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Autore: LittleRed_    26/03/2020    1 recensioni
"Quello che mi avevano raccontato nelle favole della buonanotte sui samurai era riguardo l’orgoglio e la testardaggine. E pensai subito allora che dovevano assomigliarmi. "
McCree e Hanzo si sono ritirati prima di tornare ancora a Overwatch a combattere, assieme questa volta. Cosa è successo per farli andare via? Come si sono conosciuti? E cosa sta succedendo ora a offuscare l'orizzonte della vita dei nostri eroi?
Genere: Angst, Azione, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: Hanzo Shimada, Jesse Mccree
Note: Lime, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Il liquore bruciava la gola, come piaceva a me, ma era diverso dal solito a cui ero abituato. Caldo come un bacio, il sakè scendeva piacevole a solleticare le papille gustative di nuovi orizzonti.  

Mi trovavo in una piccola bettola di Tokyo, a pianificare la prossima mossa, con quello che stavo ancora considerando se amico o nemico.  

Insomma aveva cercato di uccidermi, o no? E la ferita bruciava ancora se ci pensavo attentamente, un doloroso ricordo di un pessimo primo incontro.  

“Bah, preferisco di gran lunga il Whisky.”  

Lui non rispose, aveva lo sguardo serio, concentrato.  Gli si disegnava una fossetta sulla fronte, tra le piccole rughe di concentrazione. E perché diamine stavo osservando così attentamente la sua faccia? 

“Dovresti berne ancora, per abituarti al sapore.” Mi guardò per un momento, poi tornò a guardare le carte sparse sul tavolo.  

“Dovremmo ripartire dall’inizio, e provare a prevedere le loro mosse.”  

Dovevo dirgli di suo fratello? Forse sarebbe stato meglio, ma probabilmente già lo sapeva, ecco, e non avevo idea di come iniziare a parlare dell’argomento. Da sobrio almeno, pensai versandomi l’ennesimo bicchierino di quella magica pozione alla quale ancora faticavo ad abituarmi. Berne ancora, aveva detto lo Shimada, e sia.  

 

-Cinque bottiglie dopo- 

 

“Quel samurai non può prendersi gioco di me così!” 

“Sono io quel samurai? Stupido pistolero da quattro soldi, parli forse di me?”  

Come eravamo arrivati a quella conversazione, feci uno sforzo di memoria, passando attraverso il momento in cui avevo ballato su un tavolo richiedendo una canzone country al jukebox e la scena in cui avevo quasi perso contro un tipo a braccio di ferro, uno che nemmeno sapeva le regole, stava barando sicuramente. Barai anche io.  

Poi ci avevano cacciato per disturbo e schiamazzi eccessivi. Poi, giusto, avevamo fatto casino fino a quel momento ma avevano deciso solo alle 3 di notte che fosse troppo. O avevamo fatto di peggio? 

Non ricordavo, volevo solo insultare ancora la gente e lamentarmi. 

“Tu sei uno stupido pistolero, no un arciere, però sei stupido quello è il punto.” 

“E tu sei molesto, e anche fuori forma.” 

Fuori forma! Mai osare insultarmi, avrebbe visto ora la mia furia. 

Lo presi per il bavero del kimono sbattendolo contro il muro del vicolo dove barcollavamo.  Alzai l’altra mano a pugno chiuso, ora avrebbe visto chi ero davvero. Una fitta di dolore alla spalla mi fece digrignare i denti. Sopportai. Quello lo sopportai. 

“Smettila” Ansimai. “Smetti di fare quella faccia insopportabile.”  

“Quale faccia! Cosa aspetti a colpirmi?” La mia mano era ancora a mezz’aria.  

Calai su di lui la mia furia, ma in modo diverso da come mi ero aspettato. La mano si aprì andando a posizionarsi dietro la sua testa tirandola verso la mia. 

“Sta zitto.”  

E lo baciai. 

  
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