi!" gridò poi Clawhauser prima di cercare di raggiungere quanto più presto possibile Finnick e la sua nuova giovane compare dalle lunghe orecchie.





 

Intanto, poco prima, all'interno dell'ufficio del preside Brown, altri due mammiferi, due agenti di polizia, rispettivamente il primo coniglio e la prima volpe nella storia della polizia di Zootropolis, Judy e Nick per i più, si erano ritrovati in una situazione alquanto scomoda da gestire.


 

La loro intenzione era quella di chiarire una volta e per tutte questo dannato equivoco residuato della loro unica vacanza insieme, ingigantito ancora di più per l'occasione dai dannatissimi social network.

Nonostante ciò, loro due non avrebbero mai potuto prevedere però che si sarebbero poi trovati in un'altra situazione.

Ad avere a che fare con tre giovani mammiferi.

Tutti e tre appartenenti allo stesso nucleo familiare.


 

I Watterson.


 

Un gatto blu, una coniglietta rosa e...un pesce rosso?


 

Beh, fatto sta che quei tre erano riusciti a incasinare ancora di più la già complicata faccenda che riguardava i due agenti, aggiungendo un altro bel grattacapo a cui avrebbero subito dovuto trovare una soluzione.


 

E a cui avrebbero volentieri fatto a meno di prendere parte.


 

"Allora, agenti...vi occuperete voi di queste due pesti?" chiese acidamente l'insegnante scimmia ai due agenti che, ancora una volta, cercavano una risposta nello sguardo del rispettivo partner


 

"In effetti...noi...io e Nic...ehm...io e l'agente Wilde potremmo…"

"Si, signora. Io e l'agente Hopps prenderemo in custodia i due giovani Watterson e faremo loro una lavata di capo che non scorderanno per un bel po'..." ammise deciso l'agente volpe prima di riprendere a parlare "...anche se con questo giovane mi sa che sarà un po' dura farla.

Come si potrà mai fare una lavata di capo ad un pesce ros...ouch!" terminò il rosso predatore dopo aver preso una gomitata da parte della sua collega, imbarazzata dalla sua pessima battuta che, volente o nolente, aveva quasi fatto scoppiare a ridere i tre giovani studenti, che si trattennero a stento.


 

"Allora è deciso" affermò con fermezza il mammifero dalle fattezze ignote "Sosterrete un bel discorso nei locali della palestra della scuola davanti a tutta la platea degli studenti e degli insegnanti"


 

Oh cavolo! Ma perché? E adesso…?

Mentre sui volti dei due agenti veniva dipinta un'espressione di disperazione


 

"Mi scusi signor Brown…" esordì timidamente Nick mentre continuava a massaggiarsi il fianco colpito


 

"Vuole sapere come organizzarsi per questo? Beh, esca da qui e chieda alla signorina Thompson. E non si faccia problemi... è sempre estremamente disponibile!" Terminò il preside che, nel frattempo, si era alzato dalla sua postazione ed aveva già accompagnato i due agenti alla porta del suo ufficio “Andate pure alla scrivania della signorina Thompson”


 

"Magdalene, le lascio in custodia i nostri ospiti. Hanno appena ricevuto il compito di preparare un discorso che deve sottolineare la gravità del gesto che hanno compiuto i due giovani Watterson.

Anche se fosse per me, li farei rinchiudere direttamente in prigione…" terminò con aria pensierosa il signor Brown mentre tornava all'interno della sua stanza, chiudendo la porta ed ignorando quello che avevano appena detto i due agenti appena accompagnati fuori

“...beh, ho piena fiducia in voi. Buon lavoro, signori!” terminò chiudendo la porta


 

"Preside Brown…!" esclamarono allo stesso momento Nick e Judy, rimanendo perplessi dal modo di fare di quello strano mammifero peloso


 

E mentre ancora osservavano la porta chiusa, una voce femminile, quella di una giovane daina là presente, fece tornare loro con le zampe per terra


 

"Quando è preso da una delle sue strane idee, fa così. Ogni singola volta" fece quasi annoiata Maggie

"La vostra unica possibilità per togliervelo da avanti le vostre zampe è, a malincuore, fare quello che gli passa per la testa"


 

"Altrimenti cosa potrebbe succedere?" chiese Judy in un misto di preoccupazione ed irritazione nei confronti della giovane segreteria


 

"Agente Hopps, mi permetta di spiegarle…" esordì a questo punto il gatto blu

"L'ultima volta che abbiamo contestato un suo ordine, ci ha costretto a prenderci cura del criceto della scuola"


 

"Beh non vedo che ci sia di strano" affermò dubbioso il rosso predatore a zampe conserte all'altezza del petto


 

"Il problema è...che quel criceto...non era quello che abbiamo creduto che fosse" rispose il pesciolino, mostrando un'espressione di terrore e disgusto


 

Ci fu un attimo di silenzio.


 

Interrotto poco dopo solo dalla fragorosa risata in contemporanea della loro giovane sorellina Anais e dalla stessa Maggie, in quanto ricordavano fin troppo bene l'esito di quell'episodio.


 

"Ah sì...ricordo quell'episodio. Quei due rimasero una settimana con una faccia…" affermò divertita la daina


 

"...quando scoprirono che quello che loro credevano che fosse il criceto della scuola altro non era…" stava per terminare la coniglietta dal pelo rosa


 

"No, basta così! Evitiamo di aggiungere altri dettagli imbarazzanti" esclamò Gumball, arrossendo sul muso, interrompendo così la storia della sorellina.

"Già. Piuttosto concentriamoci su quello che dobbiamo fare. Su come togliere noi e voi da questa situazione assurda" terminò Darwin, seriamente imbarazzato da quel breve accenno di racconto.


 

"In effetti è una situazione piuttosto complicata. Dovremmo trovare le parole giuste che permetta sia di far salvare la faccia a Nick e Judy e che permetta di redimere Gumball e Darwin dallo scherzo che hanno fatto al preside e alla signorina Lucy…" affermò pensierosa Anais mentre camminava in circolo nella stanza in cui si trovavano.


 

Ah quindi è così che si chiama quella scimmia vecchia quanto il mondo...


 

Finché l'attenzione dei presenti non fu catturata prima da un rumore statico e poi da un messaggio diffuso attraverso l'impianto audio del complesso scolastico


 

"Attenzione,attenzione! È il preside Brown che vi parla!..."


 

È fatta. Adesso non c'è più modo di tornare indietro.


 

Fu questo il pensiero che attraversò la mente dei due agenti mentre si scambiavano uno sguardo rassegnato e sconfortato


 

"Allora...cosa si fa?" disse Judy con aria vistosamente contrariata mentre aspettava una risposta sul da farsi


 

E la risposta arrivò dall'ultimo mammifero che l'agente coniglio si sarebbe aspettato


 

"Beh, agente Hopps…potremmo dividerci in squadre e cercare di massimizzare i risultati.

Potremmo lavorare in efficacia ed efficienza, non trova?" Affermò Maggie, pensierosa


 

"Non sono così sicura che possa andar bene. Dopotutto siamo tutti sulla stessa barca e dividerci potrebbe creare qualche problema di organizzazione.

La zampa destra dovrebbe sapere cosa fa la zampa sinistra…o sbaglio signorina Thompson?" Affermò retoricamente Judy, che la fissava decisamente con aria di sfida, confermando così quello che già pensava la piccola Anais, la quale, nel frattempo, aveva lanciato un’occhiata eloquente alla stessa Maggie che, dopo aver risposto con un cenno alla piccola leporide, si apprestava a rispondere all’agente coniglio del ZPD.


 

Poi la stessa Maggie volse il suo sguardo serio in direzione di Judy


 

“Agente Hopps, le dispiace raggiungermi un attimo qui fuori? Le devo parlare muso a muso di un paio di cose molto personali, che riguardano me e lei” affermò molto seriamente, sottolineando le ultime due parole, prima di incamminarsi verso l'uscita della stanza.


 

In quel momento, Judy trasformò il suo sguardo di sfida in uno sguardo interrogativo, chiedendosi, nel frattempo, di cosa le potesse mai parlare miss Thompson.

E tutto questo avvenne davanti gli occhi increduli di Nick e dei due giovani studenti, Gumball e Darwin, che cominciarono a scambiarsi sguardi perplessi tra loro.


 

Una volta fuori, le due si ritrovarono muso a muso, entrambe a zampe conserte all’altezza del petto, a sostenere reciprocamente il loro sguardo, aspettando che una delle due iniziasse a parlare.


 

Poi il silenzio fu interrotto da Maggie.


 

"Agente Hopps...Judy. Innazitutto lei deve sapere che conosco il motivo per cui lei e Nicholas siete venuti qui.

Potrò anche essere una semplice segretaria di un istituto scolastico, ma questo non significa che io abiti tra le montagne. Anche io utilizzo i social come tanti altri mammiferi.

Perchè tanti animali, prede o predatori che siano, compresa la sottoscritta, hanno capito che da tempo il rapporto che vi lega è tanto unico quanto speciale. 

Va ben oltre quello che è il rapporto lavorativo o una semplice amicizia. 

E quello che è successo laggiù, durante la vostra vacanza, nonostante forse abbiate esagerato un pò, è la conferma di quello che tanti mammiferi già pensavano al tempo del caso degli Ululatori Notturni. 

Che tra voi esiste un sentimento vero e sincero e che non è possibile replicare in alcun modo. 

E...so bene come lei si sente nei confronti del suo collega predatore.

Chi potrebbe mai resistere ad un fisico così atletico, una pelliccia così morbida e degli occhi verdi così caldi? Mi sto forse sbagliando? 

E poi...

Vorrebbe tanto abbattere definitivamente questo muro che la separa da lui e dare finalmente e sinceramente spazio a quelli che sono i suoi sentimenti nei suoi confronti.

Perchè voi due avete trovato la forza l’uno nell’altra e proprio grazie a questo siete riusciti a superarne tante e non vi farete abbattere tanto facilmente.

Ve lo si legge nei vostri occhi”


 

Davanti a questa risposta che Judy non si sarebbe mai aspettata, avrebbe tanto voluto replicare in qualche modo e smentire quello che perfino lei non voleva ammettere, ma non ebbe modo di farlo.


 

“Lasci fare a noi. A me ed ai giovani Watterson. 

Sappiamo quello che facciamo."


 

Disse con fermezza e decisione la daina.


 

"Ah dimenticavo...non si preoccupi per l’agente Wilde. 

Quel banalissimo flirt che ha avuto Nick con me era solo un amichevole modo di scherzare. Perchè perfino io so che lui non ha occhi solo per lei.

Il vostro amore non può essere scalfito in alcun modo”


 

La giovane daina, dunque, si era appositamente allontanata da sguardi indiscreti per poter rispondere senza interruzioni alla domanda che si nascondeva tra le righe della frase poco prima pronunciata da Judy e che la giovane Anais aveva sottolineato con un semplice sguardo rivolto a Maggie.


 

“Se io fossi in lei, non mi nasconderei e cercherei di farglielo capire quanto prima possibile. Ogni occasione lasciata è persa!” terminò facendo un occhiolino all’agente Hopps.


 

La conferma che quella risposta nascosta in quel bel discorso aveva fatto effetto ed era stata compresa dall’agente coniglio arrivò sul musetto della stessa coniglietta che si tinse di un rosso acceso, a dimostrazione che era piuttosto imbarazzata da quanto aveva ascoltato.

Il tutto mentre la stessa Judy armeggiava con le sue lunghe orecchie, cercando di scaricare la tensione e l’imbarazzo di quel momento.


 

"Beh...signorina Thompson...volevo dirle...grazie" ammise imbarazzata Judy che distoglieva il suo sguardo.


 

A quanto pare, la giovane daina ci aveva preso in pieno.


 

"Ma si figuri, agente. E niente più formalità fra noi. Mi chiami pure Maggie" terminò sorridendo

"E va bene, Maggie. Lo stesso vale per te"


 

Ebbene, lei aveva finalmente capito e non poteva più mentire.

Né a se stessa e né agli altri.

E voleva cercare di sistemare entrambe le cose in un colpo solo.

Ma, come poteva notare, visto che solo adesso si stava riprendendo dalla "batosta" emotiva ricevuta da Maggie, il problema persisteva ancora.

E dovevano ancora trovare una soluzione.


 

Ma, stavolta, con rinnovata fiducia tra le parti in gioco.


 

E se c’è fiducia, c’è la possibilità di fare realmente ogni singola cosa che si ha in mente.


 

"Quindi...Maggie...come ci dividiamo? Troppe teste insieme non fanno altro che creare confusione. Hai suggerimenti?"

"In verità un'idea ce l'avrei…"


 

E mentre terminava di proferire quella frase, la giovane daina si abbassò all'orecchio della coniglietta per dirle discretamente qualcosa, dopo essersi data una veloce occhiata attorno.

E quel qualcosa fece cambiare improvvisamente l'espressione a Judy, facendola passare da lievemente imbarazzata ad entusiasta in un lampo. 

E, a conferma di ciò, le lunghe e grigie orecchie di Judy si sollevarono velocemente verso l'alto, dandole un aspetto sicuramente più allegro, a cui tanti erano sicuramente più abituati.


 

E proprio in quel momento, la porta dell'ufficio del preside si aprì e dal varco uscirono i rimanenti elementi di quello sgangherato gruppetto, capitanati da Nick


 

"Allora Carotina...abbiamo finito di chiacchierare? Qui abbiamo da fare...o preferisci lasciar fare tutto il lavoro al sottoscritto? L'asso della truffa, il principe della parlantina fluente, il sovrano del…" disse Nick mostrandosi col suo tipico sorriso sornione

"Si, ti piacerebbe, Mirtillino…" rispose sarcasticamente Judy "...ma vedi, io e Maggie abbiamo convenuto che conviene dividerci in due squadre..." terminò la frase scambiandosi uno sguardo con la daina "...in maniera tale da recuperare tempo e prendere due piccioni con una fava. Non trova, agente Wilde?" Terminò la coniglietta, fissando la volpe diritta negli occhi

"E dimmi un po', agente Hopps. Dov'è la fregatura?" chiese sospettoso Nick, con lo sguardo ridotto a due fessure, avendo capito che qualcosa non quadrava.

"Nessuna fregatura. Dovrai solo collaborare con miss Thompson e...la giovane coniglietta rosa di nome Anais Watterson"


 

Ecco, lo sapevo! 

Ecco dov'era la fregatura!


 

"Siiii... fantastico! Avrò la tua soffice coda tutta per me!" esclamò allegramente la giovane Anais che, nel frattempo, si era già saldamente ancorata alla morbida e sinuosa appendice del predatore


 

Davanti a questo spettacolo, Maggie sorrise, Gumball e Darwin scoppiarono a ridere e Nick si mostrò prima in un'espressione annoiata, che si tramutò velocemente in un’occhiataccia rivolta alla stessa agente coniglio, con gli occhi della volpe ridotti a due fessure, che la fissavano insistentemente.


 

"Dovrei smettere di fidarmi di te, Carotina…!" disse pesantemente

"Quante storie da una volpe grande e grossa come te. Sono sicuro che te la caverai alla grande con due splendide signorine come loro" rispose allegramente Judy

"Ah ah ah...che ridere! Non sto più nella mia pelliccia..." rispose sarcasticamente la volpe

"Ragazzi, andiamo!" affermò decisa la coniglietta dal grigio pelo in direzione del gatto blu e del pesce rosso.

"Venite con me...abbiamo da fare!"


 

Le squadre erano organizzate e presero direzioni diverse.

Judy e i due giovani Watterson si diressero verso la biblioteca della scuola, luogo apparentemente tranquillo e più che adeguato per riflettere e per buttare giù due righe.

Mentre Nick,Anais e Maggie rimasero nei locali della presidenza.


 

Entrambe le squadre avevano un discorso da preparare e avevano a disposizione poco tempo.


 

Anche se, magari, avrebbero potuto trovare alcune soluzioni che sarebbero potute risultare migliori ma, come già detto, il tempo era poco e non bisognava perderne altro.


 

Così la volpe,la daina e la giovane coniglietta dal pelo rosa rientrarono al suo interno, decisi, più che mai, a cercare di risolvere questa scomoda situazione che, ormai, coinvolgeva tutti loro.


 

Ma...quello che i due agenti, i giovani Watterson e Maggie non potevano sospettare era che un altro gruppo di mammiferi si stava muovendo alle loro spalle e, forse, per lo stesso motivo.


 

Un fennec,un ghepardo e una coniglietta dalle iridi del colore del cielo e dal pelo marroncino.


 

Proprio quest'ultima che, a differenza del piccolo predatore, era pratica della scuola, già sapeva come avrebbe potuto mettere in pratica quello che le passava per la testa e che lo scorbutico canide dalle grandi orecchie appoggiava.


 

La fortuna volle che la stessa coniglietta dal pelo marroncino riuscì a beccare un'altra giovane coniglietta, dal pelo di colore rosa che, proprio in quel momento stava lasciando l'ufficio del preside.


 

"Anais! Anais!" esclamò la giovane leporide in direzione della sua compagna di scuola

"Ehi ciao!" risposte la giovane Watterson "Era ora! Ti stavo aspettando da un pezzo, sai?" rispose quest'ultima


 

E così, le due piccole leporidi cominciarono a discutere tra loro sul da farsi quando Anais si rese conto che la sua amica era in compagnia.


 

"E...chi sarebbero loro due?" Chiese alla sua amica

"Loro due? Finnick e Benjamin, amici di Nick e Judy. E appoggiano il mio piano"

E Benjamin che, fino a quel momento era rimasto stranamente e timidamente in silenzio, decise di cercare di inserirsi nel discorso

"Ah certo. Il piano. Quel piano. Il piano organizzato diligentemente per loro. Il piano studiato appositamente per Nick e Judy, il piano che metteremo in atto quest’oggi...quel piano, vero?" Terminò imbarazzato quando si rese conto che i presenti lo fissavano perplessi

"Si, quel piano, grassone" rispose nervosamente Finnick "Y comunque, chicas, cosa dobbiamo fare?" chiese mentre aveva le zampe conserte al suo petto

"Finnick, tu hai quello che ti ho chiesto? L'hai portato?"

"Ma certo,guapa" affermò con un sorrisetto saccente sul suo muso "Ecco qua todo el materiale necesidado" terminò estraendo una chiavetta USB da una delle tasche del suo costume e consegnandola alla giovane coniglietta dal pelo marroncino “Non potrei mai andare in giro senza esto materiale" terminò riferendosi al dispositivo "Mi è costato mucho lavoro e tanta fatica, chica!” terminò soddisfatto il piccolo predatore, osservando lo sguardo incuriosito del maculato predatore che ignorava la provenienza del contenuto di quella chiavetta. Ma che forse, a sua insaputa, aveva aiutato a produrre.


 

"Comunque...Carino il costume, Finnick. Ti sta proprio bene" fece l'altra coniglietta presente, sorridendo vistosamente in direzione del suo piccolo interlocutore.

E quest'ultimo, dopo aver capito che era stato preso in giro, fu bloccato giusto in tempo da Benjamin, evitando così che il fennec potesse letteralmente aggredire la giovane coniglietta.

"Sai,Anais…" cominciò imbarazzato "...siamo stati obbligati a venire qui anche noi solo perché abbiamo la nostra parte di colpa…" terminò il ghepardo passandosi una zampa dietro il collo mentre l'altra era impegnata a tenere bloccato il fennec per il collo del suo vestitino, ancora furente per l'offesa ricevuta dalla cucciola.


 

Quest'ultimo, poi, dopo aver fatto capire che si era calmato, si espresse in direzione della stessa Anais

"Almeno el gordo è stato avvisato della partenza. Por mi, envece, la situacion es stata muy diversa. Io estavo lavorandome los clientos" affermò infastidito il fennec “E gli sbirri me hanno preso al volo. Literalmente” terminò Finnick con uno sguardo corrucciato e con le zampe anteriori conserte al petto.


 

"Ma questo era proprio quello che volevo.

La presenza di amici, colleghi e parenti in maniera tale che, finalmente, quei due si decidessero a scoprire le carte e a parlarsi diritti negli occhi.

Sì sì. Volevo e voglio decisamente questo" affermò orgogliosamente la coniglietta dal pelo marroncino, facendo capire che, nonostante la giovane età, sapeva il fatto suo.


 

"E quindi, cosa facciamo con questa chiavetta USB? E soprattutto cosa c'è la sopra?" Chiese Anais

"Cosa c'è qui sopra? Qualcosa che ci darà un grosso aiuto. 

Cosa ci faremo? Lo saprete presto" rispose retoricamente la giovane coniglietta dal pelo marroncino, alludendo chissà a che cosa

"E poi, Anais...lei è dei nostri?" chiese lei infine.

"Certo che sì. Ci puoi scommettere. Dopotutto…anche lei è pienamente d'accordo con quello che pensiamo" rispose alla sua amica dal pelo marroncino

“Inoltre ha già fatto anche la sua parte. Adesso tocca a noi”


 

A chi si sta riferendo la giovane coniglietta rosa?


 

Era questo che era nitidamente disegnato sulle facce dei due predatori.

Ma adesso non aveva importanza.

O almeno, non ne aveva più di tanto, visto che le due giovani leporidi erano state capaci di architettare un piano ben congegnato e che riuscisse a far convergere chi serviva al momento giusto.


 

“Ora, se permettete, ho due mammiferi grandi e grossi che aspettano le mie istruzioni e le mie direttive su un discorso da scrivere. Andate in palestra e prendete posto. Ci sarà da divertirsi” terminò Anais, facendo l’occhiolino ai presenti e facendo intendere chissà cosa.

“E va bien. Vamos in palestra!” affermò Finnick, in testa al gruppo


 

Detto questo e con i suoi complici diretti verso la palestra, Anais aprì nuovamente la porta dell’ufficio e vi entrò nuovamente, accorgendosi di una strana situazione al suo interno.

Da un lato vi era una volpe che stava ferma ed immobile sulle sue zampe posteriori e a zampe anteriori conserte ad osservare diritto negli occhi e con un’espressione seria dipinta sul suo muso, la sua interlocutrice, la giovane Maggie.

E quest’ultima, riprendeva la sua esatta postura, un pò perchè le andava bene così per riflettere sul da farsi ed un pò perché...le andava di prenderlo in giro.


 

I due si sostenevano lo sguardo a vicenda e probabilmente ne avrebbero avuto per un bel pò….

Almeno finchè la giovane coniglietta non decise di spezzare la tensione, cominciando a parlare

“Secondo me, Maggie, a lui potrebbe donare molto il blu scuro. O addirittura il nero” disse pensierosa la coniglietta

“Mi sa che hai proprio ragione, Anais. E ci aggiungerei qualche bell’accessorio di colore bianco o rosso. O magari entrambi” affermò seriamente la daina


 

La volpe rivolse il suo sguardo prima all’una e poi all’altra, prima di esporre il suo pensiero

“Signorine...ma si può sapere di che cappero state parlando?”

A questo punto, la giovane coniglietta rispose al rosso predatore, spiazzandolo

“Agente Wilde, sappiamo fin troppo bene che lei è un ottimo oratore, dalla risposta facile e veloce e che sa davvero molto bene come e cosa usare al momento giusto.

Sappiamo molto bene di come lei ha aiutato l’agente Hopps mentre era ad un passo dal licenziamento, sulla fermata di quella funivia a Rain Forest”


 

Ma come…? Quando…? si chiedeva perplesso il predatore dopo aver appreso questa notizia.


 

Come potevano altri mammiferi essere a conoscenza di un fatto di cui solamente lui e Judy erano a conoscenza?


 

“...quindi del discorso non si preoccupi. Noi abbiamo piena fiducia in lei” terminò seriamente Anais

“Adesso il nostro problema più grande è solo uno” disse Maggie

“E sarebbe…?” chiese curioso Nick

“Far apparire al meglio il primo agente volpe della polizia di Zootropolis, in maniera tale che la sua figura possa abbattere definitivamente ogni pregiudizio e conquistare il pubblico”

“Oh...ma se è questo il problema, la soluzione è semplice. Qualunque essa possa essere. Dopotutto dimenticate chi avete davanti. Un gran bell’esemplare di volpe rossa nel pieno dei suoi anni e con la sua bellissima rossa pelliccia” terminò Nick mostrando uno dei suoi sorrisi "E poi scusatemi, signorine. Ma non dovevamo occuparci anche del problema causato dai due giovani Watterson?"


 

A questo punto, la daina e la coniglietta si scambiarono uno sguardo, perplesso ed annoiato, a sottolineare che, nonostante fosse parzialmente vero quello che la volpe avesse detto, il problema rimaneva.


 

“Agente Wilde, le posso dare del tu?” chiede la daina

“Ma certo, cara miss Thompson. Per te questo ed altro” terminò sorridendo verso la daina

“Piantala di fare l’idiota e seguimi” terminò decisa Maggie, notando che la sua risposta aveva spiazzato la volpe, mostrandone gli effetti sul suo muso perplesso dalle nere estremità


 

Quello strano trio abbandonò così l’ufficio del preside, dirigendosi da tutt’altra parte e incuriosendo la volpe, che ancora ignorava cosa gli sarebbe successo.


 

E’ strano vedere che nonostante tutta la sua esperienza, ancora non aveva capito che quando si mettono le femmine in gioco, nessun maschio è al sicuro.


 

E lo stesso avrebbero provato sulla loro pelliccia i due Watterson in compagnia dell’agente Hopps, sempre ammesso che di pelliccia si possa parlare nel caso del giovane pesce rosso.

Proprio quest’ultima, che moriva dalla curiosità di conoscere meglio i suoi partner di sventura, decise quindi di rompere il silenzio che li accompagnava, mentre si dirigevano in biblioteca


 

“E così...a quanto pare, a voi piace piace fare questi scherzetti, come dire, innocenti...vero?” chiese retoricamente, col sorriso stampato sul suo muso “Perchè avete voluto fare una cosa del genere...al vostro preside?”

“Beh, agente Hopps…” esordì timidamente il gatto blu “...la verità è che la mia intenzione era quella di nascondere un’altro mammifero presente in quella foto, che nulla aveva a che fare col preside Brown e con la signorina Lucy” ammise timidamente Gumball, arrossendo vistosamente

“E...chi era questo mammifero? Sempre se si può sapere, ovviamente…” chiese retoricamente la coniglietta, immaginando la risposta

“A dir la verità….”

“A dir la verità...?”

“A dir la verità….”

“A dir la verità...???”

“A dir la verità...è una lupacchiotta che viene nella mia classe. E che mi piace molto” ammise timidamente, arrossando ancor di più di quanto la stessa Judy potesse immaginare "Il suo nome è Penny. Ma adoro chiamarla Nocciolina. E credo di piacere a lei"

E Judy, alla luce di quanto appena ascoltato, si mostrò con fare, come dire… materno.

“Sai, Gumball…” gli disse mettendosi alla sua altezza, guardandolo negli occhi e poggiando una delle sue zampe su una delle sue spalle “...fossi in te, glielo direi. Senza temere per la risposta. Perchè se tu te lo dovessi tenere dentro e non dirglielo mai, potresti rimpiangerlo un giorno, sai?”

Era strano vedere la coniglietta così sicura... in ambito sentimentale

“Ha proprio ragione, agente Hopps” confermò seriamente Darwin “L’avessi fatto anche io con quella ragazza…”

“A chi ti riferisci, Darwin?” chiese Gumball al suo fratello adottivo, mostrandosi, per un attimo, perplesso ed incuriosito.

“A quella gattina blu, con il vestito da sposa. Quella che veniva da quel continente lontano. Con quel nome particolare…” ammise il giovane pesce rosso, mentre si rifugiava nei meandri della sua mente.

E il gatto blu, che aveva capito a chi si riferisse, chiamò in disparte Judy, per spiegarle molto velocemente chi fosse quella gattina

“Agente Hopps…”

“Chiamami Judy e dammi pure del tu. Evitiamo inutili formalità. Mi fanno sembrare più vecchia di quello che sono” ammise leggermente imbarazzata

“Beh...Judy...devi sapere che quella gattina...ero io” ammise imbarazzato il gatto blu mentre osservava a distanza suo fratello ancora immerso nei suoi pensieri “...ed è una lunga storia che non mi sembra il caso di raccontare in questo preciso momento”

“...di cosa stavate parlando voi due?” chiese il giovane Darwin, avvicinandosi ai due

E proprio questi ultimi, dopo essersi scambiati uno sguardo di complicità, liquidarono il pesciolino con un semplice “Niente”

Non era proprio il caso di fare luce su un fatto già successo perchè...c’erano già altre due situazioni di cui tener conto. Ed erano anche piuttosto urgenti.

“Allora...siamo arrivati in biblioteca. Mettiamoci comodi da qualche parte e cominciamo a ragionare sul discorso che lei vuole fare, Judy”

“Darwin, ti prego. Dammi del tu. Non vorrai farmi sentire anziana, no?” terminò la stessa Judy con un sorriso allegro in direzione del giovane

“E va bene...Judy. Accomodati” disse Darwin, mimando un inchino e facendo sorridere la stessa allegra coniglietta.


 

E così, il trio composto da Judy, Gumball e Darwin entrò nei locali della biblioteca, prendendo posto ad un tavolo che aveva abbastanza sedie per tutti.

“E allora...cominciamo!” affermò grintosa la coniglietta che, nel frattempo, aveva cominciato a buttare giù tutto quello che le passava per la testa.


 

E più i minuti passavano, più i fogli bianchi si riempivano e più le idee prendevano forma...finchè la stessa Judy non fu presa da quello che poteva essere un blocco dello scrittore in piena regola.


 

“Che succede, Judy?” chiese incuriosito Gumball

“Come mai ti sei fermata?” aggiunse allo stesso modo Darwin

“Oh cavolo…!” esclamò affranta la coniglietta “...e adesso cos’altro devo aggiungere qui?”

“Fammi un pò leggere…” disse il gatto blu mentre prendeva i fogli scritti a velocità impressionante dall’agente

E nel fare questo, indossò anche degli occhiali che gli davano un’aria a metà tra un intellettuale e quello che sarebbe potuto essere scambiato per suo nonno.

E, allo stesso modo, fece il pesciolino rosso.


 

Che strana coppia di giovani pensò Judy, mentre osserva quei due leggere quanto scritto finora


 

Passarono quindi alcuni minuti, in cui i due giovani Watterson riuscirono a leggere attentamente tutto quello scritto fino a quel momento. 

Ed intanto lei era in attesa di un responso da parte dei due giovani studenti.


 

Poi questo silenzio venne interrotto


 

“Ma dimmi una cosa, Judy” chiese il gatto blu “Ma tu, esattamente, cosa provi per Nick?”

“Io...cosa!?” esclamò dubbiosa “Io e Nick, cioè...insomma, beh…” farfugliava imbarazzata, arrossendo vistosamente sul suo dolce musetto


 

E così, davanti a quella non risposta, confusa ed incompleta, i due giovani Watterson si scambiarono uno sguardo carico di complicità. Prima di esplodere in una fragorosa risata che, a momenti, avrebbe fatto espellere tutti e tre dai locali della biblioteca.


 

“Judy, stai tranquilla. Sappiamo bene che siete degli ottimi amici” disse Gumball lanciando un’altra occhiata molto eloquente in direzione del suo fratello adottivo “Il tuo segreto è in buone zampe”

“Già. Puoi stare tranquilla” confermò  Darwin, lanciando un’occhiolino alla stessa Judy “E comunque, credo che tu possa continuare scrivendo questo” terminò abbozzando una risposta,là da dove aveva terminato la coniglietta.

“Ah. Si. Giusto. Perchè non ci ho pensato prima…!” ammise imbarazzata passandosi una zampa dietro la nuca.


 

Detto questo, la coniglietta riprese a scrivere a tutta velocità, andando più forte di un treno in corsa, ricorrendo a tutta la sua concentrazione.

Righe e righe di testo venivano nuovamente riversate sui bianchi fogli, con la forza di un fiume in piena. Semplicemente inarrestabile.

Erano passati alcuni minuti e Judy si accingeva a terminare la scrittura quando, dopo aver alzato la sua testa dai non più bianchi fogli, si rese finalmente conto che i due giovani studenti non erano più seduti al tavolo


 

Dove sono finiti quei due? E adesso…? chiese a se stessa, pensierosa


 

Quando la sua attenzione fu richiamata proprio dalla sagoma dei due giovani che l’avevano momentaneamente lasciata da sola per andare chissà dove.


 

“Ehi Judy. Siamo qui. Scusami se ci siamo allontanati” ammise imbarazzato Darwin

“Avreste almeno potuto avvisarmi, no?” richiamò Judy

“In verità ci abbiamo provato più volte, ma senza nessun risultato. Guarda. Ti abbiamo perfino lasciato un bigliettino” terminò Gumball indicando un foglietto colorato proprio davanti al posto poco prima occupato da Judy

“Ah. Vero. Scusatemi ragazzi” ammise nuovamente imbarazzata la coniglietta

“...e comunque, perchè vi siete allontanati?” chiese sospettosa

“Siamo andati a prendere questi per te. Non vorrai mica presentarti con la divisa in queste condizioni?” affermò retorico il gatto blu


 

In effetti, dopo una notte passata in quel motel di quart’ordine, a tenere a bada quegli scalmanati dei suoi compagni di viaggio, un abbigliamento più comodo non avrebbe guastato di sicuro.


 

“E va bene. Dove posso cambiarmi?”

“Qui vicino ci sono i bagni. Potresti cambiarti la dentro” affermò Gumball “Ti accompagnamo noi”

“D’accordo” rispose “Ah, solo un secondo. Prima che mi dimentichi...!”

Judy si voltò indietro in direzione del tavolo da lei occupato fino a qualche momento prima per recuperare quanto scritto fino a quel momento, prima di andare insieme ai suoi giovani collaboratori a cambiarsi d’abito.


 

Sarebbe stata una vera e propria disdetta se Judy avesse perso il testo di quel discorso che avrebbe dovuto sostenere di li a breve, non trovate?


 

Ad ogni modo, dopo pochi minuti, Judy uscì dai bagni con i nuovi indumenti, mostrandosi un po' imbarazzata per quello che aveva appena indossato

“Non credete che possa essere...come dire...un po' vistoso?” chiese la coniglietta ai suoi due giovani interlocutori

“Ma no. Credo che andrai alla grande, Judy” rispose Gumball

“….per me, sei bellissima” rispose sinceramente Darwin, mostrandosi con due occhi languidi e commossi dallo spettacolo che aveva davanti

“Beh...e allora...andiamo! Togliamoci subito questo peso dalle spalle e non ci pensiamo più!”


 

Il trio composto dall’agente coniglio, dal gatto blu e dal pesce rosso si avviò infine verso i locali della palestra, sperando di trovare la fuori anche il resto della squadra.

Che, a dirla tutta, era ancora impegnato nel decidere cosa fare indossare alla volpe che, nel frattempo, si era mostrata dai gusti più difficili di quanto le due femmine che lo accompagnavano potessero immaginare


 

“Nick, le abbiamo provate davvero tutte” disse Maggie, esasperata

“Si. Non abbiamo più niente da abbinare. E il tempo sta cominciando a scarseggiare. Ora devi fare una scelta, Nick!” aggiunse la piccola Anais

“E va bene, ragazze. Anche se, a dirla tutta, avevo già deciso non appena ho messo zampa qui dentro” ammise francamente la volpe.


 

L’aver detto questa frase, provocò tutta l’ira di una delle due femmine in compagnia di Nick. Di quella più insospettabile.

Proprio la volpe si ritrovò a vivere, a parti invertite, quello che aveva dovuto fare lui con Finnick in quel motel di quart’ordine.

Stavolta sarebbe stato lui la vittima di questa situazione...se non fosse intervenuta Maggie a bloccare la piccola, energica, veloce ed assetata di sangue coniglietta rosa chiamata Anais la quale, nonostante fosse fisicamente bloccata dalla daina, poteva comunque inveire contro quel pelandrone a cui piaceva, forse fin troppo, perdere tempo.

Inoltre, la stessa Maggie, lanciò nei confronti del rosso predatore uno sguardo fulminante, che attraversò la folta pelliccia della volpe, facendogli rizzare tutto il suo rosso pelo sul dorso e che raccoglieva in se un messaggio molto eloquente.


 

Muoviti a scegliere altrimenti ti ammazzo!


 

Davanti allo sguardo infuriato della daina e davanti alle infinite offese che la piccola coniglietta stava lanciando al rosso predatore, quest’ultimo, in un brivido di forte spavento e forse terrore, abbassò le sue orecchie dalle nere estremità sul suo capo prima di riprendere, impacciatamente, a proferir parola


 

“Credo...credo che questo possa andar bene” si limitò a dire Nick indicando un capo di vestiario “E...prenderò anche questo” aggiunse indicando uno degli accessori la presenti.


 

Preso quel che gli serviva, si avviò all’uscita di quel che sembrava essere un locale adibito sia a magazzino che a guardaroba, con l’intenzione di dirigersi, nuovamente, verso uno dei bagni della scuola, per indossare quello che aveva appena prelevato.


 

“Torno subito” disse “Intanto...voi avviatevi in palestra. Ci vediamo la fuori”

“E rischiare di perderti e farti andare in giro a fare il playboy così conciato? Meglio di no” disse seriamente Maggie “Veniamo con te” aggiunse rimettendo sulle sue zampe la piccola Anais che, nel frattempo, si era calmata, visto che la volpe, alla fine e dopo numerose minacce, aveva capito cosa fare.


 

E così, il trio composto dalla volpe, dalla daina e dalla coniglietta rosa uscì da quel locale dirigendosi verso il bagno più vicino, consentendo così, finalmente, di far indossare a Nick quello che aveva scelto, senza perderlo di vista neanche un secondo.


 

Arrivati fuori la porta di uno dei bagni, la volpe esordì “Beh, siamo arrivati. Signorine, permettetemi” disse mentre poggiava una delle sue zampe sulla porta del locale

“Anais, rimani qui fuori e non far entrare nessuno” disse Maggie alla sua giovane collaboratrice “Serve che qualcuno lo tenga sotto stretta sorveglianza. Ogni singolo istante” terminò lanciando un'occhiata fulminante nei confronti della volpe

“Ma cosa stai dicendo, Maggie? Questo è il bagno dei maschi!” affermò Nick, cercando di far desistere la daina

“Beh...e quindi? Mica sono una cucciola? E poi...sarei molto curiosa di vedere più da vicino un paio di cose...” aggiunse con fare allusivo, lanciando un’occhiata alla coniglietta “...a partire dai tuoi...boxer arancioni” terminò la daina, facendo scoppiare a ridere la coniglietta e provocando un’espressione di disappunto sul muso della volpe

“Quindi anche tu hai visto…?” chiese sospettoso Nick

“Oh si. Ne dubitavi, Mirtillino?” aggiunse con sorriso sornione Maggie e sostenendo lo sguardo del predatore

“Ah. Bene. Touchè.” ammise imbarazzata la volpe “E quindi...dopo di lei, signorina Thompson” fece mimando un inchino all’ingresso della porta


 

I due mammiferi entrarono nel locale, lasciando la giovane coniglietta a guardia all’esterno del bagno.

L’attesa della giovane coniglietta durò, infatti, pochi minuti. E quei pochi minuti bastarono a trasformare il primo agente volpe del ZPD in un mammifero più che rispettabile

“In effetti, agente Wilde, lei non scherzava affatto quando diceva che il lavoro non sarebbe stato affatto difficile” disse con una certa dose di soddisfazione e con un po' di ironia la coniglietta rosa nei confronti della volpe

“Deduco che questo outfit è di suo gradimento, signorina Watterson” terminò Nick, mettendosi in posa e sfoggiando il suo miglior sorriso

“Piantala idiota. Che non sai neanche fare un nodo alla cravatta!” aggiunse Maggie, infastidita dal modo di fare di Nick “Adesso comincio a capire perché porti sempre le stesse cravatte…!”

“E va bene Maggie. Un giorno imparerò a fare anche quelli!” rispose infastidito lo stesso Nick “Ma adesso che si fa?”

“Adesso raggiungiamo gli altri” rispose Anais che, nel frattempo, aveva iniziato ad armeggiare col suo cellulare “Ci stanno aspettando. Andiamo!”

Ma è il caso di mettersi ad armeggiare col cellulare in un momento come questo? Pensò incredulo Nick mentre si avviava con le sue compagne di sventura nei corridoi della scuola


 

E così, anche il trio composto dalla volpe, dalla daina e dalla giovane coniglietta dal pelo rosa si avviò verso i locali della palestra, incontrando l’altro terzetto composto da una coniglietta, da un gatto dal pelo blu e da un pesce rosso.

“Certo che ce ne avete messo parecchio di tempo, Anais!” esclamò Gumball nei confronti della sorella minore “E’ tutto pronto e tra poco dovrebbero iniziare” aggiunse

“Si, lo so. E’ stata tutta colpa di Nick a cui piace perdere tempo oltre ogni misura animalmente concepibile…vero, Nick?” terminò la giovane leporide che non si accorse di quanto stava succedendo alle sue spalle.

“Allora, signorina Thompson...dicevamo...pensa che sto bene così vestito? Le sembro abbastanza affascinante?” terminò la volpe con un sorriso malizioso nei confronti della daina che, in risposta a quella domanda retorica, lo fissava con uno sguardo annoiato, quasi sbuffando.

Judy, davanti all’ennesima scenata del suo collega in direzione di Maggie, perse nuovamente la pazienza ed, ancora una volta, saltò nuovamente e lo afferrò nuovamente per l’orecchio, destro stavolta, facendolo piegare nuovamente alla sua altezza e facendolo desistere nuovamente dal fare cose avventate e potenzialmente catastrofiche.

Dopotutto...già avevano i loro problemi da risolvere.

“Possibile che non posso lasciarti solo nemmeno un secondo Nick? Possibile che devi correre dietro a qualunque femmina che ti dia un minimo di confidenza?” affermò stizzita la coniglietta “Adesso sistemati e fatti dare un’occhiata, che vediamo se è tutto ok...” terminò lasciando l'appendice auricolare del predatore e consentendogli di sistemarsi nuovamente

Anais rivolse quindi la sua attenzione ai due agenti del ZPD, che erano rimasti imbambolati l’uno di fronte all’altra, a scambiarsi uno strano sguardo che catturò l’attenzione dei presenti.

Quei due erano rimasti fin troppo tempo ad ammirare la sagoma del mammifero che avevano di fronte, perdendosi negli occhi del loro interlocutore e nei loro pensieri…


 

Nick aveva scelto un abito piuttosto formale. Completo nero in tessuto di cotone, camicia bianca al di sotto della giacca e, nel taschino anteriore di quest’ultima, una rosa rossa che spiccava sul tessuto nero del vestito. Il tutto che si sposava alla perfezione col colore della sua rossa pelliccia

Judy aveva ricalcato la scelta del suo partner. Abito di colore nero, che dava risalto al suo fisico longilineo, contornato di merletto dello stesso colore e, per finire, una collana dello stesso colore degli occhi di Judy, i quali risaltavano ancora di più del solito, e con le sue lunghe e grigie orecchie che le scendevano lungo la schiena, che le davano, per l’occasione, un’aria ancora più affascinante di quanto lei stessa potesse ammettere.


 

“Carotina…devo ammettere che sei…” disse timidamente, non completando la frase

“Ed anche tu non sei così…” rispose timidamente, arrossendo sul musetto e sulla punta delle orecchie.


 

La cosa non passò inosservata né a Maggie e neanche ai fratelli Watterson i quali, per evitare di perdere ulteriore tempo prezioso, decisero di accompagnare nuovamente la volpe e la coniglietta ad un nuovo cambio d’abiti, facendo attenzione a far indossare loro qualcosa di meno appariscente e di più comodo…insomma, qualcosa che permettesse a quei due di stare a loro agio e che, allo stesso tempo, permettesse loro di essere facilmente riconosciuti, nonostante tutti i presenti in quel locale sapessero chi fossero.

“Nick…Judy…mi dispiace, ma questo non è né il luogo né il momento adatto per imbambolarvi in questo modo” disse seriamente Darwin “E’ ora che vi mettiate qualcosa di meno formale…e che lo facciate SUBITO!” concluse respirando fuoriosamente e quasi urlando in direzione dei due agenti che, fino a quel momento, erano ancora in una specie di sogno ad occhi aperti.

Appena i due agenti diedero segno di ripresa, furono letteralmente trascinati prima da Darwin e poi da Gumball stesso.

“Maggie, entra in palestra e cerca di prendere quanto più tempo possibile. Anais…aiuta Maggie. Torniamo subito!” esclamò il pesce rosso mentre si avviava in direzione di quel magazzino.

Una volta di fronte l’entrata, i due giovani Watterson vi buttarono letteralmente al suo interno la volpe e la coniglietta

“Fate presto. Non abbiamo più tempo!” affermò nuovamente e con decisione Darwin

“Ma…siamo una coniglietta ed una volpe…non possiamo neanche avere un camerino per conto nostro?” chiese imbarazzata la coniglietta

“Non vedo dove sia il problema, Judy. Già sappiamo che vi conoscete intimamente, se così si può dire. Quindi…ripeto. Dov’è il problema?” chiese retoricamente Gumball oltre la porta di quella stanza

“Stavolta ci hai fregato, ragazzino. Ma sappi che me la pagherai” affermò stizzito Nick


 

Passarono alcuni minuti e, mentre all’esterno di quel locale vi erano i due studenti che camminavano avanti e indietro poco distanti dalla porta di ingresso, all’improvviso quest’ultima si aprì.

E dal suo interno vi uscirono i due mammiferi che poco prima vi erano stati costretti ad entrare, con indosso il loro nuovo outfit.

Nick aveva scelto un completo sportivo, composto da una giacca azzurra,un paio di pantaloni neri ed un maglioncino di colone rosso, posto al di sotto della stessa giacca, che si abbinava al colore della sua pelliccia.

“Allora, cosa ve ne pare? Può andar bene?” terminò il canide, mimando il gesto di una pistola spara tranquillanti in direzione dei due giovani studenti

“Piantala! Per te ogni occasione è buona per fare l’idiota, Nick!” aggiunse stizzita la coniglietta

Judy aveva, ancora una volta, affiancato il suo outfit a quello del suo partner. Lei aveva scelto una giacca di colore beige, un paio di comodi pantaloni di jeans ed un maglioncino di colore rosso che, ancora una volta, metteva in risalto il suo fisico atletico

“Penso che così possa andar bene” affermò soddisfatto il pesce rosso “…così vestiti mi ricordate tanto i personaggi di quella serie TV ambientata tanti anni fa, che erano chiamati di volta in volta dai clienti che scrivevano una sigla di tre lettere su una lavagna e che spesso guidavano una piccola utilitaria rossa…” fece pensieroso Darwin

“Non è il momento di pensarci, Darwin! Abbiamo cose più urgenti a cui pensare. Andiamo!” esclamò suo fratello


 

In effetti, il comportamento dei due agenti, mai come adesso, ricalcava in tutto e per tutto quello dei protagonisti di quella serie televisiva… chissà poi se davvero la loro relazione andava in quella direzione.


 

Ma, da come si stava evolvendo la situazione, pareva proprio di si.


 

Ad ogni modo, in pochi minuti, arrivarono alla porta della palestra, dove li stava aspettando Anais e da cui si poteva intravedere l’interno del locale, pieno come un uovo per l’occasione.

Giustamente, sia per il preside che per gli studenti, era un’occasione più unica che rara avere come ospiti in quell’istituto coloro che avevano risolto il complotto degli Ululatori Notturni e fatto ritornare la pace nella città di Zootropolis.

Quando finalmente arrivarono all’ingresso, si poteva intravedere Maggie situata su quel palchetto improvvisato che spendeva qualche parola su Nick e Judy, su quanto fosse importante essere buoni amici sia nel lavoro e sia nella vita e su quanto tutto questo potesse permettere a chiunque di supportarsi e, perché no, anche sopportarsi ogni singolo giorno.

La daina, si accorse poi che i due protagonisti di quella riunione straordinaria erano arrivati all’ingresso del locale e decise quindi di presentarli e di lasciare loro il posto che meritavano

“...e per terminare, finalmente è arrivato il momento che tutti voi aspettavate.

Uno è una volpe, l’altra è una coniglietta.

I primi delle relative specie ad entrare nel ZPD.

Ecco a voi i vostri più amati eroi.

Ecco a voi...Nick Wilde e Judy Hopps!”

I due agenti, che camminavano l’uno a fianco all’altro in direzione del palchetto improvvisato, furono accolti da un’applauso carico di entusiasmo e che metteva loro un certo imbarazzo.

D’accordo...erano due poliziotti, avevano avuto a che fare con un mucchio di animali in un sacco di contesti differenti, anche più pericolosi di una semplice scuola elementare.

Ma...il motivo che li portava in quel posto era del tutto differente. Non riguardava la sicurezza della popolazione, qualche crimine avvenuto o un imminente pericolo in arrivo.

Riguardava la situazione che c’era fra i due Watterson e il preside, ufficialmente parlando.

E riguardava anche la situazione fra Nick e Judy, che andava risolta una volta per tutte

O la va o la spacca

“Allora come va?” esordì Nick “Siamo belli carichi?” terminò la volpe, sfoggiando un ampio sorriso

Judy lo guardò, fulminandolo con lo sguardo, a sottolineare che non era il caso di fare l’idiota anche in quel momento...ma poi decise di passarci sopra, consapevole che quello era il modo di fare del suo amico, collega, partner. Del suo Nick, insomma.

Arrivò al centro del palchetto e davanti al leggio, sistemò con ordine i fogli che aveva precedentemente scritto e quindi cominciò a parlare

“Ciao a tutti! Non credo che ci sia bisogno di presentazioni, dopo l’ampia chiacchierata che ha fatto la signorina Thompson per noi due. Io sono Judy e lui è Nick” disse la coniglietta

“Se siamo qui è perché...su invito del vostro preside, il signor Brown, dobbiamo fare una bella chiacchierata su alcuni fatti successi di recente e di cui voi tutti siete a conoscenza…” terminò lei, invitando la volpe a continuare il discorso

“...un fatto che ha coinvolto due mammiferi che sono piuttosto conosciuti, oserei dire” terminò lui, con un accenno di imbarazzo, ben nascosto dietro il suo sorriso. Che non passò inosservato alla sua partner.

Quel sorriso imbarazzato che nascondeva, con ogni probabilità, la volontà di tornare ad essere quelli di prima.


 

Il discorso dei due poliziotti era entrato nel vivo e l’attenzione della platea di mammiferi che occupava la palestra era rivolta unicamente a loro.

Un’infinità di occhi ed orecchie indirizzati su di loro, che seguivano attentamente ogni singola parola del loro discorso.

Quando, ad un certo punto, cominciò ad alzarsi un brusio di soffondo che, attimo dopo attimo, diventava sempre più forte.

Qualcuno dei giovani studenti cominciava a mostrare meraviglia sul suo muso, altri invece indicavano qualcosa in direzione dei due agenti e qualcun’altro ancora si era eretto sulle sue zampe posteriori per la meraviglia di vedere certe cose.

E questo non passò inosservato né a Judy e né tantomeno a Nick.

Si guardarono tra loro con aria perplessa ed interrogativa, per chiedersi quale fosse la ragione per cui ci fosse tanta sorpresa negli occhi dei loro ascoltatori.

Poi capirono.

Si voltarono e diedero le spalle alla loro platea, riuscendo a capire finalmente il motivo di tanta sorpresa.

Su un telo montato alle spalle del palchetto improvvisato, erano in proiezione alcune immagini, disegni e fotografie, che riguardavano proprio i due agenti presenti la sopra.

Alcune immagini erano delle fotografie che ormai avevano già fatto il giro della rete e che, purtroppo, erano di pubblico dominio.

Altre, invece, erano dei ritratti, dei disegni, delle fanart e tutto ciò che poteva rappresentare un utopistico mondo di fantasia che girava attorno a loro due

Dubbi e perplessità, oltre ad un’abbondante dose di imbarazzo, attraversava la loro pelliccia

Chi diavolo avrà fatto una cosa del genere? Clawhauser? No, impossibile! Non aveva neanche il suo smartphone. Finnick? Neanche. La piccola Anais? No, non è possibile. E’ stata tutto il tempo con Nick. E allora chi è stato a fare questo? E...Maggie? No, non credo. Anche lei era con Nick...

I pensieri e i dubbi affollavano la mente di Judy.

E Nick era rimasto pietrificato davanti a quello spettacolo insolito di cui rappresentava la metà protagonisti di quanto mostrato.

“Adesso ho capito dove vi avevo già visto…!” esclamò un mammifero presente

Era la signorina Scimmia che, dopo tempo immemore e dopo aver visto una lunga carrellata di quelle immagini, si era resa conto di chi si fosse trovata davanti

“Voi due! Siete quelli che hanno creato quel disastro in quel villaggio vacanze. Quelli che hanno oltraggiato la pubblica decenza. Quelli che hanno disonorato il corpo di polizia di Zootropolis!” esclamò la scimmia in direzione dei due agenti che, nel frattempo erano tornati a prestare attenzione alla scimmia

E mentre i due, davanti alla loro evidente colpevolezza per essersi lasciati andare per un breve periodo, arrossivano vistosamente, successe un altro fatto inaspettato.

Dal fondo della palestra, una coppia di porte fu aperta violentemente.

Ed una sagoma che , illuminata dalla luce esterna, si avvicinava lentamente e con passo deciso in direzione del palchetto. Una furia su due zampe, insomma.

E man mano che si avvicinava, si potevano cominciare a notare dei dettagli.

Pelo blu. Camicia bianca e gonna grigia.

Aspetta...vuoi vedere che lei…

“Watterson…!” farfugliò con aggressività la scimmia

Ah ecco! Adesso è tutto più chiaro!

La gatta blu raggiunse infine il palco, posizionandosi precisamente di fronte al raggrinzito primate. Chiuse gli occhi, inspirò quanto più possibile e poi, finalmente, si espresse. Urlando, quasi.

“Lei, signorina Scimmia, non ha alcun diritto di criticare quello che hanno fatto Nicholas Wilde e Judith Hopps. Sono giovani, si stimano, si rispettano e si vogliono un mondo di bene. D’accordo, forse avranno esagerato un po'. Ma la colpa la do sopratutto al cattivo uso dei social network e a tutti coloro che non hanno mai voluto dire che, loro due, fanno una coppia unica ed inimitabile, invidiata da tutti. E sopratutto, lei non ha diritto in alcun modo di puntare il suo peloso dito contro di loro solo perché lei non riesce ad essere felice e ad avere una relazione di coppia decente!” terminò la signora Watterson

E a questo punto, lo spettacolo che si presentava era il seguente.

La gatta blu, la madre di Gumball e Darwin, attendeva soddisfatta una risposta da parte del primate.

Nick e Judy, ancora più perplessi e confusi di quanto non lo fossero già precedentemente, avrebbero voluto capire come e quando questa giovane gatta aveva avuto modo di prendere le loro difese.

I due giovani Watterson, Gumball e Darwin che, nel frattempo, avevano preso posto di fianco a Nick e Judy, assistevano allo stesso modo dei due agenti a quello insolito spettacolo.

E quindi, la signorina Scimmia, pronta a replicare, si bloccò un momento prima che qualunque parola fosse detta.

“Hai ragione, Nicole” disse sospirando la scimmia “Se invece di concentrarmi su quanto io fossi invidiosa delle vostre vite, mi fossi dedicata di più alla mia, forse non sarei diventata così” disse con fare dispiaciuto

“E quindi vuoi dire che io non conto nulla per te, Lucy?” si inserì il preside Brown che, fino a quel momento, era rimasto ascoltatore passivo di quella discussione

“Ma certo che si, Nigel. Tu sei il mio orsacchiotto pelosotto” gli rispose la scimmia, cominciando a giocare con la sua pelliccia e strapazzandolo di coccole

Ah, quindi è un orso? Non ne avevo mai visti di questo tipo! Era questo quello che si leggeva dall’espressione perplessa della volpe e della coniglietta davanti a questo insolito spettacolo

La gatta blu si voltò in direzione dei due agenti

“Agente Wilde, agente Hopps...c’è qualcosa che volete dire ai nostri ragazzi?” chiese retoricamente ai due, mostrando uno sguardo eloquente, senza che ci fosse bisogno di aggiungere altro

Nick e Judy, ancora una volta si scambiarono un cenno di intesa. Segno eloquente ed evidente che, finalmente, avevano deciso di giocare a carte scoperte.

“Ascoltatemi tutti…!” disse con tono tanto deciso quanto squillante la coniglietta, rivolgendosi alla platea che assisteva incuriosita “...la vera ragione per cui siamo qui non è quella di fare un richiamo a due vostri compagni per quello che, alla fine, è uno scherzo da ragazzi. La vera ragione è...è….”

“La vera ragione per cui ci troviamo qui è per scusarci. Per scusarci del nostro comportamento e del modo in cui ci siamo dimostrati il nostro affetto in quelle che, ormai, sono immagini di pubblico dominio. E’ vero. Io, Nicholas Wilde, provo profondo affetto e profonda stima…” disse la volpe guardando Judy nei suoi occhi ametista “...per questa tenera coniglietta ottusa” terminò sorridendo verso di lei.

E lei, corrispondendo il sorriso, aggiunse “...ed anche io, Judy Hopps, provo un profondo affetto ed una profonda stima per questa volpe acuta” terminò la coniglietta guardando Nick nei suoi occhi verdi.

Ci furono alcuni minuti di silenzio, in cui i due agenti si guardavano l’uno negli occhi dell’altra, senza che nulla potesse disturbarli.

Quando…

Quando, un singolo e debole applauso spezzò quel silenzio irreale, mentre il suo suono si propagava nell’etere.

E, attimo dopo attimo, il singolo applauso fu accompagnato da un altro. E quello dopo da un altro ancora.

Finchè in pochi istanti, l’aria fu satura di quella che poteva essere un’ovazione vera e propria, che pareva proprio sottolineare la sincerità avuta in quel preciso momento.

E tutti i loro nuovi amici avevano contribuito in quel momento. Dai Watterson al completo a Maggie Thompson, dal signor Nigel Brown alla signorina Lucy, fino ad arrivare a Finnick e Clawhauser.

Già.

Proprio quei due che, sul fondo dei locali della palestra, si esibivano in una serie di movimenti che non avevano bisogno di altre spiegazioni.

Finnick si era limitato a dare un semplice e singolo pollice in su mentre Clawhauser si lasciava andare a gesta più o meno eloquenti...un cuore fatto con le sue zampe in direzione della coppia.

E mentre Nick si era accorto di tutto questo, mentre osservava i suoi due compagni di sventura che facevano tutto questo, tenendo su di loro gli occhi ridotti a due fessure, la sua attenzione fu catturata nuovamente da Judy, la quale era stata chiamata in causa dalla signora Watterson

“Signora Watterson…” fece Nick facendo un cenno nella sua direzione

“La prego, agente Wilde. Mi chiami Nicole. E mi dia anche del tu, Nick” terminò la gatta dal pelo blu, rispondendo al cenno della volpe “E lo stesso vale per lei, Judy” aggiunse rivolgendosi anche alla coniglietta

“D’accordo...Nicole. Dimmi...come facevi a sapere dove e quando trovarci e cosa dire?” chiese curiosa la volpe

“Ho avuto le mie fonti che, neanche a farlo apposta, vi hanno seguito qui dentro, passo dopo passo” rispose vagamente

“Si sta riferendo ai suoi figli, Gumball e Darwin?” chiese Nick

“Ci sono. La piccola Anais. Insospettabilmente acuta” esclamò Judy

“Proprio così, Judy. E’ stata lei. E non mi sarei aspettata di meno dal genio di casa” aggiunse soddisfatta Nicole

Ah, adesso è tutto chiaro. Ecco perché armeggiava di continuo col suo cellulare! Pensava sorpreso Nick

“E comunque...spero che i miei figli non vi abbiano causato troppi problemi” disse leggermente imbarazzata la gatta blu

“I suoi figli no. Per quanto uno di loro possa avere una insana passione per la mia folta e lunga cosa” disse Nick, lanciando un’occhiata a Judy, facendole trattenere a stento una risata “Ma suo marito si. Per poco non ho tirato fuori di nuovo la cena di ieri e la colazione di stamattina”

“Beh...mi dispiace, Nick” disse estremamente imbarazzata Nicole “Ma adesso avete qualche idea di dove possa essere?”

“Non vorrei sbagliarmi, ma credo sia andato a prendere d’assalto un furgoncino che serve cibo a portar via da queste parti” rispose pensierosa Judy

“Ho capito” confermò Nicole, estraendo il suo cellulare e digitando un numero di telefono, prima di cominciare a parlare al suo interlocutore telefonico “Scusatemi un attimo”

“RICHARD WATTERSON! TI AVEVO CHIESTO DI PORTARE SOLAMENTE I TUOI FIGLI A SCUOLA E TU TE NE VAI A DIVORARE CIBO SPAZZATURA COME SE NULLA FOSSE?!? TORNA IMMEDIATAMENTE A CASA E PREPARATI A SUBIRE LE CONSEGUENZE DELLE TUE AZIONI!!!”

I due agenti, perplessamente spaventati dall’insolito spettacolo che si ritrovarono davanti, tenevano le orecchie abbassate sulle rispettive teste, non sapendo bene come approcciarsi a questa strana situazione

“Io ve l’avevo detto. Mia madre è la mammifera più buona del mondo. Ma guai a farla infuriare” aggiunse una voce.

La voce era della piccola coniglietta dal pelo rosa. La piccola ma molto intelligente Anais

“Ehi...eccoti qui. Proprio te stavo cercando” disse dolcemente Judy in direzione della giovane leporide

“Come mai?” chiese Anais

In quel momento, Judy non disse nulla. Si limitò solamente ad...abbracciarla.

Un caldo, amorevole e sincero abbraccio rivolto alla giovane leporide

“Grazie, Anais” disse commossa la coniglietta dal grigio pelo.

“E...grazie anche a voi, Gumball e Darwin” aggiunse in direzione dei due giovani Watterson che, nel frattempo, avevano raggiunto la loro posizione

“Ma figurati, Judy. Non c’è di che” disse il gatto blu, leggermente imbarazzato

“E’ stato un piacere” aggiunse il pesce rosso, anch’egli vagamente imbarazzato

E, dopo aver salutato i tre giovani Watterson, Judy decise che era il momento di congedarsi.

“E stavolta dov’è finito Nick?” si chiese Judy, guardandosi attorno e non trovando il suo collega nelle vicinanze

Ma stavolta fu facile trovarlo, perché i tre giovani Watterson le indicarono lo stesso punto nei locali della palestra. Vicino all’apertura da cui era entrata la loro madre.

Lo si poteva vedere in lontananza discutere animatamente e vistosamente con i loro due compagni di sventura

“Ma da dove cappero avete preso quella roba?” chiese alterato la volpe, vistosamente imbarazzato da quanto appena successo “Eppure ero certo che Carotina vi avesse neutralizzato, vi avesse preso i cellulari e che non poteste far danni in alcun modo!”

“Socio...la verità es che noi non abbiamo fatto nada de nada. Nisba. Nulla” rispose con una insolita tranquillità

“Eh già...stavolta noi non c’entriamo assolutamente nulla. Come avremmo potuto fare questo se eravamo isolati dal mondo?” terminò Clawhauser, lanciando uno sguardo in direzione di Finnick.

Ma Nick non era nato ieri e le cose non gli quadravano. E continuava a fissare i suoi due amici con uno sguardo in cagnesco.

“Voi due non me la contate giusta, ragazzi” affermò sospettosa la volpe rossa “C’è qualcuno di sicuro che vi ha dato una zampa”

Finnick e Clawhauser si scambiarono nuovamente un altro sguardo

“Y va bien, rosso. Te dico todo el vero. La verità es che ci ha aiudado esta piccola coniglietta” terminò indicando e presentando la giovane leporide in questione.

E, dopo pochi attimi, Finnick la chiamò con un fischio e lei arrivò subito dopo.

E così, Nick, ancora una volta, si ritrovò ad avere a che fare con l’ennesima coniglietta. Ma stavolta aveva un pelo marroncino e degli occhi azzurri. Ed un’aria vagamente familiare.

“E tu chi sei?” le chiese la volpe

“Julia Hopps!?” esclamò una voce familiare alle spalle di Nick. Era quella di Judy.

“Quindi tu e lei, coniglietta ottusa e coniglietta acuta, siete...sorelle?!?”

“Eh già. Te lo saresti mai aspettato, Mirtillino?” aggiunse retoricamente la piccola ma molto intelligente Julia.

Ebbene...anche se piccola, aveva dato filo da torcere a tutti.

Anche e sopratutto perché, da quando sua sorella maggiore Judy era entrata nella polizia di Zootropolis, lei e la sua sterminata famiglia andavano in città molto più spesso. Ed andando in città più spesso, avevano modo di esplorarla in lungo ed in largo, visitando numerosi posti e conoscendo nuovi animali in giro per la città.

Dopotutto, sua sorella Judy, ogni volta che ne aveva occasione, raccontava quelle che erano le sue avventure in giro per la città. E lo aveva sempre fatto, fin dai primi giorni in cui aveva iniziato a prestare servizio per lo ZPD.

Ed è per questo che numerosi mammiferi avevano saputo delle sue gesta e di quelle di Nick.

Il bradipo Flash, Benjamin Clawhauser, Maggie Thompson e i tre giovani Watterson.

Ad ogni modo, uno degli incontri che sicuramente hanno cambiato la vita di Julia e di tutti loro, è stato quello con Finnick, nella “sua” solita gelateria. Lei aveva già sentito parlare da sua sorella maggiore di questo piccolo predatore dalle grandi orecchie che faceva questo per vivere, quello di produrre e vendere zampe ghiacciolo per sbancare il lunario. E quindi, visto che il piccolo predatore voleva, in fondo...ma molto in fondo, che il suo compare si sistemasse una volta per tutte, era subito riuscita ad andarci d’accordo. E ad organizzare questo articolato piano, al fine di far avvicinare quei due. Loro due che, agli occhi di tutti, erano una coppia perfetta, che erano riusciti a trovare l’uno nell’altra un raggio di luce in un mare di oscurità. E a sopravvivere alle difficoltà della vita professionale...e non solo.

“Comunque...visto che è andato tutto per il verso giusto, non credete che sia il caso di aspettare mamma e papà qui fuori? Dovrebbero arrivare a momenti. E perché no...magari potreste venire a pranzo da noi tutti e quattro. Non vedo dove sia il problema…” disse Julia al quartetto

“Certo. Sarebbe un’ottima idea” aggiunse Judy entusiasta dell’idea della sorellina “Per te non ci sono problemi, vero, Nick?”

“Per me? Ma no, figurati. I tempi in cui i pregiudizi per noi volpi sono morti e sepolti. Almeno credo. E poi sarei molto curioso di vedere Carrotville” disse ironizzando, prima di beccarsi l’ennesima gomitata al fianco dalla sua collega

“E voi altri? Va bene la cosa?” chiese la giovane leporide dal pelo marroncino, rivolgendosi al fennec e al paffuto ghepardo, i quali si limitarono ad annuire per confermare l’idea della piccola Julia

“Voi avviatevi fuori. Io ho da chiarire una cosa con Finnick” disse seriamente Clawhauser al resto del gruppo, che seguì l’indicazione del paffuto predatore

“Allora...cosa c’è, grassone?” chiese spazientito il fennec

“Finn...avresti vinto tu” disse il ghepardo, mostrando al piccolo volpide quella famosa carta che avrebbe deciso le sorti della partita...quell’asso di cuori. Quella carta che, adesso, avrebbe assunto un significato del tutto diverso

Il fennec sorrise e si avviò pian piano alle spalle del gruppo, lasciando perplesso il ghepardo.

“Devi sapere, mio grasso amigo...che, oramai, Nickybello es cresciuto. Sa bene cosa è el meglio per lui” terminò il fennec

A Finnick non interessava più cosa sarebbe successo di li in avanti, perché il suo compito era terminato e non c’era più bisogno del suo aiuto. La sua unica certezza era che Nick avrebbe avuto sempre a suo fianco quella coniglietta ottusa, così come Judy che, qualunque percorso avrebbe deciso di intraprendere, avrebbe avuto sempre quella volpe acuta a suo fianco.

Anche se non lo avrebbero mai detto apertamente, si appartenevano.


 

Ma adesso, attendeva tutti loro un’altra sfida. Apparentemente insuperabile e dalle mille difficoltà.

E l’avrebbero dovuto affrontare col sorriso sui loro musi e con rinsaldata fiducia reciproca.

La, in quel girone infernale, covo di animali affamatissimi di...affetto.

Un invito a casa degli Hopps. A contatto con mamma e papà Hopps.


 

Ce la faranno i nostri eroi ad uscire indenni dall’ennesima assurda situazione?


 

NB:Aggiornata e corretta su segnalazione di Sir Joseph Conrard in data 24/03/2020


 

ANGOLO DELL’AUTORE


 

Signori e signore, amici ed amiche, lettori e recensori, eccomi di nuovo qua.

E’ letterlamente un’eternità che non riuscivo a mettere due righe su carta su delle storie, in particolare su questa, a causa di una serie infinita di problemi, causati sopratutto dalla mancanza di tempo libero.

Ma, adesso che siamo tutti in casa per tutelare la nostra salute e quella di tutti i nostri cari (leggasi emergenza COVID-19) ho deciso di mettermi di impegno e cercare di portare a termine quest’altra odissea.

Facendolo.

Anche e sopratutto perché, in questo particolare momento storico che noi tutti stiamo vivendo, abbiamo più che mai bisogno di distrarci e di pensare a qualcosa di meno cupo delle peggiori prospettive che noi tutti non possiamo fare a meno di pensare.

Ebbene...ne corso delle righe, di fatti ne succedono relativamente...pochi.

Ma, nonostante tutto, si fa luce sulle molte relazioni che legano questi personaggi e le new entry.

E, ancora una volta, non ho potuto fare a meno di citare qualche personaggio qua e la e qualche riferimento più o meno velato ad altre opere.

Spero voi riusciate a scovarli :)

Come sempre...un saluto speciale ai sempre presenti Redferne,Sir Joseph Conrard e Plando per le loro visite con recensione e per avermi concesso in “prestito” alcune loro “proprietà intellettuali” (sapete a chi e cosa mi riferisco) ed un saluto a tutti gli anonimi lettori e visitatori che passano di qui.

Come sempre, spero che la storia non vi abbia annoiato, che non sia stata ripetitiva o monotona e, sopratutto, che sia riuscita a strapparvi un sorriso e a farvi distrarre un attimo dal momento particolare che tutti noi stiamo vivendo.

Uniti ce la faremo.

Ci sentiamo presto.

Alla prossima.

Enzo

  
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