ALBA
 
La luce rosa dell’alba era quanto di più distante dai pensieri di Oscar.
Gli avvenimenti delle ultime ore avevano completamente stravolto la sua vita. Lo scontro con il Generale, la lettera che gli aveva lasciato, la rabbia popolare, André…
Inspirò, le labbra serrate, stringendo appena le palpebre in uno sguardo fisso all’orizzonte, immobile dinnanzi alla finestra spalancata dell’alloggio che occupava al piano alto della caserma.
Il colletto rigido dell’uniforme le pizzicava le guance. Forse per l’ultima volta, pensò.
Era successo tutto talmente in fretta… Tutto in una notte.
Tutto quello che non aveva saputo dire, esprimere, vedere, accettare in oltre trent’anni le aveva presentato il conto e lo aveva fatto nel modo più dolce, nel momento forse più amaro e drammatico della storia di Francia.
Un rumore alle spalle la indusse a voltarsi.  Sorpresa?  No, certo che no. Come poteva esserlo?
«Andrè...» mormorò in un sorriso come non ne aveva mai fatti, prima di quella notte; lo sguardo adombrato comunque acceso dalla stessa emozione soffocante che le gonfiava il petto e le faceva battere forte il cuore al solo pensare a quel nome.  André… un nome dolce e pieno come la consapevolezza.
«Bonjour…» rispose uno sguardo verde smeraldo, filtrato appena dalle lunghe ciglia scure, accompagnato dal sorriso di un uomo che non aveva altro da chiedere alla vita. Pago e sereno nel più felice dei suoi risvegli.
«Già vestita?»  domandò André  tra le lenzuola sgualcite, il sapore di una notte indimenticabile ancora sulle labbra umide, fissando un po’ sorpreso quella donna in uniforme.  La sua donna in uniforme…
Qualche ora di riposo, aveva detto Oscar al rientro in caserma, afferrandolo poi per un braccio quando lui, istintivamente, aveva accennato a ritirarsi nella camerata che divideva con i compagni.
Un cenno del capo, uno sguardo e André aveva colto il suo invito, la sua determinazione; il messaggio chiaro dietro a quel gesto semplice e silenzioso.
La richiesta di condividere l’alloggio era, per Oscar, la più naturale conferma che quanto successo non era stato per lei una semplice avventura notturna.
Tutto era cambiato. Tutto. A cominciare dai ruoli sociali.
Al risveglio, Oscar avrebbe comunicato ai Soldati della Guardia l’intenzione di lasciare il comando. Si sarebbe spogliata di quell’uniforme e di tutto ciò che rappresentava. Ma raggiunte le sue stanze, le ore di riposo si erano presto trasformate in altre ore d’amore.
«Non ho più un attendente…»  lo freddò Oscar, sarcastica, simulando la necessità di rassegnarsi a fare tutto da sola.
Poi, lasciandosi la finestra alle spalle e raggiungendo un letto che non le era mai sembrato tanto caldo e invitante nella sua consueta sobrietà, si chinò appena sul giaciglio e suggellò la nuova alba con un bacio leggero.
«Ti assicuro, Oscar…» sussurrò André tra le sue labbra, «che non ne sentirai la mancanza…» si schermì, tramutando quel bacio in una rinnovata e passionale promessa d’amore.
Oscar si lasciò stringere e vivere nuovamente in quell’abbraccio.
Per un attimo,  tutto poteva aspettare. Parigi poteva aspettare. I suoi uomini potevano aspettare. Ma André… Il suo André, lui no. André aveva già aspettato abbastanza.
In fondo, non era che l’alba di quel del 13 Luglio 1789…
 
 

NDA: era da tanto, tanto tempo che non scrivevo una FF. Si è ripresentata l'occasione (quasi nello stesso modo in cui iniziai la mia avventura qui, alcuni anni fa) e non ho resistito... ho voluto condividerla. Come spero si evinca dal testo, si tratta di uno dei miei amati "Missing Moment". Un piccolo affresco in testo e immagini che si colloca tra il ritorno in caserma di Oscar e Andrè, dopo la dichiarazione d'amore, e il momento in cui i due incontrano Alain e compagni in camerata. Ho voluto immaginare, ed eventualmente regalare, ai nostri qualche ora in più da trascorrere insieme. Non più nell'erba umida di una notte di Luglio, bensì tra le lenzuola di un letto vero. Quel "talamo nuziale" che non hanno effettivamente potuto condividere. Una manciata di ore che dovevano essere di riposo e che si sono trasformate in un nuovo incontro d'amore. Eccoli al risveglio... In una mattina che per loro non è come tutte le altre. Ma è un'alba nuova. L'alba del 13 Luglio 1789... 
Lo so, questo racconto è tanto breve quanto malinconico nel suo finale. Perchè noi lo sappiamo cosa ci riserverà il tramonto... Ma spero vi sia piaciuto un po' ugualmente e di tornare presto, o almeno ogni tanto. 

Per ora, un saluto e GRAZIE a chi ha avuto la voglia di leggere fino a qui! 

Sabrina