Libri > Harry Potter
Segui la storia  |      
Autore: strawberrymilk    29/03/2020    1 recensioni
Demelza Robins è una strega nata babbana e, per tale ragione, durante la Seconda Guerra Magica è stata costretta a nascondersi e vivere nel terrore di essere massacrata insieme alla sua famiglia.
La sconfitta di Voldemort aveva messo fine al regno del terrore e tutti ripresero la propria vita di sempre, ma non tutto il male era stato estirpato. Qualcuno era lì per loro, era lì per Demelza, pronto a compiere un'ultima vendetta personale.
Genere: Avventura, Fantasy, Mistero | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Demelza Robins
Note: Lime, Otherverse | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
PROLOGO - INVERNESS
 
Era circondata dalla nebbia e riusciva a sentire il freddo pungente penetrare la sua carne per entrarle dentro, fino alle ossa. Non vedeva nulla, nella maniera più assoluta, solo la nebbia. Era come se oltre ad essa non esistesse altro.  
“Dove mi trovo?” si chiese Dem preoccupata, senza però esprimere ad alta voce il proprio dubbio.
 Aveva il timore infatti, che se avesse parlato qualcuno l’avrebbe trovata. Perché la stavano cercando, certo che la stavano cercando. Ceravano tutti quelli come lei e, quando li trovavano, non tornavano più.
Aveva visto troppe di quelle orribili scene quando era ancora a Glasgow, prima che tutto cambiasse. Prima che la sua vita venisse stravolta una volta per tutte.
Il mondo non era più un posto sicuro da quando Colui Che Non Deve Essere Nominato era tonato e quelli come lei erano stati presi di mira, arrestati, torturati, alcune volte anche uccisi. Mosche, insignificanti mosche erano diventati e così come insetti, dovevano essere eliminati.
Il mondo non era più un posto sicuro per lei, così come non era sicuro per i suoi genitori Babbani, che avevano compiuto l’aberrante azione di mettere al mondo una strega.
La famiglia Robins era stata messa in allarme, preparata e istruita per fronteggiare il peggio e così, quando venne il momento, andarono via. Si lasciarono alle spalle Glasgow e la loro vita per nascondersi, darsi alla fuga, al fine di proteggere la loro unica figlia e se stessi.
Non fu facile per loro così come fu ancora meno facile per la ragazza, adattarsi ad una nuova vita, ad una nuova identità, nell’ombra.
Aveva tagliato i suoi lunghi capelli rossi e li aveva tinti di nero, un colore così innaturale sulla sua pelle diafana e lentigginosa. Sua madre riuscì a procurarle anche un paio di occhiali da vista finti, in modo tale da renderla meno riconoscibile se qualcuno fosse venuto a cercarla.
Con la sua famiglia si era creata una nuova vita senza magia, lontana da tutti i suoi affetti e da ciò che conosceva. Si erano mimetizzati in una nuova città, nascondendosi all’interno della loro abitazione, uscendo solamente quando era proprio necessario.
La loro casa era stata celata a chiunque non fosse un membro della famiglia ma non era sicuro nemmeno in quel modo. Dovevano stare attenti perché, quelli che li ceravano, avevano innumerevoli mezzi per stanare quelli come loro.
Demelza, a causa delle sue orgini, era abituata a vivere senza magia e infatti non fu quell’aspetto della sua quotidianità a farla soffrire maggiormente, quanto piuttosto l’essere completamente isolata dal resto del mondo.
Non poteva sentire nessuno dei suoi amici, Babbani e non. Nessuno al mondo avrebbe dovuto sapere dove si trovavano e mantenere i contatti con la loro vecchia vita sarebbe stata la prima cosa che li avrebbe messi allo scoperto, in pericolo, e quello non potevano permetterselo.
Nella peggiore delle ipotesi non sarebbe stata in grado di proteggere se stessa, né tanto meno la propria famiglia, da quello che sarebbe giunto per loro.
Dem riusciva ogni tanto a reperire qualche vecchia copia della Gazzetta del Profeta e, quando i suoi genitori non potevano sentirla, a sintonizzarsi sul bollettino quotidiano dei caduti. Era terrificante ascoltare quegli elenchi ma era anche rassicurante quando, alla fine, non riconosceva nessun nome. Quelli che amava, anche se lontani, erano salvi e questo per lei era più importante di qualunque altra cosa.

Nella nebbia qualcosa si mosse, un’ombra in lontananza, lenta, ma perfettamente percettibile ai suoi occhi.
Le si raggelò il sangue nelle vene e fece qualche passo all’indietro, tenendo gli occhi ben fermi sul punto che aveva visto in lontananza. C’era qualcosa che si muoveva nella nebbia e stava avanzando lentamente verso di lei.
Demelza non ci pensò su due volte e cominciò a correre senza più guardarsi indietro.
Correva, correva a perdifiato ma sentiva quella presenza proprio alle sue spalle, capace di saltarle addosso soltanto se lei avesse abbassato la guardia e rallentato lievemente il passo. Poi la sentì, quella voce.
-Demelza…- sussurrò. E la ragazza smise di respirare per qualche istante.
Era lì per lei, per portarla via. Terrorizzata aumentò ancora la velocità con il cuore che le esplodeva nel petto, intenta a scappare via da lì.
Ma era troppo tardi: sentì una mano poggiarsi contro la sua spalla sinistra, un’orribile mano con lunghi artigli ricoperti di sangue. Gli artigli premevano contro la sua carne e rivoli di sangue scivolavano dalla sua spalla.
Poi, Demelza Robins aprì gli occhi.

Si svegliò di soprassalto e subito si mise a sedere sul letto, ansimando. Sudata e spaventata, tastò con una mano il comodino alla ricerca della sua becchetta magica. Non la usava da parecchio tempo ma la teneva sempre al suo fianco, a portata di mano, per garantirle una falsa sensazione di sicurezza.
La camera era buia e silenziosa ma qualcosa non andava, si sentiva osservata. Era come se un paio di occhi celati la stessero osservando dai piedi del suo letto, pronti ad attaccarla alla sua prima mossa. Residui del sogno terrificante che aveva appena fatto, pensò lei scacciando via la brutta immagine dalla sua mente. Ma quella strana sensazione non andava via.
La ragazza fu sul punto di allungare la mano e accendere la luce quando, fuori dalla sua finestra, esplose qualcosa. Spaventata, corse a scostare le tende: il cielo del mattino si stava riempiendo di quelli che le sembravano fuochi d’artificio di ogni colore e dimensione, rumorosi e meravigliosi. Demelza non riusciva a comprendere…cosa stava succedendo? Era uno strano orario per far esplodere nel cielo i fuochi d’artificio.
In quell’attimo di distrazione, la porta della sua camera si spalancò e Demelza poté vedere nitidamente una figura incappucciata che scappava via.  
Allora c’era davvero qualcuno.
Senza pensarci due volte la ragazza balzò giù dal letto e, ancora scalza e con la bacchetta in pugno, si mise all’inseguimento dell’intruso. Adesso ne aveva la certezza, c’era qualcuno in casa sua e stava cercando di scappare.
La porta d’ingresso era spalancata, corse fuori ma era ormai troppo tardi: la figura oscura si era dileguata tra le vie ancora vuote di Inverness senza lasciare alcuna traccia.  Chiunque fosse, se ne era andato.
Perché c’era qualcuno in camera sua? E perché era fuggito proprio quando era distratta? Si trovò a pensare la ragazza. Sarebbe stato un momento propizio per attaccarla, se avesse voluto farlo.
Demelza, con la mente piena di pensieri, portò il volto ad osservare il cielo ancora illuminato da quegli strani fuochi colorati e subito dopo accadde un’altra stranezza: il cielo si riempì di gufi.
Fu uno spettacolo meraviglioso. Stormi di gufi sorvolarono Inverness alle prime luci del mattino, attorniati da fuochi d’artificio. Alcuni le passarono sopra la testa, diretti chissà dove, altri invece si fermarono ad imbucare delle lettere e lei non fu esclusa.  
Un meraviglioso allocco, infatti, lasciò cadere ai suoi piedi una lettera, per poi andarsi ad appollaiare sul ramo di un albero lì vicino a lei.
Si chinò a raccogliere la busta e se la rigirò tra le mani dubbiosa, e titubante. Recava il sigillo del Ministero della Magia e Demelza era terrorizzata. Significava forse che l’avevano rintracciata? Avrebbe subito un processo? L’avrebbero portata via?
Con mani tremanti ruppe il sigillo e lesse il contenuto della breve missiva, che conteneva una sola ed esaustiva frase.
“Voldemort è stato sconfitto”.
E così, per la terza volta da quando era nata, la sua vita cambiò di nuovo.
Poteva tornare a casa.
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: strawberrymilk