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Autore: LittleRed_    25/03/2020    1 recensioni
"Quello che mi avevano raccontato nelle favole della buonanotte sui samurai era riguardo l’orgoglio e la testardaggine. E pensai subito allora che dovevano assomigliarmi. "
McCree e Hanzo si sono ritirati prima di tornare ancora a Overwatch a combattere, assieme questa volta. Cosa è successo per farli andare via? Come si sono conosciuti? E cosa sta succedendo ora a offuscare l'orizzonte della vita dei nostri eroi?
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Hanzo Shimada, Jesse Mccree
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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“Questa la portiamo?”  

Hanzo mi stava indicando una vecchia mug scheggiata con sopra scritto Go Cowboy. 

Non sapevo se ridere o piangere davanti a un’espressione di amore così stupida. 

“Mi sa che porteremo solo l’indispensabile, odio doverlo dire ma: buttare.”  

Dovevamo ripulire tutto, come se non fossimo mai stati lì. Era davvero frustrante. No peggio, era come cancellare anni di convivenza felice. Certo c’erano stati alti e bassi, ma eravamo stati felici. 

Quelle erano le regole, cancellare la nostra presenza, documenti falsi, un jet privato e, senza nemmeno sapere la destinazione, partire. Avevano fatto bene le cose ad overwatch per farci tornare.  

Dopo quello che era successo quando ce n’eravamo andati. Del perché eravamo andati via. Senza un saluto, ne un addio.  

Era la stessa cosa adesso? Non avevamo fatto amicizie essendo isolati dal mondo nel grande e sconfinato parco di Yellowstone, Wyoming, nella nostra casa di legno. Le lunghe passeggiate, i lavori saltuari come guardie del parco.  

“Non piangere... non sarà per sempre.” Stavo piangendo? Non me n’ero accorto. Bene, ero messo davvero di merda.  

“Non avremo niente a cui tornare, cancelleranno la nostra presenza qui, non resterà nemmeno un ricordo di noi.”  

“Avrai sempre me, costruiremo nuovi ricordi.” Un sorriso forzato, senza illuminargli gli occhi. Non riuscivo a vederlo così, dovevo sforzarmi. Mi asciugai gli occhi. 

Andai verso il cestino e presi la stupida tazza. Go Cowboy, diceva. “Portiamola. Non si sa mai che io abbia bisogno di più incoraggiamento.” Sorrisi e come in uno specchio anche Hanzo sorrideva, non raggiante ma almeno più convinto di prima. 

“E portiamo anche questo. Il capellino della tua prima volta a una partita di baseball.” 

“Ok non esageriamo, odio ancora il baseball...” Sbuffò. Adorabile.  

“E ti ricordi di quella volta in cui...” I ricordi iniziarono a piovere gli uni sugli altri, incontrollabili come le lacrime che stavamo condividendo tra una risata poco credibile e l’altra. 

Ovviamente finimmo a fare l’amore sul letto vuoto dai ricordi che avevamo rimosso accuratamente dalla stanza, ma non dalle pareti dei nostri cuori. Le fotografie degli anni passati erano ancora lì, indelebili, nella memoria. Mentre rimanevano sagome bianche dove erano state tolte nella stanza.  

Stavo guardando il soffitto, in pace con la mia anima mentre raccoglievo un momento per dire addio a quelle quattro mura. 

“Arrivederci.” 

Fu l’unica cosa che riuscii a dire, nella speranza di poterci un giorno tornare.  

Poi mi alzai, in cerca dei miei vestiti puliti per il viaggio. Le valigie erano pronte all’ingresso. Dovevo solo svegliarlo, ma ogni volta che dormiva avrei solo voluto restare ad accarezzargli i capelli, dolcemente.  

“Cosa saluti, vengo anche io cretino.” 

“Certo che vieni anche tu, muovi il tuo culo pigro da lì, e mettiti qualcosa addosso.” Arrossii davanti a tanta perfezione.  

Gli tesi una mano per farlo alzare, ma ovviamente mi tirò contro di lui sul letto. Persi l’equilibrio e gli caddi addosso.  

“Che diavolo...” ma la mia frase venne stoppata dalla sua bocca sulla mia. Mi sciolsi nel bacio, il mio corpo sapeva reagire anche senza che lo seguisse la mente. Non so per quanto tempo rimanemmo così a non pensare a niente, se non l’uno all’altro. 

Quando mi staccai sorridevo malinconico. Non sapevo davvero niente del nuovo futuro promesso dalla overwatch.  

Ma eravamo pronti a incamminarci assieme mano nella mano. Lungo una nuova via. Verso i nostri nuovi ricordi ancora da vivere.  

“Guarda che ti lascio indietro se non ti muovi.” Era Hanzo che già mi guardava dalla porta della stanza, mentre mi ero perso a pensare.  

“Sono pronto”  

  
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