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Autore: cussolettapink    02/04/2020    2 recensioni
“Davvero? Il nuovo arrivato è una ragazza e non un ragazzo? Ma cosa le sarà saltato in mente?!?” Una voce la distrasse dal guardarsi intorno e la fece concentrare invece sul discorso appena iniziato nella stanza che ancora non aveva visitato.
“Sicuramente” si aggiunse una seconda voce “è una poco di buono! Chi mai verrebbe a stare in un dormitorio con soli maschi?!”.
La ragazza stava per abbassare la maniglia e manifestare la sua presenza quando una terza voce – che le sembrò leggermente familiare – si aggiunse alla conversazione.
“Louis, non essere come sempre così prevenuto, magari è una brava ragazza che è solo interessata a trovarsi vicina per frequentare le lezioni”.
Sorridendo nel trovare una persona disposta a trattarla con gentilezza, la ragazza entrò nella stanza proprio nel momento in cui quella famosa terza voce finì la frase.
“O forse, è semplicemente una t**** in cerca di divertimento”.
La sorpresa per la frase completamente assente di tatto o gentilezza non preoccuparono neanche lontanamente la ragazza perché, nel momento in cui individuò il ragazzo che aveva parlato, si sentì raggelare.
Il ragazzo che l’aveva appena offesa niente di meno era che Harry
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Louis Tomlinson, Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Chapter 15 – Louis.


Ormai erano un paio di giorni che la ragazza e Tod facevano “coppia fissa”, come erano un paio di giorni che la silenziosa Meghan era tornata ad isolarsi in un angolo della stanza.

Paige tentava in tutti i modi di fingere sorrisi e risate alle pessime battute del suo “fidanzato”, cosa che le sembrava sempre più impossibile da continuare.

La madre la chiamava ormai tutte le sere per informarla sui successi che stava avendo a lavoro, contenta di poter essere finalmente tornata in campo e di poter dare una mano in casa.

La gioia della madre era così forte che la ragazza si aggrappava ad essa con tutte le sue forze, per riuscire ad affrontare quella situazione.

Quella sera aveva lavorato al bar, completamente ignorata da Harry e da tutti i compagni di dormitorio che erano passati.

“Paige, cosa è successo? Ti vedo davvero triste” commentò il capo della ragazza, fissandola.

“Ma niente, solo un po’ di preoccupazioni… a proposito, volevo chiederle se era possibile avere qualche turno in più qui alla tavola calda…”

“Una mano potrebbe servirmi ma tesoro, comincio davvero a preoccuparmi per te. Non è il caso che ti sovraccarichi di lavoro, dovresti pensare a studiare e a goderti un po’ la tua vita da collegiale” sorrise l’uomo, non immaginando neanche lontanamente quanto quelle parole l’avessero ferita, rispecchiando quello che la ragazza avrebbe tanto voluto.

“A proposito cara, sbaglio o qualche giorno fa mi avevi detto che volevi proporre ad Harry di fare un po’ dei suoi turni? Ti ha detto di no vero?” ridacchiò l’uomo per un qualcosa che la ragazza non riuscì a capire.

“Si glielo ho chiesto ma non ha voluto, non capisco come mai ci tenga così tanto… alla fine certo lui non ha bisogno di questo lavoro”.

“Assolutamente no, se volesse potrebbe comprare tutto il locale con me dentro” ridacchiò l’uomo “e quando lo conobbi aveva tutta un’aria così spocchiosa… mi commuove vedere quanto sia cambiato”.

“Ah sì? Che tipo era prima?” chiese lei, fermandosi dallo spazzare per terra e prestando piena attenzione all’uomo.

“Il primo anno del college veniva sempre qui come cliente, infastidiva i miei precedenti camerieri e mi creava davvero un sacco di problemi, tanto che pensai di rivolgermi alla scuola in qualche modo.”

“E poi cosa successe?”.

“Una sera era ormai passato da un pezzo l’orario di chiusura ma lui e i suoi amici non accennavano ad andarsene anzi, continuavano a bere e a ordinare cibo che neanche mangiavano, come a dimostrare che fino a quando pagavano potevano fare quello che volevano”.

“Dio mio, che personaggi tremendi!”.

“Concordo. Quella sera comunque esagerarono troppo col bere e altri quattro ragazzi cominciarono a buttare a terra piatti e bicchieri, a lanciare le sedie da una parte all’altra del locale e uno di loro andò perfino dietro il bancone rompendo non hai idea di quante bottiglie. Li minacciai di chiamare la polizia e la scuola se non se ne fossero andati e subito sparirono, tutti tranne uno. Hai capito di chi parlo, vero?”.

“Harry”.

“Esatto. Nonostante si fosse sempre comportato come un ragazzino viziato, quella notte rimase fino a tardi per aiutarmi a sistemare, sembrava come se si fosse all’improvviso ripreso dalla sbornia. Il giorno dopo si presentò e senza dire nulla prese un grembiule, dicendo che da quel giorno fino alla fine del suo quinto anno avrebbe lavorato per me e che sarebbe stato il miglior dipendente che io abbia mai avuto… ed ha dimostrato di non aver dato solo fiato alla bocca. Da quel giorno si è impegnato moltissimo, non hai idea di quanti piatti facesse cadere i primi tempi, non era assolutamente una persona abituata a lavorare. Si armò di pazienza e continuò a venire tutti i giorni, imparando velocemente tutto il modus operandi nel lavoro”.

“Wow… non avrei mai immaginato che fosse successo tutto questo… deve essere davvero affezionato a questo posto”.

“Ormai penso che Harry mi veda anche come una figura… paterna, se così posso avere l’ardire di definirmi. Mi ha raccontato di aver perso il papà quando era molto piccolo e credo proprio che il mio rimproverarli quella notte abbia fatto scattare qualcosa in lui. Ecco perché non ha voluto far cambio, a lui piace venire qui a lavorare e lo fa con il massimo dell’impegno e dell’entusiasmo”.

“Capisco… è stato davvero bello ascoltare questa storia”.

“A me ha fatto piacere raccontarla, è bello che ci sia ancora qualcuno disposto ad ascoltare un vecchio come me” scherzò l’uomo, sorridendo bonariamente alla ragazza per poi tornare alla cassa dove una coppia era in attesa di poter pagare il conto.

La ragazza tornò a lavorare con uno strano peso all’altezza del cuore, quella storia di Harry l’aveva parecchio colpita.
 
“Dobbiamo parlare”.

La ragazza era appena entrata nella sua stanza quella sera che quasi pensò di avere un infarto nell’udire una voce dentro la sua camera.

“Louis! Dio mio non fare mai più una cosa del genere! Cosa ci fai qui?!”.

“Ascoltami Paige, non so cosa ti prenda ma è ora che tu rinsavisca! Che cosa significa questa storia di Rider? Non lo disprezzavi fino a qualche giorno fa? Ora invece lo ami alla follia e permetti che ti comandi a bacchetta! Hai fatto e fai stare male Meghan e fai stare male te! Sai che nonostante quello che ha detto Harry io ti sarei stato vicino in qualsiasi caso e invece no, mi ignori ogni volta che cerco di parlarti! Ho deciso di prendere in mano la situazione e sono venuto direttamente nella tua stanza. Ora parla”.

“Louis non c’è niente di cui parlare. Harry mi ha bandito e escluso e io già da un po’ trovavo Tod una persona piacevole con cui stare e ci siamo messi insieme, sono state una serie di coincidenze nello stesso periodo ma non c’è niente sotto, niente di cui tu debba preoccuparti e soprattutto niente che ti riguardi! Ora per favore, esci dalla mia camera e fammi dormire”.

Probabilmente una serie di coltellate avrebbero fatto meno male alla ragazza, distrutta da cosa si era trovata costretta a fare e del modo in cui aveva dovuto trattare quello che considerava, anche in quel momento, il suo migliore amico.

“Ok!” esclamò il castano, andando verso la porta e uscendo.

La ragazza sentiva già gli occhi lucidi quando all’improvviso si sentì girare di forza e si ritrovò gli stupendi occhi celesti di Louis fissarla dritto negli occhi.

“Comodo così vero? Me ne vado e tu puoi soffrire da sola”. Concluse, prima di stringere la castana in un abbraccio. “Questo non è il viso di una persona che non ha interesse per me o per quello che dico, questo è il volto di una ragazza distrutta che non sa cosa fare. Paige sei come una sorella ormai per me, posso aiutarti se mi parli”.

“Non puoi! Nessuno può aiutarmi o mia mam-“ si bloccò di colpo sgranando gli occhi, accorgendosi troppo tardi di aver parlato.

“Tua mamma? Che significa?” chiese infatti Louis, confuso.

“Louis ti prego… lascia che risolva questa cosa da sola”.

“Allora lo vedi che qualcosa sotto ci sta? Va bene, non dirmi nulla. Sappi però che non è nel mio stile o in quello di Harry abbandonare le cose, indagheremo e scopriremo che cavolo sta succedendo”.

“Harry?! Cosa centra ora Harry?”.

“Anche lui ha dei sospetti sul tuo comportamento, come li ha anche Meghan che ieri è venuta a parlarmi. Mettiti in testa che ci sono persone che tengono a te e che si preoccupano, non sei da sola”.

La ragazza sentì un grande calore espandersi dal petto a quelle parole, prima di allora era sempre stata troppo concentrata sull’aiutare la sua famiglia e a preoccuparsene per poter avere il tempo di avere dei problemi suoi o delle persone che pensassero a lei.

Il fatto poi che Harry era preoccupato, nonostante la brutta discussione che avevano avuto giorni prima era un’ulteriore fonte di gioia.

“Louis… se vuoi indagare va bene, ma ti prego TI PREGO, non farti vedere con me al di fuori di qui dentro. Hai ragione qualcosa c’è sotto e probabilmente lo scoprirete presto, vi chiedo però di non intromettervi e di lasciarmi fare, si tratta davvero di una cosa importante per me e non posso rischiare che vada in fumo”.

“Non ti capisco proprio Tolkin ma ti voglio bene, quindi rispetterò questa tua scelta. Ammetto che, sempre sotto la sindrome da fratello maggiore che mi è presa nei tuoi confronti, vedere Rider che ti mette la lingua in bocca mi fa salire davvero un nervoso incredibile!”.

La ragazza avrebbe voluto concordare sulla cosa, trovandosi disgustata ogni volta che Tod le chiedeva – anzi no – la obbligava a baciarlo in pubblico per manifestare il fatto che lei era “sua”, come lui amava dire.

Il vibrare del cellulare della ragazza fece separare i due amici, che erano ancora stretti in un abbraccio.

“Tolkin vieni al mio dormitorio che c’è una piccola festicciola. Muoviti”.

“Wow, l’esempio perfetto della galanteria e del romanticismo questo ragazzo. Paige non andare, il dormitorio di Rider sarà meno famoso nel combinare i danni ma non per questo più innocuo. Ricordati sempre che questa era una scuola maschile fino all’anno passato, quei ragazzi facevano venire in segreto delle ragazze proprio per ravvivare la festa. Non sono mai stati beccati dalla preside e sospettiamo abbiano corrotto un signore della sicurezza del campus al tempo, ma una loro festa fece così tanto scalpore che tra noi studenti se ne parlò per secoli. Rider poi era tra quelli più agitati, quando beve non ha il minimo freno… non andarci”.

“Grazie di avermi tranquillizzato, sei un vero amico” ironizzò lei, allontanandosi dal ragazzo e prendendo la borsa dalla scrivania “non succederà nulla, probabilmente vuole solo la sua ragazza come compagnia. Cercherò di inventarmi una scusa per andarmene presto, domani ho lezione e poi lavoro quindi non mi va proprio di far tardi”.

“Fai attenzione” riuscì a dire Louis prima di vedere la porta della stanza chiudersi, dopo l’uscita della ragazza.
 
   
 
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