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Autore: Lost on Mars    03/04/2020    1 recensioni
È difficile per Lily avere un migliore amico che non perde mai l’occasione di azzuffarsi con suo fratello. È meno difficile aggiustare il naso di Scorpius, nonostante lui non riesca a stare fermo per dieci secondi consecutivi. È facilissimo invece risolvere i problemi altrui, così da non pensare ai propri.
Per Albus, al contrario, è estremamente facile attaccar briga con chiunque gli dia fastidio. È un po’ meno facile stare a sentire gli avvertimenti dei suoi migliori amici, che cercano di tirarlo sempre fuori dai guai – tranne Frank, che lo appoggia in tutto. È difficilissimo chiedere scusa e riconoscere di aver sbagliato, colpa del suo maledetto orgoglio.
Per entrambi, è assolutamente impossibile fare ordine tra il caos che regna sovrano nella loro testa, nella loro famiglia e nelle loro vite.

“Mi limito a guardare Lily, che gli sorride in un modo genuino, spontaneo, che non ha niente di forzato. Se devo dirla tutta, Malfoy non sembra avere più quell’aria da dio sceso in terra, né quell’atteggiamento tanto odioso che lo caratterizza. Il modo in cui la sta guardando, in cui le si rivolge, o anche il semplice tono calmo e gentile della sua voce, lo fanno sembrare tutt’altra persona.”
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Lily Luna Potter, Nuovo personaggio, Roxanne Weasley, Scorpius Malfoy | Coppie: Lily/Scorpius
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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XXIV - ALEC
 
Intrusa
 
«E questa, signore mie, era la storia di come io e Scorpius ci siamo quasi fatti ammazzare da un centauro.»
Un sospiro di stupore si solleva dal mio esiguo pubblico di sole ragazze, che pochi secondi dopo cominciano ad applaudire. Kelsey mi guarda con disapprovazione, mentre una ragazzina che avrà si e no dodici anni fa coraggiosamente un passo avanti e mi chiede: «E dov’è Scorpius, adesso? Vogliamo sentire anche la sua versione!»
Già, bella domanda. Dov’è Scorpius adesso?
«Ehm, non ne ho idea. Ma lo andrò a cercare e ve lo porterò!» esclamo. Tutte loro annuiscono e poi si disperdono, tornando ognuna a farsi gli affari suoi. Io raggiungo Kelsey, poco dietro di me.
«Te ne sei accorto, vero?» mi chiede, incrociando le braccia al petto. Inarca anche un sopracciglio, segno che è nervosa o infastidita da qualcosa.
«Di cosa?» le domando, con fare innocente.
«Che Scorpius e Lily sono spariti! Tu li hai più visti, dopo che siamo andati a prendere da bere?» continua. D’accordo, è ufficialmente nervosa. Aggiungiamoci che ha anche il ciclo e siamo a cavallo. Cavolo, io una Kelsey così scontrosa da gestire da solo non me la meritavo, quei due mentecatti mi hanno lasciato con una bomba pronta ad esplodere da un momento all’altro, volatizzandosi nel nulla.
«In effetti no» le rispondo. «Ma non avevano molta voglia di essere qui, da quello che ho visto. Forse se ne sono tornati in Sala Comune…»
«Okay, senti. Normalmente riverso tutta la mia ansia su Lily, perché lei ha questo magnifico atteggiamento passivo che sembra che ti stia ascoltando, mentre in realtà sta pensando a tutt’altra cosa, e in genere io riesco a parlare da sola anche per mezz’ora, quando sono particolarmente in ansia. Ma adesso Lily non c’è, quindi mi dispiace, ma dovrò riversarla su di te, d’accordo?»
Kelsey è ufficialmente impazzita. Neanche prende fiato, mentre parla, è diventata tutta rossa in faccia e sta… sudando? Non smette di gesticolare con le mani e io non credo di avere altra opzione se non quella di assecondarla. Probabilmente, una scelta diversa mi condurrebbe lentamente alla morte, stasera. E io sono troppo giovane per morire, per di più in una maniera così bizzarra.
«D’accordo» acconsento, le metto gentilmente una mano sulla schiena e la porto vicino alle sedie. La faccio sedere e mi metto accanto a lei.
«Non appena la McGranitt accenderà il Ceppo, a mezzanotte, io incontrerò la mia ammiratrice segreta» mi spiega, cercando di scandire bene le parole e di fare dei respiri profondi.
«E il problema qual è? Era ora, direi!» cerco di dirle. Non c’è alcun bisogno che Kelsey sia preoccupata, si tratta di incontrare una persona. Una persona che probabilmente avrà visto centinaia di volte durante questi anni, senza mai sapere realmente chi fosse.
«Il problema è che lo sto realizzando solo adesso» mi dice, appoggia i gomiti sulle ginocchia e il mento sui palmi delle mani. «Finora per me questa persona è sempre stata solo delle parole su un pezzo di pergamena, una specie di gioco divertente che ad un certo punto mi ha stancato. Il fatto che dietro quelle parole c’è una persona in carne ed ossa, una ragazza… mi spaventa. E non so nemmeno io perché!»
«Forse ti spaventa perché le parole ti piacevano, ma non sai se può piacerti lei?» le domando.
«Perché non so se può piacermi una lei e basta, Alec.»
Colpita e affondata. Devo ammettere che ho un discreto successo, quando si tratta di far ammettere agli altri i propri problemi. Dovrei fare il pepsicologo… oddio, forse non si dice davvero così, ma a quanto ne so, tra i babbani è una persona che ti aiuta ad aprirti e a stare meglio con te stesso. Direi che, per adesso, sto facendo davvero un buon lavoro.
«Spiegati meglio» incito Kelsey ad argomentare le sue paure, mi sembra l’unica cosa ragionevole da fare in questo momento.
«Io non mi sento attratta dalle ragazze» spiega. «E da una parte spero di… non lo so, odiarla, questa persona. Perché avrei davvero paura se… se chiunque sia, questa ragazza mi piacesse. Perché significa che allora mi piacciono sia i ragazzi che le ragazze, anche se io so che non è così e – sospira, buttando fuori un sacco d’aria – non so che cosa fare.»
«Kels, qual è il problema se ti piacciono sia i ragazzi che le ragazze?» le chiedo, scrollando le spalle.
«Non lo so!» esclama, in preda al nervosismo. Merlino, ti prego, fa che non si metta a piangere: non saprei davvero come gestire una ragazza, in quel periodo del mese e in lacrime. Sarebbe qualcosa che esula dalle mie capacità. Non si può essere perfetti in tutto: io molte qualità e ne sono consapevole, ma so anche riconoscere di non essere bravo a fare altre determinate cose. Gestire qualcuno che sta andando nel panico credo che sia qualcosa in cui sono totalmente negato.
«È che mi sembra tutto così strano… io… sono sempre stata convinta di essere normale, e invece…»
«Ehi!» la interrompo. «Tu sei normalissima! Lo saresti anche se ti piacessero, che ne so… i troll di montagna, capito?»
Annuisce debolmente, mentre le strappo un sorriso divertito. Forse ho evitato la crisi di pianto.
«Quindi tra poco tu andrai ad incontrare questa ragazza, vedrai che impressione ti fa, e se non ti piace, pazienza! Ma non vuol dire che se non ti piace lei non può piacerti in assoluto nessun altra ragazza. Devi fare quello che ti senti dentro, Kels, anche se ti fa paura.»
«Tu la fai facile» mi dice lei. «Sto avendo una specie di… crisi d’identità. Proprio stasera!»
«E puoi superarla benissimo» continuo io. «Cerca di non dare alla cosa tutta questa importanza, vedila come qualcosa di assolutamente ordinario. Ti faresti tutti questi problemi, se a mandarti le lettere fosse stato un ragazzo? No, forse neanche di presenteresti! Ma è la stessa identica situazione, avrai davanti solo una persona. Nulla di più.»
«Giusto» sospira. «E poi, non sono mica obbligata a ricambiare.»
«Tra l’altro. E poi, non sarebbe la prima volta che spezzi qualche povero cuoricino.»
«Scemo.»
«Io ti aspetto qui fino ad una certa ora… se non ti vedo, vuol dire che è andato tutto bene, d’accordo?»
Kelsey annuisce e poi mi abbraccia, sussurrandomi un “grazie” all’orecchio. Le strofino le mani sulla schiena e ci stacchiamo quando sentiamo la voce della McGranitt. Capisco che è quasi mezzanotte e che tra poco verrà acceso il Ceppo, il che significa che Kelsey tra pochi minuti incontrerà finalmente questa misteriosa ammiratrice segreta che, se devo ammetterlo, si è fatta piuttosto desiderare da tutti noi. Sono quasi tentato di andare assieme a lei per scoprire la sua identità, ma è meglio farle affrontare questa sfida da sola.
E mentre tutti alzano la testa e aguzzano lo sguardo verso il grande camino, io sono girato dalla parte opposta: Kelsey è appena uscita dalla Sala Grande.
 
Devo essere sincero: mi aspettavo che fosse qualcosa di molto più particolare e scenografico, questo Ceppo di Yule. Una volta acceso il fuoco, siamo rimasti tutti alcuni istanti in silenzio, ad individuare i pensieri negativi e a scacciarli via, proprio come il fumo che risale nella canna fumaria e poi si disperde nell’aria, una volta uscito dal comignolo. Dopodiché, la festa è ripresa. Le persone sono diminuite, ma ho ricevuto diversi inviti a ballare da un sacco di ragazze, e generoso come sono, le ho accontentate quasi tutte.
Kelsey non si vede da più di un’ora, le possibilità sono due: o è andata bene, oppure è andata così male che, invece di tornare qui, è scappata in Sala Comune a disperarsi.
Spero sia andato tutto per il meglio, o domani dovremo fare una seduta di gruppo tutti insieme, per cercare di consolarla.
Decido di tornarmene in dormitorio: mi sento piuttosto stanco e comincio ad annoiarmi. I miei tre migliori amici sono spariti e non ho voglia di stare con la squadra di Quidditch, dato che la metà di loro al momento è occupata a dondolare sul posto con la propria dolce metà, a ritmo di una musica lenta e romantica.
I corridoi sono semideserti… dovrebbero essere quasi le due del mattino. Arrivato davanti alla consueta parete di pietra, pronuncio, con voce molto assonnata, la nostra parola d’ordine e la parete scivola via, consentendomi di entrare. Al contrario di come mi aspettavo, la Sala Comune non è del tutto vuota: ci sono alcuni ragazzi ancora in piedi, che si confrontano sulla festa, ci sono anche le gemelle Davies, su un divanetto. Quella che ha chiesto a Scorpius di andare alla festa sta praticamente inzuppando il vestito della sorella di lacrime, chissà cosa le sarà mai successo…
Io, senza impicciarmi di nulla, vado dritto verso i dormitori maschili e poi verso la mia stanza. La apro e, come previsto, i letti dei miei compagni di stanza sono ancora vuoti, tutti tranne quello di Scorpius.
La cosa che mi fa aggrottare la fronte, però, è che non c’è Scorpius, sotto le coperte.
Lily sta dormendo una posizione alquanto buffa, ha i capelli stravolti, indossa una maglietta nera e il suo vestito è ai piedi del letto, le scarpe sono per terra. Scorpius lo trovo rannicchiato su una poltroncina di fronte al grande letto a baldacchino: è sveglio, ha ancora addosso il suo abito elegante, si è solo tolto la cravatta, ha lo sguardo perso nel vuoto e non sono sicuro che si sia accorto della mia presenza.
«Scorpius?» lo richiamo, cercando di risvegliarlo dal suo stato di trance.
Lui si volta di scatto e quasi si spaventa, non appena mi vede. Da quanto tempo è che si trova immobile su quella poltrona, senza rendersi conto di quello che succede attorno a lui?
«Che ore sono? Che ci fai qui?» mi chiede, preoccupato.
«Saranno le due» biascico, muovendomi lentamente per raggiungere il mio letto. «La festa è quasi finita. Kelsey è sparita dopo aver incontrato l’ammiratrice segreta e io sono rimasto da solo, mi stavo annoiando.»
«Ci siamo persi il Ceppo…» borbotta, infilandosi le dita nei capelli.
«Che cosa è successo?» gli chiedo, senza troppi fronzoli. «Ad un certo punto siete spariti.»
«Sì, Lily…» inizia, spostando lo sguardo su di lei, che dorme tranquillamente. «Lily non si sentiva bene. E non sapevo come riportarla nel suo dormitorio, così l’ho fatta dormire qui.»
Mentre parla, però, evita attentamente il mio sguardo. Lo posa dovunque: Lily, il pavimento, le scarpe per terra, le vetrate scure, ma mai su di me. C’è qualcosa che non mi sta dicendo e che lo tormenta: se sono tornati qui addirittura prima che venisse acceso il Ceppo di Yule, significa che Scorpius è seduto su quella maledetta poltrona a guardare il vuoto da più di due ore, e non mi sembra affatto una cosa normale, né una una cosa che farebbe abitualmente
«Scorpius» gli dico, cercando di attirare la sua attenzione. «Siamo amici da sette anni e abbiamo affrontato ogni cosa schifosa insieme, quindi qualsiasi cosa ti abbia tenuto sveglio per due su quella poltrona, puoi dirmela.»
«Non è una cosa brutta» si limita a rispondere, abbastanza frettolosamente. Per la barba di Merlino, ma allora il pepsicologo è davvero il mio mestiere! Dovrebbero introdurlo nel mondo magico, secondo me riscuoterebbe molto successo.
«E allora perché hai l’aria di uno che sta per ricevere il bacio del Dissennatore, eh?» gli domando, incrociando le braccia, e premurandomi di non alzare troppo la voce per non svegliare Lily.
«Perché è complicato» mi risponde, senza aggiungere altro. Scorpius sa essere meravigliosamente criptico anche quando ci siamo solo io e lui nella stanza – e una ragazza addormentata, ma Lily non si sveglierebbe nemmeno se la Piovra Gigante ci sfondasse la finestra, in questo preciso istante. Mi chiedo come riuscire a farlo parlare un po’ di più… forse devo avanzare ipotesi che lui può smentire fino a trovare la risposta giusta?
«Cosa è complicato? Non ti capisco, e non mi piace vederti così abbattuto. Qualche ora fa eri tranquillo, ci stavamo divertendo e prendendo per il culo Potter e compagnia bella. Adesso cosa ti succede?» gli chiedo di nuovo, senza nascondergli la mia preoccupazione, forse questo lo spingerà  spiegarsi meglio.
«Lily mi ha baciato» dice, solenne e tutto d’un fiato, e finalmente si degna di alzare lo sguardo e guardarmi negli occhi.
Oh, porca Circe! Questa non me l’aspettavo di certo… o meglio, sapevo che prima o poi sarebbe successo qualcosa tra di loro, ma non credevo che sarebbe successo questo, che sarebbe successo così presto, e soprattutto, mai avrei immaginato che sarebbe stata lei a farlo!
D’accordo, Alec, adesso devi trovare qualcosa da dire.
Non posso certo rimanere in silenzio, dopo che Scorpius mi ha fatto una confidenza del genere: insomma, ora capisco che è questo il motivo della sua disperazione, anche se non capisco esattamente perché. So già da un po’ che i suoi pensieri verso Lily sono mutati, ma se lei lo ha baciato, perché Scorpius si comporta come se gli fosse appena crollato il mondo addosso? Non era forse quello che voleva?
Deglutisco, cercando di scegliere attentamente le mie parole: «E… E sarebbe una cosa brutta?»
«No» ribatte lui, prontamente. «Te l’ho detto. Non è una cosa brutta.»
«Dalla tua faccia invece sembra proprio di sì» gli faccio notare. «Guarda che io lo avevo capito, eh.»
«Hai capito cosa?» mi chiede. C’è poca luce nella stanza, è accesa solamente l’abat-jour sul mio comodino, ma riesco chiaramente a vedere che il volto di Scorpius diventa ancor più pallido di quanto già non lo sia.
«Che provi qualcosa per lei» gli rispondo, con tutta la calma del mondo. «Ho cominciato a vedere che avevi un atteggiamento strano da quando abbiamo perso la partita, ma ho dato la colpa alla delusione e ho lasciato perdere… solo che non sei mai ritornato quello di prima. E poi, quando è successo tutto il casino con Burke, lì ho capito che c’era qualcosa che non stavi dicendo a nessuno. Non ti ho mai visto così arrabbiato, neanche quando Vitious al quarto anno ti ha accusato di aver copiato il compito da Neckstone, e allora ho capito che c’era qualcosa di grosso sotto.»
Capisco di averlo smascherato quando Scorpius non dice niente, ma si limita a sospirare e ad abbassare il capo, puntando di nuovo lo sguardo su un punto imprecisato del pavimento. Per un po’ se ne sta in silenzio, senza dire niente, si morde le labbra, le sue mani non si danno pace e comincia a scrocchiarsi le dita in continuazione. Me ne sto zitto insieme a lui, forse ho parlato fin troppo, adesso è il suo turno.
Quando finalmente si decide a parlare, mi accorgo che stavo per appisolarmi.
«Io non so da quanto tempo è cominciata questa cosa» dice a bassa voce, alzando piano la testa. «È solo che all’inizio l’ho presa sottogamba. Alla partita, mi ha dato fastidio vederla litigare con Burke. Sono stato giorni a tormentarmi perché è colpa mia se abbiamo perso: io mi sono distratto per controllare che cosa stessero facendo, non ho visto il boccino, e Potter l’ha preso prima di me. Da quel giorno non ci ho capito più niente. All’inizio credevo che fosse solo perché, insomma, Lily è la mia migliore amica, e avrei fatto la stessa identica cosa se al suo posto ci fossi stato tu, o Kelsey. Però poi, quando l’ho visto puntarle la bacchetta addosso… io… io non ci ho visto più. Credo di aver vissuto il tutto come se non fossi stato io a fare tutte quelle cose, mi spiego?»
Scuoto debolmente la testa.
«Era come se qualcosa si fosse preso possesso del mio corpo e mi avesse costretto ad affatturare Burke. Io so che razionalmente non avrei mai fatto una cosa del genere, eppure l’ho fatta. E gli ho anche detto che lo avrei ammazzato, se ci avesse provato di nuovo. Io non intendevo veramente dirlo, ma quelle parole mi sono uscite dalla bocca senza passare per il cervello. Probabilmente avrei anche continuato ad attaccarlo, se Lily non mi avesse chiesto di smetterla. E io ti giuro, Alec, quando mi ha guardato in quel modo, quella sera… è cambiato tutto. Ho cominciato a desiderare che mi guardasse sempre così, e ho ricercato quello sguardo ogni volta, ma non l’ho più visto. Dopo quella volta lei è tornata a comportarsi come sempre. Quando ha detto di aver rifiutato tutti gli inviti per la festa, mi sono sentito inspiegabilmente felice, e mi sono detto che dovevo impedire che si ritrovasse ad accettarne qualcuno, per questo gliel’ho chiesto subito. E sai cosa? Non credevo che mi avrebbe detto di sì con così tanta facilità, avevo quasi… paura del suo rifiuto.»
«E allora scusa, Scorp, ma non dovresti essere felice?» gli chiedo.
Lui sorride amaramente.
«È che io non credo che lei ricambi. Ha accettato l’invito perché siamo amici da una vita e con me non sarebbe stato tanto strano, e quando mi ha baciato… era praticamente andata. Le sono bastati quattro bicchieri di idromele e non ci ha più capito niente. Solo che lì per lì io… io non ce l’ho fatta ad allontanarmi e a chiederle cosa diavolo le fosse saltato in mente. Perché mi è piaciuto e lo rifarei di nuovo anche adesso.»
«Cos’è successo, quando siete tornati qui?»
«Ho preso una pozione anti-sbornia dalla scorta di Gerard» mi spiega. «E dopo averla presa, ha detto solo di aver mal di testa e si è messa a dormire. Le ho dato il mio pigiama.»
«Quindi non sai davvero lei cosa ne pensa di tutto ciò, non ha avuto occasione di dirtelo. Non è ancora successo niente» gli faccio notare. «Non disperarti.»
«È probabile che neanche si ricordi cosa è successo» dice a mezza bocca. «E onestamente non so cosa mi farebbe stare peggio… sapere che lei non prova lo stesso, o sapere che non se lo ricorda.»
«Questo non possiamo saperlo fino a domani mattina, quindi adesso io direi che ti togli quei vestiti e ti fai una bella dormita» gli dico, mi alzo dal mio letto e lo raggiungo, sedendomi su un bracciolo della poltrona.
Scorpius incurva leggermente le labbra all’insù e io mi sento un po’sollevato: forse, non sono stato del tutto inutile.
«In quale letto, esattamente?» mi chiede, cercando di trattenere una risatina.
«Nel mio, ovviamente. In campeggio, quattro anni fa, abbiamo dormito nello stesso sacco a pelo perché il mio l’avevo accidentalmente bruciato, ricordi?» gli dico. «Non sarà poi tanto diverso, adesso.»
«Mi ricordo tuo padre che voleva ammazzarti» mi risponde lui, e gli ritorna un po’ di colore sul viso. «E va bene, ma se racconti a qualcuno che abbiamo dormito insieme, probabilmente dovrò ucciderti.»
«Non minacciare di morte anche me, Scorp» lo prendo in giro. «Funzionerà con quel cagasotto di Burke, ma di certo non con me.»
 
La mattina dopo, non appena mi sveglio, noto un biglietto sul mio comodino. La scrittura è di Gerard e dice: “Mi dovete una fialetta di pozione anti-sbornia, maledetti.”
Lo accartoccio e mi tiro su a sedere, stiracchiandomi per bene. Scorpius sta dormendo al bordo del letto, il più lontano possibile da me, e dà l’impressione che stia per cadere a terra da un momento all’altro. Il suo letto però adesso è vuoto e perfettamente rifatto, perlustro velocemente il resto della stanza e, con molta sorpresa, ritrovo Lily sulla stessa poltrona dove Scorpius era seduto questa notte.
Mi sta guardando e in mano ha… la mia rivista sul Quidditch. Curioso.
«Buongiorno» mi saluta, con un sorriso molto placido. Già che è di buon umore è buon segno. La trovo molto buffa, il pigiama di Scorpius le va grandissimo e sembra ancora più minuta del solito. Si è raccolta i capelli in una cipolla alquanto disordinata: l’effetto della Tricopozione Lisciariccio non è durato a lungo.
«Buongiorno a te» le dico, alzandomi dal letto. «Come stai?»
«Bene» mi risponde. «Tu e Scorpius vi siete messi insieme?»
«No, è solo che il letto di Scorpius era misteriosamente occupato, questa notte, da un’intrusa» le dico, per prenderla un po’ in giro. Sorrise e le guance le si colorano appena di rosso.
«Mi sono addormentata» risponde, abbassando lo sguardo.
«Da quando ti interessa il Quidditch?» le chiedo, avvicinandomi alla poltrona. Credo che d’ora in poi la chiamerò Poltrona delle Anime in Pena: sia Scorpius questa notte che Lily stamattina, non mi sembrano avere una bella cera. Lily che di prima mattina si mette a leggere una rivista che parla di uno sport che non le piace? Di sicuro, non rientra nella normalità.
«Oh, no… io stavo solo aspettando che Scorpius si svegliasse. Cercavo qualcosa da leggere per passare il tempo e ho trovato solo questa» mi dice, sventolandomi davanti la rivista. «Volevo ringraziarlo per ieri sera.»
Faccio finta di non sapere niente e aggrotto le sopracciglia con fare confuso. «Ieri sera? Che cos’è successo?»
«Non mi sentivo molto bene, ho esagerato con l’idromele. E lui mi ha accompagnata qui» risponde, senza aggiungere altro. Interessante.
«Capisco» mi limito a borbottare tra me e me. «C’è davvero qualcuno che si ubriaca con l’idromele? È praticamente un succo di frutta.»
Lei arrossisce ancor di più e poi cambia discorso: «Però, forse ora che ci penso dovrei tornarmene in dormitorio. Kelsey si sarà preoccupata da morire non vedendomi più alla festa, e se si è già svegliata starà sicuramente dando di matto» comincia a dire, chiude velocemente la rivista e me la lancia letteralmente addosso, alzandosi di scatto dalla poltrona.
«Sempre che sia rientrata anche lei.»
«Che intendi dire?»
«Che ieri sera doveva incontrarsi con la ragazza misteriosa, a mezzanotte» dico, mentre poso la rivista sul mio letto. «Ma poi non l’ho più vista, non so dove sia finita.»
«Oh Merlino!» esclama, per poi coprirsi la bocca il momento dopo. Getta un’occhiata preoccupata verso Scorpius: lui, a differenza sua, ha il sonno molto leggero, ma fortunatamente non sembra muoversi di un millimetro. «Me ne ero completamente dimenticata. Sarà stata nervosissima e io non c’ero, non me lo perdonerò mai.»
«Tranquilla, ho assorbito io tutta la sua ansia.»
«E come è andata?»
«Non lo so, ti ho detto che non l’ho più vista.»
«A maggior ragione, devo correre in dormitorio» dice, perentoria. Velocemente, recupera l’abito di ieri sera e le scarpe. «Quando Scorpius si sveglia, ringrazialo da parte mia. Per favore.»
Sospiro. «Lo farò.»
«Grazie mille, Alec» mi dice a bassa voce, mi sorride, apre la porta e la richiude con delicatezza. La sento correre a piedi nudi per il corridoio per qualche secondo, poi di nuovo il silenzio.
Anche lei non me la racconta giusta, in ogni caso, ci sono troppe coincidenze sospette, troppi atteggiamenti strani. Ripongo la rivista nello scaffare da dove Lily l’ha presa, poi mi volto a guardare Scorpius che ancora dorme.
Mi chiedo proprio che faccia farà quando gli dirò che Lily si ricorda ogni singola cosa di ieri sera. Mentre aspetto che si svegli, decido di vestirmi e andare a fare qualcosa in Sala Comune.
Tuttavia, nel momento in cui apro la porta, una voce purtroppo molto familiare invade l’aria. Non so con quale fiato nei polmoni Lily sia riuscita ad emettere un suono così acuto, tanto che dalla Sala Comune è arrivato fino ai domitori maschili del settimo anno, ma quando la sento gridare: «LUCINDA ACKERMAN?! È UNO SCHERZO?!», capisco che forse è meglio se me ne rimango in camera.
Chiudo la porta e mi metto sulla Poltrona delle Anime in Pena a leggere la mia rivista di Quidditch.
 

Ciao a tutti, non lapidatemi per il ritardo! :D 
Con questa quarantena sto avendo meno tempo libero di quando si poteva uscire, non chiedetemi né il come né il perché. Sarà che i professori si stanno sbizzarrendo e credono di non essere abbastanza per il XXI secolo, così oltre alla lezioni online carino materiale integrativo a non finire, e io mi ritrovo con una marea di roba in più da studiare.
In ogni caso, la colpa era anche dal fatto che non sapevo come impostare bene questo capitolo. Non volevo subito fare il pov di Scorpius, perché è un personaggio che io vedo molto chiuso e voglio farlo aprire pian piano, quindi un primo assaggio di cosa gli frulla per la testa lo abbiamo attraverso Alec che, come ci ricorda lui stesso, suo amico da sette, lunghi anni e insieme hanno affrontato qualsiasi cosa. In più, non credevate mica che mi fossi dimenticata dell'appuntamento di Kelsey, per questo ho dovuto dare spazio un po' a lei (ovviamente si è capito chi era l'ammiratrice segreta, no?In ogni caso, approfondiremo anche questo aspetto), e al povero Alec ho affibbiato la parte dell'amico che si sorbisce tutti i film mentali degli altri. Ne abbiamo tutti uno così, non neghiamolo xD
Che ne pensate? La Poltrona delle Anime in Pena si merita davvero questo nome? Scorpius avrà bisogno di un vero "pepsicologo"? (Chi ha letto la storia che scrissi sui Malandrini ben 6 anni fa, quando ero piccola e purtroppo amavo lasciare i buchi di trama, si ricorda bene questa parola xD non potevo non renderle nuovo onore). Fatemi sapere ♥
Buona notizia: i prossimi due capitoli sono ben delineati nella mia testa, quindi si spera che non ci metterò così tanto tempo a scriverli. Prometto che tempo una settimana, massimo 8 giorni e sarò di nuovo qui con il prossimo.
Alla presto, un bacione! ♥
Mars

 
 
 
 
 
   
 
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