Ship: Severus/Petunia
Giochi con la luce
La malattia lo costringeva a letto ma Severus non aveva bisogno di muoversi per dare un’occhiata alla vita nella casa di fronte alla sua. La finestra della sua stanza si apriva esattamente di fronte alla villa degli Evans e la visione riusciva in qualche modo a essere un balsamo per le sue ferite – fisiche della varicella e mentali delle urla continue di Tobias.
Lily che leggeva.
Lily che parlava al telefono.
Lily che rideva.
E poi, una notte, fasci di luce intermittenti diretti verso di lui.
Lentamente si avvicinò alla finestra e con una dolce contentezza iniziò a rispondere a quei richiami in codice Morse.
“Andrà tutto bene.”
“Certamente.”
Possibile che Lily volesse contattarlo finalmente dopo il loro grande litigio? L’illusione durò solo quella notte, perché quella successiva, mentre i fasci di luce proseguivano dal piano superiore, comparve la figura di Lily davanti alla finestra del piano inferiore. E allora ricordò: c’era qualcuno che non vedeva da un po’ gironzolare in quella casa, qualcuno che si era preso quello stupido morbo babbano proprio come lui.“Certamente.”
Scagliò la torcia lontano in un impeto di furia, ma poco dopo la delusione lasciò il posto alla curiosità. Raccolse la torcia e riprese i giochi con la luce.
“Cosa vuoi, Petunia?”
“Compagnia.”
“Compagnia.”