Non erano neanche le sette del mattino quando Ryan uscì dalla casetta in piscina per andare in cucina. Le prime luci dell’alba avevano tinto le pareti di quella stanza di un tenue rosato che accompagna la pace del silenzio che albergava nell’aria. Ryan prese la scatola di cereali dalla dispensa, una tazza di latte e del succo; avrebbe voluto aspettare che si alzassero tutti per fare colazione con loro, ma la notte precedente non aveva dormito granché e il corpo rivendicava la dose di energia che gli spettava, facendo brontolare lo stomaco del ragazzo. Ryan stava finendo la propria colazione mentre sfogliava il libro di storia: alla prima ora aveva il test e non aveva studiato nulla, perciò cercava di memorizzare tutto quello che gli capitava a tiro. Una voce stridula e sgraziata che sembrava provenire dal bagno, però, lo distrasse dagli studi. 

« Are you such a dreamer
To put the world to rights? » 

Era Seth. Con l’acqua della doccia che gli faceva da base musicale. Che quello fosse il figlio di Sandy Cohen, pensò Ryan, non c’era proprio motivo di dubitarne. Ormai lui e Seth vivevano sotto lo stesso tetto da mesi ma quello del concerto in doccia era un rituale del giovane Cohen che Ryan proprio non riusciva ad apprezzare. 

« January has April's showers
And two and two always makes a five »

Era stonato come una campana e quegli acuti dovevano aver svegliato tutti pure dall’altra parte del Pacifico. 
« È uno strazio » commentò Kirsten, visibilmente assonnata, mentre entrava in cucina ancora in vestaglia. « Tutte le mattine così, da sedici anni… E io che pensavo che partorirlo fosse la parte difficile. » Ryan accennò un sorriso e aggiunse « Non capirò mai dove riesca a trovare tutta questa energia la mattina. »
Kirsten si sedette vicino al ragazzo e intanto si gustava il caffè appena fatto. « Devo ricordarti di chi è figlio? Avresti dovuto vedere Sandy nel periodo del college. A volte mi faceva venire voglia di scappare dalla finestra. »
Intanto dal bagno:  « Payin' attention
Payin' attention
You have not been paying attention. » la voce di Seth continuava ad arrivare forte e chiara. Poi, fortunatamente, il rumore dell’acqua cessò e con esso anche il medley dei RadioHead firmato Seth Cohen. 
Prima o poi Ryan avrebbe dovuto dire all’amico di lasciar perdere col canto, chiaramente Sandy aveva tenuto per sé le abilità canore; eppure quella voce sgraziata, che tutte le mattine gli torturava le orecchie per almeno mezz’ora, era qualcosa a cui non avrebbe mai rinunciato; quei momenti erano parte di una quotidianità che Ryan sentiva sua e che gli ricordavano costantemente di essere a casa, con la sua famiglia.