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Autore: Wall_Hellsong    28/03/2020    15 recensioni
George Weasley e una giovane Serpeverde di nome Claire Ritcher passano anni ad incontrarsi e ri-incontrarsi quasi per caso. Lui, un mago solare e burlone appartenente ad una famiglia numerosa. Lei, una giovane strega sola, proveniente dal mondo babbano nel quale si sente estremamente fuori posto. Con il tempo si ritroveranno giorno dopo giorno ad affrontare i propri vuoti, difficili da colmare. Dopo la perdita dell'amato fratello gemello Fred, George non sarà più lo stesso ma sarà l'amore complicato di Claire a rendere il suo mondo meno buio e tempestoso.
Genere: Avventura, Drammatico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: George Weasley
Note: Lime, Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Più contesti
Capitoli:
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L'inizio di tutto.

"Qualunque cosa sogni d'intraprendere, cominciala.
L'audacia ha del genio, del potere, della magia." (Goethe)

PRIMO ANNO - DURANTE GLI EVENTI DE "LA CAMERA DEI SEGRETI"

Quando entrò nella Sala Grande, Claire Ritcher si sentì il cuore esplodere nel petto.
La Professoressa McGranit esordì con un caloroso discorso di benvenuto ai nuovi studenti e subito la giovane strega pensò che il suo modo di parlare fosse buffo, un po' come la sua lunga tunica nera che la distingueva.

I nuovi studenti erano molti e se messi insieme a quelli ''vecchi'' lo erano ancor di più. Alcuni bambini, a differenza di lei già si conoscevano tra di loro ed altri erano fratelli o sorelle di qualcuno.
Fu strano, ma Claire si sentì confortata dalla sua solitudine.
La McGranit, nonché la coordinatrice della casa Grifondoro lì chiamò uno per volta in ordine alfabetico posando sulle loro minute testoline quello strano cappello parlante che li avrebbe indirizzati al meglio nel loro percorso scolastico. Una casa non era solo un gruppo di appartenenza, ma suggeriva molto su come uno studente avrebbe intrapreso la propria vita nel mondo della magia. Ogni casa aveva delle caratteristiche peculiari e ben precise e la giovane piccola strega aveva già qualche idea su quale potesse essere quella più adatta a lei. Ci aveva pensato tutta l'estate e aveva realizzato di avere molte caratteristiche dei Serpeverde; dopotutto era una bambina molto astuta, ambiziosa e legata alla sua famiglia anche se molto ristretta. Era stata cresciuta da sua Zia Elise fin da quando era molto piccola. Attorno alla storia delle sue origini si erano formati dei misteri e dei grovigli che mai erano stati sciolti.
Elise le raccontò con toni delicati che i suoi genitori erano rimasti uccisi proprio nell'incidente d'auto in cui anche la piccola strega era stata coinvolta.
Ad un tratto il Cappello Parlante urlò a squarciagola il nome di un ragazzo, che come sentì pronunciare il suo nome cadde dalla panca sulla quale era seduto facendo un tonfo che riecheggiò per tutta la sala. Poco dopo venne smistato in Tassorosso e paure ed imbarazzo sfumarono.
Claire si chiese come diavolo facesse un Cappello a parlare e a capire così tante cose di ognuno di loro solo appoggiandovisi sulla testa. Lui era la chiave dell'inizio; la chiave di tutto, sotto un certo punto di vista.
Quando la streghetta dai capelli castano ramati sentì echeggiare nella sala sala il suo cognome saltò immediatamente in piedi e iniziò a sudare. Il brusio degli altri studenti in sottofondo la fece sentire a disagio e si chiese perché alcuni dei ''grandi'' la stessero fissando; anzi, un po' lo sospettava. Ad Hogwarts le voci correvano in fretta ed evidentemente, la notizia di una giovane strega che aveva iniziato la scuola un anno in ritardo non era passata in secondo piano.
Timidamente si tappò le orecchie con ambedue gli indici, abbassò il capo e si diresse verso la sua futura insegnate di Trasfigurazione e anche verso il suo destino, pensò.
Claire giunse al palchetto e per poco non inciampò di fronte alla McGranit, ma non rinunciò a coprirsi le orecchie. Quel brusio la metteva a disagio.
La professoressa la acchiappò al volo per un gomito e con voce autorevole ma rassicurante allo stesso tempo le disse: “Signorina Ritcher, suvvia non vorrà mica fare un capitombolo il primo giorno di scuola. Avrà tempo di provvedere a questo con il Quidditch.”
Claire abbassò il capo imbarazzata fino a che la sua professoressa, con delicatezza le spostò le mani dai padiglioni auricolari, le diede una lieve pacca sulla nuca e la fece sedere.
Quando il cappello sfiorò i capelli della piccola strega, quest'ultima sussultò.
“NON MORDO MICA!” sghignazzò il Cappello Parlante.
“Lo so, SCUSA!” rispose lei tutta d'un fiato agitando frettolosamente le ginocchia da seduta.
“Qualcosa mi dice che sai già dove ti smisterò, ma non importa, non importa. Facciamo il punto della situazione”.
La ragazzina deglutì rumorosamente.
“Hai un anno in più rispetto a tutti gli altri studenti del tuo anno! Sei arrivata dopo perché hai iniziato le scuole babbane in ritardo. Centra un.... un incidente vero?”
Il battito della strega aumentò improvvisamente, così il Cappello Parlante cambiò in fretta argomento.
“Hai un sesto senso con le persone, non è vero? No, è più una strana empatia, direi... Si, te lo leggo chiaramente dentro. È proprio questa empatia che ti distingue da molti altri studenti che ho conosciuto in passato, ma non sempre, QUEST'EMPATIA ti fa stare bene”. Claire Ritcher si sentì spogliata dei suoi più oscuri tormenti. I tomenti che una bambina di quell'età forse non dovrebbe avere. Spesso riusciva ad immedesimarsi nelle persone e lo sapeva fare molto bene; purtroppo sapeva immedesimarsi altrettanto bene nelle persone meno buone e questo la spaventava e la faceva sentire strana. Diversa.
Il Cappello riprese la sua analisi: “...Hai anche questa strana e forte tendenza nel crearti obiettivi irraggiungibili che però...” esitò qualche istante ma poi continuò: “...che però, per qualche ragione ti spingono ad andare avanti. Stai attenta però a non farti risucchiare da essi e dalle tue ambizioni, che certo non tarderanno ad arrivare.” Claire alzò gli occhi per scorgere meglio le forme del cappello.
“E vedo anche....” il cappello fece una pausa e abbassò il tono della voce “...vedo... SENTO... molta confusione e sofferenza....”
Claire sapeva a cosa si riferiva il Cappello, solo non riusciva a capire il come facesse a saperlo. Il suo passato all'improvviso veniva a galla.
La scomparsa prematura dei suoi genitori, il ritrovarsi da sola con l'unica persona che le avesse voluto bene: sua zia Elise.
Alla fine il Cappello Parlante si ringalluzzì e con la sua caratteristica voce baritonale riprese il suo discorso. “Io, comunque sono sicuro che te la caverai benissimo! E non ho dubbi su quale sia il tuo posto in questa scuola”.
Subito ci fu silenzio.
La McGranit guardò Claire.
Claire guardò la McGranit.
La McGranit guardò il Cappello.
Claire non seppe più chi caspita guardare.
Ma poi il cappello esclamò: “SERPEVERDE!!!”
Claire non ne fu particolarmente sorpresa, comunque sorrise entusiasta.
Un caloroso applauso arrivò dalla sua destra che la portò istintivamente a correre in mezzo agli studenti della sua nuova casa.
Una pacca le arrivò sulla spalla, fu quella del loro capo-casa, un ragazzo alto dalla pelle bruna e i capelli molto ben curati.
“Benvenuta tra i Serpeverde, Ritcher! Siediti la con gli altri bambini del primo anno. La minuta streghetta lo ringraziò e prese posto tra i suoi nuovi ''colleghi''.
Cal Denvers, una bambina dai capelli biondissimi e riccissimi le passò del succo di zucca facendole un sorriso a quarantadue denti. Lei fu la prima Serpeverde della giornata.
“Lo sai che in questa scuola c'è proprio Harry Potter?!” disse con un tono decisamente sorpreso.
“Il famoso Harry Potter?!” rispose Claire ad occhi sbarrati. Aveva sentito tante storie su quel maghetto, ma non era mai certa che tutte le voci fossero vere.
Cal si sporse in avanti sul tavolo allungando il il collo per scrutare meglio gli altri tavoli senza però trovare il mago. “Non ti fa strano averlo come compagno di scuola?” disse Cal Denvers prendendo fiato senza però lasciare alla compagna il tempo di rispondere: “...nonostante quello che dicono molti nostri compagni Serpeverde del secondo anno... a me sembra proprio simpatico!”
“E lo è!” la voce di un ragazzo si fece strada tra quella di Cal.
Jamal Mirtil era un ragazzo di origine indiana che viveva con i suoi genitori Babbani a Londra, dove avevano un famoso e rinomato ristorante di cucina etnica. Un luogo molto chic da quel che si diceva.
Cal pensò che i suoi capelli riccioluti color cioccolato fossero davvero un disastro, ma fu piuttosto impressionata dalla montatura dei suoi occhiali da vista particolarmente babbani e dalla forma a goccia con su scritto RayBan da un lato in basso. Claire intervenne incuriosita: “Lo hai conosciuto?”
“Bhé, non proprio effettivamente...” il ragazzo si schiarì la voce. “però mia sorella lo conosce! Mia sorella è finita in Corvonero, l'anno scorso.” cambiò discorso come se nulla fosse.
“Hem, hem... Comunque....” Cal rientrò nella conversazione “Cominciamo dalle basi; sono Cal Denvers! Piacere di conoscervi!”
Jamal e Claire si presentarono e ci fu subito sintonia.
“Sei un anno più grande, vero?” chiese il ragazzo dai folti capelli scuri.
Claire si sistemò la frangetta che quasi le copriva gli occhi e poi fece un cenno di assenso con il capo. “È una cosa insolita, come mai?” continuò Cal.
“Ecco, quando ero molto piccola ho avuto un brutto incidente in macchina con i miei genitori. Mi ruppi diverse ossa ed entrai in coma per alcuni mesi.... e quindi ho iniziato la scuola babbana in ritardo... Quando ho scoperto di...” Cal la interruppe “...di essere una strega...” Claire annuì e poi continuò: “...Silente venne a parlare con mia zia... le disse che non ci sarebbero stati problemi se io...” questa volta fu Jamal a continuare la sua frase: “...avessi voluto frequentare la scuola di magia un anno in ritardo... in modo tale di finire quella babbana.”
“Proprio così!” asserì la ragazzina.
“Comunque che buffo...” disse la bambina dai capelli color grano “Claire...Cal.... CC!!” le sembrò una cosa simpatica e buffa da dire in quel momento.
Claire gonfiò le guance come era suo solito fare quando sorrideva di gusto e riprese a sbirciare tra i tavoli incuriosita dalle varie casate.
 

QUALCHE MESE DOPO, PRIMA DELLE VACANZE DI NATALE...

Claire, Cal e Jamal stavano dirigendosi verso la biblioteca a restituire i libri prima di andare a preparare le valige per il rientro a Londra, quando improvvisamente vennero travolti da due ragazzi che correvano nella direzione opposta.
Erano alti per la loro età, dalla pelle candida e lentigginosa e avevano la fronte quasi totalmente coperta dalla folta chioma rossa.
Questi ragazzi erano due gemelli del terzo anno: i gemelli Weasley.
Jamal era sovrappensiero quando fu scontrato anche se solo lievemente dal braccio di uno dei due e per lo spavento fece volare i libri per terra.
"Scusa amico!!! Tutto bene?“ fecero i due in coro per poi rimettersi a correre.
Claire sbuffò tra se e se per poi chinarsi ad aiutare l'amico a raccogliere i libri mentre Jamal si sistemò per un attimo gli enormi occhiali a goccia che gli si posavano sulla punta del naso. Cal lo fermò con una mano e gli disse: “nono, aspetta che sono storti!” e glieli avvicinò più agli occhi.
Claire che aveva già i suoi libri sotto braccio, cercò goffamente con la mano destra di raccoglierne almeno uno all'amico, quello con la copertina più sporgente e rigida delle altre; ma ad un tratto un'altra mano precedette la sua e glielo passò.
"Scusa" Uno dei due gemelli non so come era ritornato indietro in un lampo e frettolosamente le passò tutti i libri di Jamal appilandoglieli tra le mani fino a che la pila quasi le coprì il volto minuto.
Il ragazzo ridacchiò non appena vide il volto della streghetta scomparire del tutto, poi raggiunse il fratello.
"Ja...Jamal?" cercò Claire di mantenere i libri in equilibrio.
"Ti dispiacerebbe... Ecco... Si"
"Accidenti Claire, scusa!“ esclamò il piccolo mago che nel frattempo si era distratto.
“Ma ti pare... " gli fece lei ironica, ma Jamal non sembrò cogliere la sua ironia infatti, non risultò essere particolarmente d'aiuto e i libri finirono per terra un'altra volta.
Questa volta fu Cal a sistemare il pasticcio.
"Sono i fratelli di Ginny Weasley, la ragazza in corso con noi!" disse la giovane strega dai capelli biondi. "Jamal ti ricordi di Ginny vero?" continuò.
"Ginny.... Ginny..... Ginny...."
"Dai Jamal, la ragazza che ti ha prestato gli appunti di Trasfigurazione il mese scorso!" lo intimò Claire.
"Ah si è vero!! È simpatica mi pare"
"Già... " affermò la Ritcher "...anche se ultimamente mi sembra un pochino più diffidente ed è strano perché lei di solito è carina con tutti, anche con noi..." concluse la strega alludendo al fatto che di quei tempi i Serpeverde erano spesso visti come dei presuntuosi e cattivi ragazzi; molto probabilmente per colpa di qualche loro compagno del secondo anno ma soprattutto per alcuni famigerati ex-studenti che avevano portato un certo tipo di fama alla loro casa.
Claire tornò a pensare alla giovane Grifondoro. Aveva questo sesto senso con le persone, se lo sentiva quando qualcosa non andava. Ginny Weasley era timida persino più di lei, ma non a tal punto da chiudersi nel bagno delle ragazze per ore da sola. Qualcosa non quadrava, ma non voleva mettersi troppo in mezzo alle questioni dei Grifondoro; proprio perché molti di loro, erano appunto molto prevenuti nei loro confronti. Secondo Claire, dopotutto i suoi stessi compagni di casa non facevano a loro volta molti sforzi per farsi piacere dai loro “avversari”. Ginny però era diversa. La più giovane degli Weasley era sempre stata amichevole con lei e con i suoi compagni; non aveva mai fatto differenze, ma chissà.
Cal si schiarì la voce: "Beh, considerando il fatto che nella norma i Grifondoro ci vedano come I MAGHI CATTIVI DI HOGWARTS...” calcò di più queste ultime parole “...mi ha fatto strano che quei due ragazzi di prima si siano fermati e uno dei due ci abbia addirittura aiutato con i libri”.
Claire annuì con aria sorpresa premendo con forza le sue labbra tra di loro.
"Vabbè Tiger e Goyle stanno sulle scatole pure ai loro compagni di corso...” bofonchiò Cal per poi riprendere la frase: “...Claire, pensa se ci fossi capitata in corso!" aggiunse Cal.
"Oh, cavolo. No, pietà." rispose Claire.
"Secondo me si stanno sulle scatole pure tra di loro" concluse Jamal per poi attaccare con la sua risata travolgente.
 

RITORNO A CASA - FINE DEL PRIMO ANNO

Dopo quello che era successo a Ginny Weasley, Claire non si allontanò un istante da lei. Si erano ritrovate insieme nello stesso vagone di ritorno da Hogwarts e avevano fatto amicizia. Claire le aveva presentato ufficialmente Cal e Jamal e poi avevano parlato un po' delle proprie famiglie.
Ginny, come del resto tutti sapevano già, proveniva da una famiglia di maghi. Era una Weasley ed era la più piccola di sette fratelli.
Quando fu il turno di Claire di parlare della propria famiglia non seppe bene cosa dire se non che non aveva ricordi dei suoi genitori e che era stata affidata fin dall'infanzia a sua zia. “Un po' come Harry!” disse la ragazzina dai capelli rossi ma Claire le rispose che i suoi genitori non erano maghi e nemmeno sua zia lo era. Quando scesero dal treno a Londra si salutarono e si lasciarono i loro rispettivi indirizzi in modo tale da potersi scrivere durante l'estate. Claire all'improvviso si sentì triste. Hogwarts era diventata la sua casa sotto un certo punto di vista e lasciarla era stato difficile. La giovane strega non aveva molti amici al di fuori della scuola di magia, anzi a dire il vero proprio nessuno. Quando era molto piccola spesso giocava con la sua vicina di casa in giardino. Era l'unica amica che aveva. Insieme coloravano i sassi e fingevano fossero dei personaggi dai nomi buffi, oppure una volta provarono a costruire una casetta sull'albero. Si chiamava Riley, era una bambina dalla pelle bruna e dagli occhi color verde acqua. Aveva dei capelli indomabili color mogano; sua madre le faceva sempre delle trecce per tenerli ordinati. Un giorno andarono a giocare ai giardini insieme ma solo Claire tornò a casa quella sera.
Mentre giocavano a football Claire calciò la palla lontano. Troppo lontano.
Fu una magia; involontaria ma pur sempre una magia.
La palla finì in strada e Riley volle a tutti i costi andare a recuperarla, nonostante l'amica più volte cercò di persuaderla. In quel dannato momento una macchina falciò la strada a tutta velocità e se la portò via; per sempre.
Da quel momento Claire non ebbe più nessun amico.
Quando le famiglie dei giovani maghi e streghe vennero a recuperare gli studenti di Hogwarts per riportarli a casa, Claire vide sua Zia Elise e corse ad abbracciarla poi le presentò i suoi amici ed i genitori di Jamal e Ginny.
Il padre e la madre di Cal la chiamarono severamente da lontano e le ordinarono di andare, così con un sorriso spento la ragazzina dagli occhi blu salutò i suoi amici malinconica. Claire si sentì dispiaciuta per l'amica e pensò che i suoi genitori fossero stati molto scortesi. Erano tutti e due maghi che lavoravano al Ministero Della Magia, erano stati degli studenti di Hogwarts ovviamente Serpeverde.
Jamal dopo aver salutato andò via con sua sorella maggiore e con i suoi genitori. Rimase solo Ginny mentre la madre cercava di radunare tutti i suoi figli.
Ad un tratto Fred e George Weasley sbucarono alle spalle delle due streghette facendole saltare dallo spavento. “Oh santo cielo, Fred! George!” esclamò Ginny.
I due fecero in coro: “Sorella...” fecero una pausa. “Ritcher...” conclusero per poi acchiappare la sorella e portare via la piccola strega che da lontano agitò freneticamente le braccia per salutare Claire.
La Ritcher sorrise e si aggrappò alla zia. Pensò che tutta un'estate senza amici sarebbe stata difficile e lunga ma dopotutto inevitabile.
 

Un altro anno è passato...

SECONDO ANNO - DURANTE LE VICENDE DE "IL PRIGIONIERO DI AZKABAN".

 

L'estate era finita, il caldo piano piano stava lasciando spazio alle prime piogge autunnali e le foglie iniziavano a cadere.
Claire Ritcher era rannicchiata nella sua coperta di pile sul divano di casa.
Con una mano si stropicciò gli occhi per poi sbadigliare.
Dalla cucina sì senti chiamare da sua zia Elise; il pranzo era pronto.
Claire si alzò pigramente dal sofà senza però lasciare la sua calda coperta; se la tenne saldamente avvolta attorno alle spalle e si trascinò fino al tavolo della cucina. Sua zia si accorse che qualcosa non andasse ma non riuscì a capire il perché; poi diede un'occhiata rapida al calendario appeso vicino la televisione e si accorse che giorno realmente fosse: quello sarebbe stato il giorno del compleanno di Riley Fleming.
Elise posò sul tavolo, sotto il naso della nipote un piatto di pasta al pomodoro; amava la cucina italiana. Claire finalmente sorrise e si avventò sul piatto con gusto. “Zia anche a mio padre quando eravate piccoli, piaceva la cucina italiana?” chiese Claire con aria innocente. “Beh si...” rispose Elise in imbarazzo.
“Quando tuo padre era piccolo si faceva spesso cucinare da me...”
Claire fece un piccolo sorriso ma poi il battito d'ali della sua civetta la fece distrarre. “Uh! C'è Rooney!”
Rooney era la sua bellissima civetta marroncina e bianca; aveva una lettera nel becco e una volta posatasi sul braccio di Claire gliela consegnò.
La strega le fece due carezze, le diede un bacetto sulla testolina morbida e poi la lasciò svolazzare per casa.
“Chi ti scrive, Claire?” chiese sua Zia incuriosita.
“È Ginny! Ginny Weasley, zia!” ebbe un tono sorpreso nel trovare una sua lettera. “Mi chiede se domani la voglio raggiungere un'ora prima a Diagon Alley per fare colazione assieme e poi prendere i libri di quest'anno”.
Elise sorrise e la incoraggiò ad andare di sopra a fare le valige per il giorno dopo.

La mattina seguente, per arrivare a Diagon Alley, Claire passò dal Paiolo Magico. Non era riuscita a trovare della Metropolvere per potersi materializzare davanti al negozio di libri dove aveva appuntamento con Ginny. Quando vi entrò si sentì a disagio.
Sparsi per la locanda, vi erano diversi avvisi del Ministero Della Magia appesi sui muri. Dicevano che Sirius Black, un potente e temibile mago oscuro fosse fuggito da Azkaban. Claire si sentì subito intimorita ma poi si guardò attorno.
C'erano diversi Auror nei paraggi e tra gli altri maghi presenti non potette fare a meno di notare Arthur Weasley intento a parlare privatamente ad Harry Potter.
Claire fece finta di niente e si avvicinò di soppiatto per cercare di sentire di cosa stessero parlando ma ad un tratto, due voci in coro la sorpresero alle spalle: “Buongiooorno, Ritcher!”
A Claire prese un colpo; Fred e George Weasley la colsero di sorpresa.
“Hey! Come va ragazzi?”
“Non c'è male.” risposero contemporaneamente e Claire pensò che le loro voci sovrapposte fossero buffe, dunque le scappò un risolino a labbra strette.
“Suppongo che tu stia cercando nostra sorella” le disse Fred.
“Si, stavo giusto andando verso il negozio di libri a cercarla ma visto che siete già tutti qui...” George la interruppe. “Si, è qui anche lei. Sarà di sopra ad incipriarsi il naso, come fate voi ragazze.”
Claire piegò la testa da un lato, alzò un sopracciglio e facendo un sorrisetto furbo gli rispose: “Non tutte le ragazze si incipriano il naso, George! Guarda me per esempio, sono già bianca come un cadavere, la cipria sarebbe un elemento aggiuntivo che potrebbe solo che impallidire ulteriormente le mie bianche e delicate gote!” a Fred scappò da ridere mentre George non seppe se rimanere stupito maggiormente dalla lingua sciolta della ragazza o dal fatto che lo avesse distinto dal fratello. A momenti nemmeno la madre ci riusciva.
Mentre Fred se la sghignazzava e George rimaneva li imbambolato di fronte a Claire, Ginny scese le scale, salutò un po' di gente e raggiunse l'amica.
“Claire! Sei già qui, che bello! Dai lascia stare quegli zucconi dei miei fratelli e vieni a fare colazione. “Si andiamo a fare colazione, sorellina!” cinguettarono i due gemelli.
Dopo aver salutato frettolosamente i presenti, inclusi Harry, Ron ed Hermione, Claire si sedette vicino a Ginny e iniziarono a versarsi dei cereali nel piatto. George, che era seduto lì di fronte, con la coda dell'occhio guardò Claire incuriosito dal modo in cui scartava le palline al cioccolato fondente dai suoi cereali. “Cosa fai, scarti le più buone?” le chiese.
“Non mi piace il cioccolato fondente, preferisco quello al latte” rispose lei alzando le spalle.
“Si ma così stai commettendo un sacrilegio, Ritcher!”
“Le vuoi tu?” chiese lei spostandosi di sfuggita con un dito la frangia che le si infilava negli occhi.
“Non mi tiro di certo indietro!” affermò George tutto soddisfatto.
Claire radunò le palline al cacao nel palmo della sua mano e gliele fece scivolare nel suo. Per pochi istanti la loro pelle si sfiorò e Claire sentì uno strano calore giungergli fino al collo. Imbarazzata abbassò lo sguardo e ritirò la mano.
Nemmeno George sembrò essere indifferente a quel tocco, tanto che la ringraziò mordendosi il labbro inferiore timidamente. Tutto si poteva dire di George tranne che fosse un ragazzo timido. Non era proprio da lui abbassare lo sguardo davanti ad una ragazza.
Fred si pulì le labbra con un tovagliolo per coprire una smorfia che avrebbe tradito il fratello, ma poi lo guardò e gli fece furtivamente l'occhiolino.
I ragazzi dopo aver finito di fare colazione si diressero a fare le ultime spese per la scuola e poi salirono sull'Hogwarts Express.
Lì Claire ritrovo i suoi cari amici: Cal Denvers e Jamal Mirtil.
Quando si rincontrano, tra di loro ci fu un grosso abbraccio di gruppo al quale poi si aggiunse anche Ginny Weasley poco prima di raggiungere i suoi fratelli.
I tre Serpeverde cercarono un vagone libero per tutto il treno ma alla fine si ritrovarono a doverlo condividere con Malfoy e una sua amica: Pansy Parkinson.
Claire non ne fu molto entusiasta. Draco Malfoy era un ottimo studente se si parlava di rendimento scolastico, ma di certo non era bravo a farsi degli amici. Quelli che aveva erano spocchiosi e spesso e malvolentieri si divertivano a fare i bulletti. Per l'ennesima volta si ritrovò a pensare che grazie al cielo non se li era ritrovati in classe assieme, visto che dopotutto avevano la stessa età.
Malfoy salutò distrattamente. Con i suoi compagni di casa, dopotutto era abbastanza patriottico.
I tre amici ricambiarono il saluto e poi si strinsero nei loro sedili per parlare tra di loro. “Certo che però Draco è proprio un bel ragazzo” bisbigliò Cal.
“Bhé, se non si tiene conto del suo caratterino ben poco affabile...” continuò Jamal. “Ok, si... quello si... però è un piacere per gli occhi, vero Claire?”
“Si, certo. È un proprio un bel ragazzo... se solo si comportasse meglio con gli altri di certo avrei provato a farci amicizia... ma per il resto... non è il mio tipo...” rispose Claire.
“E chi è il tuo tipo, sentiamo” disse Cal avvicinandosi ulteriormente all'amica.
“Non saprei... non lui comunque”.
Cal e Jamal notarono che la timidezza di Claire era quasi del tutto svanita e si chiesero come potesse una sola estate cambiare così evidentemente alcuni tratti caratteriali di una persona.
Ad un tratto il treno si fermò bruscamente e l'aria divenne glaciale.
“Cos'è stato?!” urlò impaurito Malfoy.
“Non lo so” disse Claire tesa mentre Cal si stringeva forte al suo e al braccio di Jamal.
“Calmi tutti, sarà solo un piccolo guasto” disse il mago dai lineamenti mediorientali cercando di mascherare la sua inquietudine.
Un tonfo assordante avvolse il treno e le luci si spensero di botto.
“Ommioddio è salito qualcuno a bordo!” urlò Draco.
“State tutti fermi!” disse Pansy cercando di tranquillizzare i suoi compagni che sembravano essere nel panico.
Claire sfilò la bacchetta dalla tunica e la scosse: “Lumos!”
A Malfoy battevano i denti. “F-fa... f-freddo!” esclamò.
Passarono diversi istanti e poi si sentirono delle voci inquiete in fondo al treno. Claire non ci pensò nemmeno un istante e si alzò di scatto dirigendosi di corsa verso il vagone di Ginny.
“Claire, che diavolo fai?! Torna qui!!” Urlò Jamal, ma fu inutile. Claire si trovava già quasi a metà treno, vicinissima alla carrozza degli Weasley.
Nel frattempo le luci si riaccesero e il treno ripartì.
Claire per evitare di cadere a causa della partenza improvvisa del treno, frenò con le sue scarpette di vernice nere e si infilò nel vagone dell'amica dai capelli rossi. “Che è successo?!” le chiese preoccupata.
Fred e George Weasley che si trovavano nel vagone con la sorella e con Angelina Johnson, una compagna di classe e di squadra, le dissero di tranquillizzarsi.
Spiegarono lei cosa fosse successo e che Harry stava bene.
“Un dissennatore vicino ad Hogwarts? Non sarà mica per Sirius Black?” chiese preoccupata Claire.
“Supponiamo di si...” rispose George facendo spazio tra lui e Ginny per farla sedere. Claire si avvicinò ma Angelina la precedette dicendo: “Questa carrozza è occupata. Perché non torni dai tuoi amici Serpeverde? È quello il tuo posto o sbaglio?”
Claire aggrottò il naso e le fece una smorfia. Odiava la scortesia. La odiava davvero. Odiava ancora di più il fatto che questa scortesia provenisse a sua volta da un'altra ragazza.
George diede un'occhiata seccata alla compagna mentre Fred le rispose: “Dai Angelina, smettila... Claire è una a posto...”
“Non fa niente Fred, tranquillo... Stavo andando via...” intervenne Claire con tono gentile ma dispiaciuto. Si voltò prima che gli altri potessero notare il suo volto intristito, che però non sfuggì a nessuno e uscì dal vagone.
George la guardò allontanarsi e si sentì particolarmente dispiaciuto e abbassò lo sguardo.
“Angelina ma che ti è preso?” sbottò Fred mentre Ginny stava fulminando la cacciatrice della squadra di Quidditch con uno sguardo.
“Mi dispiace... Non volevo offendere nessuno... però non mi fido di lei...” rispose Angelina.
“E perché mai?” sbottò Ginny Weasley. “Claire è mia amica!” concluse.
I due fratelli e la sorellina aspettarono una risposta che faticò ad arrivare.
“Insomma... non mi fido dei Serpeverde in generale...” si giustificò la Johnson “...e poi mia madre mi ha raccontato delle cose... sulla sua famiglia.”
“Quale famiglia? I suoi genitori sono morti e lei è rimasta sola con la zia!” disse la giovane strega dai capelli rossi in difesa dell'amica.
“Ne ho sentito parlare e mi dispiace per i suoi...” premise la strega “...non sto ne parlando di loro e ne di sua zia nello specifico... ma mia madre mi ha raccontato che nell'albero genealogico dei Ritcher ci sono stati dei maghi oscuri... so solo questo.” sussurrò Angelina.
“Questa è l'idiozia più grossa che abbia mai sentito.” intervenne George piuttosto concitato, suscitando curiosità da parte degli altri. “I suoi genitori erano babbani e anche sua zia lo è...” continuò il ragazzo moderando nettamente il tono della voce.
“Presumo di si... però magari qualche altro parente...” continuò Angelina sottovoce venendo però interrotta da Fred: “Angelina, magari tua madre si riferiva ad altri Ritcher. Non penso che Claire sia l'unica ad avere quel cognome in tutta la Gran Bretagna, andiamo!” Angelina annuì non del tutto convinta però. “Comunque, in ogni caso Claire è una brava persona. Quindi cerca di essere gentile, per favore...” continuò Fred Weasley per poi concludere il discorso: “Claire c'è rimasta male...”
Ed era davvero così. La giovane strega si sentì offesa da quella sciocca uscita che la Johnson aveva avuto nei suoi riguardi. Tutto questo solo perché era di una casa diversa dalla sua? Non capiva. “Perché esistono ancora questi stupidi pregiudizi? E poi cosa c'entro io?” pensò Claire.
Per un attimo si stropicciò le palpebre che proteggevano quei suoi sottili occhi verdi e poi entrò nel vagone di Ron, Hermione ed Harry per chiedere a quest'ultimo se stesse bene dopo l'attacco del dissennatore. Loro erano gentili con lei, non come molti altri studenti della sua età, pensò.
 

Passarono diversi giorni e Claire andò in biblioteca a cercare un libro sulle creature magiche. Era una materia del terzo anno e sebbene lei avesse avuto l'età giusta per cominciare a studiarla, non le era ovviamente ancora concesso.
Jamal le aveva consigliato di guardare nel padiglione centrale, dopotutto sua sorella più grande li prendeva lì i libri di zoologia. Ad un tratto notò che nei banchi posti in fondo alla sua destra c'erano Fred e George Weasley che studiavano assieme ai loro compagni. Insomma, più che studiare stavano facendo il solito show. Erano alle prese con una magia strana che prevedeva far trasformare le loro piume in delle trottole cantanti o qualcosa di simile.
Claire udì le risate dei gemelli e istintivamente le comparve un sorriso sul volto.
George alzò lo sguardo e la notò frugare tra gli scaffali.
Claire gli sorrise fugacemente per poi tornare alla ricerca del libro che le serviva.
“Georgie, perché non vai a salutare la Ritcher?” gli sussurrò Fred dandogli un lieve colpetto al gomito mentre sghignazzò tra se e se.
Angelina Johnson rispose: “Non ti piacerà mica la Serp... la Ritcher?” si corresse da sola “...guarda che è più piccola!” concluse lei.
“In realtà ha solo due anni in meno di noi...” La interruppe George. “È arrivata ad Hogwarts un anno dopo perché, come ben sapete da piccola ha avut-” George si interruppe dal momento in cui si sentì osservato dai suoi compagni e da suo fratello e calò il silenzio.
“Comunque, no! Non ho detto che mi piace, se è quello che stavate pensando...” disse frettolosamente come per giustificarsi della sua risposta.
“Bhe, dirlo, non l'hai detto....” ridacchiò Fred alludendo al fatto che però forse lo avesse pensato.
“Ohhhh, che rompiscatole! E tu che dovresti essere dalla mia parte!” lo picchiettò simpaticamente con un rotolo di pergamena.
“Ma lo sono! Te lo dicevo proprio per questo!” rispose Fred in vena di burle.
“Ok, vado a chiederle come va dopo la tua battutaccia dell'altro giorno, Angelina...” non ci volle molto a convincere George.
“Mmmhhmmmm...come la fate lunga con questa storia!” rispose la giovane cacciatrice di rimando.
George si alzò dal banco, si sistemò la camicia fuori dai pantaloni e si diresse verso Claire.
“Cercavi qualcosa in particolare?” le chiese George appoggiandosi agli scaffali con una mano in tasca. Aveva un aspetto particolarmente attraente pensò la giovane strega sentendosi stranita dai suoi stessi pensieri. Claire si portò due dita della mano sinistra al sopracciglio e gli fece il classico saluto, così detto alla militare.
“In effetti, si... cercavo il libro di testo sulla cura delle Creature Magiche...”
“Ma non è una materia del terzo anno?” chiese George.
“Esatto... però mi piacerebbe giocare d'anticipo e darci un'occhiata... se solo fossi arrivata un anno prima adesso la starei studiando...”
“Vabbè mica è colpa tua se sei arrivata qui dopo...” la rassicurò George sorridendo.
“Si lo so, però... cavolo, non lo trovo.”
“Se vuoi ti posso prestare il mio! L'ho conservato per Ginny in vista dell'anno prossimo, intanto...” si propose George.
“Davvero? Sei sicuro?” Claire lo guardò piacevolmente stupita.
“Certo.” rispose lui levandosi la mano di tasca per arruffarsi la folta chioma rossa. “Grazie mille!! Poi te lo riporto appena ho finito di leggero, giuro!” gli disse la strega tutta entusiasta.
“Non c'è problema. Andiamo a prenderlo?” George le fece un gesto con le braccia come per invitarla a passare avanti.
“Come, adesso?”
“No, a Natale.”
Eddai, intendevo dire che visto che lo avrai nel tuo dormitorio, sarà impossibile per me venire con t-”
“Conosco un cunicolo per arrivarci senza dover passare davanti alla signora grassa, muoviamoci!” la interruppe il ragazzo.
Claire si chiese quale fosse il cunicolo di cui George stesse parlando e di come facesse a sapere della sua esistenza, dal momento in cui l'unico accesso consentito ai dormitori fosse attraverso i quadri; ma dopotutto, poco importava.
I due si incamminarono verso l'uscita e Fred da lontano fece una risatina al fratello. George scosse la testa trattenendo una risata e si incamminò.
Il mago dai capelli rossi la condusse in un corridoio che Claire non aveva mai percorso. Era pieno di polvere e di ragni; istintivamente le uscì una smorfia.
“Che c'è, Ritcher? Paura di qualche ragnetto?”
“No scherzi, amo i ragni! Se potessi ne adotterei cinque e gli farei i grattini su quelle graziose otto zampette pelose che si ritrovano!” era ovviamente ironica.
George voltò il capo verso di lei ridendo per poi continuare a farle da Cicerone nei corridoi fino a quando salirono delle scale dai gradini cigolanti e arrivarono davanti ad una porticina sbarrata. “Ta-daa!” George agitò la bacchetta e la porta si aprì. Quel percorso segreto li aveva portati nella sala comune dei Grifondoro. La porta era nascosta da una credenza che il giovane mago spostò con un incantesimo. “Ora potrai venirci a fare gli scherzi mentre dormiamo” concluse ironico. “Effettivamente era una mia priorità” disse Claire facendosi uscire una pernacchia al posto di quella che sarebbe dovuta essere una risatina.
George salì i primi gradini che conducevano ai dormitori ma poi si accorse che la Ritcher non lo stava seguendo. “Allora, vieni o no?” le disse.
“Oh, si.” rispose Claire sentendosi stranamente in imbarazzo e preoccupata allo stesso tempo. Dopotutto essere sorpresa da qualcuno, mentre si trovava nella camera di un ragazzo di un'altra casa sarebbe stato decisamente sconveniente.
La strega si allentò il cravattino verde e argento dal collo e seguì Weasley.
Giunti nel dormitorio dei ragazzi Claire fece l'indifferente cercando di coprire il suo imbarazzo, ma si sforzò a tal punto che questo sembrò ancora più evidente agli occhi di George che di rimando si sentì anche lui in soggezione.
Il mago si chinò per allungare le mani sotto al suo letto e tirò fuori un baule marrone per poi frugarci dentro, rimanendo inginocchiato. Uno scorcio di pelle della schiena, chinandosi rimase scoperta e quando Claire ci fece caso arrossì immediatamente e fece tre passi indietro guardando goffamente altrove.
“Carino qui!” iniziò Claire a farneticare totalmente a caso.
“Avete una bella vista!” si schiarì la voce e con una mano si allargò nuovamente, ma questa volta a dismisura il nodo della cravatta.
Stava sudando. Non era mai stata sola in camera con un ragazzo.
“E che tende.... graziose.” nemmeno le aveva viste.
“Che?!” chiese George.
“Cosa?” rispose Claire evitando il contatto visivo.
“Ti piacciono... le tende...?”
“Si, bhè, sono....” Claire non seppe nemmeno più cosa aggiungere quindi tacque. Ad un tratto, George esultò alzando il libro come se fosse un trofeo: “L'antico manufatto è stato ritrovato!”
Il giovane mago sventolò il libro di Guida e Cura delle Creature Magiche di fronte al naso della Ritcher e glielo posò tra le mani.
“Grazie mille, George! Giuro che ne avrò la massima cura e te lo restituirò non appena lo avrò finito!” esordì la ragazza dai capelli castani giocando con la punta della sua gravatta.
“Tranquilla, non c'è fretta” rispose George.
“Che dici... torniamo di sott-” ad un tratto Claire si interruppe udendo dei rumori provenienti dall'entrata principale della sala comune: era una voce maschile.
“Oh cazzo!” esordì Claire senza badare minimamente al linguaggio.
George sussultò.
“E adesso?” fece Claire presa dal panico.
George si accorse che qualcuno stava per salire le scale e istintivamente con voce concitata ma comunque bassa disse: “Infilati sotto il letto!”
“Cosa?”
“Per l'amor di Dio, Ritcher! Sotto al letto!”
“Cazzocazzocazzocazzocazzo” continuò la giovane strega esordendo con un linguaggio decisamente poco aulico.
Claire sgusciò sotto al letto appena in tempo quando un giovane Grifondoro entrò nella stanza. “Hey George, fra poco abbiamo gli allenamenti di Quidditch. Ti aspettiamo tutti di sotto.” disse.
“Hey, amico! Si si, tra un attimo scendo!” rispose George dando le spalle al proprio letto.
Il ragazzo dai capelli corvini però non sembrò voler scendere: “Che giornata oggi... pensavo che la lezione di Pozioni non finisse più...” il ragazzo si sedette sopra il letto bruscamente e George fece una smorfia a denti stretti sbattendosi una mano sulla fronte.
Claire mugugnò.
“Che c'è?” chiese il compagno di squadra.
“No, nulla!” si riprese George “Solo che stavo pensando che ho dimenticato di portare la biancheria nella lavanderia comune giù di sotto, quindi magari aspettatemi già in campo!” concluse arrossendo.
Claire pensò che avesse un naso carino, ma poi si chiese cosa diavolo le venisse in mente proprio in quel momento.
“Va bene George...” il ragazzo si alzò. “...a più tardi!” concluse scendendo le scale del dormitorio per poi uscire dalla sala comune.
Dopo pochi istanti George si chinò ai piedi del suo letto e sussurrò alla strega: “Via libera!” Claire sgusciò da sotto al letto e si tirò su sistemandosi la divisa stropicciata. “Per un pelo, cazzo...”
“Buongiorno, fiocco di neve!” le fece George ironizzando sul suo linguaggio.
Claire strinse i denti e iniziò a gesticolare come per giustificarsi, ma poi George rise e l'imbarazzo passò. “Dunque, devo cambiarmi per gli allenamenti di Quidditch quindi magari puoi tornare da sola... Ricordi la strada no?” le chiese il mago dai capelli rossi. “Certo, certo!” fece Claire.
“Grazie ancora per il libro, eh! C-ci becchiamo in giro...!” George le fece un lieve sorriso e Claire tornò nella propria sala comune dai suoi amici.
Si prospettava un anno interessante.
 

 

 

Angolo scrittrice:
Cari lettori,
Innanzitutto volevo ringraziarvi, perché se siete arrivati fin qui vuol dire che avete avuto voglia di leggere la mia storia e questo mi riempie il cuore di gioia.
E' da diverso tempo che non scrivevo ma ho pensato che questo lungo e duro periodo di quarantena dovesse essere da me impiegato a fare ciò che amo di più: raccontare storie.
Ho deciso di scrivere questa dopo aver riflettuto a lungo sul finale che l'autrice dei romanzi di Harry Potter avesse dato a George Weasley. Onestamente non ho mai accettato il suo destino infelice dopo la morte del suo amato fratello gemello Fred, quindi ho pensato: non è giusto che Georgie, conclusa la saga non possa più essere essere realmente felice... e poi non è nemmeno giusto che lui non possa più essere in grado di generare un Incanto Patronus (poichè tutti i suoi ricordi felici fossero legati a Fred).
Anche George dopo tutta quella sofferenza merita di avere una chance di vivere felice.
Ecco perchè ho deciso di regalargli questa storia.
Grazie ancora a tutti/e! Ci vediamo molto presto con il prossimo capitolo, già in stesura.


Wall Hellsong
(Claire Maddox per chi mi conosce già...)

 


 
  
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