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Autore: LittleRed_    24/03/2020    1 recensioni
"Quello che mi avevano raccontato nelle favole della buonanotte sui samurai era riguardo l’orgoglio e la testardaggine. E pensai subito allora che dovevano assomigliarmi. "
McCree e Hanzo si sono ritirati prima di tornare ancora a Overwatch a combattere, assieme questa volta. Cosa è successo per farli andare via? Come si sono conosciuti? E cosa sta succedendo ora a offuscare l'orizzonte della vita dei nostri eroi?
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Hanzo Shimada, Jesse Mccree
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Urlai di dolore quando la freccia mi trapassò la spalla sinistra inchiodandomi a una parete. Ero in trappola, cercai di mordermi le labbra per non lasciar uscire suono, ma diamine se faceva male. 

Arrivò qualcuno improvvisamente, misto al colore della notte fuso ad essa, tappandomi la bocca con la mano. 

“Mio fratello è qui, silenzio o verrai ucciso.” 

Ok che cazzo stava succedendo in quella semplicissima missione di recupero che mi era stata affidata. Dovevamo andare in Giappone e recuperare i documenti della famiglia Shimada. Punto. 

Chi si aspettava un maledetto samurai a frecciarmi. Sputai sangue per terra, mentre un ninja cyborg mi liberava dalla freccia e rispariva nella notte. Sospirai rumorosamente. Perché qualcuno poi mi stava aiutando. 

“Vuoi uccidermi o cosa cecchino, vieni a prendermi, allora codardo!” Ecco come agivo, incurante di quello che mi era stato appena detto. Da solo. 

Rotolai nella luce di un lampione mentre un’altra freccia passava velocissima sopra la mia testa. Almeno avevo capito da dove arrivavano. Aveva un punto debole se continuava a restare nascosto e io l’avrei trovato. Così mi arrampicai lungo delle scale di legno fino al tetto di un palazzetto in perfetto stile giapponese, provando a non scivolare sulle tegole. Ed era lì davanti a me che mi dava le spalle. Era il mio momento dovevo agire subito. Ma qualcosa mi fermò.  

Lui posò l’arco davanti a sé e si alzò in piedi. Senza voltarsi a guardarmi. 

“Sei finalmente giunto, Jesse McCree, ti aspettavo” 

La spalla bruciava da impazzire. Non andava bene, iniziavo a barcollare. 

“Cosa vuoi da me, arciere del diavolo” 

“Tu vuoi gli stessi documenti che voglio io, semplice, solo io ho fatto bene i conti con chi avrei avuto a che fare, la mia stessa famiglia” 

Alzò le spalle, voltandosi verso di me. Smisi di respirare tra il dolore della ferita e la sorpresa.  

“Ti avrei già ucciso se avessi voluto, ma tu perché non l’hai fatto?” 

Perché non l’avevo fatto? Ero paralizzato, e non riuscivo né a muovermi né a sparare. Sarei poi davvero riuscito a sparargli?  

Avanzò un passo nella mia direzione, senza fare rumore. “Sono Hanzo Shimada, a te la scelta se essere amici o nemici.” 

“Va, accendimi una sigaretta.” Riuscii solo a biascicare, la voce impastata. Stavo per svenire dal male, probabilmente la freccia era avvelenata o soporifera.  

“Lo prenderò come una collaborazione...” 

Sembrava mi stesse per dire ancora qualcosa. Ma le parole arrivavano distorte e confuse.  

“Jesse, vuoi alzarti per favore è mezzogiorno.” 

Poi riaprii gli occhi. 

  
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