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Autore: _iamross    05/04/2020    0 recensioni
I limiti sono dei punti fondamentali da non dover superare. Il controllo, difatti, è forse la caratteristica che più rispecchia Arabella Nelson; ama dominare e avere sempre il coltello dalla parte del manico. Arruolarsi nell'accademia militare è stata infatti la scelta più azzeccata per quell'anima da combattente che da sempre ha influito sul suo presunto futuro. Ma la sua facciata da falsa combattiva nasconde milioni di retroscena. Un passato difficile, una vita dura, molti segreti e un appiglio: la sua carriera. Ma cosa accadrebbe se qualcuno in particolare riuscisse ad abbattere quel muro di freddezza costruito negli anni?
•••
«Forse sei abituata ad avere il mondo ai tuoi piedi.».
« O forse sei tu che credi di essere superiore agli altri, tanto da non rispondere ad una semplice domanda.».
Genere: Azione, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
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« 010294»

Il bip del quadrante ed il pulsante che si illumina di verde annunciano il riconoscimento di Trevor. La porta metallica si apre qualche secondo dopo ed io ed il resto dei ragazzi seguiamo, senza accennare alcuna parola, la figura alta e slanciata del moro. È la seconda volta che varco la soglia di questo posto totalmente diverso dal nostro e la sorpresa è sempre vivida in me e un po' in tutte noi. La modernità ed il progresso si notano dai diversi aggeggi sparsi per l'ampia sala a forma di U ma niente è cambiato dall'ultima volta che ho messo piede qui. I due uomini si trovano nuovamente dietro le apposite scrivanie e, come immaginavo, non si premurano di sollevare il capo per accertarsi delle nostre presenze. L'oculo si trova sempre al centro della sala e mi chiedo se si trovi lì per un motivo specifico o sia solo un elemento decorativo. Considerata l'organizzazione minuziosa e direi alquanto strana non so fino a che punto la seconda opzione sia azzeccata. Tutto trasuda meticolosità, come se anche la scrivania in vetro abbia un ruolo specifico, oltre che sostenere computer di avanzata tecnologia. I miei occhi perlustrano il posto, soffermandosi sulle varie porte chiuse e su una in particolare che ci porterà dal colonnello e, finalmente, ad un passo dalla verità.

La verità che aprirà i miei orizzonti e che mi farà capire molte cose o che potrebbe confondermi più di quanto effettivamente già non lo sia. La scorsa notte ho rimuginato su una possibile spiegazione, su un possibile collegamento ai cinque ragazzi e all'incendio - a parer mio - doloso. Ho cercato le risposte alle mille domande che frullano nella mia testa, ho spulciato ed ho presupposto anche scenari impossibili ma non sono arrivata a nessuna conclusione. La comparsa improvvisa dei ragazzi ha solo creato scompiglio, ha svelato - a pochi - alcuni retroscena ambigui: molti pensano che alloggino qui solo per la primissima spiegazione paraculo di Marxwell, altri invece credono ci sia qualcosa sotto. Ciononostante, mi ritrovo d'accordo con la seconda teoria.

Con il capo chino seguo Drew e Trevor che, senza batter ciglio e senza guardarsi dietro, proseguono verso lo studio del colonnello. Paul e Tom coprono le loro spalle e parlano fittamente di qualcosa che considerata la mia lontananza non riesco a recepire, Liam e Jessy camminano affianco senza guardarsi nemmeno, Harley non fa altro che fissare insistentemente Trevor e Lily procede al mio fianco pensierosa.

La bionda, dopo averla avvisata di questo incontro, si è chiusa in un silenzio tombale. Conoscendola, non ha dormito neanche qualche minuto e la conferma l'ho avuta proprio la scorsa notte quando i rumori della notte sono stati accavallati dal fruscio delle lenzuola e dai suoi continui sospiri. Lei è il tipo che rimugina e che scova sempre qualche sentenza plausibile eppure, come me, non è giunta a nessuna conclusione.

Il cipiglio sul suo viso la dice lunga ma ho scelto di non disturbarla e attendere delle risposte concrete. Solitamente, ho una mezza teoria su tutto e si rivela, la maggior parte delle volte, giusta ma ho il presentimento che questa volta non sia riuscita nemmeno a sfiorare tre quarti di verità e la cosa mi rende frustrata.

« Tutto okay?»

La domanda incerta di Lily arriva alle mie orecchie e volto di poco il capo osservando il suo profilo. Mi conosce meglio di quanto io conosca me stessa e mentire risulta sempre difficile. Non che stia male, non mi capita quasi mai d'altronde, però ammetto di essere un po' in ansia per ciò che ci aspetta. L'ansia è l'ultimo sentimento che risale a galla e per la prima volta mi ritrovo a considerarlo uno dei primi.

Scrollo le spalle e punto i miei occhi scuri altrove. « Ho la sensazione che ci sia sotto qualcosa di grosso» ammetto.

È da un po' di tempo che ho questa brutta sensazione. Ci troviamo pur sempre in un territorio in cui la guerra è all'ordine del giorno e per quanto voglia presupporre altri sfondi l'unico che arranca facilmente è proprio questo.

« E pericoloso...» termina la mia frase lanciandomi un'occhiata.

Annuisco e nascondo le mani nelle apposite tasche della divisa.

Le nostre teste sono in simbiosi e di questo non mi stupisco, succede sempre così.

« Secondo te, loro», indica i ragazzi con un cenno del capo. « sanno qualcosa?» domanda.

È ovvio che sappiano e probabilmente anche più del consentito. Ricordo bene il mutismo di Trevor quando le mie domande fuoriuscivano dalla mia bocca e ricordo bene anche il nervosismo dei suoi gesti dovuto alle mie insistenze. Loro sanno ma, semplicemente, hanno il dovere di tacere.

« Sarebbe strano il contrario, non credi?» ribatto.

La pensa come me ma, evidentemente, cerca in me qualche negazione possibile.

Solo che so tanto quanto lei, se non di meno, visto e considerato il rapporto burrascoso che lega me e Trevor.

I nostri passi si arrestano nel momento in cui i nostri occhi si posano sulla porta serrata dell'ufficio del colonnello.

Drew digita qualcosa nel quadrante posto sul lato destro della parete e in un nano secondo scompare al proprio interno.

« Lei non c'è?»

Sollevo lo sguardo quando la voce di Liam spezza il silenzio.

La domanda è rivolta a qualcuno ma non avendo seguito gli sguardi, e tanto meno le loro espressioni facciali, non riesco a comprende a chi possa essere riferita.

Tom e Paul incrociano le braccia al petto e fissano il viso imperscrutabile di Trevor.

Solo in questo frangente capisco con chi stia parlando Liam.

« No, momentaneamente non serve» taglia corto distogliendo lo sguardo dal suo collega. Sempre se così si può chiamare.

È vero che tutti loro passano la maggior parte del tempo insieme ma non li definirei tali perché non vedo alcun legame. Probabilmente, il mio pensiero è totalmente sbagliato ma oltre alla questione lavorativa non vedo alcun rapporto.

Evidentemente riescono a mascherare tutto, chissà.

Liam inarca entrambe le sopracciglia. « E questo quando è stato deciso? Ti ricordo che lei ne fa parte»

Trevor indurisce la mascella e sospira pesantemente. « Non si trova qui al momento» risponde duramente. I suoi occhi verdi fissano le iridi azzurre del moro e qualcosa, stranamente, attraversa il suo viso.

Liam sembra scomporsi per qualche secondo e senza dir nulla annuisce.

La discussione termina lì e mi acciglio non riuscendo a collegare le loro frasi in codice ed i loro sguardi che intimano più di semplici parole.

Lily lancia un'occhiata curiosa ad entrambi per poi puntare le sue iridi sul mio viso.

Mi chiedo chi sia questa lei di cui parlano ma, notando le espressioni di ognuna di noi, non è solo un dubbio che aleggia nella mia testa.

Per pochi secondi i miei occhi si incrociano con le iridi color giada di Trevor. Come sempre non riesco a determinare cosa passi per la sua testa e questa è una cosa che mi infastidisce.

Sembra irritato della mia insistenza ma ciò non mi intimorisce, anzi. Probabilmente sarà l'ennesima cosa che gli chiederò non appena i nostri piedi collideranno con il nostro terreno quotidiano.

Drew fa la sua comparsa qualche minuto dopo. Il suo viso trasuda serietà ma non mi stupisco. Non l'ho mai visto sorridere o mutare espressione.

« Potete entrare» avvisa con un cenno della mano.

Richiamo Lily con lo sguardo e la bionda mi segue senza parlare.

Marxwell siede dietro la scrivania, le sue braccia sono incrociate al petto e, dalla posizione assunta, i muscoli delle sue braccia risaltano più del dovuto. I suoi occhi fissano insistenti ogni persona che varca il suo ufficio, per soffermarsi infine su Harley ovvero l'ultima persona che si decide ad entrare.

Alle spalle del colonnello c'è un uomo, dalle spalle larghe e con un accenno di barba sul mento. Le sue labbra sono serrate in una linea sottile mentre i suoi occhi sono di un verde bottiglia. Le rughette ai lati degli occhi indicano un'età compresa tra i cinquanta, massimo cinquantadue anni, e dal modo in cui ci scruta attentamente capisco sia la spalla destra del colonnello.

Jeffrey Forbs.

L'uomo di cui si fida ciecamente, la persona che compie gli stessi passi dell'uomo che siede dietro la scrivania e colui che in anonimato segue ogni nostra attività. Non ha mai rivolto parola a nessuno di noi, solo occhiate gelide e intrise di mistero.

Le sue braccia sono incrociate al petto e non si cura minimamente del fastidio che potrebbe suscitare su ognuno di noi.

Marxwell aderisce perfettamente allo schienale e poggia i gomiti sui braccioli.

A differenza dell'ultima volta lo schermo di medie dimensioni è già attivo ma ciò che trasmette non è la scheda personale di ognuno di noi, bensì lo scenario apocalittico delle guerre scoppiate in Siria.

« Sicuramente vi starete chiedendo molte cose e soprattutto il motivo per cui vi abbia riunite qui. Credo proprio che sia giunto il momento di mettervi al corrente della situazione e lavorare sodo per porre fine a tutto» la voce rauca e profonda del colonnello arriva alle nostre orecchie attente.

La mia attenzione è incentrata solo sull'uomo dal cipiglio serio in viso e dallo schermo.

Con la coda dell'occhio mi accorgo dello spostamento dei ragazzi e dell'arresto dei loro passi proprio dietro la scrivania.

« Ma partiamo dall'inizio, dall'origine delle guerre scoppiate in questo territorio»

Aggrotto la fronte ed indietreggio poggiando la schiena al muro.

Nessuno fiata. Marxwell sembra meditare un possibile inizio del racconto mentre i nostri occhi sono posati sulla sua figura contratta.

« Fino ad oggi nessuno di voi ha mai affrontato una missione o una guerra vera e propria. Sia perché non siete ancora in grado di poter affrontare tali mansioni e sia perché non si è presentata la necessità. Tuttavia, non è mai stato così. La calma apparente che vedete è solo un periodo di stallo dovuto ad una strage del passato»

« Una strage che ha causato la morte di centoventicinque mila soldati» interviene Jeffrey.

« E che ha raso al suolo gran parte della Siria» continua il colonnello.

« Fino a cinquantanni fa Mohamed Bakron governava l'intera Asia. Vi erano due capi poiché il padre, prima di morire, lasciò il suo enorme impero nelle mani dei suoi due figli: Boud e Iabo Bakron. I due fratelli non andavano d'accordo e attesero la morte del padre per poter dare il via ad una guerra che finì con la suddivisione dell'Asia in due parti. Ed il motivo scatenante? La religione e gli interessi personali. La parte orientale la prese Boud e la parte occidentale Iabo. La guerra sembrò arrestarsi, o per o meno, era quello che credeva Boud», punta i suoi occhi al muro di fronte totalmente immerso nel racconto. «Ai tempi le guerre non erano minimamente paragonabili a quelle di oggi. La crudeltà stava all'ordine del giorno. La gente viveva alla giornata, sfruttati dallo stato e dalle leggi imposte che non rispettavano alcun diritto umano. I bambini venivano strappati dalle braccia delle loro madri in tenera età per essere addestrati al fine di creare soldati, senza paura alcuna e senza rimorsi. Le famiglie chiedevano elemosina per strada e tutti vivevano in miseria. Questo conflitto fra i due fratelli garantì solo malcontento e atrocità in tutti i territori, soprattutto in Iraq, Iran, Turchia e Siria»

« L'enorme conflitto finì con la morte di Boud, l'abolizione delle leggi e la vittoria e conquista di Iabo. Ovviamente non prima di aver ottenuto il consenso dei cittadini che non sospettavano minimamente della malvagità del nuovo presidente. Furbamente, scaricò la colpa del malcontento al fratello morto e ovviamente come ne uscì Iabo?» continuò Jeffrey.

« Pulito» dico senza pensarci due volte.

L'uomo annuisce lentamente. « Esattamente. Riuscì a conquistare tutti ma pian piano la maschera del buon samaritano cadde, nel momento in cui impose le leggi abolite che distrussero l'intero territorio. Leggi che ampliarono solo il terrore di ogni cittadino»

Marxwell fissa ognuno di noi senza emozione alcuna nelle sue iridi. Lo scenario che entrambi ci stanno presentando è terrificante, oltre i limiti della decenza umana. Sapevo della guerra che ha causato la morte di tutti quei soldati ma non ero a conoscenza di tutta la parte precedente.

« L'Asia venne ricongiunta da Iabo nuovamente. Creò in pochissimo tempo un'organizzazione tutta sua dandogli un nome che tutti noi conosciamo»

« Isis» mormora Jessy deglutendo il groppo in gola.

« Isis... un'organizzazione perfetta che continua ad operare tramite spie, ovvero ragazzini che frequentano centri missionari e che riportano le informazioni a Bakron» terminò Jeffrey.

Aggrotto la fronte, confusa e stordita da questa storia.

« Ragazzini?» ripete Harley sconvolta.

Drew annuisce. « Ancora oggi i ragazzini vengono strappati alle loro famiglie per svolgere il lavoro sporco. Iabo non vuole sporcarsi le mani e non vuole che il suo piano vada in fumo»

« Non capisco... Tutti sono a conoscenza di questa storia e nessuno interviene?» Lily dà voce ai suoi pensieri.

Trevor scuote il capo. « Nessuno è a conoscenza di ciò che fa Iabo. Opera in segreto, coalizza con gli altri stati e stringe legami con i vari territori confinanti. Ma nessuno è a conoscenza del lavoro sporco che ci sta dietro e del suo obiettivo»

« Come... è assurdo. Le condizioni dei cittadini è evidente» ribatte giustamente Jessy, adirata.

Scuoto il capo scioccata. « Non è così stupido da costruire la sua base nella zona colpita e disagiata» intervengo.

Gli occhi di Marxwell fissano i miei e annuisce. « Infatti la sua base si trova in Libano. Si riunisce lì per ogni accordo da prendere e tutti, come degli allocchi, abboccano» sorride amaramente.

« Ed il suo obiettivo, qual è?»

La domanda di Lily è la medesima che tutte ci stiamo ponendo.

« Conquistare non solo l'Asia ma tutto il mondo» partecipa Liam, dopo minuti interminabili di mutismo.

« È impossibile» asserisce Harley.

« Ha formato un'alleanza con la Russia e non è facile, non si farà scrupoli ad accalappiarsi anche l'Europa e l'America.».

« E voi come sapete tutto ciò se Iabo lavora in segreto?» chiede Lily.

Esattamente.

« Avete presente la guerra scoppiata proprio undici anni fa?».

La nostra attenzione si concentra su Paul e annuiamo.

E' il primo argomento che abbiamo affrontato prima di far parte dell'accademia.

« Aprite bene le orecchie perché è proprio questo evento che ha svelato le carte in tavola».

   
 
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