Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |       
Autore: Mirty_92    06/08/2009    4 recensioni
Una piccola raccolta su James Potter: gli anni migliori della sua vita a casa e a scuola; da solo, con Lily e infine con il piccolo Harry.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter, James Potter | Coppie: James/Lily
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
James

James... a casa

A casa Potter

“James, è pronta la cena! Vieni subito o ti si raffredda tutto! Ho preparato il tuo piatto preferito!” una donna strepitava sui gradini di una casetta graziosa nel bel mezzo della campagna verdeggiante nei dintorni di Londra. “Ma dove si sarà cacciato quel benedetto ragazzo.” e detto questo rientrò in casa. “James non è ancora tornato. Spero che non si sia messo in qualche pasticcio.” “Non ti preoccupare cara, James sa badare a se stesso. Sarà andato a provare la sua nuova scopa e poi…” aggiunse ghignando “…quando la morsa della fame si farà sentire, vedrai come correrà a casa svelto.”

In quel momento la porta di casa si spalancò. Un James tutto trafelato con in spalla il suo prezioso manico di scopa ( una comet 280) e con un sorriso a trentadue denti entrò in cucina.

“Mamma, papà! Questa scopa è eccezionale!! Grazie, grazie!!! È il più bel regalo di inizio scuola che potevate farmi!” abbracciò prima il padre e poi la madre che gli sorrise teneramente.  Poi però aggiunse: “James, fila subito a lavarti le mani che è pronto in tavola. E lascia in camera il tuo manico di scopa.” “Ok mamma” il ragazzo uscì velocemente dalla cucina. “Forse non avremmo dovuto regalargli quel manico di scopa. Dopotutto ai ragazzini del primo anno non è permesso di possederne di personali. Quando gli arriverà la lettera rimarrà deluso.” La madre sospirò. “Suvvia, cara. In fondo gliel’avevamo promesso. È come acquistare la sua prima bacchetta. Un manico di scopa ti fa entrare nel mondo dei maghi ad ogni effetto. Sarà bravissimo a Quidditch. Non mi stupirei se gli proponessero di entrare in squadra già quest’anno.” “Non lo dire neanche per scherzo, caro! Già James è spericolato di suo, figuriamoci se giocasse una vera partita a  Quidditch!” la donna sembrava preoccupata. “Coraggio cara, stavo solo scherzando. Silente è molto severo per quanto riguarda certe regole. Non lo farebbe mai entrare in squadra nemmeno se James piagnucolasse per tutto l’intero trimestre. E sai che sarebbe in grado di farlo.” Il padre si figurava l’immagine del figlio che, in ginocchio, protestava contro Silente per quell’assurda regola di non far portare agli studenti del primo anno i loro manici di scopa personali. Un sorrisino compiaciuto gli comparve sul volto. “Che hai da ridere, papà?” disse James che in quel momento era appena rientrato in cucina. “Niente, niente.” La famiglia si sedette al tavolo e insieme iniziò a gustare la meravigliosa cena che la signora Potter aveva preparato.

 “Ehi, svegliati dormiglione.” La signora Potter stava aprendo con cautela le persiane nella camera del figlio. “No, mamma. Ancora cinque minuti.” Si lamentò James. “Non ti ricordi che giorno è oggi? È appena arrivata la lettera da Hogwarts, dobbiamo andare a Diagon Alley per comprarti tutto il necessario.” A quelle parole James si ritrovò a sedere di colpo sveglissimo. Si stropicciò gli occhi, inforcò gli occhiali rotondi e iniziò a vestirsi. “Ehi, James, calmati. Lavati prima e poi scendi a fare colazione. Ti ho preparato il pane tostato con la marmellata di ciliegie. La tua preferita.”  “Oh, grazie, mamma.” La donna, dopo aver dato il bacio del buongiorno al figlio, scese in cucina.

Diagon Alley

“Mamma, per prima cosa voglio andare da scherzi da mago per prendere qualche bello gioco da fare non appena sarò a scuola, poi  all’emporio del gufo così magari troverò un bel gufo postino e poi…” James stava letteralmente trascinando sua madre nella strada affollata di Diagon Alley. C’era già stato altre volte ovviamente. E la prima volta era rimasto impressionato dalla moltitudine di maghi che facevano compere. “… no, mi ero quasi scordato! Prima voglio la mia bacchetta! Dobbiamo andare da Olivander, mamma! Su, vieni dai.” La madre lo seguì senza opporre resistenza. Era abituata all’ entusiasmo di James. A volte si domandava se suo figlio non fosse un po’ viziato. Ma dopotutto era il suo unico figlio che lei e suo marito avevano desiderato tanto. Come si faceva a negargli qualcosa?

 Da Olivander

È la bacchetta che sceglie il mago. Se lo ricordi sempre signor Potter. Ecco, proviamo questa.” Il signor Olivander tolse una scatolina dal mucchio che aveva già preparato per i suoi clienti di quella mattina. James, emozionato come non lo era mai stato, prese in mano quello che a prima vista e ad un occhio poco esperto poteva sembrare un semplice bastoncino. James agitò la bacchetta in direzione della madre e questa sprizzò scintille dorate. “Oh, complimenti signor Potter. È stato un cliente molto facile.” Il vecchio commerciante si profuse in un inchino ossequioso verso James e la madre che lo ricambiò con un sorriso. “Mogano, undici pollici,  flessibile. Abbastanza potente e ottima per la trasfigurazione.” Aggiunse il mago mentre impacchettava la bacchetta. “ Penso che sarà un ottimo allievo per la professoressa McGranitt.” E detto questo porse la scatoletta allungata al giovane James che la prese con mani tremanti. Gli occhi gli scintillarono per l’emozione. Aveva appena acquistato la sua prima bacchetta magica.

King’s Cross

“Mamma, papà, ma perché non posso portare il mio manico di scopa ad Hogwarts?” James piagnucolava come fosse stato un bambino di tre anni e per quella che doveva essere la ventesima volta, rivolse questa domanda ai genitori “Caro, non è permesso. Ci sono delle regole ben precise ad Hogwarts e spero che tu le rispetterai.” La donna lanciò uno sguardo storto al marito che le stava a fianco nella stazione affollata di Babbani e spingeva il carrello con il baule del figlio. Era tutta colpa di suo marito se ora James era scontento perché non aveva potuto portare il suo prezioso manico di scopa. Era stato lui ad insistere perché glielo comprasse. “Suvvia, James. Smettila di piagnucolare. Sei grande! Stai per andare a Hogwarts. Vuoi che i tuoi futuri compagni ti vedano tutto arrossato a fare i capricci?”  “Io non sto facendo i capricci!” rispose piccato il ragazzino. Il padre sapeva di averlo punto sul vivo. Mai dire al proprio figlio che stava facendo i capricci anche se effettivamente era ciò che stava facendo. James era orgoglioso come sua madre. Non accettava che gli si facesse notare quando si comportava da bambino piccolo. Lui odiava essere definito piccolo. Voleva essere indipendente ma spesso e volentieri, quando voleva terribilmente qualcosa, andava dalla mamma. Secondo il padre del ragazzo, James era stato viziato un po’ troppo, ma la permanenza ad Hogwarts l’avrebbe fatto crescere, insomma, gli avrebbe fatto solo che bene.  Dopotutto si ricordò che anche lui da piccolo era terribilmente simile al figlio ma poi, quando era nato suo fratello Michael, aveva cominciato a cambiare, a cavarsela da solo e ad essere meno ricercatore di attenzione. Questo ricordo lo fece sorridere. Passata la barriera tra i binari nove e dieci, la famigliola si ritrovò di fronte ad una locomotiva scarlatta sul binario 9 e 3/4 .

Vide James che era salito sulla carrozza dell’espresso per Hogwarts. Il figlio aveva ancora gli occhi un po’ arrossati ma ora che era insieme a tanti altri maghetti come lui, stava cercando di fare di tutto per darsi un contegno da grande. Sua madre lo abbracciò un’ultima volta. Il padre si apprestò a caricargli il baule sul treno. “Trovati uno scompartimento e stai buono, me lo prometti James?” la madre era in apprensione e gli stampò un caloroso bacio sulla guancia.“Non ti preoccupare cara. James starà benissimo. Non è forse così, figliolo?” il padre gli scompigliò ancora di più i capelli castani già arruffati. “Certo, papà. Sono grande ormai. Vado a Hogwarts, mica all’asilo!” disse convinto il ragazzino. Il padre rise. “Ben detto ragazzo. Buon trimestre. Ci vediamo a Natale e scrivi ogni tanto così farai piacere a tua madre.” “Ok, papà.” Anche se non voleva darlo a vedere James era preoccupato a lasciare da soli i genitori. Come figlio unico gli avevano sempre detto che allietava le loro giornate quando non erano in servizio come Auror. Il loro era un mestiere pericoloso specialmente ora che un certo mago Oscuro stava prendendo il sopravvento. Tuttavia James si impose di stare tranquillo. I suoi genitori erano degli ottimi Auror.

Uno sbuffò e un forte fischio. Il treno iniziò a muoversi. Da uno dei tanti finestrini del treno, James mise fuori la testa e salutò i genitori con la mano. Sua mamma sventolava un fazzolettino rosso mentre il padre lo salutava con il cappello in mano.

Il ragazzino rimase a guardarli finché dopo la prima curva non li vide sparire. Sospirò e prese il suo baule andando a cercare uno scompartimento libero. Quel giorno sarebbe iniziata la sua vera vita nel mondo dei maghi.

 

 To be continued…

 

Angolo Mirty_92:

Ciao a tutti! In contemporanea con la longfic “White and Black” ho deciso di scrivere questa storia su James Potter. Una piccola raccolta sulla sua vita. È solo un esperimento perciò fatemi sapere che ne pensate. Se non dovessi avere più idee su come svilupparla, la cancellerò. Spero però di riuscire a portare a termine anche questo piccolo lavoro.  

 

…ciaociao… Mirty_92…

  
Leggi le 4 recensioni
Ricorda la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Mirty_92