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Autore: LorasWeasley    01/04/2020    0 recensioni
AU [Gerita|Spamano|FrUK|Dennor|PruCan|Ameripan|LietPol|Rochu]
018. « è quello che penso sia? » -LietPol
025. « cosa c’è di sbagliato in te? » -Rochu
039. « vuoi sposarmi? » -Spamano
047. « ti ha fatto male? » -PruCan
078. « ora stai con me? » -DenNor
086. « perché sei nudo? » -FrUK
101. « è il nostro anniversario? » -Ameripan
116. « mi abbracci? » - Gerita
Genere: Fluff, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Allied Forces/Forze Alleate, Bad Friends Trio, Nordici
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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016. « come ci sono diventato tanto fortunato? » -Gerita
Ludwig era seduto su una panchina del parco e fissava Feliciano che rincorreva e giocava con un gatto che spesso vedevano in giro da quelle parti.
Fissava ogni suo minimo particolare, i capelli ramati che si alzavano per il vento, gli occhi chiari e brillanti per la felicità, il sorriso spensierato sul suo volto.
Quando poi lo vide alzare lo sguardo e sorridergli dolce gli mancò un battito e non poté fare a meno di chiedersi: come ci sono diventato tanto fortunato?

 
017. « è una minaccia? » -PruCan
-È una minaccia?- chiese il ragazzo davanti a lui con una voce che voleva sembrare strafottente ma che nascondeva un velo di paura.
Gilbert sorrise sadico, sentiva Matthew stringersi di più contro la sua schiena, stava tremando. Questo lo fece incazzare ancora di più, nessuno si poteva permettere di trattarlo male fino a renderlo così spaventato.
-Certo che è una minaccia- abbassò la voce per renderla più fredda e tagliente –te lo ripeto, se provi ancora a toccarlo, io ti uccido.

 
018. « è quello che penso sia? » -LietPol
Toris aveva le braccia incrociate di fronte al pacco di Amazon che era appena arrivato e che avevano aperto insieme.
-È quello che penso sia?- domandò alla fine facendo un sospiro, le guancie rosse.
-Dipende- rispose Feliks per nulla imbarazzato da quello che aveva comprato e della situazione in generale –se pensi che sia un pacco di sex toy allora si, è quello che pensi che sia.
-Vado a preparare la cena- concluse infine scappando letteralmente via, perché aveva capito che doveva davvero smettere di porsi domande inutili.

 
019. « è la fine? » -Ameripan
-È la fine?- domandò Alfred incredulo mentre i titoli di coda apparivano sullo sfondo nero e iniziava la canzone drammatica come colonna sonora.
-Si… ti è piaciuto?- Kiku lo fissò confuso, non riuscendo a interpretare il suo sguardo.
Alfred si girò nella sua direzione, era sconvolto –I vostri film d’animazione sono la cosa più triste di sempre! Qual è il vostro scopo? Traumatizzare i bambini!?
Kiku cercò di trattenersi dal ridere, come spiegargli che quello era anche uno tra i pochi che finiva bene?

 
020. « sta succedendo davvero? » -FrUK
Arthur frugò dentro il cassetto nel mobile davanti l’ingresso e quando trovò la copia delle chiavi la prese in fretta e la mise nelle mani del francese evitando il suo sguardo.
-Sta succedendo davvero?- domandò incredulo Francis.
-Tanto ormai stai comunque perennemente qui, tanto vale trasferirti definitivamente.
Voleva sembrare indifferente ma il rossore e la voce tremolante dimostravano quanto in realtà fosse imbarazzato e quanto sforzo avesse fatto per arrivare a quella conclusione.

 
021. « è davvero necessario? » -DenNor
-È davvero necessario?- domandò in un sospiro Lukas continuando a camminare lungo il marciapiede seguito dal suo ragazzo.
-Certo che si, fattene una ragione.
-Devo solo chiedere una cosa al professore per la tesi, non c’è bisogno che tu venga.
-Non mi farai cambiare idea. Anche perché l’ho visto il suo assistente, quegli sguardi che ti lancia non mi convincono.
E Lukas nascose il principio di un sorriso dietro la mano.

 
022. « potrei avere questo ballo? » -LietPol
Feliks era poggiato al muro della palestra dove si stava svolgendo il ballo scolastico di fine anno.
Guardava con ammirazione tutte le coppie che ballavano il lento, il busto proteso in avanti.
Era così chiaro che voleva essere anche lui in mezzo a loro che Toris dovette ingoiare tutto il suo imbarazzo e, mettendosi davanti a lui, gli chiese in un sussurro –Potrei avere questo ballo?
Feliks lo fissò con gli occhi lucidi e le labbra socchiuse a formare una piccola “o” stupita.
Poi gli sorrise luminoso e accettò quella mano protesa.

 
023. « che stai facendo? » -Spamano
Erano le tre di notte quando Antonio si svegliò e tastando l’altro lato del letto lo trovò vuoto.
Corrugò la fronte e dopo un sospiro decise di alzarsi per andare a cercare il suo ragazzo, magari si era sentito male o aveva avuto un incubo.
Ma semplicemente lo trovò in cucina, tranquillo, seduto al tavolo a mangiare della pizza.
-Che stai facendo?- domandò confuso.
Romano lo fissò come se fosse stupido e con tutta la naturalezza di questo mondo rispose –Sto mangiando- e Antonio non poté fare a meno di annuire e tornare a dormire.

 
024. « che cos’è? » -PruCan
Quando quel pomeriggio Matthew aprì la porta di casa prima di tutto vide un enorme peluche di orso polare, poi il volto del suo ragazzo.
Lo fece entrare dentro casa e continuando a fissare il peluche confuso chiese –Che cos’è?
Gilbert glielo porse rispondendo –è per te, come quello che avevi da piccolo, no? Mi hai detto che c’eri così affezionato che quando l’ho visto non ho potuto non comprarlo.
Gli occhi di Matthew si riempirono di lacrime e gli saltò al collo per un abbraccio con così tanta enfasi che entrambi rotolarono a terra.

 
025. « cosa c’è di sbagliato in te? » -Rochu
Ivan non aveva mai smesso di provarci con Yao, ogni volta che vedeva una possibilità la utilizzava senza farsi alcun problema.
E quel giorno Yao era nervoso per conto suo, gli venne quasi naturale sbottare con un –Cosa c’è di sbagliato in te?- con un tono così cattivo che se ne pentì all’istante.
Ivan si oscurò in volto –In effetti, ci sono tante cose di sbagliate in me, ma sono abbastanza sicuro che quello che provo nei tuoi confronti non può essere sbagliato.

 
026. « quando te ne vai? » -FrUK
Arthur e Francis erano in biblioteca a studiare.
O almeno, era quello che Arthur stava cercando di fare, Francis invece cercava di distrarlo e stuzzicarlo in tutti i modi possibili.
E quando la mano del francese si andò a posare nel suo interno coscia iniziando a risalire, Arthur non poté fare a meno di urlare esasperato –Quando te ne vai?
Divenne tutto rosso quando si rese conto che tutti si erano girati a guardarli malissimo, Francis sorrise complice e sussurrò –Cheri, è arrivato il momento di andare via entrambi.

 
027. « dove siamo? » -LietPol
Toris si svegliò dopo la lunga e scomoda dormita in macchina, si stiracchiò e guardandosi intorno confuso chiese –Dove siamo?
Feliks continuava a guidare tranquillamente, per nulla stanco, una canzone che canticchiava tra le labbra.
-Ho fatto una deviazione, siamo quasi arrivati al luna park.
-Ma dovevamo…- cercò di iniziare Toris, poi si rese conto che era del tutto inutile discutere, non ne aveva voglia e avrebbe comunque perso, Feliks sorrise non visto.

 
028. « dove stiamo andando? » -Ameripan
-Dove stiamo andando?
Solo quando salirono in macchina e Alfred mise a moto decise di rispondere alla domanda che Kiku continuava a fargli, confidava nel fatto che non avrebbe aperto lo sportello per scappare.
-Arthur e Francis ci hanno di nuovo invitati, non potevo dire di no.
Kiku divenne totalmente rosso, boccheggiava incredulo –Dovevi avvertirmi! Non sono pronto a conoscere i tuoi genitori!
E i suoi borbottii infiniti continuarono per tutto il viaggio.

 
029. « da dove vieni? » -Gerita
Feliciano suonò alla porta del suo nuovo vicino e attese che gli venisse ad aprire.
Era un tedesco standard, biondo, alto e muscoloso –Ciao- provò a parlare Feliciano con un inglese insicuro –Mi sono trasferito da poco qui accanto, avrei bisogno di un aiuto con i tubi del bagno.
-Da dove vieni?- chiese il tedesco rispondendo fluentemente in inglese.
-Dall’Italia- sorrise imbarazzato Feliciano, quello sguardo azzurro era troppo penetrante.
E il tedesco gli rispose in italiano, aveva studiato la lingua, Feliciano ne fu così felice da sorridergli grato, aveva appena trovato un nuovo amico.

 
030. « dove stai andando? » -Rochu
Yao e Ivan avevano litigato e non si parlavano già da diversi minuti.
Ma quando il cinese vide l’altro avvicinarsi alla porta d’ingresso per andarsene si agitò e sentì lo stomaco sottosopra.
-Dove stai andando?- chiese prima che l’altro potesse raggiungere la maniglia con la mano.
Ivan si girò a fissarlo, poi sospirò e tornò indietro –Okay, sono qui, non me ne vado, non c’è bisogno di fare quella faccia terrorizzata.
  
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