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Autore: Nihal07    28/03/2020    0 recensioni
Sakura cercò di non darsi per vinta e presa da uno slancio di speranza o chissà cos’altro decise di eliminare la distanza che li separava. Era come se Kakashi stesse sprofondando nel buio e lei fosse l’unica a poterlo raggiungere. Bella responsabilità. “Kakashi, tu non…”
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Sakura Haruno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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La svolta
 
Lasciò cadere pesantemente la borsa con all'interno la sua roba e decise di farsi una doccia. Rimase per un attimo sotto l'acqua che cadendo gli bagnava il corpo e chiuse gli occhi, trattenendo il respiro. Aveva rischiato di morire, di nuovo. Ma questa volta, era stato diverso: ricordava la disperazione, era come se qualcosa lo stesse logorando da dentro e lui, incapace di urlare, poteva soltanto correre, al buio, senza una direzione precisa. Poi aprì gli occhi e riprese fiato. Era finita, stavolta per davvero.
Uscì dalla doccia, si sistemò e si mise i pantaloni rimanendo a petto nudo e senza maschera davanti allo specchio. Poteva vedere le ferite che quello scontro gli aveva lasciato, le quali probabilmente sarebbero andate ad unirsi con tutte le altre diventando segni più o meno visibili. Decise che sarebbe andato a dormire e probabilmente il giorno dopo si sarebbe svegliato tardi. In camera diede uno sguardo alla foto di Rin: "A quanto pare non è ancora il momento...", disse a voce bassa. Nascose la foto, girando il portafoto dalla parte opposta per non vederla. Guardò l'orologio, erano le 22.00. Sentì per un attimo il vento accarezzargli la schiena e si girò verso la finestra: era aperta. La chiuse e annusò per un attimo l'aria.
"Quando imparerai ad avvisare prima di entrare nelle case altrui?"
La donna si avvicinò a lui e appoggiò le sue mani e le sue labbra sulla schiena dell'uomo: "Da quando ti importa così tanto?"
Da ora. Da quando questa storia era iniziata, da quando Asuma era quasi morto per colpa sua, da quando quella cosa gli era entrata dentro e l'aveva portato alla pazzia. Si girò verso di lei e la guardò come non aveva mai fatto prima d'ora, con risentimento e sofferenza: "Da quando stavo per morire e tu non ti sei nemmeno azzardata a mettere piede nella mia stanza d'ospedale."
Anko non distolse lo sguardo e sbuffò: "Sapevo ce l'avresti fatta, di certo non era di me che avevi bisogno."
Kakashi si sedette sul bordo del letto e si portò una mano alla fronte, come chi è stanco dopo una lunga giornata: "Certo, tu sai sempre tutto."
"Non so tutto. Ma c'è una cosa di cui sono consapevole e della quale dovresti esserlo anche tu. Abbiamo iniziato questa cosa in due e io non ti ho promesso nulla. Non stiamo insieme."
"Già, se stessimo insieme faresti come minimo lo sforzo di fermarti la mattina dopo..."
Anko alzò gli occhi al cielo: "Non sono fatta per queste cose Kakashi." Si avvicinò a lui e si mise a cavalcioni sulle sue gambe spingendolo all'indietro: "Io faccio del sesso con te e mi piace. Tutto qui." Gli baciò per un attimo il collo. "Se decidessi di giocare con me e allo stesso tempo, avere un'altra, non me la prenderei particolarmente".
A Kakashi, Anko piaceva. Pure in quel momento con lei sopra di lui, era difficile, nonostante fosse arrabbiato, rifiutarla. Le abbassò la spallina della canottiera che indossava ma subito intravide dei segni che non aveva lasciato lui. "Spostati Anko, questo non vale per me..."
La donna si fermò e lo guardò per un attimo. "Ce l'hai con me perchè non ti ho chiesto il permesso?" Lo disse con fare malizioso e Kakashi si infastidì ancora di più. 
"Sei stata molto veloce a trovare un sostituto in questo periodo, ma io non sono famoso per condividere le mie cose. Perciò fammi un favore e sparisci."
Anko sbuffò di nuovo e si alzo, sistemandosi i capelli e i vestiti. "Se hai bisogno di una relazione appagante, credo che la tua amica dai capelli rosa possa darti una mano".
Per un attimo l'uomo ricordò cosa era successo il giorno prima  e fulminò la donna con lo sguardo. "Non provare a darmi consigli in fatto di relazioni Anko."
"Dico solo che sembra ci tenga. Passare in un laboratorio giornate intere per trovare un antidoto ai tuoi problemi non è cosa da tutti."
Kakashi non lo sapeva, poteva immaginarlo ma non voleva averne la certezza. Ricordò la sua reazione alla confessione di Sakura e la trovò ancora più inadeguata dopo tutto quello che lei aveva fatto per lui.
"Come lo sai?"
"Ultimamente ho passato molto tempo in ospedale... Sakura ha dei colleghi davvero adorabili." Anko capì di aver raggiunto il limite e sorrise. Il sorriso di un serpente pronto ad attaccarti alle spalle. E prima che Kakashi potesse sputarle addosso tutto il suo rancore, lei sparì in una nuvoletta di fumo, lasciando l'uomo solo con se stesso.
Ora, una persona saggia avrebbe iniziato con il definire e rileggere le sue emozioni e i suoi pensieri. Kakashi prese una bottiglia di sakè dalla credenza.

Qualcuno bussò energicamente alla porta di Kakashi e i colpi rimbombarono nella mente dell'uomo provocandogli delle fitte terribili. Decise di andare ad aprire la porta sperando di non ritrovarsi davanti una donna. Rimase altrettanto stupito di vedere davanti a lui Asuma. Il moro rise tra sè e sè: "Sembra tu abbia appena visto un fantasma Kakashi. Oserei aggiungere che hai un aspetto terribile."
L'Hatake abbassò lo sguardo: "Mi dispiace Asuma... Non volevo farti del male."
Asuma entrò senza chiedere permesso e sorrise: "Possiamo parlare?"
Kakashi si ridestò un attimo e annuì, invitando il suo amico a sedersi. "Non ho nulla da offrirti, come ben immagini non ho potuto fare la spesa ultimamente."
"Non importa, siediti per favore."
Kakashi continuava a volgere lo sguardo da altre parti, si sentiva tremendamente in colpa. 
Asuma iniziò a parlare: "Non vorrei spendere troppe parole sul primo argomento. è stato un incidente, quello che è successo non è colpa tua."
"Credo di averlo sentito fin troppe volte durante la mia vita. Inizio a pensare che non sia più così."
Il moro rimase un attimo in silenzio, poi riprese: "Cosa ti succede Kakashi?"
Kakashi alzò le spalle in segno di disinteresse. "Ultimamente faccio fatica a gestire l'ambito relazionale."
"Il fatto di avermi quasi fatto fuori ti obbliga a continuare". L'uomo rise sonoramente.
"Ecco..." Esitò per un attimo, imbarazzato. "Con Anko è... finita."
"Speravo di sentirtelo dire un giorno. Non era quello di cui avevi bisogno."
Kakashi si infastidì e per un attimo alzò la voce. "è tempo che qualcuno mi dica con certezza di cosa ho bisogno, perchè sembra che io non riesca a capirlo." Si alzò dal tavolo e iniziò a camminare intorno a se se stesso in modo irrequieto. "Sapevo che per lei non ci sarebbe stato un dopo, eppure ci sono cascato, di nuovo. Ed è assurdo che io sprechi il mio tempo a pensare a come sarebbe potuta andare se solo..." Il jonin si fermò e fece una lunga pausa. "Ogni giorno della mia vita muoio dentro Asuma."
L'uomo abbassò lo sguardo. "Manca a tutti Kakashi."
L'Hatake fece no con la testa: "Alla mancanza ci sono abituato Asuma. Non è questo." Si guardò la mano destra e chiuse gli occhi. "è qualcosa di più... E mi spaventa vedere come per un attimo sia riuscito a dimenticarmene in quell'ora di sesso con Anko o... Quando quella cosa si è impadronita della mia mente. Speravo potesse funzionare Asuma. Non so perchè ma pensavo che con Anko potesse essere diverso..." Kakashi si risedette, più calmo ma anche più sofferente. "E come se non bastasse, Sakura è uscita di senno e io non so come gestire la cosa dato che non so nemmeno gestire me stesso." Poi alzò lo sguardo verso Asuma: "Ma credo tu sappia già la storia".
Il jonin sorrise: "Ino è un libro aperto... Fin troppo... Però vorrei tu ci pensassi bene Kakashi. Potrebbe essere un'opportunità da cogliere."
Kakashi lo guardò: "Non posso, è tutto troppo sbagliato."
Asuma sospirò: "Devi iniziare a perdonarti, se non lo farai ora, non ci riuscirai di certo andando avanti con l'età." Fece una pausa e vedendo che Kakashi non aggiungeva altro, decise di parlargli della festa che avrebbe dato la sera del giorno dopo. "Ascolta Kakashi, so cosa può farti bene. Ino ha insistito per dare una sorta di cena domani sera, per festeggiare... Bhè... Il nostro ritorno e la nostra guarigione. In nome della nostra amicizia, non puoi mollarmi e farmi portare questo peso da solo."
Kakashi alzò un sopracciglio in segno di disappunto: "Sai che queste cose non fanno per me. Non sono il tipo..."
Asuma si alzò di colpo dal tavolo e sbattè i pugni in modo dinamico e determinato. "Hai rinunciato alla possibilità di scelta dal momento in cui ho messo piede dentro casa tua." 
  
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