Note dell’Autrice

Questa storia è stata scritta anni fa per un contest di cui, molto sinceramente, ho scordato sia titolo che giudice.

Il prompt fornito era la frase “Le conseguenze delle nostre azioni sono sempre così complicate, così mutevoli, che predire il futuro è davvero molto difficile” e ho voluto riadattare il tutto per la nuova challenge.

Spero sia di vostro gradimento,

Federica ♛

Disclaimer: Tutti i personaggi di questa storia non appartengono a me, bensì a J.K. Rowling. Questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro, ma solo per puro divertimento.

REBUILD

“Che ne sarà di noi?” La tua voce flebile rompe quel silenzio imbarazzante creatosi fra lui e te. Lui. Non riesci nemmeno più a chiamarlo con il suo nome. Strano, visto che fino a qualche anno fa era il tuo idolo, il tuo punto di riferimento, il tuo tutto, il tuo fantastico padre.

Con la coda dell’occhio lo guardi; non è messo così male come credevi. Certo, in quanto all’aspetto, è terribile: i lunghi capelli biondi ricadono scompigliati sulle spalle e gli occhi cerulei sono fissi in un punto imprecisato sul pavimento. Ma senti che un macigno è sparito dal suo petto, perché è la stessa sensazione che provi tu. La guerra è finita e la sua anima si è completamente svuotata.

È cambiato dall’ultima volta che avete parlato; allora pensava solamente a spronarti a dare il meglio per l’Oscuro Signore. Ora è diverso; ora sai che è diverso. Ma ciò non cambia il vostro destino. In effetti, la tua domanda è assolutamente scontata dato che è più che palese il vostro futuro.

Avete appoggiato Voldemort, avete contribuito alla cattura di Harry Potter, avete – o meglio ha – ucciso un sacco di persone innocenti. Azkaban è il minimo per voi, meritereste di peggio.

Sai bene che dovresti alzarti da quella stramaledetta panchina e andare a cercare Potter, a ringraziarlo. Senza di lui, ora tu non saresti vivo. Senza di lui, non ci sarebbe il problema di mandarti ad Azkaban, ma quello di organizzare il tuo funerale.

È la fine? Temi di sì. Ormai non c’è più niente da fare. Tua madre se la caverà: non ha il Marchio Nero e ha salvato la vita a Potter. Nessuno la condannerà. Ma che ne sarà di te e del tuo futuro che hai cercato di preservare il più possibile? Non è ancora detta l’ultima parola. Potresti salvarti e potresti salvare anche lui. O potrebbe farlo proprio il tuo acerrimo nemico – che alla fine proprio acerrimo non è.

Ti stai per alzare – non più così orgoglioso da rifiutarti di chiedere aiuto –, quando senti la sua voce. Una voce roca e stanca che sembra trascinarsi per la breve distanza che vi separa. Ti volti completamente verso Lucius e, quasi istintivamente, lo abbracci. E, ancor più istintivamente, lui ricambia.

Restate così per qualche minuto, che a te paiono ore. Ascolti molto attentamente le parole che tuo padre ti soffia per la seconda volta nelle orecchie.

“Le conseguenze delle nostre azioni sono sempre così complicate, così mutevoli, che predire il futuro è davvero molto difficile. Ma ti prometto che non ti succederà niente. Ti prometto che avrai il futuro che hai sempre sognato. Ti chiedo solo di perdonarmi. Per favore, Draco, perdonami.”

Ma tu lo hai già perdonato o, forse, non l’hai mai odiato davvero. Certo, ha reso la tua infanzia un inferno ed è colpa sua se ora hai quell’odioso marchio sull’avambraccio sinistro; ma non puoi odiarlo. È tuo padre e ha sempre voluto il meglio per te. Ti ha cresciuto con la convinzione che nessuno ti avrebbe aiutato e alla fine ti è servito. Sei riuscito ad andare avanti da solo, sempre e comunque. E ne sei orgoglioso. Anche lui è orgoglioso, e lo sai.

Tra qualche ora avrà inizio il caso Malfoy; non sai come ne uscirai e se ne uscirai, ma poco importa ormai. Tu andrai avanti come ti hanno sempre insegnato e prima o poi riacquisterai fiducia in te stesso e negli altri.

Il processo è finito; Potter ti ha salvato un’altra volta. Non andrai ad Azkaban, ma potrai rifarti una vita. E con te anche la tua famiglia. Siete tutti e tre stretti in un abbraccio rimandato da troppo tempo. Ora che sei sicuro del tuo futuro, ripeti la stessa domanda di qualche ora fa. 

“Che ne sarà di noi?” Tuo padre sorride e tua madre ti stringe più forte. Stavolta nessuna esitazione, nessun ripensamento.

“Ricostruiremo,” è la parola che arriva alle tue orecchie.

Ora capisci che la cosa davvero importante non è dimenticare, ma accettare. Devi accettare il tuo passato e imparare dai tuoi errori e forse un giorno anche tu riuscirai a sentirti veramente padrone del tuo destino.