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Autore: bluebb    25/03/2020    1 recensioni
[presenza di OC] [future!fic] [next gen bnha] [segue la trama di Dazzling Blackout]
Dal testo:
“Ti aspettavi qualcosa di diverso dai nostri figli?” Todoroki gli porse la birra sfoggiando il sorriso più amaro della sua vita. E quello era già assurdo di per sé.
Bakugou afferrò la bottiglia e annuì, mentre si appoggiava al balcone e sbuffava.
“Ah sì? E che ti aspettavi?” Shoto conosceva già la risposta. La domanda era puramente di rito.
L’amico si unì alla sua amarezza “Che non avrebbero fatto i nostri stessi errori.” avvicinò la bottiglia alla sua, per brindare “A quanto pare certe cose non cambiano mai.”
FF ambientata nel futuro con protagonisti i figli di alcune ship del fandom. I personaggi principali di BNHA saranno comunque parecchio presenti durante tutta la narrazione.
Genere: Angst, Azione, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Yaoi | Personaggi: Izuku Midoriya, Katsuki Bakugou, Nuovo personaggio, Shouto Todoroki
Note: Lime, Missing Moments | Avvertimenti: Spoiler!, Tematiche delicate, Triangolo
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Just add some friction.



 
Negli spogliatoi maschili era da subito piombato il silenzio. Si potevano avvertire solo i fruscii dei tessuti, gli sportelli degli armadietti che si aprivano e chiudevano e nient’altro. Non un suono, non una parola. Ichiro si stava allacciando le scarpe, con le mani che ancora gli sudavano dallo scontro contro Ryo. Tremavano anche, in effetti.

“Mh, Ichiro?”

“Cosa?” quella voce dal nulla lo spaventò, anche se non ne aveva davvero motivo “Oh, Akihiro, sì scusami.”

“Tutto bene?”

“Sì, sì, tranquillo. Finisco di allacciarmi le scarpe e arrivo, aspettami pure fuori.”

Appena Akihiro mise piede fuori dallo spogliatoio, Ichiro si coprì il viso con entrambe le mani, sospirando. Non era di certo andata bene, come primo giorno alla U.A.
Raccattò le sue cose, chiuse l’armadietto e cercò di dissimulare lo sconforto mentre si affrettava a raggiungere Akihiro. Appena uscito incrociò l’amico, intento a parlare con Ryo. Lo avevano notato appena era uscito e si erano avvicinati entrambi.

“Beh, io vi lascio soli.” Ichiro non ebbe nemmeno il tempo di dirgli di restare, che Akihiro si era già allontanato come se niente fosse.

“Ichiro, ti lascio subito andare, è solo che… voglio chiederti scusa.” Ryo si grattò la nuca, imbarazzato.

“Mi stai… chiedendo scusa?” Ichiro era parecchio sorpreso “Ryo hai vinto lealmente, non devi scusarti di niente.” abbozzò un sorriso, cercando di rassicurarlo.

“Lo so, ma io-”

“Non devi dirmi nulla. È il tuo quirk ed è figo, te l’ho sempre detto. Sono io che devo riuscire a combattere la mia paura e battere te, nient’altro.”

Ryo annuì, mise le mani in tasca e ritornò a sfoggiare il solito mezzo sorriso bonario “Pensavo che ce l’avessi con me… che stupido.”

Ichiro si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla “Ce l’avrei con te se tu non avessi combattuto al meglio delle tue capacità.” gli sorrise “Ma non lo hai fatto. Quindi che ne pensi se mettiamo da parte questa giornata e ce ne andiamo al dormitorio a riposare?”
 

 
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Se qualcuno fosse passato di lì, un alunno, un professore, un inserviente, un animale, un cazzo di sasso, chiunque avrebbe potuto avvertire l’aura negativa che Kyoko diffondeva attorno a sé. Pur restando in silenzio. Si era seduta fuori dal dormitorio, sugli scalini dell’entrata. Aveva un broncio pronunciato e se qualcuno non l’avesse conosciuta abbastanza bene, avrebbe sicuramente pensato che stesse tramando un omicidio. Contro Takara. No, contro se stessa magari.

Il primo giorno alla U.A. era stato un corollario di cattive notizie e sconfitte e, come se non bastasse, né sua madre né suo padre avevano risposto ai suoi messaggi. Sospirò, lo schermo sulla chat di famiglia, i messaggi segnati come ricevuti ma non letti. Probabilmente erano entrambi in servizio, l’avrebbero chiamata finito il loro turno.
Sentì la porta d’ingresso aprirsi alle sue spalle, qualche passo e qualcuno si fermò proprio di fianco a lei.

“Rimugini sulla giornata come al tuo solito?”

Alzò gli occhi su di lui, incontrando gli occhi cristallini in parte coperti dai capelli scompigliati “Come hai fatto a trovarmi?”

Ryo si accomodò accanto a lei “Ho seguito l’odore di frustrazione e cervello fritto ed eccomi qua.” le rivolse un placido sorriso “In realtà ero dentro con gli altri e ti ho vista fuori, da sola.”

“Avevo bisogno di staccare un attimo. È stata una giornata difficile.”

“Già” Ryo abbassò lo sguardo “Anche per me non è stata proprio la migliore giornata di sempre.”

“Tu non hai di che lamentarti, hai anche superato lo scontro di prova.” si imbronciò lei per tutta risposta, la testa poggiata sulle braccia contro le ginocchia. Lo sentì ridacchiare imbarazzato.

“Stamattina avevo incontrato Ichiro davanti ai cancelli. Siamo andati insieme in classe e sai cosa mi aveva detto lui?” fece una piccola pausa, mentre i suoi occhi diventavano più tristi “Sperava con tutto se stesso che il primo giorno andasse bene e… che non dovesse scontrarsi con me.”

“A quanto pare i muri hanno le orecchie in questa scuola.”

“Comincio a pensarlo anche io in realtà.” Ryo si spostò leggermente, poggiando le braccia dietro di lui, e sfiorò per sbaglio la gamba di Kyoko con la sua. Se Yukiko, o chiunque altro con un minimo di intuito, l’avesse vista, avrebbe notato come le guance della ragazza avessero assunto un colore simile agli occhi vermigli di suo padre probabilmente. Ma Ryo sembrava non essersi minimamente accorto di quel piccolo – molto importante – cambiamento “Poi avere Phantom Thief come coordinatore penso sia la peggiore sfiga che ci potesse capitare.” si voltò verso di lei “Non trovi?”

Non vedeva Ryo da quasi un mese e averlo di nuovo così vicino, da un momento all’altro, di certo non aiutava Kyoko a comportarsi come una persona normale “Beh sì… ovvio.” cercò di ricomporsi in fretta, riassumere il controllo della sua colorazione facciale “Infatti credevo che sarebbe stato zio Hitoshi il nostro insegnante.”

“Purtroppo no, hanno formato le classi in modo tale che non ci fossero conflitti di interesse. Quindi a papà è toccata la sezione B, dove a quanto pare ci sono ragazzi che Monoma conosce e lui invece si è beccato la nostra sezione, dove ci sono io e tutti voi.”

“E hai anche ragione, sono stata stupida a sperarci, magari qualche volta però faremo una lezione combinata anche con lui. Sarebbe divertente.”

“Non per me, fidati.” si sorrisero, ancora amareggiati dalla giornata di scuola. Sentirono la porta d’entrata aprirsi di nuovo.

“Ah, eccoti qua signorina Bakugou.” sulla soglia dei dormitori, Shinso Hitoshi stava richiudendo la porta alle sue spalle e si avvicinava ad entrambi.

“Professore, salve.” Kyoko e Ryo si rimisero in piedi, era estremamente difficile rimanere formali nei confronti dell’insegnante. Nel privato padre di Ryo e zietto di Kyoko.

“Shinso, posso chiederti di lasciare me e la signorina Bakugou da soli?”

“Certo professore.” Ryo lanciò un’ultima occhiata all’amica, prima di rientrare nei dormitori con fare confuso.

Quando il ragazzo si fu allontanato abbastanza, Shinso rivolse l’attenzione all’alunna “Poco fa mi ha chiamato tua madre. Mi ha informato che Groud Zero è rimasto ferito durante uno scontro sul campo.”

“Cosa!? Ma papà sta bene? come-”

Shinso le posò una mano sulla spalla “Sta bene, ma al momento è in ospedale a seguito di un’operazione. Tua madre ha firmato un’autorizzazione sia per te che per tuo fratello per raggiungerla in ospedale. Vai a prendere ciò che ti serve, io e Kei ti aspettiamo all’entrata.”
 

 
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Nell’auto insieme a lei e Kei verso l’ospedale, c’erano anche Ichiro Midoriya e sua sorella Ayano. La bella ragazza dai lunghi capelli verdi, parte integrante dei Big Three di quell’anno, confortava il fratello avvolgendogli le spalle con il suo braccio. Kyoko guardava fuori dal finestrino accanto a loro e suo fratello faceva lo stesso, seduto davanti sul lato passeggero. Shinso guidava l’auto, in silenzio. Nessuno era riuscito a dire una parola durante il tragitto tra la U.A. e l’ospedale, nemmeno quando erano scesi dal mezzo e si erano precipitati nel reparto dove tenevano ricoverati sia Ground Zero che Deku.

Aperte le porte del reparto privato, Kyoko scorse Uravity accanto a sua madre, entrambe ancora in tenuta da eroe, intente a parlare tra di loro. Uraraka sembrava visibilmente sfatta e stanca, gli occhi grandi e lucidi. Kimiko l’ascoltava in silenzio a braccia conserte, seria, ma Kyoko notava bene le dita che picchiettavano sul dorso del costume. Era molto nervosa anche lei.
“Mamma!” Ayano e Ichiro erano corsi dalla madre, stringendola in un abbraccio. Anche Kyoko e Kei avevano raggiunto Kimiko, che li aveva accolti con un sorriso e una stretta rassicurante. Kyoko poteva avvertire il cuore della madre battere all’impazzata.

“Grazie per averli portati qui Hitoshi.” aveva detto Kimiko, che continuava a tenere per le spalle entrambi i figli, una presa forte ma gentile, dettata dall’adrenalina del momento.

“E di cosa. Vi lascio soli, Aizawa dov’è?”

“È nell’ufficio della polizia investigativa, insieme all’ispettore Kimura.” Kimiko gli aveva indicato con un cenno la stanza e Shinso aveva risposto con un’espressione che diceva soltanto andiamo proprio bene.

“Kimura? Che ci fa qui?” Kei era subito scattato, incuriosito da quella presenza così inusuale.

“È stato chiamato come referente della polizia dopo l’incidente.”

“Ma cosa è successo?” Ichiro sembrava sul punto di avere una crisi.

“Deku e Bakugou erano in servizio e si sono imbattuti in un Villain. Hanno combattuto ma ci sono stati degli imprevisti ed entrambi sono stati feriti.” Uraraka cercava di mantenere un tono pacato e confortante “Per quanto riguarda le loro condizioni, Deku è ancora incosciente purtroppo, ha perso molto sangue e deve riposare, mentre Ground Zero ha subito un’operazione ma non ha riportato altri problemi.”

“Possiamo vederli?” Kyoko si era rivolta ad entrambe le eroine, ma guardava principalmente sua madre.

“Certo, tra l’altro vostro padre è già sveglio, penso che i medici non avranno niente in contrario ad una visita breve.”
 

 
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Non sapeva quante ore fossero passate dall’intervento. Nella stanza d’ospedale non c’erano orologi in vista e lui era ancora troppo intontito dagli antidolorifici e dall’anestetico per sporgersi a prendere il cellulare sul comodino. Fissava il soffitto, nella sua mente si ripercorrevano gli eventi di quella giornata. Allungò la mano verso i bendaggi che coprivano la spalla e buona parte del busto, un leggero sibilo gli nacque tra i denti per una fitta che gli costrinse ad allontanare il braccio dalla ferita. Per essere il terzo nella classifica eroi, era messo male. Non quanto Deku ovviamente.

La porta si aprì e Katsuki si voltò così in fretta da dover sopprimere un lamento di dolore. Kimiko, con la lunga chioma scura sciolta lungo le spalle e i soliti meravigliosi occhi lilla, – non poteva farci niente, ammirare sua moglie era una delle sue priorità quotidiane - teneva per le spalle i suoi figli. Per un attimo a Bakugou sembrò gli mancasse il terreno sotto i piedi. O meglio, il lettino dell’ospedale sotto il culo. Ebbe la mezza idea di mettersi a sedere quantomeno, ma la scacciò immediatamente, perché Kimiko doveva aver letto qualcosa del genere nei suoi occhi, o il qualche suo movimento involontario che subito gli aveva intimato “Tu prova a muoverti e giuro che ti rimando in sala operatoria. Su ragazzi, andate, ve lo avevo detto che era sveglio.”

“Papà…” Kyoko e Kei si erano sistemati rispettivamente a destra e a sinistra del letto, con Kimiko ai piedi a tenere tra le mani le piccole sbarre di metallo.

“Ciao ragazzi.” allungò la mano libera per dare una carezza alla figlia, la più vicina in questo caso. “Cosa sono queste facce lunghe? Non sono mica morto, sono cose che capitano.” i due ragazzi sorrisero un po’ amareggiati “Dai, ditemi come è andato il primo giorno di scuola, per entrambi.”

“Aizawa ci ha fatto un lunghissimo discorso sul fare da tutor alle matricole, in particolare per i Big Three di quest’anno. Poi solite chiacchiere sui tirocini, allenamenti, esami finali vari. Giornata standard direi.”

“Allora vorrà dire che Kyoko si ritroverà in classe Ayano Midoriya ad un certo punto dell’anno. A proposito di questo, a te come è andata scricciolo?”

Kyoko sembrava avesse ricevuto un cazzotto in faccia appena Katsuki le aveva posto la domanda “Diciamo che è andata.” qualcosa non andava. Bakugou cercò istintivamente lo sguardo di Kimiko.

“Ho saputo che hanno Neito Monoma come coordinatore.” si affrettò a spiegare lei, con una faccia che diceva tutto.

“Oh.” Katsuki non aveva saputo dire altro e Kyoko aveva semplicemente sospirato. Poi continuò, sotto lo sguardo di Kimiko che lo incitava a farle qualche altra domanda “E che vi ha fatto fare?”

“Scontro uno contro uno, su un ring, davanti a tutta la classe. Il peggio è che ho di nuovo Takara Ojiro in classe e indovinate un po’ contro chi mi ha messa Monoma?” la frustrazione della ragazza era evidente, gli ricordava parecchio il suo malumore, quando aveva scoperto di avere Deku di merda in classe con lui. Però era stato molto tempo prima, adesso lui e Deku di merda combattevano fianco a fianco sul campo. Roba da matti a pensarci.

“Dovrai abituartici, tu non hai idea di quante volte Ereaserhead mi abbia messo contro o in team con vostra madre o con quel coglione di Deku.”

“Katsuki!” lo richiamò Kimiko, mentre i due ragazzi ridacchiavano appena.

“Che c’è? È la verità.”

“Papà?” Kei aspettò che Bakugou si voltasse appena verso di lui “Puoi dirci cosa è successo a te e zio Deku?”

 
Un urlo, poi diversi tonfi, rumori di vetri in frantumi, un cassone della spazzatura che veniva sbalzato in aria.

“Bakugou attento!”

Un altro urlo, stavolta suo, ne era certo.
 

Si leccò le labbra, fissava il vuoto, cercava di trovare le parole più giuste per raccontare l’accaduto… senza dire una bugia “Eravamo di pattuglia insieme, Deku e io, e ci siamo imbattuti in un criminale. Credevamo di poterlo fermare ma… abbiamo sottovalutato la situazione. A volte può capitare, anche ad un professionista, soprattutto quando ci si ritrova davanti ad un nemico che non si conosce ma…” si fermò dalle divagazioni, con Kimiko che lo fissava nel tentativo di comunicargli che non doveva dire cazzate “… siamo riusciti a cavarcela in qualche modo, anche grazie all’aiuto di zio Shoto che era lì con noi.” non era esattamente la verità, ma non poteva, non poteva davvero dire ai suoi figli cosa era successo in quel vicolo.

“E zio Deku? Sta bene anche lui?”

“Lui è un po’ più ammaccato di me ma si riprenderà, ha la pelle dura quello.” scompigliò i capelli di Kyoko, strappandole una flebile risata.

“Pensi che potremo andarlo a trovare?”

“Credo di sì Kei, magari quando si sveglierà.”

La porta si aprì di nuovo, stavolta Katsuki non si preoccupò di vedere nemmeno chi fosse il nuovo visitatore misterioso, tanto i ragazzi e Kimiko non tardarono a reagire.

“Zio Shoto!” Kyoko e Kei si erano precipitati a salutarlo “Wow, che hai fatto alla faccia?”

Todoroki li abbracciò entrambi, una leggera smorfia di dolore mista a felicità si dipinse sul suo volto “Incidenti sul campo, niente che non possa tornare come prima comunque.” Shoto vagò con lo sguardo prima su Kimiko, poi su Katsuki “Ragazzi, posso chiedervi di lasciare me e vostro padre da soli? Dobbiamo discutere di lavoro.”

Kimiko li accompagnò fuori “Andiamo ragazzi, prendiamo qualcosa di caldo nell’area ristoro.” prima di uscire, rivolse uno sguardo preoccupato sia a Todoroki che, ovviamente, a Bakugou.
Finalmente soli, Katsuki riversò il fiume in piena su Shoto “Allora?” cosa stava aspettando ancora per iniziare a parlare?

“Deku è stabile, ma non lo risveglieranno in tempi brevi. I medici hanno notato diverse anomalie nel suo… cervello, insomma. Ci sono molti valori preoccupanti e non hanno idea di come reagirebbe Midoriya se si svegliasse adesso.”

“Pensano che potrebbe…”

“Sì, Aizawa e Kimura ritengono che vista la situazione è meglio tenerlo al sicuro e dormiente per adesso e aspettare il momento giusto per parlare con lui.”
 

Todoroki lo aveva congelato, i suoi sensi però non collaboravano. Era stordito, a terra, anche se sentiva ancora i rumori e le voci di Aizawa e Shoto che lo chiamavano. Che stava facendo, doveva alzarsi cazzo!
 

“Tu almeno stai bene.”

“Tu dici Metà e Metà? Forse non so se lo hai notato ma Deku mi ha perforato la cazzo di spalla!” si rese conto di stare urlando solo quando Todoroki gli fece cenno di abbassare la voce, allarmato “Non sto bene per un cazzo.” si sfregò gli occhi, un leggero mal di testa che si faceva strada dietro l’orecchio. Forse erano le medicine, o semplicemente si stava alterando troppo.

 
Si era gettato contro di lui, nel tentativo di fermarlo. Aizawa era a terra, bloccato dal Black Whip e non aveva Deku in visuale, almeno non da quella posizione. Doveva farlo spostare in qualche modo. Dal polso nacque una delle esplosioni più forti che potesse generare, tanto da sentire i tendini irrigidirsi fino a fare male.

Riuscì a distanziare Deku, magari Aizawa adesso poteva vederlo, mentre Todoroki cercava invano di bloccare l’altro braccio nero nel ghiaccio. Lo spesso strato freddo si ruppe di nuovo, il braccio corse ad afferrarlo e sbatterlo con forza contro l’asfalto. Probabilmente il primo urlo era di Aizawa, forse si era liberato. Lui non poteva saperlo, aveva il naso appiccicato all’asfalto e per quanta forza ci stesse mettendo nel liberarsi, la forza del Black Whip lo teneva ancorato a terra.

Sentì diversi rumori, alzando lo sguardo vide i cassonetti dell’immondizia volare sopra la sua testa, mentre i vetri dei palazzi e i muri subivano incredibili danni. Poi Bakugou avvertì il peso del Balck Whip scomparire dalla sua schiena. Fece per voltarsi, direzionando le mani verso la strana energia.

“Bakugou attento!” Todoroki stava per congelare quel braccio infernale, ma non fece in tempo.

L’artiglio nero gli perforò la spalla sinistra da parte a parte, sentì le ossa rompersi all’istante e il dolore fu così atroce da farlo urlare come non aveva mai fatto prima. Forse solo paragonabile al dolore di molti anni prima, bloccato su una sedia della tortura. L’ultima cosa che ricordava, prima di perdere i sensi, era la figura di Deku che si accasciava a terra e il Black Whip che si dissolveva.
 

“In realtà ci sarebbe dell’altro.”

“E che stai aspettando a dirmelo Todoroki?”

Shoto si incupì, arricciando le labbra “In realtà l’ispettore Kimura e Aizawa pensavano di parlartene quando saresti stato in grado di camminare o, almeno, sederti.”

“Di’ a quei due coglioni che possono portare qui il loro culo anche adesso. Non sprecherò del tempo solo perché non riesco a stare seduto. Dovrò dare un calcio in culo a Deku quando finirà questa storia.”

“Sapevo che ti saresti attivato subito, vado a riferire.” Shoto fece per andarsene e uscire dalla stanza.

“Todoroki?” lo chiamò, colpito di nuovo da un brutto presentimento.

“Dimmi Bakugou.”

“Quanto nella merda siamo?”

Shoto tentennò, la mano stretta attorno alla maniglia “Fino al collo.”
 
 
 


ANGOLO AUTRICE

E anche in questa storia Bakugou finisce in ospedale. Un po’ inevitabile, in effetti. Inevitabile tanto quanto il loro cacciarsi in situazioni assurde.

E le spiegazioni arriveranno, iniziando dal prossimo capitolo: Dusty files.

Hang in there

-bluebb
   
 
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