Serie TV > Il Trono di Spade/Game of Thrones
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Autore: Giuls_breath    25/03/2020    3 recensioni
Sansa è prigioniera ad Approdo del Re, è vittima delle vessazioni dei Lannister; vorrebbe fuggire, ma non sa come: l'occasione le si presenta quando Stannis Baratheon attacca Approdo del Re e il Mastino la aiuta a fuggire...
STORIA CHE SI COLLOCA NELLA SECONDA STAGIONE DELLA SERIE TV.
TUTTAVIA NEI PRIMI DUE CAPITOLI, CITO DEI PERIODI TRATTI DAI LIBRI.
VI SEGNALO CHE USERO' UN LINGUAGGIO MOLTO COLORITO E CI SARÀ QUALCHE DESCRIZIONE CHE POTREBBE DAR FASTIDIO.
Genere: Avventura, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sandor Clegane, Sansa Stark
Note: OOC, Otherverse, What if? | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate
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Fuoco



   Quando il giorno seguente i due si rividero, in Sansa aleggiarono mille domande su se stessa, ma anche su ciò che sentiva lei nel profondo. Era confusa dalle parole che le aveva rivolto quella donna, lui la desiderava, questo ormai le era divenuto chiaro come il Sole, ma ciò che non riusciva ancora a comprendere era se anche lei dal canto suo lo desiderasse in quel senso e se effettivamente quel bacio che c’era stato significava che i due si amavano o se lei per lui era semplicemente qualcuno da possedere.
Sia Sansa che Sandor rimasero in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri, si rivolsero a malapena uno sguardo, lei era in imbarazzo per ciò che aveva scoperto su di lui, il Mastino… Sansa non sapeva cosa passasse nella testa di lui: avrebbe preferito una dichiarazione, un gesto, qualunque cosa che almeno la aiutasse a comprendere in modo evidente quello che lui veramente sentiva per lei. Invece lui taceva o si comportava in modo tutt’altro che chiaro.
 
   Sandor al contrario pensava a cose più pratiche: aveva visto dalla stalla in cui aveva dormito dei soldati. Non aveva individuato lo stemma della casata e perciò i suoi sensi erano immediatamente scattati e si era diretto a chiamare la Stark che lo aveva accolto in modo distaccato; lo aveva guardato a lungo, ma a stento lo aveva salutato.
Che cosa passasse in quella graziosa testolina tutti boccoli, Sandor lo ignorava.
Lui aveva ben altro a cui pensare: alla sua sicurezza. La madre – come del resto la figlia – si fidava di lui, gli aveva chiesto di proteggere la figlia, di tenerla al sicuro ed era ciò che avrebbe fatto.
Lo aveva promesso.
Non si sarebbe tirato indietro.
Non sarebbe stato da lui.
 
   Dei soldati entrarono nella locanda, Sandor tirò su il cappuccio di Sansa la quale sobbalzò e fece per guardare nella direzione del suo compagno di viaggio, ma Sandor la tirò per un braccio e dalla sua espressione lei capì che erano in pericolo.
“Alzati e seguimi.” le disse tirandosi anche lui il cappuccio per coprire la metà del volto bruciata.
I due si alzarono e raggiunsero l’ingresso, uscirono e da lì raggiunsero la stalla in cui si trovava Straniero: lì però trovarono due soldati che stavano guardando proprio lo stallone nero.
I cavalieri si voltarono e riconobbero purtroppo subito il Mastino, estrassero le loro spade, cosa che fece anche Sandor spingendo poi Sansa da parte. Lei perse l’equilibrio e cadde su della paglia e da lì osservò quanto lui fosse abile con la spada, come respinse i loro attacchi e come ferì un primo e tagliò la gola ad un secondo. Quel combattimento però finì con l’attirare l’attenzione di altri soldati che evidentemente si trovavano nei paraggi perché altri tre entrarono e affrontarono contemporaneamente il Mastino: le spade cozzarono con incredibile violenza tra loro, il Mastino respinse prima un attacco, poi un secondo e poi un terzo, stava tenendo testa a quei tre cavalieri armati di tutto punto.
Mentre la situazione sembrava essere estremamente favorevole a Sandor, uno dei tre lo colpì facendolo cadere in avanti, un secondo stava per trapassargli la schiena con la sua spada, ma il Mastino fu più veloce ruotò su se stesso e lo trafisse. Il secondo e il terzo fecero per colpirlo, ma lui parò.
Allora fu Sansa a fare qualcosa che lei stessa non si sarebbe mai aspettata: si ricordò di avere con sé la spada che Sandor il giorno precedente le aveva dato e con difficoltà la alzò e fece per colpire il soldato, questi rise nel vedere una donna con una spada tra le mani e la spinse via con un calcio nello stomaco. Sansa cadde e fu allora che, non seppe neanche lei con quale forza, prese la spada e con una forza che non credeva di possedere, colpì l’uomo tranciandogli di netto un braccio. Sansa si paralizzò mentre il sangue sgorgava copioso schizzando la ragazza e gli altri combattenti, Sandor riuscì a rimettersi in piedi per combattere l’ultimo soldato e poi diede il colpo di grazia all’uomo che Sansa aveva già ferito mortalmente.
Sansa era completamente sporca di sangue, sporca del sangue di quel cavaliere che lei aveva ucciso: era impallidita e tremava come una foglia guardandosi le mani. Il Mastino le strappò la spada dalle mani e trascinò via la giovane, salirono sul destriero del primo e partirono al galoppo allontanandosi da quel villaggio.
 
   La sera venne e i due si fermarono in un bosco, il terreno era molle e pieno di pozze d’acqua sporca, Sansa scese di corsa da Straniero e si gettò a terra, immerse le mani in una pozza d’acqua e prese a strofinarle ripetutamente in gesti forsennati. Quando Sandor la raggiunse, Sansa tremava come una foglia scossa dal vento, diceva parole sconnesse, pregava gli dèi implorando pietà per se stessa e per ciò che aveva fatto.
“Sansa?” la chiamò lui “SANSA?” urlò lui facendo alzare gli occhi azzurri pieni di terrore di lei su di lui “Grazie.” le disse sperando di calmarla, ma lei abbassò di nuovo lo sguardo sulle sue mani “Guardami, guardami! So com’è uccidere per la prima volta, non dovevi farlo, me la sarei cavata. Ma grazie per il tuo gesto, sei stata… coraggiosa, ma anche stupida. Non avrei mai voluto che uccidessi, non per me.”
Sansa restò in silenzio a lungo, poi disse tornando a guardarsi le mani: “Sono un’assassina, ho ucciso un uomo. Vivrò con questo rimorso.”
Lui prese il mento di lei e lo sollevò appena affinché i loro occhi potessero incrociarsi “Se non l’avessi ucciso tu, l’avrei fatto io. In ogni caso, quell’uomo sarebbe morto lo stesso. Eravamo in pericolo e ci siamo difesi, tutto qui.”
Sansa osservò le mani ancora rossastre, aveva tolto la vita a un uomo che probabilmente aveva moglie e figli, aveva distrutto una famiglia come aveva fatto Joffrey, era un’assassina. Lei che era sempre stata brava, pudica, cortese, a modo… lei aveva ucciso.
“Non sarai mai come me.” aggiunse lui con calma “Non permetterò mai che tu divenga come me. Sei troppo pura, sei troppo… non permetterò che tu debba soffrire quanto ho sofferto io. Sei stata coraggiosa, piccola Stark.” disse lui sorridendole appena “Non me lo sarei mai aspettato.”
Lei alzò lo sguardo su di lui e gli sorrise, piccole lacrime scivolarono lungo le sue guance “Ho avuto paura.”
“Lo so. Ma sei stata coraggiosa lo stesso.” ribadì ancora.
“Volevo solo aiutarti e… proteggerti.”
“Proteggere me? Mi hai visto? Ti sembro uno che necessita di protezione?” lei scosse piano la testa sorridendogli “Eppure tu l’hai fatto per me, grazie uccelletto.”
 
   La sera divisero un coniglio vicino al fuoco, o meglio Sansa lo mangiò vicino al fuoco, lui alla solita distanza. “Non oso immaginare come deve essere bruciarsi.” disse lei all’improvviso “Ti senti bruciare, ma non riesci a spegnere l’incendio che la tua stessa carne sta alimentando. Fa male. Brucia. Per quanto ti sforzi, non riesci a sottrarti.”
Sandor voltò la testa verso di lei “Che pensieri… a cosa lo devo? Ti sei ricordata del mio brutto viso?”
Lei anche lo guardò “No, parlavo in generale. Non di te.”
“Certo, certo.”
“Non sei il centro del mondo!” sbottò lei “Davvero il mio era un parlare in generale, Sandor. Non ce l’avevo con te.”
Lui sospirò pesantemente e lei aggrottò la fronte “Non mi credi? Dopo tutto quello che abbiamo passato insieme credi davvero che farei un discorso simile su di te e la tua sventura?”
“La mia sventura?!” sputò “Non è stata una sventura né un incidente, lo sai bene stupido uccelletto.” aggiunse brusco bevendo dalla sua inseparabile fiaschetta.
Sansa contorse la bocca in un’espressione ferita “So cosa hai sopportato, so le bugie che hanno riguardato la tua faccia, ma tu non sai niente della sensibilità altrui! Sei… un egoista!” esclamò lei.
Lui sbuffò “Sai la scoperta! Sandor Clegane l’egoista per eccellenza. Alla salute.” disse lui bevendo ancora.
Sansa in un moto di rabbia si alzò, buttò la sua razione di cibo per terra e gettò a terra la fiaschetta del Mastino “Sei ubriaco e dici cose senza senso! Prima di aprire la bocca, rifletti sul male che puoi fare parlando!”
Sansa fece per andarsene, ma perse l’equilibrio perché fu lui a spingere lei a terra e poi voltandola verso di lui le fu addosso “LASCIAMI!” urlò.
“Altrimenti che fai?” la provocò lui.
Sansa avrebbe voluto essere veloce come sua sorella Arya e in quel momento rimpianse di non averla accanto a sé, si limitò solo a guardare in cagnesco l’uomo sopra di lei cercando di respingerlo e farlo alzare, ma fu un tentativo inutile il suo: il Mastino era troppo grande e troppo pesante per lei.
“Non parlavo di te prima.” insisté lei.
“No?” la provocò lui a pochi centimetri dal suo viso.
“No.” rispose lei a tono “Parlavo di me e del fuoco non quello fisico!” si stava mettendo a nudo lei, ma lui – forse per via della sua cultura fatta di morte e spada – non capiva ciò che realmente lei gli voleva dire.
“Mi stai prendendo per il culo, uccelletto?”
“NO!” urlò lei “Allenta la presa e fammi almeno respirare.” urlò quasi lei, mentre l’uomo lentamente si alzava appena per gravare di meno su di lei.
“Non so se mi stai intortando con una delle tue belle parole o se sei sincera, ricorda che io annuso la bugia.”
“E cosa fiuti sentiamo?” lo provocò.
Comprese che la sua non era stata una bugia e soprattutto si rese improvvisamente conto di aver esagerato nell’aggredirla verbalmente e fisicamente come aveva appena fatto. Lui respirò pesantemente, poi prima di ragionarci troppo avvicinò le sue labbra a quelle morbide e calde di lei.
Fu un bacio disperato il suo, un bacio in cui anche Sansa – nonostante le resistenze iniziali – si sciolse.
 
   Provò una sensazione di pace, sentì di trovarsi nel posto giusto e al momento giusto. Le sue labbra furono per lui un porto sicuro in cui poter trovare rifugio. Fu un bacio che sciolse, anche se solo in piccolissima parte, il laccio che teneva fermo il desiderio bruciante di Sandor.
Si appoggiò sul suo avambraccio posato contro la sua testa, con l’altra prese ad accarezzare lentamente il fianco coperto della ragazza, voleva scoparla, desiderava farlo, ma al tempo stesso comprese che non poteva.
Non lui.
Non un cane quale lui era.
Non sarebbe stato lui a strappare il fiore di Sansa Stark.
Non ne era degno.
Prese a baciarle piano il collo, mentre con la mano che prima era sul fianco, le sollevò piano il vestito e accarezzò le sue gambe, cosa non avrebbe dato per infilarcisi in mezzo e prenderla con tutte le sue forze!
 
   Sansa non sapeva come reagire a quelle attenzioni, si limitò solo ad assecondare ciò che lui faceva vibrando a quei suoi tocchi delicati, mentre una sensazione di strano piacere si irradiava dentro di lei.
Quando pensò che lui avrebbe continuato e approfondito quel loro contatto, il Mastino smise di baciarla e la guardò a lungo negli occhi, “Non dovevo arrabbiarmi prima. Il passato fa male. Il passato è un luogo pericoloso: pieno di decisioni che non si possono cambiare, pieno di fantasmi da cui non si può fuggire. Scusami se… se ti ho toccata, non accadrà più.” dette quelle parole lui si alzò del tutto e si allontanò per un po’ nel buio della foresta.
 
   Sansa solo inizialmente aveva parlato senza riflettere sul fuoco, ma poi aveva colto l’occasione per dirgli seppur non in modo diretto ciò che lei cominciava a provare: un fuoco che lentamente stava cominciando a divampare e a bruciare il corpo della giovane. Si chiese se Sandor avesse capito cosa lei gli aveva detto o se di nuovo lui si fosse soffermato all’aspetto carnale della questione.
Quel toccarla le impedì di dormire e per alcuni minuti le fu impossibile pensare ad altro, non aveva mai provato una sensazione simile di paura mista a piacere, avrebbe voluto che lui continuasse


 

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Buonasera a tutti!
Chiedo scusa per la lunga assenza,
purtroppo ho avuto qualche decimo di febbre che 
mi ha tenuta lontana dal pc.

Purtroppo stiamo vivendo un momento terribile,
difficile, buio, in cui sembra quasi mancare l'aria...
Seppur virtualmente, vi sono vicina e spero 
di farvi distrarre per qualche minuto.
Forza, non mollate!
  
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