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Autore: Hikari_1997    23/03/2020    0 recensioni
Nella valle protetta da generazioni dal clan Haruno, vi è un millenario albero di ciliegio, il rosa dei suoi petali riflesso ogni giorno nelle acque del lago che gli fornisce linfa vitale.
Ogni equinozio di primavera un piccolo e fragile bocciolo fiorisce a rimpiazzare quello sfiorito in autunno
Se il giorno 21 marzo la nuova vita nata sul ciliegio verrà distrutta, allora anche il mondo ne subirà le conseguenze.
Crossover tra Naruto, Inuyasha e Detective Conan
Genere: Avventura, Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hinata Hyuuga, Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha | Coppie: Hinata/Naruto, Sai/Ino, Sasuke/Sakura, Shikamaru/Temari
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza | Contesto: Nessun contesto
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Aveva deciso di assistere Akai durante gli allenamenti, il Tengu infatti intendeva rimettersi in forze al più presto, allenandosi con il suo amato arco.

Shiho stava sistemando dei bersagli con l’aiuto di Koga.

-Li sistemiamo su questo albero a diversi livelli, per terra, al centro del tronco e ai rami- spiegò Koga –Shiho tu sistema quelli più in basso, per i bersagli più in alto ci penso io-

Shiho ascoltava concentrata, poco distante Akai misurava la lunghezza delle frecce datole da Ayame e controllava le condizioni delle punte quando, di sfuggita, colse un luccichio lontano.

Sebbene fosse un mezzo demone i suoi occhi non erano del tutto privi delle capacità oculari del clan Uchiha, ragion per cui scagliò una freccia all’istante.

-Ehi, ti avevo detto di aspettare- protestò Koga –ohi, Shiho cos’hai? –

La Kitsune gli aveva afferrato il braccio, gli occhi fissi a terra spaventati e prossimi al pianto –Abbassati- disse lei trascinando da un lato il demone lupo prima di intravedere un’ombra fin troppo famigliare emergere dalla boscaglia.

-Gin, non ti arrendi mai- commentò Akai.

Le braccia erano in tensione, pronte a scoccare un’ulteriore freccia se solo quel criminale avesse cercato di ferire nuovamente Shiho.

Gin ghignò avanzando, Akai poté notare la presenza di una medicazione improvvisata sulla spalla, probabilmente la ferita inferta da Kakashi era più profonda del previsto.

Gli occhi del samurai si spostarono verso Shiho, ancora a terra vicino a Koga –ci si rivede, Shiho-

Lei espirò piano, intravide le dita delle sue mani tingersi di arancione, sentiva il fuoco fatuo dentro di sé pronto ad esplodere … tuttavia stava cercando di contenerlo, c’era Koga lì con lei e non voleva che si facesse male.

Al tempo stesso sapeva che Akai non avrebbe mosso un muscolo fintanto che lei sarebbe rimasta lì.

Per una frazione di secondo le venne l’idea di spingere Koga da parte e arrendersi.

Dopotutto era lei che voleva no?

Koga non c’entrava nulla, era solo lei il problema.

“Tu meriti di vivere”

All’improvviso le tornarono in mente le parole pronunciate da Akai, aveva ragione, non poteva arrendersi.

Alzò lo sguardo verso di lui, aveva una paura tremenda ma voleva combatterla.

Alzò le mani emanando delle fiamme fatue –Ohi Shiho stai attenta- disse Koga.

La fiammata colpì l’arto di Gin, sentì un mugolio contrariato vedendolo allontanarsi di qualche passo e fu in quell’istante che si rese conto di esserci riuscita.

Non capiva come ma quell’attacco lo aveva scagliato volontariamente, e la vegetazione era ancora intatta.

-Brava Shiho- pensò Akai alzandosi in volo per colpire Gin, ma il samurai, passata la sorpresa avanzò nuovamente verso la ragazza.

Shiho a quel punto si paralizzò, aveva avuto fortuna una volta, ma non pensava di poter scagliare altri attacchi.

A quel punto successe l’imprevedibile.

Un Geta colpì l’arma, intrappolando la lama tra le due protuberanze lignee sotto la suola.

Shiho sgranò incredula gli occhi trovandosi di fronte Ran, mani a terra che, con un solo calcio in pancia, riuscì a scaraventare Gin a qualche metro di distanza.

La giovane Mori si rialzò e sguainò una Katana parandosi di fronte alla Kitsune –Non preoccuparti Shiho, non gli permetterò di torcerti neanche un capello-

-Ran? Cosa ci fai qui? – domandò incredula.

-Mi sentivo in debito nei confronti di Sakura, sembra proprio che sia arrivata in tempo-

Gin afferrò la propria Katana pronto a combattere contro di Ran, ma non si accorse di un ringhio minaccioso alle sue spalle.

Si voltò appena, costatando la presenza di un’ombra lupo poco prima che digrignasse la mascella per piantare i denti affilati nella carne della sua spalla.

Urlò, cercando di staccare l’ombra dall’arto.

Si inginocchiò premendo con forza la ferita, quando vide una figura avvicinarsi.

-Jiraiya-

*********************

Naruto correva insieme a Tsunade e a Kakashi, aveva captato una presenza demoniaca di un demone corvo e, dall’odore, non era Sasuke.

Correva come se non ci fosse un domani … doveva arrivare per forza in tempo.

*********************

Indietreggiò ansimando.

Anche se a fatica stava cercando di non mollare, tenendo testa al demone corvo; tuttavia sentiva la sua energia spirituale esaurirsi.

Aveva recentemente imparato a captare quanto chakra avesse in corpo, purtroppo non era ancora riuscita a gestire bene gli attacchi.

Naraku si avvicinò ghignando –Per una miiko novellina non te la cavi male, te lo concedo; tuttavia non hai abbastanza chakra rimasto per sperare di continuare a bloccare i miei attacchi-

Sakura fece una smorfia, aveva ragione.

-Certo è un peccato arrendersi dopo tutta questa fatica non trovi? –

Sakura capì che voleva estenuarla, spingerla a combattere fino a quando l’ultima goccia di energia si sarebbe esaurita –Non ti riguarda- rispose.

Naraku ghignò l’ennesima volta –Forse, ma i tuoi baldi accompagnatori non la pensano così … per chi è rimasto ovviamente-

Fu la goccia che fece traboccare il vaso.

Vide Naraku scagliargli addosso un Kunai, lei rimase ferma fino a quando il pugnale non fu abbastanza vicino per afferrarlo decisa con la mano destra.

L’arma si sporcò col suo sangue, alzò furente gli occhi che brillavano di luce verde –Non osare-

Delle linee nere, le stesse manifestatasi per la prima volta durante la visione di Itachi, comparvero sulla sua pelle; Sakura sentì l’aura demoniaca di Naraku fuoriuscire dal pugnale, sfruttò dunque il contrasto con i propri poteri spirituali per manifestare una luce verde che avvolse il kunai.

Naraku fu colto di sorpresa nel vedere dei flussi di chakra circondare l’arma –Non osare parlare male di Sasuke! -

Scagliò il kunai verso di lui, intriso di energia spirituale; l’attacco fu inaspettato e fulmineo, riuscendo a sfiorare il braccio del Tengu, per poi conficcarsi in un albero.

L’aura verde continuava a circondare la ragazza, cicatrizzando la ferita sulla mano inferta dal kunai.

-Eh- sogghignò lui toccando le vesti strappate –Bella sorpresa-

-Sakura-chan-

A quel punto la ragazza si voltò notando Naruto correrle in contro –Cosa fai? vai via-

Naraku approfittò della distrazione di Sakura per colpirla in pieno petto con una massa di aura nera.

-Ah! - sentì la schiena battere contro il tronco di un albero, le sue mani vagavano nell’oleosa sostanza cercando di liberare il collo.

-Fuoco fatuo arancione! –

Naruto scagliò le fiammate verso la sostanza, bruciando la nera massa informe.

Dovette però bloccarsi, notando la vicinanza col corpo di Sakura.

-Eh, che c’è volpacchiotto, tutto qui? – lo schernì Naraku.

-Zitto bastardo- disse Naruto.

Tsunade creò un talismano bianco scagliandolo verso la ragazza, ma si disintegrò prima di raggiungerla.

-Non sono così stupido da fronteggiare una Miiko del tuo calibro senza un po’ di protezione di vantaggio- disse Naraku – Grazie a Kaguya nessuna miiko mi può attaccare, ovviamente tranne Sakura perché, purtroppo, la sua energia spirituale è ancora sconosciuta.
Solo una forza demoniaca può liberare la ragazza … un vero peccato-

Kakashi guardò Naruto, lo sguardo furente puntato verso Naraku, i pugni stretti.

Esistono tre tipi di fuoco fatuo che i Kitsune possono controllare:

Fuoco fatuo verde, si potrebbe definire il “modello base”, anche cuccioli molto piccoli riescono a maneggiarlo.

Fuoco fatuo arancione, le fiamme più distruttive che vengono, solitamente, usate negli attacchi.

Fuoco fatuo blu, il più raro, pochissimi riescono a maneggiarlo.

È una forza simile al chakra spirituale, provenendo da un totale equilibrio tra mente e spirito; le sue fiamme riescono a bruciare qualsiasi cosa.

I Kitsune sono demoni molto legati al fuoco, tuttavia, queste fiamme blu funzionano anche nei pressi di un corso d’acqua, elemento all’opposto che rende quasi ogni attacco inutile.

Quelle fiamme sarebbero state capaci di liberare Sakura, ormai svenuta a causa della morsa esercitata dal demone.

Purtroppo Naruto non era in grado di maneggiarle, solo i suoi genitori, in quanto capi clan, ne erano capaci … nemmeno Tooru aveva risvegliato quel fuoco.

Fin da piccolo, Naruto credeva fortemente nel poter risvegliare le fiamme blu, così suo padre sarebbe stato fiero di lui e un giorno, Naruto Uzumaki sarebbe diventato il nuovo capo del suo clan.

Naruto lo sapeva bene, che i suoi erano sogni forse irraggiungibili, eppure ci sperava fino all’ultimo.

-E così è questo il tuo desiderio? –

Il giovane demone sussultò sentendo una strana voce rimbombare nella sua mente.

-Vuoi risvegliare le fiamme blu? Che moccioso insolente, credi che la tua forza di volontà sia sufficiente? –

La voce era rauca e riecheggiava come un eco in una grotta ghiacciata, le parole che usava sembravano lame taglienti pronte a dilaniare la sua volontà.

-Sei consapevole del potere che risiede in quel fuoco vero? Non puoi possederlo senza aver capito te stesso, senza sapere cosa vuoi veramente, resteranno a marcire in un angolo del tuo spirito-

Naruto non capiva a chi appartenesse quella voce, era rimasto fermo ad occhi sgranati, ascoltando quelle pazze verità, non accorgendosi che Naraku gli aveva scagliato un attacco.

-Naruto, attento! - urlò Kakashi.

All’improvviso un’accecante luce bianca apparve di fronte a lui e, quando svanì, notò un corpo a terra, poco distante da lui.

La massa informe scagliata da Naraku macchiava la sua veste bianca, ora bloccata al suolo.

I capelli scuri sparpagliati a casaccio, mentre le mani cercavano disperatamente di aggrapparsi a quella viscosa sostanza che la stava indebolendo.

-Ma guarda, un altro pesciolino è caduto nella rete- scherzò Naraku.

Naruto guardava incredulo la giovane –Hinata? –

**********************

Jiraiya aveva inseguito Gin per una buona parte della foresta, lo aveva sorpreso il suo movimento fulmineo.

Non se lo sarebbe mai aspettato che, ferito com’era, sarebbe riuscito a schivare i colpi di Ran per poi fuggire.

Ritornò alla piana, Akai era appena atterrato e si era precipitato da Shiho, Shinichi arrivò in quel momento in sella ad Ai –Cavoli Ran, la prossima volta non scendere dal cavallo in corsa-

-Se non lo avessi fatto Shiho avrebbe corso dei grandi rischi- ribadì la giovane Mori convinta.

Shiho sorrise, le aveva veramente salvato la vita.

A quel punto un’ombra attraversò la vallata, coprendo il sole.

-Uh, una nuvola? – si interrogò Jiraiya

Il gruppetto alzò gli occhi al cielo, restando basiti nel comprendere che quell’ombra, non era affatto una nuvola.

*************************

Naruto era rimasto a fissare la giovane Hyuga sconvolto, si era inginocchiato al suo fianco preoccupato –Hinata-chan-

Lei sorrise appena –Non preoccuparti Naruto-kun, pensa a Sakura-

Alla vista di Hinata, debole e ferita, Naruto sentì il proprio sangue ribollire nelle vene.

Una fitta allo stomaco, sentiva un bruciore incontrollabile alle mani pronto ad esplodere.

-Ora hai capito cosa vuoi veramente? –

Quella voce riecheggiò nuovamente nella sua mente, gli occhi azzurri brillarono famelici.

Kakashi e Tsunade indietreggiarono a causa della forte aura demoniaca emessa da Naruto –Cosa sta succedendo? – si chiese Kakashi intravedendo la sagoma di un gigantesco Kitsune a nove code circondare la figura del demone.

-Naraku-

Sibilò Naruto, del fumo usciva dalla sua bocca, una luce aranciata appariva a circolo all’altezza del suo addome –Per aver ferito Sakura-chan e Hinata che ha tentato di proteggermi …-

Alzò gli occhi, dritti verso il demone, ora avvolte da una fiammella che avvolgeva le sue iridi –Non ti perdonerò mai-

   
 
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