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Autore: Ahimadala    29/03/2020    0 recensioni
Ricomincia un nuovo anno ad Hogwarts: il sesto anno.
Ma per Draco Malfoy non sarà un anno come gli altri: in una sola estate le sue certezze sono state stravolte e iniziano a crollare una dopo l'altra.
Un compito dal Signore Oscuro ed un unico obiettivo: sopravvivere e far sopravvivere la sua famiglia.
Tra tutti i problemi che appannavano la sua idea di futuro, l'amore per una mezzosangue era l'ultima cosa che si sarebbe aspettato.
Dal testo:
La osservò mentre le sue dita percorsero il profilo di quel marchio. Era strano. Un tocco così delicato su quel segno così oscuro. Si sentiva in qualche modo guarito.
Lei aveva questo effetto su di lui.
"Perchè vuoi farlo? Perchè vuoi mettere in pericolo la tua vita per aiutare me?"chiese.
"La mia vita è già in pericolo" affermò decisa, continuando a fissare il suo avambraccio.
"Solo per questo?"
[...]
"Lascia che io ti aiuti" furono le parole di Hermione, sussurate sul bordo delle sue labbra.
"Ad una condizione" rispose lui. Non aveva scampo, era debole di fronte a lei.
Le sue resistenze crollavano, la sua volontà vacillava, la sua ragione e il suo buon senso si dissolvevano.
"Devi permetterti di proteggerti"
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Lavanda/Ron
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Triangolo | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da VI libro alternativo
Capitoli:
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"Hermione...Malfoy? è per lui che mi hai rifiutato?" il rosso fissava inerme quella che era la sua migliore amica, mentre Malfoy, nonostante la rigidezza di Hermione, avvolgeva le  proprie braccia possessivamente intorno alla sua vita.

 

Draco restava in silenzio, non aveva nulla da spiegare a Weasley. Il rosso d'altro canto sembrava rivolgersi solo ad Hermione. 

 

"Quello che poteva esserci tra di noi Ron è finito quando tu ti sei messo con Lavanda" rispose duramente lei. 

 

"Ma Herm...è Malfoy, hai dimenticato tutto quello che ha fatto? " il rosso aveva adesso alzato la voce, per fortuna intorno non vi era nessuno. "Lui ti odia, sai cosa pensa di quelle come te.."

 

Draco aveva capito dove Ron voleva arrivare con il suo discorso. Si irrigidì immediatamente. Sentì un brivido percorrergli la schiena, la sue mani elettrizzarsi mentre stringeva i pugni. Sebbene non avesse con se la bacchetta, in quel momento sentì che gli sarebbe bastato un battito di ciglia per schiantare Weasley sulla sponda opposta del lago. 

 

Ron si fermò per guardare in cagnesco il serpeverde, poi continuò a parlare rivolto alla sua amica. 

 

"Ti sta solo usando Hermione, per lui sarai sempre e solo una sporca mezzosangue." sputò quelle parole con un tono che a lui non si addiceva, che lei non gli aveva mai visto. 

 

Hermione sentì i propri occhi riempirsi di lacrime, nonostante si sforzasse con tutte le sue forze di trattenerle. A quella vista Draco si fece avanti. 

 

"Tu non sai niente, Weasley" urlò contro il rosso, facendo un passo verso di lui e tirando Hermione indietro in modo protettivo, come a farle da scudo. 

 

Il grifondoro forzò una risata.

"Cos'è Malfoy? Una stupida sfida tra serpi, prendersi gioco delle ragazze grifondoro?" disse, ripensando  a sua sorella e a come si era lanciata su Blaise, al fatto che avesse lasciato Harry. 

 

Draco si sforzava di restare in silenzio: non per Weasley, non per chissà quale principio di pace, non per evitare guai.

 

Per lei. 

 

Ron prese il suo silenzio come l'occasione per parlare ancora.

Si fece avanti, intenzionato a scavalcare il serpeverde e trovarsi faccia a faccia con lei. 

Draco glielo impedì : allungò un braccio, tagliando la strada al rosso, mentre con l'altra mano stringeva quella di Hermione. 

 

Ron smise di avanzare, ma continuò con ciò che doveva dire. 

 

"Hermione, non puoi crederci davvero" disse infine. 

 

"A cosa, Ron?" chiese lei, con la voce rotta e gli occhi lucidi. La sua gola bruciava. Perché faceva così male? 

 

Ron prese fiato. Era furioso, il sangue gli ribolliva nelle vene e  pulsava con un intensità tale da fargli credere che stessero per scoppiare. 

 

Fu un attimo. 

 

Urlò. 

 

"Alla storiella che Malfoy possa seriamente volere una mezzosangue". 

 

Sputò quelle parole come fossero veleno, ma nel momento stesso in cui lasciarono la sua bocca capì il suo errore. 

Seppe quasi immediatamente di aver sbagliato. 

 

La lacrima clandestina che attraversò la guancia della grifona non fece altro che dargliene la conferma. 

 

Si sentì immediatamente mortificato, colpevole, sporco. 

 

Vide i suoi occhi lucidi. Voleva farsi avanti, chiedere scusa. 

Non ne ebbe il tempo. 

Sentì i suoi piedi perdere il contatto con il terreno sottostante e la sua schiena schiantarsi violentemente contro qualcosa di duro un attimo dopo. 

 

Draco d'altro canto era rimasto immobile, a bocca aperta. Quelle parole avevano ferito anche lui, gli avevano fatto provare vergogna. 

 

Si voltò verso Hermione, spaventato dall'idea che potesse anche solo per un secondo credere che quella fosse la verità. 

 

La vide, meravigliosa come sempre, asciugarsi con una mano una lacrima dal volto, mentre con l'altra afferrava la bacchetta e la puntava contro il petto del grifondoro. 

Era ancora più bella così, con le guance arrossate e gli occhi infuocati. 

 

Voleva essere come lei. Lui era rimasto paralizzato dalle parole del rosso, inerme.

Lei no, lei aveva saputo reagire.

 

"Stupeficium" fu l'incantesimo che lasciò la sua bacchetta. 

 

Ron andò a schiantarsi contro il tronco di un albero. 

 

Inaspettatamente il professor Piton apparve immediatamente sulla scena. 

 

Fece finta di dover porre rimedio ad un litigio tra studenti e si parò davanti alla giovane coppia. Li squadrò per un momento. 

 

"Signorina Granger, dovrei toglierle dei punti per questo. Credo che lei sappia bene che è proibito lanciare incantesimi contro uno studente". 

Dopodiché si voltò, ad osservare il rosso ancora incosciente per terra. 

 

"La aspetto nel mio ufficio" disse alla ragazza, allontanandosi poi per soccorrere il grifondoro. 

 

Hermione restò immobile, metabolizzando ciò che era successo. Il cuore le batteva all'impazzata e percepiva l'adrenalina ancora in circolo nelle sue vene. 

 

Aveva schiantato il suo migliore amico. Ma cosa le stava succedendo? 

Non era più in sé. 

Ma Ron? Anche lui era strano. Più aggressivo, più arrabbiato. 

 

Draco la afferrò per un braccio trascinandola via, mentre in lontananza altri studenti iniziavano ad accorrere sul luogo. 

 

La portò in un angolo appartato, lontano dagli occhi della folla. 

 

La fece appoggiare, non troppo delicatamente, contro una delle imponenti colonne di Hogwarts e le si parò davanti prepotentemente. 

 

"Guardami" le disse, desideroso di incastrare i propri occhi con i suoi. 

 

Quando il suo disederio fu esaudito prese un lungo respiro e continuò con ciò che aveva da dire. 

 

"Non crederci neanche per un secondo, Hermione". 

 

La ragazza restò in silenzio, ma lui percepì, nel leggero movimento delle sue spalle, che quelle parole le fecero tirare un sospiro di sollievo. 

La abbracciò, sentendo la tensione dei suoi muscoli allentarsi a quel tocco. 

 

"Adesso Ron lo sa" busbigliò lei sulla sua spalla. 

 

"È un problema per te?" chiese il biondo, incrociando di nuovo i suoi occhi. 

 

"Credevo che lo fosse per te" mormorò lei. 

 

Draco rise. 

"Non lo è. Ero tentato di dirglielo io stesso". Poi sospirò. 

 

"In ogni caso, l'avrei volontieri schiantato io al posto tuo". 

 

Hermione sorrise, finalmente, e Draco si sentì sollevato a quella visione.

 

 Qualcosa dentro di lui lo angosciava: la verità che avrebbe dovuto confessarle presto. 

 

"Già, adesso mi toccherà la punizione di Piton" rispose lei. "Sarà meglio che vada". 

 

"Aspetta" disse lui afferrandola per un braccio. "Sei stata fantastica, non dispiacerti troppo". 

 

La grifondoro alzò gli occhi al cielo, mordendosi il labbro inferiore per trattenere un sorriso. 

 

Poi Draco parlò nuovamente. "Ci vediamo, stasera?" 

 

"Si, certo" rispose lei, allontanandosi. 

 

Camminava svelta verso l'ufficio del professor Piton. Non temeva la punizione, ma il senso di colpa per aver colpito il suo amico iniziava a farsi strada dentro di lei.

Tuttavia si sforzò di vedere il lato positivo. Era certa che nell'ufficio del professore ci fosse qualche indizio sugli horcrux, un manuale di magia oscura o qualcosa del genere. Era una buona occasione per dare un'occhiata alla sua libreria privata senza destar troppi sospetti. 

 

***

 

Ron fu portato in infermeria, nonostante sostenesse di non star male. 

 

Mentre il rosso entrava per un controllo "da protocollo" da parte di madama Chips, il serpeverde Zabini veniva dimesso.

 

Vide sua sorella, insieme a lui.

 

Ginny scattò immediatamente accorgendosi della presenza di suo fratello, ma era troppo tardi.

 

"Ti raggiungo dopo" mormorò a Blaise, per poi avvicinarsi al fratello.

 

"Ron, cosa ci fai qui? Ti è successo qualcosa?" chiese preoccupata.

 

"Sto bene, Ginny, preferisco non parlarne" sbuffò il rosso frustrato. 

Poi guardò sua sorella negli occhi. 

"Zabini? Davvero?" 

 

 

"Ron... Posso spiegarti" iniziò a giustificarsi lei. 

 

"Quando è cominciato tutto?" domandò Ron a voce alta. 

"Harry che per poco non uccide Zabini, tu e lui, Hermione e Malfoy" 

 

Al suono degli ultimi due nomi, Ginny sobbalzò un momento. Lui se ne accorse. 

 

"Tu lo sapevi?" 

Non attese una risposta, non ne aveva bisogno. 

"Ho voglia di restare da solo" esclamò duramente. 

 

"Ron..." 

 

"Non adesso Ginny, per favore" esclamò sofferente. 

 

***

 

Harry era determinato a fare di testa sua, come d'altronde aveva sempre fatto. 

Non era tipo da fare ricerche sui libri lui. 

Avrebbe scoperto la verità sugli  horcrux dalla stessa persona che aveva informato Voldemort stesso: il professor Lumacorno. 

 

Bussò alla porta del suo ufficio. 

 

"Chi è?" esclamò il professore dal lato opposto della stanza, seduto a leggere un libro, mentre con un rapido movimento di bacchetta apriva la porta. 

 

"Oh Harry" esclamò, mettendo da parte il libro. "Cosa ti porta qui?" 

 

"Lo sappiamo entrambi professore" rispose duramente il ragazzo, avvicinandosi a lui. 

 

Lumacorno, pur essendo un uomo di grande intelligenza, non brilla per coraggio o audacia. Si alzò in piedi, percorrendo il profilo della stanza, desideroso di allontanarsi dal giovane, di non incontrare i suoi occhi. 

 

"Harry, non posso. Lui verrà a cercarmi" 

 

"Lui verrà a cercare tutti noi. Me per primo" esclamò il ragazzo, avvicinandosi di nuovo in modo da guardare l'uomo negli occhi. 

 

"Io posso sconfiggerlo, ma ho bisogno del suo aiuto. 

Se non vuole farlo per me, lo faccia per mia madre. 

Per Lily"

 

A sentir nominare il nome della donna le difese dell'uomo vacillarono. Voleva bene a quella ragazza, si era affezionato a lei durante la sua carriera come professore, ed aveva sofferto alla notizia della sua morte.

 

Il professore si sedette, invitando con un gesto della mano il ragazzo a sedersi di fronte a lui. Prese un profondo respiro, impugnando con la mano tremante una bottiglia di whiskey incendiario e versandosi un bicchiere. 

 

Mandò giù un grosso sorso, poi parlò. 

 

"È magia molto oscura, figliolo. 

E molto potente.

Per creare un horcrux devi spezzare l'anima, ancorando una parte di essa ad un oggetto. In questo modo, essa sopravvive alla morte del corpo".

 

Harry deglutì. "E come si spezza un'anima, professore?" 

 

"Con l'omicidio". 

 

   
 
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