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Autore: Rugiada_in_Love    02/04/2020    0 recensioni
Il ritorno a scuola, a Hogwarts, a quella che molti chiamano casa non è come lo si immagina. Almeno, non per tutti. E' rimesso a nuovo, il castello, come se nulla fosse successo, pronto a salutare i suoi nuovi studenti. Ma per qualcuno quelle crepe invisibili all'occhio umano, sono incise sul cuore. E fanno male. Terribilmente male.
Genere: Drammatico, Malinconico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Prologo. "La tristezza viene dalla solitudine del cuore."  Montesquieu



Un fischio.

Un treno.

Il binario 9  ¾.

Migliaia di persone ed un’unica destinazione.

Hogwarts.

La Guerra Magica è terminata da poco e Londra arranca cercando di ritrovare una parvenza di normalità. Le risate dei giovani riempiono le strade, i sospiri dei più grandi ne fanno eco.
Ma alla mie orecchie, ciò che arriva sono solo i sussurri… quelli non smettono mai. Risuonano intorno a me, mi seguono, rimbombano nelle mie orecchie ed io… non riesco a sentire altro. Non so cosa dicano. Non so neanche perché io li senta.

Forse li sto immaginando.

Ma ovunque mi giri, ovunque mi volti, ovunque io guardi, loro sono lì, ad offuscare tutto il resto e a ricordarmi che sì, sono viva. Che sì sono un’eroina. Che sì, probabilmente quei sussurri sono ringraziamenti alla mie gesta. Che sì, sto tornando a casa. Ma che non riesco a godermi niente di tutto questo.

Casa.

Che strana parola.

Ne ho perduto il senso, credo. Forse si è perso tra i suoni nella mia testa. Troppa gente intorno a me, troppi giovani maghi e giovani streghe felici di iniziare il loro addestramento alla magia. Non vedono l’ora di imparare a usarla.

Che sciocchi. Non sanno, forse, che la magia è una lama a doppio taglio?

Mi rendo conto che non c’entro niente con questo clima di festa, con i saluti, gli “in bocca al lupo”, gli abbracci. Un groppo mi sale alla gola. Deglutisco. Io i genitori non li ho più… Non mi aspetterà più nessun abbraccio se parto e se ritorno. Nessun incoraggiamento, nessun “in bocca al lupo”.

Ma non piango. Guardo tutto questo attorno a me come se fossi in una bolla, e forse è proprio dove vorrei essere ora. Di sicuro non vorrei essere qui, aspettando di salire sull’espresso per Hogwarts. Aspettando due amici che so non arriveranno, troppo impegnati per ricordarsi che oggi, per molti, è un nuovo inizio. Loro, il loro nuovo inizio lo hanno già avuto. Eppure sto qui, ad aspettare. Ancora cinque secondi, mi dico. Ancora cinque… Ancora… cinque…

Sospiro.

È l’unico sentimento che mi consento di esprimere. Non ho voglia di permettere ad altro di entrarmi in testa. Sto bene nella mia bolla, con i miei sussurri, quelle parole di cui non odo il suono e non capisco il significato.
Mi volto e salgo sul vagone, quello destinato ai ragazzi dell’ultimo anno. Sono sull’ultimo gradino, mi blocco.
Ancora cinque secondi… ma non mi volto.

Va bene così.

Niente abbracci per me, quest’anno. Niente baci e niente “buona fortuna”. L’ultimo gradino è così difficile. Ho le gambe così pesanti che quasi non si muovono. La gravità sembra essere improvvisamente tutta sulle mie spalle, mi schiaccia lì, mi tiene sul posto… mi tiene lì, altri cinque secondi… Ma il tempo è strano, e se prima quel viaggio mi sarebbe sembrato breve, trascorso con amici a parlare dell’estate, ora cinque secondi mi sembrano lunghissimi. Così mi avvio verso il fondo della carrozza, sorridendo a qualcuno a bocca chiusa, con tutta la falsa, finta gioia che posso metterci. Verso il fondo dove so che una cabina solitaria mi attende, l’unica che nessuno si oserebbe mai ad occupare. La apro, e neanche un briciolo di stupore serpeggia nel mio sangue. Sapevo già chi ci avrei trovato, è il motivo per cui l’ho scelta, il mio biglietto sicuro per un viaggio in silenzio e solitudine.
Neanche un saluto, nessuno dei due forse ha voglia di aprir bocca, neanche un sorriso, non devo neppure fingere, e va bene così.

Solo un cenno. Un modo facile e sbrigativo per dirci “so che sei qui e non me ne può importare”. Così mi lascio cadere pesantemente, la gravità di nuovo prepotente su di me, sui sedili al alto opposto di quello che è stato nemico, e che ora è compagno di silenzio. E sospiro, appoggiando la fronte al vetro e aspetto, aspetto che parta il treno.

Un sussurro prende voce nella mia mente, forse l’unico che non è di altri, è mio, e forse anche l’unico che non avrei voluto ascoltare.

Tutto mi pesa perché ho il cuore pesante.

 
 

< Note Autrice >

Ciao a tutti, cari lettori. Non ho molto da scrivere nelle note, se non qualche breve informazione. Questa sarà una storia breve ma, per me e spero anche per voi, intensa. I capitoli credo continueranno a essere corti, perché quella che voglio raccontare non è proprio una storia bensì stralci di momenti, di riflessione che vedranno protagonisti i nostri giovani eroi. Ora vi lascio alla lettura e se vi va, lasciate una piccola recensione, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensiate.
Alla prossima.
Rugiada.

  
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