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Autore: Justice Gundam    30/03/2020    2 recensioni
Reborn, un continente sconosciuto, dove smog nero e piogge acide rovinano ancora di più gli edifici fatiscenti che costeggiano le strade della capitale Reborn City. Intere città ridotte in rovina, Pokemon in fuga, e dietro le scene, un'organizzazione che tira i fili per i propri terribili scopi. Questo mondo ha bisogno di eroi... e sarà qui che, mentre Ash e Misty affrontano il loro viaggio attraverso Unima, accadimenti misteriosi porteranno Vera, Drew, Max ed Hitomi, in una corsa contro il tempo per fermare il Team Meteora e riportare un raggio di luce agli abitanti di quel mondo crudele. (Contestshipping)
Genere: Avventura, Azione | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Drew, Max, Nuovo personaggio, Vera | Coppie: Drew/Vera
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Anime
Capitoli:
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Pokemon: A World Reborn

Una fanfiction di Pokemon scritta da: Justice Gundam

 

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Capitolo 75 - La lunga strada per Labradoria

"Lord Solaris? Ho capito bene? Dovrei... andare fino ad Ametripoli?" chiese sbalordito Blake, fissando con stupore e fastidio il suo capo che passeggiava nervosamente accanto alla sua scrivania. Da quando Taka era riuscito a tornare alla base accompagnato da Padre Elias ed Angela, essendo riuscito a completare la sua missione, l'umore del comandante in seconda del Team Meteora era migliorato parecchio... ma non era ancora di buon umore. Sapeva che era solo un vantaggio temporaneo, e che se il Team Meteora non fosse riuscito a recuperare le Quattro Chiavi, anche questo vantaggio non sarebbe servito a nulla.

Solaris ne era ben consapevole... così come era consapevole che doveva muoversi con abilità se voleva salvare la situazione. Lin non sarebbe stata comprensiva se il Team Meteora l'avesse delusa...

...e Solaris immaginava che, se avesse giocato bene le sue carte, forse avrebbe avuto la possibilità di neutralizzare Lin e riportare il Team Meteora a quello che era una volta. Da lì, avrebbe potuto riprendere la missione originale del Team Meteora, e con impegno ecostanza, Reborn sarebbe tornato al suo stato originale, ripulito per sempre da tutti quegli ignoranti che si erano permessi di profanarlo con la loro ignoranza.

Ma quello era un piano a lungo termine, e Solaris era troppo pragmatico per fare tanti castelli in aria. Quello che gli interessava, per il momento, era impedire alla resistenza di fare ulteriori danni alla sua organizzazione. Le cose stavano già mettendosi male così com'era...

"Sì, Blake. Non c'è più tempo da perdere." affermò l'uomo, non nascondendo il suo ciiglio preoccupato. "Taka è riuscito a liberare i nostri alleati della Chiesa d'Alfa, e di questo dobbiamo tutti essergli grati... ma adesso abbiamo delle notizie preoccupanti dalla zona di Ametripoli. Un'altra delle nostre macchine PULSE è stata disattivata. Per l'esattezza, abbiamo perso il PULSE-Avalugg, che isolava Ametripoli dal resto di Reborn. E credo proprio che dobbiamo ringraziare la figlia del nostro ex-agente, Corey Molinar."

"Quella mocciosa cerca sempre di metterci i bastoni tra le ruote, eh?" affermò il giovinastro dai capelli azzurri con acredine, e fece una mezza risata sprezzante. "Quella marmocchia non sarà un problema per il sottoscritto. La sistemerò come si deve, le prenderò l'Anellorubino, e gliela consegnerò racchiusa in un bel blocco di ghiaccio. Si rinfrescherà un po' le idee. Heheheheheeee..." Blake rise brevemente della sua stessa battuta, ma si interruppe subito quando si accorse che Lord Solaris non la reputava altrettanto divertente.

"Non mi interessano le tue buffonate, Blake. Limitati a fare come ti ho detto." tagliò corto Solaris. "Se è necessario, neutralizzala o eliminala. Ma prima cerca di farle dire dove si trova l'Anellorubino, o sottraiglielo se ce l'ha lei. Quella è la parte più importante, il resto è semplicemente un bonus."

"Sì, capisco..." rispose Blake con un sospiro irritato. "Dovrò fare da solo, a questo proposito?"

Solaris si fermò a pensarci su per qualche istante. "No... meglio di no, ci potrebbero essere degli imprevisti, e comunque non è saggio andare da soli. Heather non dovrebbe essere troppo dorte come allenatrice, ma preferisco non correre rischi, quindi... Zel verrà con te. Dopotutto, Ametripoli è un luogo che per lui... anzi, per tutti loro... ricopre un'importanza fondamentale." decise infine. "Comincia subito i preparativi. Partirai non appena possibile."

"Ricevuto, Lord Solaris." fu la pronta risposta di Blake, che sperò che non si sentisse la sua riluttanza. "E... per quanto riguarda il traditore Cal?"

"Al momento non è sulla nostra lista di priorità. Se si fa vedere, sei autorizzato ad eliminarlo. Ma concentrati su Heather, per il momento." continuò Solaris. "Blake, che sia ben chiaro che stiamo lentamente ma inesorabilmente perdendo terreno. Mi aspetto il massimo dell'impegno sia da te che da ZEL, mi sono spiegato? Abbiamo di fronte degli avversari molto più pericolosi e determinati di quelli che abbiao affrontato finora."

Per una volta, Blake non se la sentì di prendere sottogamba l'avvertimento del suo superiore. "Ce ne siamo accorti. Vera Maple e i suoi Pokemon sono migliorati notevolmente dall'ultima volta. Se dovessi trovarmeli davanti, farò tutto ciò che è in mio potere per toglierli di mezzo, una volta per tutte." affermò. "Va bene. Avvertirò Zel, e partiremo subito per Ametripoli."

"Tienimi aggiornato su tutti gli sviluppi." rispose Solaris, per poi fare cenno al suo sottoposto di proseguire. Blake annuì e fece un saluto, per poi allontanarsi rapidamente e lasciare l'ex-leader del Team Meteora da solo con i suoi pensieri, una volta di più.

Da una parte, Solaris era contento di poter restare un po' da solo, una volta tanto. Era stato un periodo in cui il Team Meteora aveva subito una serie di rovesci di fortuna, e Solaris non poteva fare a meno di chiedersi se questo non potesse essere una punizione da parte di Arceus. Non nascondeva a sè stesso che il suo sistema, l'essersi affidato ad un essere senza morale come Lin, era sbagliato. Ma in quel momento, gli era sembrata l'unica soluzione possibile. Lin stava per prendere tutto quello che lui aveva realizzato con tanta fatica, e ridurlo in polvere. Davanti ad una simile minaccia, Solaris non aveva potuto fare altro che piegarsi e accettare che i tempi erano cambiati. E che ora toccava a lui fare in modo che le cose cambiassero di nuovo, questa volta in meglio. Ma prima di tutto, era necessario eliminare gli intrusi provenienti da Hoenn.

Sentì bussare alla porta del suo ufficio, e alzò di scatto la testa, ringraziando tra sè quella distrazione che era arrivata appena in tempo per evitare che i suoi pensieri andassero a finire in qualche posto troppo oscuro. "Avanti!" ordinò l'uomo, alzando di scatto la testa.

"Chiedo scusa, padre... io e i nostri alleati siamo venuti per fare un rapporto di quello che è successo." rispose la voce calda di Taka. Il ragazzo dalla sciarpa rossa entrò nell'ufficio con passo calmo, e si avvicinò alla scrivania, accompagnato da Pius, Angela e ovviamente da Padre Elias. "E poi, padre Elias vorrebbe conferire con te. Credo che abbia delle cose molto importanti da dire."

"Ah. Grazie, Taka. Avevo giusto bisogno di un po' di buone notizie." rispose Solaris. Il giovane comandante era praticamente sicuro che suo padre si fosse illuminato in viso nel vedere il familiare volto di Elias, e non poteva certo fargliene un torto. A volte, Taka aveva l'impressione che suo padre ed Elias si capissero meglio di quanto potessero capirsi a vicenda lui e suo padre, e la cosa gli faceva provare un certo fastidio. Cosa gli mancava, per fare quel passo in avanti che gli avrebbe consentito di comprendere suo padre fino in fondo? Era forse una conseguenza della cosiddetta "connessione con Arceus" di cui Elias si vantava tanto?

"Comandante Solaris..." esordì Pius, e si inchinò rispettosamente davanti all'alleato e amico del suo superiore. "Siamo onorati di essere qui."

"Ci rendiamo conto che è un periodo difficile per il Team Meteora, e per la nostra causa. Era da parecchio tempo che non affrontavamo una crisi simile, ma sono convinto che grazie alla nostra unità, e alla fede nel sommo Arceus, riusciremo a uscirne più forti e più determinati di prima." disse il sacerdote dai capelli bianchi. Quando guardò verso Solaris, riuscì per una volta a fare un sorriso, e il suo volto duro e segnato mostrò per un raro momento qualche cenno di autentico calore umano. "E sono contento di poterti di nuovo dare una mano, amico mio. Mi rendo conto che stai facendo un grande sforzo per la nostra causa, e non sarebbe giusto se noi della Chiesa d'Alfa restassimo in disparte."

Elias si avvicinò alla scrivania di Solaris... e il comandante in seconda del Team Meteora si alzò dal suo posto con un'energia tale che sembrava che la visita di Elias gli avesse dato nuova linfa vitale. I due uomini si scambiarono una cordiale stretta di mano, come i vecchi amici che erano.

"Il vostro impegno sarà sempre apprezzato, Elias, amico mio." rispose Solaris. "Al momento stiamo facendo tutto il possibile per localizzare le Quattro Chiavi. So che anche voi siete stati molto vicini a raggiungerne una, ma siete stati ostacolati da quei ragazzini di Hoenn."

"Vera Maple e i suoi compagni. Sì, sono degli allenatori valenti." continuò Pius. Angela abbassò la testa e tenne le mani sul davanti, con le dita intrecciate tra loro in un gesto di imbarazzo e indecisione. La giovane donna sembrava stare pensando molto intensamente a quello che aveva da dire, e non era sicura che quello fosse il momento giusto per esporre i suoi dubbi. Padre Elias le aveva detto che ne avrebbero parlato più avanti, ed Angela pensava che almeno di lui ci si potesse fidare...

"Sono riusciti a superare le prove del labirinto della nostra cattedrale, e hanno sconfitto il Ditto di Padre Elias, anche se aveva preso in prestito il potere del sommo Arceus." continuò Pius. "Se non li affrontiamo assieme, ci daranno non pochi problemi."

"Ma da questo momento in poi, uniremo le forze e avremo senz'altro la meglio su di loro." affermò Elias. Rivolse uno sguardo di approvazione a Pius, che chinò umilmente la testa. "E... per quanto riguarda Lin, so com'è la situazione. Non mi faccio illusioni che lei voglia la stessa cosa che vogliamo noi... e che rappresenta per noi la più grande minaccia. Il Nuovo Ordine che lei ha in mente non è lo stesso che vogliamo noi."

"Ci occuperemo dopo di lei." affermò Solaris. "Comunque ti confermo che è come dici tu... non possiamo lasciar fare a lei. Taka... puoi condurre i nostri ospiti nella stanza comune? Falli accomodare, mentre io faccio preparare delle sistemazioni un po' più stabili."

"Sarà fatto, padre." confermò Taka. "Padre Elias, una domanda... dove si trova in questo momento il vostro nuovo adepto? Bennett, se non sbaglio... il figlio dell'allenatrice Serra di Zirconia, vero?"

Elias disse di sì con la testa, mentre Angela sbatteva gli occhi in un cenno di dubbio. "Sì, lo so... al momento lui è a Reborn City, a controllare come si sta organizzando la città in questo momento. Sembra che, tra la presenza ridotta delle bande, e i recenti successi della resistenza, in quella città di vizi e peccato spiri qualche vento di ribellione."

"Ma... perchè quelle persone vorrebbero ribellarsi contro il... Team Meteora... e la Chiesa d'Alfa?" chiese timidamente Angela. La differenza con la fanatica furiosa di prima era tale che anche Taka e Pius facevano fatica a credere che fosse la stessa persona... e non potevano non avere i loro sospetti. "Insomma... noi stiamo cercando di aiutarli, vero? Quindi perchè... non vogliono farsi guidare?"

"Gli ignoranti sono spesso coloro che credono di sapere di più, mia cara." rispose tranquillamente Elias. "Ma non lasciarti preoccupare da queste sciocchezze. Come ho detto, ne discuteremo dopo."

Con un gesto apparentemente amichevole, mise una mano sulla spalla di Angela, che alzò il volto per guardarlo dritto negli occhi... e gli occhi normalmeente bianchi del sacerdote sembrarono cambiare colore per una frazione di secondo, emettendo una strana luce dorata! Angela sgranò gli occhi e barcollò per una frazione di secondo, ma si riebbe quasi subito, e disse di sì con la testa. Eppure, quella sensazione ancora non la abbandonava. C'era qualcosa che le sfuggiva, ma cosa? Non credeva che avrebbe dormito tranquilla finchè non fosse riuscita a capire esattamente di cosa si trattasse...

 

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Qualche giorno dopo...

Max si strinse nel cappotto viola che indossava, e rabbrividì per la folata di vento gelido che lo raggiunse. Il loro viaggio verso Ametripoli era stato piacevole, fino a quel momento: avevano avuto la possibilità di allenarsi nel corso del cammino, e avevano incontrato soltanto qualche piccolo intoppo - qualche Pokemon selvatico che non permetteva intrusioni nel suo territorio, o qualche pattuglia del Team Meteora che si era illusa di avere facile gioco su di loro.

Adesso che si avvicinavano alle montagne di Ametripoli, il clima si era fatto più inclemente. Da un lato, Max era contento di poter scambiare l'aria inquinata e viziata di Reborn City con quella frizzante dell'alta montagna... ma dall'altro, avrebbe preferito che non facesse così freddo.

Mise da parte questi pensieri, e raggiunse i suoi compagni e sua sorella. Il gruppo si fermò davanti all'imboccatura di un tornante che cominciava a risalire un impressionante picco montuoso, e proseguiva verso dei picchi innevati tra i quali, stando alle indormazioni che il circo di Agatipoli aveva dato loro e alle mappe che avevano con sè, avrebbero potuto trovare Ametripoli. Ma prima di arrivare lì, si sarebbero dovuti fermare per Labradoria, dove la resistenza aveva stabilito una base piccola ma importante. Beh, quella era una buona notizia. Almeno così sarebbero stati in grado di riposarsi un po' e far riposare anche i loro Pokemon prima della scalata finale verso la loro destinazione. Chissà se Saphira e gli altri della resistenza erano lì anche loro?

"Okay... fin qui siamo arrivati, gente. E direi che siamo stati anche abbastanza fortunati." commentò Cain. Il giovanotto dai capelli viola si tirò fuori dallo zaino una giacca in pelle nera, in perfetto stile punk-rock, e se la infilò, nel tentativo di darsi un tono da duro.  "A partire da qui, dovremmo seguire una strada che sale lungo tutto questo versante, e raggiungere Ametripoli. Ovviamente... credo che sia meglio raggiungere la città passando attraverso la strada sotterranea, ed evitare i rigori del clima."

"Mi sembra una buona idea... sento già che si fa freddo!" commentò Vera. La ragazzina castana si massaggiò le spalle, cercando di farsi un po' di caldo anche se indossava un giaccone invernale. "Da qui, dove bisogna andare?"

"Allora... credo che per andare a Labradoria, dobbiamo dirigerci verso nord-est, e da lì prendere la strada sotterranea che va verso l'estermo est della regione." disse Aya, sbirciando oltre le spalle del fratello in modo da farsi un'idea di dove fossero. "Ovviamente, man mano che ci avviciniamo, dovremo vedercela con le temperature che scenderanno sempre di più, e con i Pokemon selvatici che abitano in queste montagne."

"Avevo sentito dire che c'era una macchina PULSE da queste parti... oltre a quella che sta mettendo a nanna tutti quanti ad Agatipoli." affermò Drew. "Una macchina che creava una enorme quantità di ghiaccio e rendeva i Pokemon più aggressivi. Adesso però sembra che non ci sia più nient'altro in giro. Meglio per noi, dico io."

Pietro si mise una giacca e si infilò un paio di guanti, ma fece attenzione a non coprire le Pokeball sulla sua cintura. "Magari miss Saphira o qualcun altro della resistenza è arrivato e ha sistemato quella macchina. Comunque, adesso è meglio sbrigarsi." affermò il giovane musicista rock. "Se riusciamo a raggiungere Labradoria entro la notte, sarà già un buon risultato."

"Trovo però che sia strano..." commentò Max. "Una macchina PULSE che ha effetto su una città lontana come Agatipoli... e nessuno di noi ha sentito parlare di persone che si addormentano nelle vicinanze di Ametripoli o Labradoria."

"E' vero... in effetti sembra un po' strano anche a me. E' vero che non sappiamo esattamente come funzionano queste macchine... e non abbiamo idea di cosa stia esattamente tramando il Team Meteora. Forse sperano di trovare qualcosa di importante, lì ad Agatipoli?" si chiese Ritchie.

"Pikachu..." il Pikachu di Ritchie squittì e scosse la testa.

Hitomi alzò le spalle. "Non chiederlo a me, Ritchie... non sono certo io a sapere cosa passa per la testa a quei pazzoidi." rispose. "Immagino che anche i PULSE abbiano dei limiti... forse possono puntarla soltanto su un luogo alla volta, e per qualche motivo adesso gli serve colpire Agatipoli. Per adesso, preoccupiamoci di raggiungere Labradoria, okay?"

"Bene. State attenti, ragazzi. Non conosco molto bene questo posto, e potremmo imbatterci in qualche scagnozzo del Team Meteora." rispose Cain. Dopo essersi assicurato che ci fossero tutti, il giovanotto dai capelli viola prese la testa del gruppo, e li guidò verso la loro prossima destinazione. "Restiamo uniti... e sempre all'erta!"

Vera si strinse un po' di più nel suo cappotto, e seguì il gruppo, sperando che tutto andasse bene almeno finchè non fossero riusciti a raggiungere il Pokemon Center. Tuttavia, anche lei si stava facendo la stessa domanda di Max, già da un po' di tempo. E quando il fratello minore si affiancò a lei, accelerando il passo appeena un po', la ragazzina di Petalipoli lo chiamò con un cenno.

"Hey, Max... tu che dici, hai qualche idea sul perchè il Team Meteora abbia creato una macchina PULSE come questa? Io comincio ad avere dei sospetti... non so, quella Terra mi sembra una brava ragazza, nonostante la sua stranezza..." affermò Vera.

Max alzò gli occhi al cielo in un'espressione sarcastica. "Sorellina, dire che Terra è strana è come dire che uno Slugma scotta." rispose.

I due fratellini risero brevemente. "E' vero, è vero... questa me la sono andata a cercare." disse prontamente lei. "Quello che voglio dire... è che capisco che lei abbia voluto aiutarci, e lo apprezzo molto, ma inizio a sospettare che abbia commesso qualche errore. Anche se questo sarebbe anche un buon posto per nascondere una macchina PULSE, ho l'impressione che ci sia qualcosa che non va."

"Lo dici perchè hai qualche sospetto su quel PULSE, vero?" rispose Drew. Vera disse  di sì con la testa, e il giovanotto dai capelli verdi fece un cenno di comprensione. "Già... sinceramente, non dà l'impressione di essere troppo affidabile. Però, al momento è l'unico indizio che abbiamo, e bisognerà pur fare qualcosa riguardo il PULSE che sta mettendo tutti a dormire lì ad Agatipoli."

"Per adesso, cerchiamo di raggiungere Labradoria e poi Ametripoli." rispose Max, preparandosi mentalmente a quella che si preannunciava una scalata faticosa. Il gruppo aveva ormai raggiunto l'ingresso della via sotterranea, e Cain stava facendo gli ultimi controlli prima di entrare nella grotta immersa nell'oscurità. Il ragazzo dai capelli viola fece un ultimo controllo, Aya e Pietro gli fecero cenno di essere pronti - con un po' di esitazione nel caso della ragazza - e il gruppo cominciò ad addentrarsi nei meandri delle montagne di Reborn. Sparky si caricò di elettricità statica e creò un'aura di luce attorno a sè, in modo che Ritchie e i suoi compagni potessero vedere nell'oscurità.

"Pika!" squittì il Pikachu col ciuffetto. Lui e Ritchie si diedero un segno dell'okay, e Hitomi sorrise lievemente in direzione di Sparky.

"Grazie, Sparky." disse la bambina, e intanto si mise a posto quel ricciolino ribelle che stava sempre in piedi sulla sua testa. "Non ci perderemo in questo labirinto, se non altro."

"Restate vicini. Non perdiamoci di vista." si raccomandò Ortilla. Il freddo era tale che, per una volta, aveva chiesto alla sua inseparabile Alty di restare nella Pokeball. Non sarebbe stato per niente una buona idea per lei esporsi ad un clima simile... "Da qui in poi, temo che sarà tutto in salita..."

"Sono pronta. Non ci faremo fermare. Non ora che siamo arrivati fino a questo punto." rispose Vera. "Ragazzi... voi avete ancora tutte le Chiavi che miss Saphira ci ha affidato, vero?"

"Ortilla strizzò un occhio e indicò la sua borsetta. "Certamente! La mia Collanasmeraldo ce l'ho sempre io... e non lascerò che il Team Meteora lo trovi così facilmente."

"E io ho ancora con me l'Anellorubino di Heather." disse Pietro, facendo un cenno al suo zaino. "Non lo troveranno tanto facilmente, neanche quello."

 

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Nella sala di controllo nascosta nei meandri della grande catena montuosa che circondava Ametripoli, una porta automatica si aprì e scivolò di lato con un suono metallico. Quattro figure umanoidi apparvero dietro la soglia, e quella al centro si addentrò per prima nella sala, e storse il naso quando uno sgradevole odore di aria viziata raggiunse le sue narici. Quella stanza doveva essere rimasta in disuso da un bel po' di tempo...

"Tsk... che situazione... spero almeno che i controlli funzionino bene. Da quant'è che questo posto è stato lasciato perdere?" si chiese Blake. I suoi passi riecheggiarono cupamente nella stanza buia e fredda, e il comandante del Team Meteora allungò una mano e premette un interruttore in modo da poter vedere cosa ci fosse. Rimase piacevolmente sorpreso quando vide che la stanza era abbastanza in ordine, e la polvere che stava coprendo gli accessori e i mobili non era nulla che non potesse essere eliminato con una mezza giornata di lavoro... e magari l'aiuto di qualche Pokemon. "Beh, poteva andare peggio. Astro, Eclisse, cercate di riattivare immediatamente tutti i terminali. Zel, tu ed io ci occuperemo di dare un'occhiata ai dintorni, e vedere se ad Ametripoli sta accadendo qualcosa di strano."

Eclisse tirò un sospiro ed entrò a sua volta nella stanza, facendo cenno al suo compagno di sventura di venire con lei. Come sempre, toccava a loro il lavoro sporco. Ma piuttosto che lamentarsene, la ragazza si rassegnò al suo compito e cominciò a dare un'occhiata in giro. Sicuramente da qualche parte c'erano gli interruttori per ripristinare il flusso di corrente...

"Comandante Blake, credo di aver trovato l'alimentatore principale delle postazioni..." disse svogliatamente non appena si accorse della presa posta ad un angolo della grande stanza. Sopra ad essa si trovava un ampio quadro elettrico che doveva certamente aver visto giorni migliori, ma che ad una prima occhiata dava ancora l'impressione di essere operativo. "Astro, puoi venire un momento? Dovremmo dare una buona occhiata a questo affare..."

"Eccomi, eccomi... vieni, Electivire, credo proprio che tocchi a te adesso." disse il giovane con un sospiro rassegnato. Aprì di scatto la prima Pokeball che gli capitava, e fece uscire il possente Pokemon Elettro, che si stiracchiò ed emise alcune scariche di elettricità statica prima di andare a dare un'occhiata agli elementi del quadro. Dopo un attimo di esitazione, il Pokemon Elettro alzò le sue code e si caricò di nuovo, poi infilò una coda nella presa principale e trasmise un impulso elettrico attraverso essa.

Gli effetti furono immediati. Si sentì un forte rumore di circuiti che tornavano in vita, e uno sfrigolio elettrico provenne dal quadro, dal quale si dipartì una pioggia di scintille che illuminò brevemente la stanza e fece fare un salto per la sorpresa ad Eclisse!

"Ah!" esclamò la ragazza. "S-stai un po' più attento, Electivire! Stavi per darmi la scossa!"

"Vire..." mormorò il Pokemon Elettro con espressione infastidita. Abbassò la coda e smise di dare energia al quadro elettrico... e un attimo dopo, gli schermi dei computer cominciarono ad accendersi, uno dopo l'altro. Blake annuì soddisfatto, e Zel entrò a sua volta nella stanza, lo sguardo diretto verso la mappa elettronica della regione di Ametripoli che si era accesa in quel momento. Era una mappa geografica estremamente particolareggiata, sulla quale erano segnate le posizioni di Ametripoli, Labradoria e tutti i villaggi più piccoli che si trovavano attorno ad esse, fino ai minimi dettagli.

"Aaaah, bene!" esclamò il misterioso scienziato del Team Meteora, la cui personalità dominante era in quel momento quella di Zero. "Vedo che il sistema di elaborazione funziona ancora, e anche la mappatura. Ma... a quanto vedo, è proprio come ci era stato detto. Il PULSE-Avalugg è stato sconfitto, e la coltre di ghiaccio che isolava Ametripoli dal resto di Reborn non c'è più."

"Questo sì che è un problema. Non credevo che sarebbero riusciti a fare tanto." ammise Blake con evidente fastidio. "Dobbiamo cercare di capire dove si fermeranno e cosa faranno come mossa successiva. Li anticipiamo, e poi li eliminiamo. Ma non prima di esserci fatti conssegnare le Chiavi. Allora, vediamo un po' cosa si può fare. Quali PULSE sono ancora attivi, in questo momento? Riuscite a controllare?"

Zel si piazzò davanti al terminale più vicino, e fece una rapida ricerca. "Vediamo un po'... se non sbaglio, il PULSE-Clawitzer, il PULSE-Mr. Mime, il PULSE-Swalot e il PULSE-Hypno... sì, sono tutti ancora attivi. Oh, e anche il PULSE-Magnezone..." pronunciò l'ultima parte con un po' di esitazione, ed Eclisse ebbe l'impressione che la menzione di quel PULSE particolare gli provocasse un po' di nostalgia. Chissà cosa c'era dietro...

"Quei mocciosi hanno eliminato un bel po' di macchine PULSE. Non ci voleva proprio..." affermò Blake. "Ma questa volta se la dovranno vedere con il sottoscritto! Voi restate qui, io andrò a chiedere rinforzi. Dobbiamo assicurarci che nessuno ci ostacoli, questa volta. Lord Solaris si affida a noi per la realizzazione della parte finale del nostro piano, e noi non possiamo deluderlo."

"Lo sappiamo..." mormorò Astro. La tentazione di rispondere male a Blake era sempre più forte... come sempre, avrebbe sbolognato a loro la parte più difficile del lavoro, e magari si sarebbe preso il merito con Lord Solaris...

O con Lin? Blake non era certo il tipo di persona che si faceva problemi a schierarsi dalla parte di chi riteneva più forte. Sarebbe stato capacissimo di tradire Lord Solaris...

"Bene. Adesso io e Zel dobbiamo fare degli altri controlli, e richiedere dei rinforzi." continuò Blake. Il giovinastro dai capelli azzurri si sfregò la fronte, in modo da tenere a bada l'emicrania che sentiva arrivare. "Voi restate qui, e cercate di prendere confidenza con questi marchingegni. Tra non molto, avremo parecchio da fare da queste parti."

"Ricevuto..." risposero in contemporanea i due agenti di rango inferiore. Electivire si mise sull'attenti e ripiegò le code dietro di sè, e dopo essersi assicurati che tutto in quella sala fosse sotto controllo, sia Blake che Zel lasciarono i loro posti e imboccarono un'altra porta scorrevole.

Non appena Astro ed Eclisse fuoro sicuri che i loro superiori fossero andati da un'altra parte, la ragazza tirò un sospiro di sollievo. L'atmosfera si era fatta di colpo molto meno pesante, e adesso poteva parlare al suo compagno senza che qualcuno interferisse.

"Hey, Astro..." esordì, e il suo compagno guardò verso di lei sorpreso. Era un po' che Eclisse restava in silenzio, e il ragazzo era curioso di sapere cosa stesse pensando, ma non era sicuro di come chiederglielo con Blake e Zel che ronzavano loro attorno.

"Sì? Dimmi pure..." rispose. Eclisse prese fiato e cercò di organizzarsi il discorso.

"Dimmi... noi ci siamo uniti al Team Meteora... per quale motivo?" chiese lei. Non era propriamente una domanda. Astro aveva l'impressione che lei lo stesse interrogando e si stesse aspettando una specifica risposta, perciò si prese il suo tempo per pensare e dare quella che riteneva la risposta giusta.

"Noi... stiamo facendo tutto questo perchè vogliamo che il Team Meteora crei un mondo con meno ingiustizie e più uguaglianza, no?" rispose Astro. Il suo Electivire storse il naso, forse non del tutto sicuro della risposta del suo allenatore.

Eclisse intrecciò le mani sul grembo e mosse distrattamente le dita. Il suo sguardo vagò verso il pavimento per qualche istante, prima che Eclisse muovesse la testa appena un po'. Stava dicendo di sì, in apparenza, ma c'era qualcosa nel suo modo di fare che non lo convinceva per niente. Astro sarebbe stato il primo ad ammettere che non era la persona più sveglia di Reborn, ma l'impressione era che Eclisse fosse sempre meno convinta della sua scelta, e questo lo preoccupava.

"Già, già... immagino che per questo valga la pena di sopportare un individuo come il comandante Blake..." rispose lei con tono distante. "E... quando avremo finito, sarà come se tutto questo non fosse mai accaduto, giusto? Tutte le azioni che il Team Meteora ha commesso, voglio dire..."

"Non... non so esattamente cosa volesse dire Lord Solaris..."   affermò Eclisse. "Cosa vuol dire dicendo che... tutto questo non sarà mai accaduto? E' un po' strano da pensare... quel che succede succede, e non si può cambiare il passato. A meno che... non si tratti di viaggiare nel tempo. E non ci sono molti Pokemon in grado di farlo, non credi?"

"Non... non credo di seguire quello che stai dicendo, ecco la verità..." mormorò il malcapitato Astro. "Mi sembra che adesso tu stia parlando di concetti che mi confondono..."

Eclisse grugnì esasperata. A volte il suo compagno sapeva essere davvero duro di comprendonio. "Quello che voglio dire è... alla fine, qual è il vero scopo del Team Meteora? Lo conosciamo per davvero? Sappiamo che Lord Solaris vuole riportare Reborn a com'era una volta... un luogo incontaminato e devoto ad Arceus... ma molti nel Team Meteora non vogliono la stessa cosa. Lo sai anche tu, vero? Che il comandante Blake e il comandante Sirius agiscono tutti per il loro tornaconto."

"Sì, questo non è certo un mistero..." rispose Astro. "E questo mi preoccupa. Se non siamo uniti, finiremo per cadere preda delle nostre divisioni, e i nostri nemici avranno la meglio."

Eclisse strisciò per terra la suola di uno stivale. "Quello che mi chiedo è... che cosa vuole davvero la comandante suprema?" domandò, senza aspettarsi una risposta. "A volte ho come l'impressione che ci stia lasciando apposta in una situazione così... sospesa... Come se per lei fosse un gioco, o cose del genere."

Astro rabbrividì. "Non dirlo a me... ho visto quella Lin soltanto un paio di volte, e se non la vedrò più dormirò molto più tranquillo." affermò. "Pensare che ha cominciato che era una semplice recluta, come noi eravamo fino a poco tempo fa..."

Per Eclisse era un altro mistero - come diamine aveva fatto Lin a scalare così rapidamente i ranghi del Team Meteora, al punto che aveva usurpato la posizione di Lord Solaris.

"Non siamo nella posizione di sapere cosa succeda dietro le quinte, anche se si tratta della nostra stessa organizzazione. E questo non mi piace. Per niente." rispose Eclisse. "Certo... farò il mio dovere come membro del Team Meteora... ma voglio vederci chiaro. Voglio sapere esattamente che cosa vogliono i nostri superiori, e se è davvero la stessa cosa che vogliamo noi..."

"Il Team Meteora la nostra unica speranza, Eclisse! Possibile che tu non lo capisca?" esclamò il ragazzo, allarmandosi per il tono che la sua compagna stava assumendo. Erano le parole di una potenziale traditrice? "Tu stessa hai detto, a suo tempo, che eri stanca delle inuguaglianze di questa società... e io, sinceramente, non saprei più cosa fare se non avessi il Team Meteora. Loro... solo loro hanno dato un senso alla mia vita. Se non fosse per loro, forse adesso sarei ancora a mendicare per strada."

"Electrivire..." mormorò l'Electivire del ragazzo. Gli prese una spalla con una mano robusta, per esortarlo a non sfogare la frustrazione che provava sulla sua compagna.

Eclisse ricevette le invettive di Astro senza scomporsi. "Stai tranquillo, Astro, non ho intenzione di fare nulla... per il momento." affermò. "Ma... non credere che mi basterà fare la marionetta obbediente. Ci sono troppe cose che non mi sono chiare del Team Meteora, e non mi accontenterò più di vuote promesse o di un nebuloso discutere di un 'mondo migliore'. Capisco il tuo punto di vista, Astro... ma non sono disposta a compromettere i miei ideali troppo a lungo. Mi sono spiegata?"

Ancora una volta, Astro si sentì rabbrividire. Riusciva benissimo a leggere i sintomi. C'era la seria possibilità che la sua compagna decidesse di fare il passo più lungo della gamba, e quando questo fosse successo... probabilmente sarebbe toccato a lui farla rientrare nei ranghi... o forse addirittura eliminarla. Le regole del Team Meteora erano ben chiare. Non erano accettate dimissioni nè defezioni. Una volta dentro, si restava dentro per tutta la vita. Sapeva molto bene cosa fosse successo all'agente Corey, quando alla fine si era convinto a seguire la sua coscienza invece che gli ordini... in un certo senso, Corey era stato uno dei fortunati. Aveva avuto tempo e modo di scegliere come andare incontro alla fine. 

Una cosa era certa... la sensazione che tutto stesse cambiando nel Team Meteora, e non certo per il meglio, si faceva sempre più forte...

 

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"Scyther, usa il tuo attacco Lacerazione!"

"Scyther!" esclamò il feroce Pokemon Mantide. Con uno scatto improvviso, si lanciò contro i suoi avversari, un paio di feroci Sneasel che si erano scagliati contro lui e Shelly poco prima dell'ingresso di una grotta congelata. Con un paio di fendenti micidiali, Scyther colpì i due agili Pokemon Ghiaccio/Buio, e riuscì a metterne uno al tappeto... ma l'altro amortizzò il colpo con i suoi artigli duri come il ferro, e scivolò indietro puntandosi contro il terreno. Con una mossa degna di un ninja, Sneasel lanciò un attacco Geloscheggia: una raffica di proiettili di ghiaccio affilati come rasoi volò verso il Pokemon Mantide, che cercò di difendersi sferrando un'altra raffica di colpi con le sue braccia-lame. Shelly guardò con il fiato sospeso il suo Pokemon Coleottero/Volante che si metteva nuovamente in guardia, e rivolse uno sguardo incoraggiante verso gli altri suoi Pokemon che attendevano in disparte.

"Beedrill?" esclamò Beedrill. La Pokemon vespa affilò le braccia-pungiglioni l'una sull'altra, e anche se la sua espressione restava sempre la stessa, Shelly riuscì a capire che stava chiedendo se poteva intervenire.

Tuttavia, Volbeat trattenne la troppo intraprendente Pokemon Coleottero/Veleno. "Vol voool!" esclamò con voce nasale, e scosse la testa per dire a Beedrill di aspettare.

"S-sì, Beedril... è... è meglio se lasciamo fare a Scyther, adesso. D-dopotutto... non mi sembra che abbia davvero bisogno di aiuto..." affermò Heather. "E poi... beh... questo ci permette di darci un'idea di quanto è forte Scyther, no?"

"Jolt!" esclamò Joltik. Indicò con una zampina lo scontro che si stava svolgendo, e notò che in effetti, adesso Scyther sembrava un po' in difficoltà. Lo Sneasel ancora in piedi lo stava affrontando ad armi pari sul piano della velocità - i due Pokemon scomparvero, si videro due lampi di luce, si sentì un clangore metallico... e poi, Scyther e Sneasel apparvero l'uno alle spalle dell'altro, entrambi in posiziione di affondo. Passò un secondo, e poi entrambi caddero a terra in avanti con un'esclamazione di dolore. I loro attacchi Lacerazione erano andati a segno nello stesso momento, ed entrambi ora ne subivano le conseguenze...

Ma non restarono a terra che per due secondi. Spinti entrambi dal loro desiderio di vittoria, i Pokemon scattarono in piedi e si rimisero in guardia. Shelly deglutì, impressionata da quello scontro... ma cercò di riprendere la calma, e pensò a quale potesse essere la prossima mossa...

"Allora... gli Sneasel sono veloci e forti... però non sono molto resistenti, e sono di tipo Ghiaccio/Buio, il che vuol dire che... ma certo! Okay... Scyther usa Coleomorso!" esclamò la ragazzina. Il Pokemon mantide scattò nuovamente in avanti, ma Sneasel si era aspettato la mossa, ed eseguì un salto acrobatico oltre Scyther, per poi scendere in picchiata con un attacco Ferrartigli. Scyther si voltò di scatto e riuscì appena in tempo a difendersi con un fendente sferrato con la lama destra... e con un forte rumore metallico, Sneasel venne scaraventato indietro. Si rimise in piedi con un'agile capriola a mezz'aria, ma Scyther stava già tornando alla carica: due lame di luce verde a forma di falce erano apparse di colpo ai lati della sua bocca, come due grandi mandibole da insetto... e Scyther le aprì di colpo per poi cercare di chiuderle su Sneasel. Ancora una volta, però, il Pokemon simile ad una donnola nera si rivelò un avversario scaltro: si gettò a terra e scivolò tra le gambe di Scyther, poi sferrò un attacco Sfuriate diretto alla schiena del suo avversario. Scyther emise un acuto stridio di dolore, ma riuscì a riprendersi in tempo da sfuggire al resto della raffica di artigliate.

"Spinarak..." mormorò Spinarak. Quello Sneasel si stava rivelando un avversario molto più pericoloso del previsto. Se solo avesse potuto intervenire, avrebbe usato la sua ragnatela per bloccare i movimenti del suo avversario... quello sarebbe stato il modo migliore per rimuovere il vantaggio di Sneasel. Yanmega, da parte sua, restò ferma al suo posto ad aspettare, senza perdersi un istante della lotta grazie ai suoi enormi occhi compositi.

Scyther si stava stufando, a questo punto... e anche Shelly aveva deciso che era meglio far durare lo scontro il meno possibile. "Forse... adesso è il caso di concludere! Scyther... usa un attacco Doppioteam, e poi Coleomorso di nuovo!" esclamò la bambina, in un tono sensibilmente più sicuro di prima. "Forza, Scyther, so che ce la puoi fare!"

Incoraggiato dalle esortazioni della sua nuova allenatrice, Scyther scattò di lato e riuscì ad evitare un attacco Lacerazione da parte di Sneasel. Con un rapido scatto, il Pokemon mantide riuscì a spostarsi di lato, e si scagliò verso l'avversario, lasciandosi dietro una serie di immagini illusorie di sè stesso. Scyther ripetè la mossa di prima, mentre Sneasel cercava di usare una mossa Aeroassalto nella speranza di colpire l'avversario giusto. Scyther reagì un attimo prima di lui, e le "mandibole" di luce verde che erano apparse prima ai lati della sua testa si aprirono di nuovo. Questa volta, Scyther riuscì a mettere a segno il colpo, e Sneasel strabuzzò gli occhi quando le tenaglie di energia si chiusero su di lui, per poi mandarlo a terra con una comica espressione di dolore ed imbarazzo dipinta sul viso.

Scyther tornò normale e richiuse le ali sul dorso. Quello scontro era stato più impegnativo del previsto, e restò per qualche istante a riprendere fiato...

"Scyther!" esclamò Shelly. La piccola allenatrice di Coleotteri e i suoi compagni corsero da Scyther per assicurarsi che stesse bene, e il Pokemon mantide li rassicurò che stava bene con un cenno della testa. "Oh... meno male... ho avuto paura che ti fossi fatto davvero male..."

"Scy scyther!" rispose Scyther, e ruotò un braccio per far vedere che era tutto a posto.

"Ottimo... grazie, Scyther. Sei... davvero in gamba!" mormorò timidamente Shelly, con l'aria di una persona che si sentiva quasi indegna di stare con quella con cui stava parlando. Gli Sneasel si stavano ora rialzando, e avevano deciso che non avevano più voglia di farsi male... quindi, con tutta la velocità di cui erano capaci, si dileguarono e fuggirono in mezzo alle rocce spolverate di neve. Beedrill li guardò minacciosamente, ma non fece nulla per impedire loro di fuggire.

"Volbeat..." affermò Volbeat, anche lui impressionato dall'abilità dimostrata da Scyther. Fino a quel momento, era stato convinto di essere il più forte dei Pokemon della sua allenatrice, ma Scyther lo stava facendo dubitare.

"Grazie ancora... so di non essere il massimo come allenatrice, ma... sono contenta di avere te come Pokemon." continuò Shelly. "Forse, se sarai disposto a darmi una mano... forse potremmo dare una mano ai nostri compagni, e aiutarli a sconfiggere il Team Meteora."

Per Scyther, "Team Meteora" era soltanto un paio di parole messe l'una davanti all'altra senza alcun significato... ma erano saltate fuori abbastanza spesso in quegli ultimi tempi. Sicuramente era qualcosa che dava non poche preoccupazioni alla sua compagna di viaggio. Non aveva neanche conosciuto i suoi amici, ma da come Shelly ne parlava con affetto... in particolare quella ragazza di nome Heather... davano l'impressione di essere persone di cui lui poteva fidarsi. E magari, combattere per questa "resistenza" contro questo cosiddetto "Team Meteora" gli avrebbe permesso di diventare più forte. Quale Scyther non avrebbe voluto essere più forte e combattere avversari sempre più abili? Era un po' nella natura di tutti i Scyther, no?

"Scyther..." esclamò il Pokemon mantide,  poi indicò verso la strada in pendio che si inoltrava in una foresta di conifere innevate.

"Yah!" affermò Yanmega, e svolazzò lentamente verso l'ingresso della foresta, in modo da spronare Shelly e gli altri Pokemon a seguirla. Con un sospiro, Shelly piazzò una mano sulla spalla di Scyther, e diede un'occhiata ad una mappa che aveva appena tirato fuori dal suo giaccone. La strada per Labradoria era ancora lunga, e sarebbe stato meglio raggiungerla prima di sera. Passare la notte all'addiaccio in un'atmosfera come quella, non sarebbe stato molto indicato...

"Okay... Scyther ha ragione, non possiamo restare qui a lungo a congratularci. Dobbiamo raggiungere Labradoria prima di sera." rispose Shelly. "Okay, ragazzi... tornate nelle Pokeball, così sarà un po' più facile viaggiare."

"Beedrill!" esclamò Beedrill facendo una sorta di saluto militare con un braccio-pungiglione. Shelly richiamò i suoi Pokemon nelle sfere, uno alla volta, con l'eccezione di Volbeat, e li assicurò alla cintura, poi si soffiò brevemente sulle mani e riprese il viaggio. Il Pokemon lucciola svolazzò lentamente accanto a lei, e usò la sua coda per accendere una tenue luce calda accanto a lei.

"Grazie, Volbeat... mi fa piacere sapere che possso sempre contare su di te..." affermò la bambina dai capelli color lavanda, e si aggiustò la treccia dietro la schiena. "Cavolo, certo che ne abbiamo fatta di strada. Quando sono partita da Azalina per cercare di staccarmi un po' da Raffaello... non credevo che mi sarei dovuta imbarcare in una simile avventura... Affrontare un'organizzazione di terroristi? Aiutare un gruppo di resistenza? Insomma... come potevo io sperare di fare una cosa simile?"

"Voooolbeat!" rispose Volbeat con un sorriso accomodante, e agitò allegramente le ali per dire che non avrebbe dovuto essere troppo dura con sè stessa. Shelly allungò una mano e accarezzò il Pokemon lucciola sulla testa, contenta di averlo sempre al suo fianco a farle da supporto. In effetti, anche Heather era il suo supporto, però a volte era difficile fare una conversazione con lei senza litigare.

"Chissà cosa sta facendo Heather in questo momento... credo che tu e i tuoi compagni Pokemon siate diventati molto più forti in quest'ultimo periodo, quindi... sarei curiosa di confrontarmi con Heather, quando ne avremo la possibilità. Giusto per vedere quanto più brave siamo diventate..." continuò Shelly. Non nascose a sè stessa un briciolo di sorpresa nel menzionare questa proposta. Non era mai stata particolarmente entusiasta di lotte di Pokemon... non perchè non volesse migliorare come allenatrice, ma perchè si vedeva sempre in una posizione di inferiorità rispetto al suo avversario. Che adesso le venisse in mente di fare un incontro, per quanto amichevole, con Heather - che aveva sempre visto come un'allenatrice e una persona molto più in gamba di lei - era davvero inusuale...  quel periodo passato ad affrontare tanti pericoli, a mettersi alla prova, sembrava che davvero avesse iniziato a farle tirare fuori la grinta e farle capire di cosa fosse davvero capace.

Chissà cosa avrebbe pensato Raffaello in quel momento, vedendola così sicura e indipendente...

No! Non doveva pensare a cosa avrebbe detto qualcun altro di lei... era quello che Heather le avrebbe consigliato di fare, dopotutto. Non paragonarsi a qualcun altro, o non sarebbe mai stata soddisfatta di sè stessa. Doveva concentrarsi sul fare piccoli passi, uno alla volta, verso il suo obiettivo... e per adesso, il suo obiettivo era raggiungere Labradoria, e sperabilmente riunirsi alla resistenza. Mancava ancora un po' di strada, e Shelly doveva cercare di coprirla prima che scendesse la notte, o cercarsi un posto sicuro dove dormire...

Ma il pensiero del fratello rimasto ad Azalina le diede maggiore stimolo, e la bambina scacciò via almeno per il momento la stanchezza, e riprese il suo viaggio.

"Aspettatemi, sto arrivando..." disse ai suoi compagni. "Heather... spero che anche tu stia bene..."

 

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Saphira corrugò la fronte, passeggiando nervosamente su e giù davanti a quella che un passante avrebbe potuto facilmente pensare essere un limite invisibile che soltanto lei si era posta. Le stradine lastricate di Labradoria erano impolverate di neve, e ora che stava scendendo la sera, i lampioni colorati stavano iniziando a fare luce, diffondendo un po' di allegria per la piazza altrimenti desolata. Tutto ciò che si vedevaano erano degli sparuti Pokemon come Pidgey, Taillow o Rattata che sgusciavano qua e là per le stradine, e ogni tanto, un passante che restava fuori giusto il tempo necessario per fare quello che dovevano, e poi tornare indietro. Era un paesaggio strano, quasi irreale...

L'allenatrice di Pokemon Drago si scostò una frangia di capelli multicolore dalla fronte, poi si chinò a terra per prendere un sasso, e lo scagliò in direzione dell'altra parte della città, nel senso verso cuui stava guardando poco prima. Con un suono acuto, il sasso rimbalzò su qualcosa di invisibile dopo un breve volo, e atterrò sul terreno accanto a Saphira, che scosse la testa rabbiosamente.

"Al diavolo... cosa ci vuole per superare questa dannata barriera, eh?" ringhiò la giovane comandante della resistenza. Sferrò un calcio al campo di forza che la separava dall'altra metà di Labradoria, con il solo risultato di addormentarsi la gamba per un secondo. "Maledizione... non immaginavo che fossero arrivati fino a questo punto. Se continua così, il Team Meteora guadagnerà sempre più tempo... e noi invece non possiamo permetterci di aspettare."

Comprendendo che sarebbe stato inutile restare lì a lamentarsi, Saphira si voltò e cominciò ad incamminarsi nuovamente verso il Pokemon Center, e verso Charlotte e Laura che attendevano davanti all'entrata. "Allora, sorellona? Niente da fare, eh? Il Team Meteora ci ha proprio fregato bene, questa volta..." disse la ragazzina con i codini, le mani intrecciate sulla nuca. "Okay... adesso cosa si fa? Proviamo ancora ad infrangere una cosa che non si può rompere... o ci ritiriamo e pensiamo ad una strategia un po' più sensata?"      

"Non mi sembra il caso di fare battute come questa, Charlotte cara..." affermò timidamente Laura, tormentandosi un po' i capelli rossi. "Saphira sta cercando di fare del suo meglio, ma... il Team Meteora ha ideato un PULSE davvero terribile, questa volta."

"Quello che mi dà più fastidio, è il fatto che mentre noi stiamo qua a girarci i pollici, il Team Meteora si prepara ad attaccarci con tutto quello che hanno..." affermò Saphira, e strisciò la suola di una scarpa per terra per ripulirsela dalla neve. "Charlotte ha ragione, qui non basta fare del proprio meglio. Dobbiamo inventarci una soluzione, quanto prima."

"Che succede qui a Labradoria? Mi sembra che tutta la città sia sotto coprifuoco..."

Saphira venne distratta dalle sue riflessioni da una voce ben nota... e quando lei e le sue sorelle si voltarono, videro che in effetti stavano arrivando proprio le persone su cui lei sperava di poter contare: Vera e i suoi compagni, e con loro c'era anche una persona che Saphira non ricordava di aver visto prima, ma che mostrava una sorprendente somiglianza con Cain. Probabilmente si trattava di Aya, la sorella di cui Cain aveva parlato diverse volte... Tutti loro sembravano stanchi, il che era comprensibile vista la lunga camminata, ma le espressioni sui loro volti, anche su quello della pessimista Aya, esprimevano decisione - erano ancora pronti a combattere e a fare quello che c'era da fare per affrontare il Team Meteora. Vera, in testa al gruppo, raggiunse Saphira e le sue sorelle, e alzò una mano insegno di saluto, sfoderando un sorriso smagliante!

"Siamo arrivati!" esordì Vera. Hitomi fece un segno dell'okay, ed Ortilla strizzò un occhio e si avvicinò con passo svelto.

"Oooooh! Guarda chi si rivede!" esclamò Charlotte illuminandosi in viso. "Vedo che siete riusciti ad arrivare a Labradoria... com'è la situazione lì a Reborn?"

"Diciamo che... potrebbe andare meglio, ma potrebbe anche andare peggio." rispose Drew. "E... qui a Labradoria, mi sembra che non stia andando molto bene. C'è qualche PULSE in giro?"

"Lo hai già capito, eh?" chiese retoricamente Laura. La mediana delle sorelle Belrose alzò le spalle e indicò il Pokemon Center. "Ma... è meglio se ne discutiamo qui dentro. C'è un posto sicuro nel quale possiamo parlare senza che il Team Meteora possa sentirci..."    

 

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CONTINUA...

 

 

 

 

  
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