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Autore: Ella1412    01/04/2020    2 recensioni
L’Uchiha, con tutto l’impegno che riuscì a metterci, mantenne lo sguardo sui due compagni. Sentiva gli occhi di Sakura come bruciare su di sé.
‹‹Allora noi andiamo – disse Kakashi mostrando la schiena ai ragazzi e salutandoli con una mano. La maschera celava le labbra piegate in un sorriso – Ci vediamo domani.››
Storia nata da un'immagine che mi è capitata sott'occhio per puro caso.
Genere: Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kakashi Hatake, Team 7 | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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I personaggi si trovano in due contesti diversi, prima del tradimento di Sasuke verso Konoha e poi nel viaggio fatto insieme alla kunoichi.
 
 


Tre sillabe


 

Il Team 7 era seduto all’ombra di un albero. O meglio, l’ultimo degli Uchiha e la bella rosa erano lì ad aspettare che Kakashi e Naruto fossero di ritorno. Il ragazzo aveva di nuovo fatto arrabbiare Tsunade e il maestro era andato a recuperarlo.
La rosa era intenta a guardare le foglie verdeggianti sulle loro teste, la schiena dritta si poggiava sulle braccia esili. Le mani stringevano con delicatezza la panchina di pietra e sorrideva leggermente.
Sasuke la guardava con la coda dell’occhio, le braccia incrociate e le gambe divaricate nella tipica posa di chi è impaziente.
Era davvero una bella giornata di inizio estate e la kunoichi indossava il solito abito rosso con lo stemma degli Haruno sulla schiena. Stavano aspettando da almeno mezz’ora e dei due Sasuke non vedeva neanche l’ombra. Sbuffò spazientito, decidendo di andare ad allenarsi nel mentre.
‹‹Sasuke-kun, Kakashi-sensei ci ha detto di aspettarli qui.›› lo richiamò gentilmente la rosa vedendo come si fosse alzato e avesse messo le mani nelle tasche bianche. Lui lanciò un’ultima occhiata alla strada e finalmente vide i due avvicinarsi.
Si rimise a sedere vicino alla rosa, mormorando un “tsk” appena udibile. Le mani pallide erano a coprire le labbra serrate dal fastidio. Sakura gli lanciò un’occhiata preoccupata per poi dedicare la sua attenzione ai due in arrivo. Sollevò un braccio e lo sventolò in aria per farsi vedere dal biondo, sorridendo. Avrebbero potuto finalmente iniziare la loro nuova missione.
 
‹‹Sakura-chan! Tsunade è una-›› iniziò a raccontare Naruto prima di essere interrotto dalla mano del maestro che gli cadde esattamente nel mezzo della testa.
‹‹Per il casino che hai causato al villaggio, oggi faremo un allenamento extra.›› sentenziò Kakashi.
I tre non sembrarono preoccupati e continuarono con il programma originario.
 
 
 
Erano passate circa otto ore e il team 7 al completo, compreso di maestro, si era trovato di nuovo sulla panchina di pietra della mattina. Kakashi stava parlando con Naruto, Tsunade aveva deciso come punirlo e al biondo, ovviamente, non stava andando molto a genio. Sakura, stremata, aveva assunto la stessa posizione della mattina. Guardare l’amico fare tutto quel baccano le metteva allegria, nonostante pensava che lo meritasse. Le sfuggì una risatina che coprì con la mano. Con la stessa poi si aggiustò i capelli dietro l’orecchio e la ripoggiò sulla panchina. Accanto a lei Sasuke con la sua solita faccia impassibile guardava, di nuovo, di sottecchi la kunoichi. Posando lo sguardo sui due di fronte a loro, poggiò anche lui la mano vicino a quella chiara dell’amica.
Mosse piano le dita, senza far il minimo rumore. Toccò con il mignolo quello di lei e la vide sussultare, spostando immediatamente lo sguardo sbarrato sulla sua mano. Arrossì di punto in bianco, come conseguenza naturale al contatto delle loro pelli.
L’Uchiha, con tutto l’impegno che riuscì a metterci, mantenne lo sguardo sui due compagni. Sentiva gli occhi di Sakura come bruciare su di sé.
‹‹Allora noi andiamo – disse Kakashi mostrando la schiena ai ragazzi e salutandoli con una mano. La maschera celava le labbra piegate in un sorriso – Ci vediamo domani.››
 
Avanti a loro i due saltarono via, o meglio: Kakashi saltava via con un Naruto furente sotto braccio.
Le mani dei due, che prima erano tornate distanti quel minimo per sentire ancora la presenza dell’altra, si ritrovarono quasi subito.
Sasuke aveva ripreso con il mignolo quello della rosa, lasciandolo solo per stringerla meglio e con più forza. Questa volta, però, lei non fu percossa da un brivido. Anzi sorrise, dedicando la sua completa attenzione al moro.
Fu in quel momento che l’imbarazzo si impossessò di lui.
La kunoichi si sporse verso di lui, arrossita ma felice. Quella felicità che stava dimostrando con uno stupendo sorriso, talmente bello da mozzargli il fiato. Ma lui era un Uchiha e non si scompose.
Sibilò un altro “tsk” prima di carezzare e stringere quel ditino esile.
 
 
 
 
Era strano come quel ricordo gli invase i pensieri. Il moro era affacciato alla finestra della stanza dell’hotel in cui alloggiava assieme alla sua compagna di viaggio.
Compagna di viaggio e di vita. Da poco, o forse no?
Sorrise al panorama che si stendeva avanti si suoi occhi bicolore. Il Paese degli Uccelli offriva una geografia particolare perché le case erano circondate da calmi fiumi. Alla sua compagna piaceva molto quella vista.
 
Il rumore della porta che si apriva gli arrivò alle orecchie e l’Uchiha vide uscire dal bagno una nuvoletta di vapore assieme al corpo femminile e sinuoso della kunoichi. I capelli le erano cresciuti fino ad arrivarle alle scapole ed erano resi lucenti dalle cure alle quali erano stati sottoposti.
Lo sguardo si era posato sul suo corpo, avvolto in quella stoffa elegante che le copriva le curve morbide.
Eccolo lì, quel sorriso che non era cambiato di una virgola durante quegli anni. Era sempre così raggiante e pieno di speranza.
La vide avvicinarsi a lui, poggiargli una mano tra i capelli scuri e muoverla piano, in una carezza. Sasuke si lasciò cullare e guidare allo stesso tempo da quella manina candida, finendo per poggiarsi sul petto di quella donna tanto bella quanto letale. Chiuse gli occhi, concentrandosi sul suono del cuore di lei e riempendosi le narici del suo profumo dolce e fresco. Lo aveva sempre avuto, profumava di buono. I capelli rosati scivolarono sulla stoffa e si poggiarono sul capo del moro che riaprì gli occhi. Era circondato da lei, dal suo profumo, dal suo colore e dal suo calore.
Aveva passato anni a chiedersi se si meritasse quella felicità che lei sapeva donargli così facilmente in modo incondizionato. Sembrava tutto facile se fatto da lei.
‹‹Sakura.›› la chiamò, solo per sentire la sua voce dolce sfiorargli leggera l’udito. Passò un braccio attorno ai suoi fianchi stretti, avvicinandola ancora di più.
Sasuke aveva imparato ad accettare il suo amore verso di lui e grazie a lei era riuscito a comprendere e infine manifestare il proprio nei confronti della sua compagna di viaggio. Era stato soppresso per così tanto tempo che quasi gli sembrava strano poterlo provare ancora.
Le carezzò il fianco, ricordandosi del primo bacio avuto con lei. Erano sotto un albero, di nuovo, e si erano accampati per la notte. Sasuke aveva acceso il fuoco e avevano cenato chiacchierando di vicende passate e prospettive per il futuro. Poi si erano ammutoliti nel vedere il cielo stellato sopra le loro teste. Sakura si era poggiata delicatamente sulla sua spalla, arrossendo come suo solito. Lui la lasciò fare, vedendo il suo volto illuminato dalla luce del fuoco quasi spento. Ritrovarono il contatto visivo, perdendosi nei propri occhi. Quei due zaffiri così lucenti e pieni di speranza lo avevano di nuovo stregato. Non l’aveva nemmeno vista avvicinarsi, aveva solo sentito le loro labbra toccarsi. Gli occhi ancora a guardarsi, amorevoli e leggermente timorosi. In un attimo, li chiusero e si lasciarono trasportare dalle emozioni. Entrambi carezzarono il viso dell’altro dopo essersi allontanati il minimo indispensabile. Subito, quegli smeraldi divennero lucidi, riempiendosi la lacrime.
‹‹Ti amo, Sas’ke-kun.›› sussurrò leggera. Le labbra piegate in un sorriso gioioso, accompagnato da quelle lacrime sfacciate nel rigarle il viso.
 
Tornò al presente quando sentì una mano della rosa entrare nella sua veste, carezzandogli la spalla e poi la schiena, dolcemente. Si rilassò, lasciando che dalla bocca uscisse un sospiro profondo. Era ancora circondato da lei e dal suo amore. Se ne sentiva parte e non ne aveva più paura. Era pronto ad andare avanti con lei. Ero pronto.
‹‹Sakura.›› la richiamò, questa volta cercando il contatto visivo. La fece sedere sulle sue gambe, accarezzando la sua figura e accompagnandola nei movimenti.
Aveva la sua completa attenzione. Sasuke fece vagare la mano sul suo fianco, massaggiando la coscia lasciata scoperta dallo spacco del tessuto, per poi arrivare ad accarezzarle la guancia rosata. ‹‹Sposami.››
Tre sillabe, un significato, un unico grande sentimento a celarsi dietro quella piccola parola.
Gli occhi smeraldini trapelavano quel turbinio di emozioni presente nella sua mente. Le guance si imporporavo e la realizzazione si fece spazio sul suo volto.
Sorrise, di nuovo quel sorriso. Sasuke ne rimase folgorato.
Le lacrime le inondarono gli occhi, rendendosi testimoni dei sentimenti della giovane kunoichi, lasciando che la sua gioia parlasse attraverso quelle stesse gocce limpide. Sasuke ne asciugò una, notando la sillaba uscire sottile dalle sue labbra piene.
‹‹Sì.››
Un sussurro. Perché per quanto potesse parlare, Sakura sapeva che lui l’avrebbe sempre ascoltata.
Scese un’unica lacrima, solitaria, dall’occhio color pece. La mano della rosa si affrettò a catturarla per asciugarla, lasciando poi un tenero bacio lì dove era arrivata la scia.









A.A.:
Chiedo venia se non sono riuscita a rendere i personaggi OOC, però spero davvero che vi piaccia!
  
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