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Autore: Arii_oreste7    27/03/2020    1 recensioni
Qualcuno mi descriverebbe come un ribelle, in realtà sono un tizio al quale la vita si è ribellata. Mai stato fedele a niente e nessuno, me stesso a parte. Nè catene, nè fili mi legano al midollo della vita; non sono il burattino di nessuno. Essere libero significa poter scegliere: purtroppo per me non è stato così sin dall'inizio. Dev’essere noioso e triste passare la vita a guardare quello che fanno gli altri quando davanti a sé c’è l’imbarazzo della scelta.
Io, Helia, sono libero perché non ho altra scelta. L'unica catena dalla quale mi voglio liberare è quella a cui mi sono legato da solo; sono io.
Non scorderò mai il giorno in cui, di punto in bianco, la vita ha smesso finalmente di ribellarsi e ha bussato alla mia porta. Io, incapace di disobbedirle, ovviamente le ho aperto; davvero ignoravo che avesse gli occhi verdi.
Genere: Romantico, Satirico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Flora, Helia
Note: Lemon, Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Fresia, mistero e fascino

Da giorni dormivo poco, i ragazzi erano indisciplinati e le cose da fare molte. Inoltre, avevo smesso di dedicarmi alle mie passioni e accantonato ogni sorta di lettura. Decisi che mi sarei ritagliato del tempo per me stesso. Fu così che un pomeriggio, durante la seconda settimana di prove, mi recai al circolo letterario di Magix. Si trattava di un locale sulla bocca di pochi ma decisamente d'ispirazione. All'ingresso vantava un enorme bancone in mogano invecchiato con open bar, una libreria vastissima e un palco di discrete dimensioni dotato di qualche strumento. La sala era variopinta e i colori ruggivano nonostante le luci fossero soffuse. Qualche panca era collocata agli angoli del piano bar ma l'originalità del posto stava tutta nella scelta dei mobili: sedie, tavolini, credenze e pezzi vari di antiquariato con stili di epoche diverse erano stati recuperati e riadattati da qualcuno con uno spiccato senso estetico. Nel cortile interno, una quercia ornata di lucine e decorazioni pendenti sorgeva maestosa al centro.
Quella sera avevo la fortuna di assistere ad un raduno poetico. Spesso partecipavo anche in forma anonima, peccato che da mesi non scrivevo più. Mi accomodai ad un tavolo in un angolo remoto, ordinai un whisky e mi persi nelle parole di uno sconosciuto accompagnato dallo strimpellio di chitarra. Dopo un'ora, andai in cortile alla ricerca di qualche chiacchiera di circostanza e una boccata di aria fresca. Uno sconosciuto mi offrì una sigaretta e qualche parola di compagnia per poi eclissarsi e lasciarmi avvolto nella mia nuvola di fumo. Quando mi spostai in direzione della quercia scorsi tra la ressa quegli occhi smeraldo che mi perseguitavano da settimane.
Ecco Flora, seduta a bere sul divano a dondolo sotto il grosso albero, nel locale in cui mai mi sarei aspettato di incontrare qualche conoscente.
<< Non dovresti essere al college a riposare, fatina? Ignoriamo le regole del coprifuoco? >>
I suoi occhi magnetici si staccarono dal libro che aveva sottomano e che non avevo notato, per allacciarsi ai miei.
<< Helia, membro del Poison? Mai me lo sarei aspettato >>
<< Uno dei membri d'onore, in realtà. Cosa leggi? >> curioso, mi sedetti accanto a lei e contribuii al moto d'oscillazione del dondolo.
<< Una raccolta di poesie pescata all'ingresso >>
<< Le ho lette quasi tutte. Scambi con un libro tuo o passi? >>.
Cercai invano di  scorgene il titolo ma la fata fu più veloce di me e lo coprì con la mano: << Scambio, è una lettura piuttosto stuzzicante >>
<< Deve averti conquistata, allora. Chi è il fortunato? >>
<< Un anonimo piuttosto arrabbiato. Non lascia trapelare nemmeno uno spiraglio di speranza. Si è arreso. >>
Flora posò il libro sul cuscino e prese un sorso della sua birra. La osservai meglio: indossava un top bianco scollato che faceva risaltare il colorito ambrato della sua carnagione, un paio di jeans, un cardigan beige pesante e tacchi sottili neri. Niente di impegnativo eppure nessun particolare era stato trascurato. Ogni volta che mi sorprendevo a indugiare sulla sua figura, mi costava dar ragione a mezza Fonterossa.
Forse ero troppo severo con le critiche alle Winx: il gruppo era affiatato e le ragazze stavano rispondendo alle esercitazioni in maniera imprevista. Come dar torto a quegli sbruffoni impomatati degli specialisti?
<< Non è vano tenere viva la speranza quando hai perso tutto? >> cercai il suo sguardo e in qualche modo, anche il suo assenso.
La fata della natura rubò un altro sorso alla sua bibita prima di rispondere come avrebbe fatto una massima orientale: << Il valore di ciò che la vita sta per regalarti potrebbe essere superiore a quello che hai perso >>.
<< Cos' ha da regalare, l'ennesima fregatura? >> sbuffai. Flora si alzò cauta, prese il libro e me lo posò sulle ginocchia.
<< Domani se bevi il caffè, zuccheralo. >> mi sorrise e se ne andò.
Che avesse capito che ero io l'anonimo senza speranze?


Giglio, nobiltà d'animo

Alla fine della seconda settimana di allenamento cercai di dare una rimescolata alle carte in tavola e quindi aggruppare in modo diverso i miei burattini perchè dessero il massimo in base alle loro rivalità. La prima coppia che combinai era già decisa dal primo giorno: Sky e Riven. A seguire: Stella e Musa; Priscilla, Tecna e Flora (che lavoravano in gruppo poichè il numero non permetteva altrimenti); Bloom e Aisha; Jason e Timmy; Brandon e Spencer.
Fu un piacere notare le loro facce di disprezzo quando annunciai il cambiamento prima di lasciarli per il fine settimana.
<< Le tue palle infuocate non possono nulla contro il mio Morphix!
<< Finalmente potrò accecarti con la mia luce sulle note della tua canzone preferita!
<< C'è una possibilità del 97,3% che i miei robot possano spezzare anche la più forte delle tue liane, secondo il database.
Sul più bello (Riven versus Sky, il ritorno) dovetti interromperli: << Non accetto alcun tipo di contestazione. Andate a fare pace davanti a un bel cocktail a Magix e tornate più carichi che mai. Ora sgombrate la palestra, per favore. >>
Sentii quell'acida di Stella mormorare: << il solito noioso, perchè piuttosto non esce un po’ con noi e la smette di fare il guastafeste? >> - << Mi sa che mi tocca declinare la tua gentile offerta, Stellina, ho di meglio da fare >> le dissi e mi rimboccai le maniche per rimettere a posto gli attrezzi della palestra. Cominciai a fare avanti e indietro dal magazzino spostando tre ostacoli alla volta per sistemarli. Qualcuno mi aiutò con gli ultimi due, seguendomi fin dentro il ripostiglio. Una volta finito mi voltai per ringraziare lo specialista << ... Flora! Molto gentile >> -  Si appoggiò a una delle transenne: << Non c'è di che. Ascolta, tu al Poison non mi hai vista. Va bene? >>. Prima che potessi rispondere, Bloom la richiamò: << Flo, se hai finito di parlare con questo qui dovresti venire ad aiutarci di là. I miei capelli necessitano uno dei tuoi intrugli. >>
<< Certo, non ti preoccupare. Arrivo! >> mi guardò seria per assicurarsi il mio silenzio e fece per dire qualcos'altro. Bloom stava ancora lì ferma dalla porta: << Mi servirebbe, ehm... prima della doccia. Ti muovi? >>
<< Sì. A presto, Helia. >> si ricompose e mi rivolse un timido cenno col capo, abbassandolo.
Risposi al saluto mentre quelle già si allontanavano dal magazzino, una frase della rossa mi lasciò dubbioso: << Che cosa voleva quel pacifista sfigato? >>
Sinceramente di ciò che disse riguardo a me poco me ne importava: il disprezzo era reciproco. Rimasi, però, lievemente infastidito dal tono di superiorità che la leader del tanto esclusivo Club aveva riservato proprio a Flora. Perchè questa fata si faceva assoggettare così? Questo interrogativo e la strana richiesta che mi era stata rivolta in ripostiglio, non facevano che affermare le opinioni negative che già avevo sul gruppo. Con Aisha e Musa la fata dei fiori pareva andare d'accordo ma sembrava non accorgersi di come le altre le mettessero i piedi in testa.  La sua ingenuità andava di pari passo con la sua bellezza. La regalità meschina delle sue amiche rischiava di infradiciare il suo mansueto candore. Non potevo permettere che un fiore dalla purezza così rara venisse messo in ombra da erbacce simili.





  
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