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Autore: _Selenophile_    26/03/2020    1 recensioni
[erkenci kus]
[erkenci kus]Una ragazza dagli occhi ambra,Serena Monteforti,dopo un anno e mezzo a Londra,decide di ritornare nel paese universitario dove tutto è cominciato per affrontare i suoi demoni e riprendere in mano la sua vita.
Profondamente cambiata dal suo passato e da quello che è successo, non sa che è in arrivo per lei una sferzata di vita, totalmente inaspettata in un periodo come quello,in cui tutto era assopito e,quasi,dimenticato.
Un gruppo di ragazzi come tanti, che ha sogni,speranze, che lotta per emergere e per rimanere a galla. Un gruppo di ragazzi un po'strani e svampiti,che partorisce idee.
E un'idea,buttata lì un giorno di Ottobre, tra un aperitivo e una sigaretta.
Tutto questo causerà una tempesta violenta, dirompente e perfetta, da cui tutti usciranno diversi,cambiati.
Perchè un aquilone si alza solo con il vento contrario.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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“..e adesso mandiamo in radio il singolo Silver dei Black Leather Jackets, che dopo cinquantasei settimane sul gradino più alto del podio, scendono al secondo posto. Peccato per  questo promettente gruppo  che..”
Spensi  la radio con un gesto di stizza, facendo tacere la voce gracchiante dello speaker radiofonico, volevo silenzio, volevo buio, volevo pace. Presi  il mio quaderno dalla copertina in cuoio e le pagine ingiallite da lacrime e ricordi e mi accomodai sul grande dondolo in giardino, Milo con un salto si accoccolò sulla mia pancia, accarezzai il suo lungo pelo maculato, molto simile a quello di un ghepardo, lui fece le fusa e si addormentò con un sospirone.
Bene, almeno uno dei due avrebbe dormito, quella notte.
La grande luna piena illuminava quella tiepida serata primaverile, da lontano sentivo i grilli cantare una melodia alienante, tutto aveva un qualcosa di surreale e trascendentale.
Presi  la mia medicina e con il batticuore aprii il quaderno,mentre i ciondoli a forma di timone e bussola tintinnavano, mentre per l’ennesima volta mi chiedevo perché mi avessero convinto a fare una stronzata del genere.
Devi scrivere per liberarti, affida tutto alla tua penna. Mi tornarono alla mente le sue parole, che mi aveva sussurrato in una notte molto simile a quella.
Non so cosa mi abbia spinto, adesso, a prendere questa decisione. Forse la sciocca pretesa di sentirlo vicino, se avessi  ascoltato il suo consiglio. Forse il fatto che una volta toccato il fondo, non si può far altro che risalire, in un modo o nell’altro. Forse il fatto che, ad un certo punto, si sente il bisogno di svuotarsi,di vomitare tutto:pensieri,parole, sensazioni,emozioni, e di affidarli a qualcuno che non ci possa giudicare.
Perché,per quanto ci sforziamo,noi tendiamo sempre a giudicare;soprattutto se la persona davanti a noi è esposta, vulnerabile. Ci ergiamo su un piedistallo e snoccioliamo consigli non richiesti e giudizi perfidi.
Perché ci si rende conto di essere vulnerabili nel momento in cui si soffre.
O,forse,semplicemente, avevo bisogno di rivedere quelle immagini, di provare nuovamente quelle emozioni, di rivederlo di nuovo. Avevo bisogno di ricordarlo,di non dimenticarlo. Di fissarlo per bene nella mia mente e di scolpirlo ulteriormente nel mio cuore.
Avevo bisogno di sentirlo,in maniera tangibile,forte,in maniera profonda, viscerale.
Sfilai la Marlboro dal pacchetto appoggiato sul tavolinetto in legno, l’accesi e mi riempii le narici e la gola di fumo,insicurezze e paranoie,chiedendomi se fossi pronta.
Tutti mi chiamano Serena,sì,diciamo che il nome non è dei migliori, anche se ultimamente io non so più chi io sia,e voglio raccontarvi una storia.
Una storia che è una storia fatta di sogni infranti;promesse non mantenute, giuramenti spezzati. Una storia d’amore da film adolescenziale, una storia di amicizie profonde.
Una storia.
Sicuramente come tante; sicuramente meno bella di altre, meno avvincente,meno profonda,meno di qualsiasi altra cosa.
Ma è la mia.
La mia e di un amore che,come tanti,cambia inevitabilmente tutto quello che di più profondo ci possa essere in una persona. Il suo essere se stessa.
Quindi mettetevi comodi,oppure no,come preferite.

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Buonasera a tutte!
Se siete arrivati a leggere fin quì,vuol dire che avete letto il prologo; spero che vi abbia incuriosito almeno un po'!
In pratica,questa è una storia frutto di molte notti insonne,una playlist di Moro e un uggioso pomeriggio di Novembre.
Non so dove mi porterà,ma spero che la amerete,così come la amo io.
Se volete,fatemi sapere cosa ne pensate,mi farebbe molto piacere leggere le vostre considerazioni!
Grazie a tutti,a presto!
S.
   
 
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