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Autore: Ghostclimber    30/03/2020    7 recensioni
L'inevitabile è accaduto.
Lui e lei si sono messi assieme.
Ma questo potrebbe aprire la strada per una tregua tra lui e l'altro.
Pairing: HanaHaru, HanaRu
Genere: Commedia, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Hanamichi Sakuragi, Haruko Akagi, Kaede Rukawa
Note: nessuna | Avvertimenti: Triangolo
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Ciaossu a tutti!

Rieccoci -non appena mi sono ricordata che era lunedì- con un nuovo capitolo.

Lo scorso capitolo ha fatto un boom di commenti davvero inaspettato, e ringrazio tutti voi che vi siete presi un momento per scrivermi due righe: avete allietato una settimana davvero pesante e piena di brutte notizie.

Andiamo al sodo: che fine avrà fatto Haruko? E chi lo sa! Per ora c'è una questione più pressante: che cosa deciderà il coach? I nostri stanno per ricevere una palata di guai? Lo scoprirete presto, e per la gioia di molti di voi Rukawa... spoiler!

Qualcuno di voi -una persona sicuramente- si accorgerà che i nomi del coach, del sorvegliante e di uno dei compagni di squadra sono scopiazzati: se li riconoscete, c'è una mia one shot nella sezione di Katekyo Hitman Reborn, se avete voglia fateci un salto.

Un'ultimissima cosa, poi la smetto di rompere e vi lascio al capitolo: per motivi che non vi sto a spiegare ho preso a detestare il mio nickname, quindi a breve sarà cambiato. Mi ritroverete sotto lo pseudonimo di GhostClimber o qualcosa del genere, ma sono sempre la solita vecchia Cathy.

Grazie a tutti di nuovo, e come sempre fatemi sapere che ci siete!

XOXO

 

 

 

 

 

Rukawa alzò una mano per salutare Mitsui, nella tiepida atmosfera di un'alba sonnacchiosa. Il sorvegliante, Sasagawa, che aveva assistito a tutta la scena, aveva deciso di chiudere un occhio sulla sua permanenza, e il ragazzo era rimasto a dormire, accampandosi alla bell'e meglio in camera di Rukawa e Sakuragi.

Sakuragi aveva passato la notte in bianco; Rukawa lo sapeva con certezza perché nemmeno lui era riuscito a chiudere occhio, e l'aveva sentito rigirarsi nel letto fin quando Sasagawa non aveva bussato alla loro porta per svegliarli e convocarli a colloquio con il coach. Rukawa avrebbe voluto infilarsi nel letto di Sakuragi e abbracciarlo per offrirgli un po' di conforto, ma alla fine non se l'era sentita: gli sarebbe sembrato di approfittare della situazione e non voleva mettere Sakuragi in una posizione ancora peggiore di quella attuale.

-Dirò al coach che è tutta colpa mia, e di non coinvolgere anche te.- bofonchiò Sakuragi, e Rukawa si voltò a guardarlo; ebbe una stretta al cuore nel vedere le borse scure sotto ai suoi occhi gonfi e rossi, e il pallore della sua pelle su cui spiccavano delle lentiggini che non aveva mai notato prima.

-Sakuragi.- chiamò il coach dall'ufficio, e il rosso entrò, spostandosi per evitare una collisione con Morishige, che usciva con le spalle curve e la testa bassa.

-Andrà tutto bene.- disse Sendoh, anche lui molto pallido, sedendosi di fianco a Rukawa.

-Nh.- ribatté lui. La rassicurazione di Sendoh sembrava più un tentativo di autoconvincimento che altro, e anche in quanto tale pareva parecchio debole.

Sakuragi sembrò restare nell'ufficio del coach per un secolo e mezzo, e quando uscì era chiaro che avesse pianto. Rukawa avrebbe voluto restare con lui per cercare di consolarlo, ma la voce del coach lo convocò subito dopo di lui; si limitò a sfiorargli un polso con il dorso di due dita, ed entrò chiedendosi come mai Sakuragi si fosse immobilizzato. Richiuse la porta e colse lo sguardo intenso del rosso su di sé, ma non seppe interpretarlo.

-Hibari sensei.- salutò Rukawa, rivolgendo al coach un lieve inchino.

-Rukawa, siediti.- lo invitò il coach. Quando Rukawa si fu accomodato, Hibari si appoggiò allo schienale della propria poltrona, una penna tra le dita, e disse: -Ho sentito la versione di Morishige e quella di Sakuragi. Vorrei conoscere anche il tuo punto di vista.

-Sakuragi è in un brutto momento con la sua ragazza. Ieri sera non riusciva a contattarla, e quando suo fratello ha detto di non sapere dove lei fosse abbiamo cominciato a preoccuparci che le fosse successo qualcosa o...- Rukawa si interruppe.

-O che fosse con un altro.- concluse per lui il coach Hibari. Rukawa chinò il capo e annuì, e il coach proseguì: -Alla fine è stata trovata?

-Sì, ma non ha voluto parlare con Sakuragi. Morishige deve aver sentito, e ha fatto allusioni al fatto che... sì, quel che ha detto lei prima, coach.

-La stessa cosa che hanno detto Sakuragi e Morishige.- disse il coach, annuendo, -E a quel punto, Sakuragi è scattato e ha messo le mani addosso a Morishige, dico bene?

-Sì, ma è stata una reazione d'impulso, Sakuragi è molto impulsivo, ma non è cattivo, e le garantisco che ci tiene molto a...- il coach Hibari alzò una mano per interromperlo: -Questo lascialo decidere a me. Che tu ci creda o no, Rukawa, non sono sceso ieri dalle montagne.- Rukawa tacque.

-Perché tu e gli altri siete intervenuti? Per dare man forte a Sakuragi dopo che Morishige è stato affiancato da Kawata e Yamamoto?

-No, coach. Volevo evitare che Sakuragi perdesse il controllo, ho cercato di tirarlo indietro. Sono certo che anche per Sendoh e Mitsui è la stessa cosa.

-Quanto a questo Mitsui...- cominciò il coach, lasciando la frase in sospeso per permettere a Rukawa di completarla, ma il ragazzo tacque. Non sapeva se e quanto riferire.

-Lo conosci da molto tempo?- chiese il coach, e Rukawa trattenne un sospiro di sollievo: -Da un anno e mezzo. Giocava con me e Sakuragi nello Shohoku, prima di diplomarsi a marzo.

-Cosa ci faceva qui?

-Era venuto a trovare Sendoh. Sono molto... amici.

-Stanno insieme?- chiese il coach a bruciapelo. Rukawa meditò se ammettere la questione, poi decise che sarebbe stato meglio aspettare di sapere cosa ne avrebbe pensato Sendoh. Rispose: -Questo aspetto della loro relazione non è rilevante riguardo all'incidente di ieri sera. So solo che hanno perso il senso del tempo, e credo che Mitsui avesse intenzione di andarsene il prima possibile, ma Sakuragi è rientrato in lacrime.

-Quindi, questo Mitsui era nella vostra stanza?- Rukawa impallidì e non trovò le parole per rispondere. Il coach lasciò che si dilatasse un silenzio angosciante, infine disse: -Immagino che si sia rifugiato da voi per non farsi vedere. Capisco che il primo istinto sia quello di nascondersi.- Rukawa boccheggiò, ma ancora una volta non seppe rispondere.

-Puoi andare, Rukawa, ti ringrazio.- il coach lo congedò con un gesto della mano, e Rukawa si alzò. Pensò di aggiungere qualcosa, una richiesta di clemenza, poi non trovò il coraggio di aprire bocca. Abbassò la maniglia e spinse la porta, mentre alle sue spalle il coach Hibari convocava Sendoh.

Alzò gli occhi in tempo per vedere il compagno del Ryonan che batteva una mano sulla spalla di Sakuragi, che si alzò.

-Ti ho aspettato.- disse a voce bassa, sottolineando l'ovvio.

-Gentile da parte tua.- rispose Rukawa.

-Andiamo in stanza? Ho parlato con Sasagawa-san, ci verrà a chiamare quando il coach avrà preso una decisione.

-Nh.- senza aggiungere un'altra parola, si avviarono fianco a fianco verso le scale. Nella hall, Rukawa chiese: -Hai fatto colazione?

-E chi ha fame?- ribatté Sakuragi, poi cominciò a salire le scale con passi lenti e strascicati. Rukawa lo guardò arrampicarsi faticosamente, e invece di seguirlo andò nella sala da pranzo. I resti della colazione a buffet non erano ancora stati ritirati, e Rukawa mise su un vassoio una pila di pancake, una ciotola colma di Nutella e un'altra con dello sciroppo d'acero, versò due tazze di tè e salì con cautela le scale.

Arrivato alla porta, si rese conto di avere le mani occupate e di non riuscire ad aprire; bussò con la punta del piede, e subito Sakuragi spalancò la porta: -Kaede, ma dov'eri... oh!

-Fammi passare, neanch'io ho fatto colazione.- Rukawa appoggiò le vettovaglie sulla scrivania appena in tempo per non farle cadere, di fianco ad un quaderno che Sakuragi si affrettò a chiudere e ritirare. Rukawa non fece domande: se Sakuragi teneva un diario, lui non aveva intenzione di invadere la sua privacy.

-Ma secondo te come facciamo a mangiare seduti in due su una sedia?- chiese Sakuragi, prendendo il vassoio, -Una chiappa a testa? A turno? Si mangia a letto, e niente storie.

-Mi stava cadendo, do'aho. Non so tu, ma i pancake li preferisco senza acari.

-Beh, in fondo sono proteine...- scherzò Sakuragi; posò il vassoio a terra e batté una mano sul futon accanto a sé. Rukawa prese le tazze e si accomodò al suo fianco, poi si accorse di un particolare: -Merda, non ho preso niente per spalmare la Nutella!

-Che c'è, la mamma non ti ha fatto le dita?- ribatté Sakuragi; prese un pancake, tuffò l'indice nella Nutella e ne spalmò una quantità esorbitante sulla frittella, poi la morse.

-Sei disgustoso.- disse Rukawa, guardando con ribrezzo la quantità di Nutella che scivolava fuori dal rotolino di pancake.

-Non fai cofa ti perdi...- gemette Sakuragi, poi puntò un dito verso la quantità di sciroppo d'acero con cui Rukawa aveva guarnito il proprio pancake: -E quello tu lo chiami pancake farcito?- gli prese il polso della mano con cui reggeva la frittella e la trasse a sé.

-Ehi!- protestò Rukawa, poi per poco non soffocò al tocco accidentale delle labbra di Sakuragi sulle dita mentre il rosso staccava un enorme morso di pancake.

-Vedi che avevo ragione?- mugugnò Sakuragi con la bocca piena, mentre Rukawa si affrettava a cacciarsi in bocca il resto del pancake fingendo di non essere concentrato sul fatto che era stato tra i denti di Sakuragi, -Neanche si sente lo sciroppo! Assaggia qui!- disse, e gli avvicinò al viso il proprio pancake alla Nutella.

-Fto mafticando!- ribatté Rukawa, indietreggiando mentre Sakuragi metteva in atto uno spettacolo involontariamente allusivo colpendolo sulla bocca con un oggetto di forma fallica.

-Dai, sbrigati, se no lo mangio tutto io!- insistette Sakuragi, e Rukawa si affrettò a deglutire.

-Fai “aaah”...- lo incitò Sakuragi, e di colpo Rukawa arrossì. Aprì la bocca il minimo necessario e morse lentamente il pancake arrotolato. La Nutella gli avvolse le papille gustative.

-Oh, lo vedi che ti piace?- lo incalzò Sakuragi, e Rukawa si mise una mano davanti alla bocca prima di rispondere: -Hanamichi, la smetti di comportarti come se fosse un film porno?

-Co... co... co... cosa?!- finalmente, anche Sakuragi stava arrossendo. Rukawa infierì: -Prima mi sbatti in faccia un pancake arrotolato come se fosse un cazzo, poi me lo infili in bocca e mi chiedi se mi piace... e dai!

-Oh, eh, io... non ci avevo pen...- Rukawa intinse un dito nello sciroppo d'acero e lo usò per tappare la bocca a Sakuragi. Il suo intento principale era quello di farlo stare zitto e cominciare magari una battaglia a suon di cibo, ma Sakuragi gli trattenne il polso e si infilò il dito di Rukawa in bocca; incontrò una resistenza quasi inesistente: lo shock aveva bloccato le funzioni motorie di Rukawa.

La lingua di Sakuragi accarezzò la pelle di Rukawa, leccando accuratamente lo sciroppo d'acero, raccogliendolo da ogni minima piega.

-Sei un bastardo...- soffiò Rukawa in un fil di voce. Una prepotente erezione gli tendeva i pantaloni, tanto intensa da essere quasi dolorosa.

-Anche tu...- ribatté Sakuragi a voce bassissima, dopo essersi sfilato il dito di Rukawa dalla bocca. Il moro lo rimirò, lucido di saliva: una prospettiva che in qualunque altro caso avrebbe trovato disgustosa, ma che visto il contesto... Rukawa intinse il dito nella Nutella, giusto per mantenere un minimo di decenza, poi se lo mise in bocca. Sakuragi trattenne il respiro di colpo.

Con un batticuore da emergenza medica, Rukawa usò lo stesso dito per spalmare la Nutella su un altro pancake, che arrotolò e porse a Sakuragi: -Tocca a te.

-A... a me?- balbettò Sakuragi, poi si avvicinò. La vista della sua bocca che si schiudeva per accogliere il pancake causò un fremito nelle viscere di Rukawa, che dovette trattenersi per non eiaculare. Sakuragi staccò più di mezzo pancake con un morso, poi spinse la parte restante in bocca a Rukawa, avvicinandosi con la scusa di accompagnare la sua mano. Rukawa dischiuse le labbra mentre Sakuragi deglutiva e lo sentì dire: -Sai, penso che tu abbia appena commesso un grave errore...- oh, cielo, il suo viso era sempre più vicino... Rukawa si ritrovò sdraiato, senza sapere come fosse successo, il corpo di Sakuragi a pesare sopra al suo e la sua mano destra che gli risaliva la coscia. Ebbe il tempo di respirare l'odore della Nutella nel suo respiro concitato, poi un dito di Sakuragi gli sfiorò i testicoli.

-Oh, cazzo!- gemette Rukawa, mentre in uno spasmo incontrollato si riversava nei suoi stessi pantaloni. Si sentì arrossire, mentre Sakuragi chiedeva: -Ehi, va tutto bene?- non rispose. Non aveva idea di quali fossero le parole per mantenere un minimo di dignità mentre confessava di essersi venuto nei pantaloni al solo tocco delle sue dita.

-Ohi, Kaede?- chiese Sakuragi, e Rukawa aprì gli occhi. L'altro era ancora vicino, troppo vicino, e Rukawa non seppe resistere alla preoccupazione nei suoi occhi, e a quello scintillio che fino a poco prima non c'era, e ai suoi capelli fulvi che rilucevano in un raggio di sole incerto, una gibigianna che penetrava dalle fronde degli alberi fuori dal balcone.

-Sto bene, ma forse è meglio se vado a cambiarmi.- ammise, poi si puntellò sui gomiti per alzarsi. Sakuragi esitò prima di spostarsi, e probabilmente fu per quello che accadde: Rukawa lo baciò sulle labbra, un contatto brevissimo e lieve, poi lo scostò e corse in bagno.

Si calò i pantaloni e l'intimo con mani tremanti: l'aveva baciato. Per la miseria, l'aveva baciato! E al diavolo tutti i suoi buoni propositi di non metterlo ulteriormente in confusione, l'aveva baciato! Trattenne l'istinto a sbattere la testa contro il muro fino a perdere conoscenza e si mise ad origliare con l'orecchio contro la porta del bagno mentre si infilava un paio di boxer puliti. Dalla camera da letto venivano dei lievissimi suoni di movimento, e la cosa era in qualche modo confortante. Se Sakuragi se la fosse presa, probabilmente sarebbe uscito di corsa, oppure sarebbe entrato nel suo solito stato di shock e sarebbe rimasto immobile. Rukawa valutò lo stato dei pantaloni, scoprì che per fortuna non avevano risentito della sua improvvisa polluzione e li indossò; per un istante, il contrasto tra i boxer freschi prelevati dallo scaffale e il caldo del suo corpo rimasto sulla tuta gli crearono un lieve smarrimento.

Prese un bel respiro e uscì dal bagno.

Sakuragi era seduto a gambe incrociate sul futon e stava cospargendo l'ultimo pancake con lo sciroppo d'acero: gli altri erano ordinatamente disposti in due pile uguali ai due lati del vassoio. Ancora molto rosso in viso, Sakuragi si voltò: -Ho approfittato per farcire gli altri pancake. Il coach potrebbe chiamarci da un momento all'altro, non volevo che ci fossero altri... ehm... incidenti.

-Sono mortificato.- disse Rukawa, sedendosi a distanza di sicurezza.

-Non esserlo.- ribatté Sakuragi senza guardarlo. Sulle sue labbra aleggiava un piccolo sorriso.

-Beh, almeno adesso sai.- disse Rukawa, prendendo un pancake. Lo morse e cercò di concentrarsi sul sapore della Nutella, sperando ardentemente che Sakuragi trovasse un modo per sciogliere la tensione che si era creata.

Per un po' mangiarono in silenzio, poi Sakuragi sembrò esitare di fronte all'ultimo pancake. Rukawa decise che sarebbe stato più saggio rimandare l'ultimo boccone, in caso Sakuragi se ne fosse uscito con qualche affermazione scioccante, e quando il rosso parlò Rukawa ebbe il tempo di complimentarsi con se stesso per la prontezza di spirito: -In realtà lo sapevo già. Ti ho sentito parlare con Ayako, a Hiroshima.

-Ah.

-Non volevo, davvero, ero solo venuto a vedere se stavi bene e...- un insistente bussare interruppe il discorso. La voce di Sasagawa disse: -Convocazione immediata in palestra. In palestra fra dieci minuti. Sbrigatevi.

-Ne parliamo dopo.- tagliò corto Rukawa, -Lo so che non l'hai fatto apposta.- Sakuragi lo prese per mano, guardando verso il basso.

-Non possiamo andare in palestra così.- obiettò Rukawa, con una punta di rimpianto nella voce.

-Lo so. Ma mi piacerebbe.- rispose Sakuragi, poi sciolse lentamente la stretta.

 

In palestra, trovarono ad attenderli il coach Hibari, in piedi davanti alla panchina, in una posa quasi militaresca; dietro di lui c'era il sorvegliante, Sasagawa. Morishige era già arrivato, e Sendoh entrò subito dopo di loro. I tre di Kanagawa si accostarono gli uni agli altri, mentre alla spicciolata venivano raggiunti dai compagni di squadra.

Quando finalmente furono tutti presenti, il coach parlò: -Come molti di voi sapranno, ieri notte abbiamo assistito ad una scena alquanto incresciosa. C'è stata una rissa tra alcuni dei vostri compagni; è il motivo per cui stamattina sono stati sospesi gli allenamenti. Come ho già detto ieri notte, chi era presente mi sia da testimone, ci saranno delle ripercussioni. Stamane ho interrogato le persone coinvolte per valutare quali norme applicare per evitare che una situazione del genere si ripresenti.- il coach Hibari fece una pausa, durante la quale approfittò per leggere qualcosa dal blocco per appunti dal quale non si separava mai, poi proseguì: -Con il permesso dei diretti interessati, riferirò a tutti voi esattamente cos'è successo.- Rukawa guardò Sakuragi. Aveva gli occhi chiusi, il capo chino e i pugni così stretti che le nocche erano bianche. Rukawa desiderò poterlo prendere per mano, ma data la situazione si astenne.

-A quanto pare, ieri sera la fidanzata di Sakuragi si è resa irreperibile. Questo ha creato una situazione di preoccupazione e sconforto, in Sakuragi e nei suoi amici più stretti, che si sono prodigati per ritrovare la ragazza. Verso mezzanotte e mezza, la ragazza ha fatto ritorno a casa, ma ha rifiutato di parlare con Sakuragi. Morishige, che aveva assistito alla scena, ha fatto una battuta su dove la ragazza potesse essere andata, e Sakuragi ha reagito alzando le mani. La rissa ha coinvolto anche altri ragazzi presenti, che sono intervenuti.- un mormorio vago si alzò da chi non aveva assistito alla scena, ma il coach Hibari zittì tutti con un movimento della mano. Proseguì: -Stando alle testimonianze riportate, Morishige ha reagito a sua volta con violenza, come anche Kawata e Yamamoto. Rukawa e Sendoh, aiutati da un amico esterno, hanno invece tentato di sedare la rissa.- il coach incrociò le braccia, intrappolando il blocco per appunti contro il proprio petto. -Ora, sapete benissimo che non tollero alcun tipo di violenza.

-Merda...- bofonchiò Sakuragi.

-Tuttavia, vista la situazione, capisco la reazione impulsiva di Sakuragi.- l'interessato alzò il capo e fissò il coach, speranzoso.

-Come violenza, inoltre, non parlo solo di calci e pugni.- aggiunse il coach, -Anche una battuta fuori luogo sulla vita privata di una persona a parer mio è violenza. Pertanto, esigo che Morishige porga le sue sentite scuse a Sakuragi, e che Sakuragi si scusi a sua volta. E pretendo che gli altri ragazzi coinvolti si scambino almeno una stretta di mano.- calò il silenzio. Morishige non sembrava molto intenzionato a fare il primo passo, per cui fu Sakuragi a parlare per primo: -Ti chiedo scusa per aver reagito così male. Non potevi sapere che per me l'argomento era delicato, e io ho esagerato. Chiedo perdono anche a tutte le persone che ho disturbato.- Sakuragi si inchinò, e Rukawa si sentì colmo di orgoglio nei suoi confronti. Morishige fece un passo in avanti di malavoglia: -Ti chiedo scusa anch'io. Era una battuta fuori luogo, e non avrei dovuto farla.- Rukawa, Sendoh, Yamamoto e Kawata si avvicinarono e si scambiarono una stretta di mano. Yamamoto non sembrava minimamente pentito di aver menato le mani, ma il coach sembrò soprassedere.

-Bene. Voi sei, da ora fino alla fine del ritiro, sarete in squadra insieme, per imparare a collaborare nonostante le divergenze personali. Inoltre, Sakuragi.

-Sì, coach.

-Esigo che tu impari ad evitare di reagire in questa maniera ai tuoi turbamenti. Ti terrò d'occhio con attenzione. Al primo sgarro, sei fuori.

-Righerò dritto, coach.- promise Sakuragi.

-E tu, Morishige. È dall'inizio della settimana che mi chiedo come puoi essere sempre così concentrato su te stesso e strafottente. Dovrai imparare a considerare i tuoi compagni di squadra come esseri umani e non come semplici comparse. Anche tu sarai tenuto d'occhio, e anche tu al primo sgarro verrai rimandato a casa. Siamo intesi?

-Sì, coach.

-Ci sarà anche un altro provvedimento, valido per tutti. Le chiamate saranno limitate, potrete contattare solo la famiglia e previa autorizzazione. Le telefonate in entrata saranno smistate e valutate, e se ritenute importanti vi sarà concesso di ricontattare chi vi chiama.- si alzarono cori di protesta, tanto che il coach dovette fischiare per zittire i ragazzi.

-Chiudete il becco! È una settimana che vi vedo litigare per il telefono, questa è stata solo la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E questa è la mia decisione definitiva. Potete andare, ora, ci vediamo alle due in punto per l'allenamento.- Rukawa uscì dalla palestra al fianco di Sakuragi e Sendoh.

-Ti ha fatto storie per Mitchi?- chiese Sakuragi a voce bassa.

-No.- rispose Sendoh, -Ha solo detto di avvertirlo se prevediamo che succeda di nuovo. È stato molto gentile. Tu piuttosto, cosa pensi di fare con Haruko?

-Di certo non posso chiamarla. Le scriverò una lettera per chiederle spiegazioni. Se mi risponde, bene, se non mi risponde ne parleremo faccia a faccia quando saremo di ritorno.

-Pensi di reggere la tensione?- chiese ancora Sendoh. Sakuragi lo guardò negli occhi e rispose: -Sì. C'è Kaede con me.

 
   
 
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