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Autore: fallinginthedarkness    05/04/2020    1 recensioni
Stessa storia.
Due nuovi personaggi.
Nessun nome.
Nessuna domanda personale.
Nessuna relazione personale.
E così io divenni Virginia.
Genere: Azione, Fluff, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ho sempre pensato di voler vivere la vita al massimo, mai avrei immaginato che mi sarei ritrovata a far parte del più grande colpo di tutta la storia.
Parto dal principio: io sono Virginia, ma prima di questa storia non mi chiamavo così.
Sono sempre stata definita dagli altri una ragazza modello.
Perché sono stata chiamata nella banda? Ho una passione: le armi.
Mi piace giocare con qualsiasi giocattolino, questo perché mio padre ha vissuto di questo ed io inevitabilmente sono entrata a far parte di questa vita.
Un giorno, uscita dall’università, una macchina accostò vicino a me. Era il Professore.
Io lo conoscevo, Sergio, era amico fidato di mio padre ma mai e poi mai avrei pensato che volesse assumermi per un colpo così grosso.
Non esitai un attimo ad accettare, la mia fame di potere e soldi non poteva tirarsi indietro con un’occasione del genere.
Forse ero incosciente, ma tremendamente determinata e ambiziosa.
 
Il Professore scrisse sulla lavagna “benvenuti”.

- Vi do il benvenuto. Vi ringrazio per aver accettato questa offerta di lavoro.-
Un ragazzo sogghignò e l’uomo davanti a lui lo guardò male. Il Professore in imbarazzo, fece quel gesto che faceva solitamente. Il suo marchio di fabbrica, si tirò su gli occhiali con l’indice. Lo faceva ogni volta che era nervoso e questo lo rendeva tremendamente impacciato.
- Vivremo qui, isolati dal resto del mondo.- riprese. – cinque mesi, cinque mesi in cui studieremo come portare a termine il colpo.-
Il signore che prima aveva guardato male il ragazzo prese immediatamente parola.
- Come sarebbe cinque mesi? Ma dico, siamo impazziti?-
- Vedi, la gente passa anni a studiare, per ottenere uno stipendio che nel migliore dei casi sarà uno stipendio di merda. Che cosa sono cinque mesi? Io sto pensando a questo da moltissimo tempo. Così non dovrò più lavorare e neanche voi. E neanche i vostri figli.-
Tutti ci guardavamo confusi, c’era un silenzio assordante. Tutti stavamo pensando a cosa avremmo potuto perdere e se ne sarebbe valsa la pena.
C’erano tre sole regole da rispettare.
Nessun nome.
Nessuna domanda personale.
Nessuna relazione personale.
Ci furono risate di sottofondo, sapevamo che l’ultima regola sarebbe stata difficile da rispettare. Decidemmo di darci nomi di città.
 
E così io divenni Virginia.
Questo che mi guarda il culo è il signor Berlino, il suo colpo più grande sono gli Champs-Elysèe a Parigi, 434 diamanti. È come uno squalo in una piscina, puoi farti il bagno con lui ma non puoi stare tranquilla. È a capo dell’operazione.
Quello che tossisce è Mosca, ha cominciato a scavare nelle miniere delle Asturie. Poi ha capito che scavando un po’ più in alto sarebbe arrivato più lontano. Sei pelletterie, tre orologerie e la cassa di risparmio di Aviles. Sa usare la lancia termica e ogni arnese di tipo industriale.
Seduto dietro di lui c’è Denver, suo figlio. Droghe, denti e costole rotte. Il re delle risse da discoteca. È una testa calda.
Rio, il punto debole di Tokyo. È il Mozart del computer. Sa tutto di allarmi e di elettronica, in tutte le altre cose è come se fosse nato ieri.
Tokyo, ricercata, da rapinatrice è passata ad assassina. Impulsiva e piena di sé. In un piano perfetto è una bomba ad orologeria.
I gemelli Helsinki e Oslo, anche in una rapina servono dei soldati. E chi meglio dei serbi?
Nairobi, un’inguaribile ottimista. Falsifica banconote da quando aveva tredici anni, ora è addetta al controllo qualità. Probabilmente è pazza, ma è dannatamente divertente.
Boston, campione di arti marziali miste, se la cava con le pistole. È riflessivo, se qualcosa dovesse andare storto lui non si farebbe prendere dal panico.
 

- Le persone penseranno “perché non ci ho pensato prima io?”Perché noi non ruberemo i soldi di nessuno, gli staremo simpatici ed è fondamentale aver l’opinione pubblica dalla nostra parte. Diventeremo gli eroi di queste persone.-
- Professore, cosa rapineremo?- chiese Tokyo.
Ci girammo tutti di scatto, la Zecca di Spagna.
 
Giorno della rapina, venerdì 8.35
Eravamo tutti nel furgone che ci stava portando alla Zecca. Indossavamo una tuta rossa, eravamo nervosi e nel tragitto non fiatò una mosca. Fino a quando Rio si tolse la maschera.
- Chi ha scelto questa maschera? Non fa paura.-
- Sei armato, un pazzo con un’arma fa più paura di uno scheletro.- Berlino gli puntò la pistola in fronte.
- Chi è questo scemo con i baffi?- riprese Denver.
- E’ Dalì, un famoso pittore spagnolo. Ma hai mai aperto un libro, Denver?- risposi acida.
Cavolo, stiamo per fare il colpo più grande della storia e questi ragazzi si mettono a discutere proprio ora sulla scelta delle maschere.
Intanto Nairobi e Tokyo si lanciavano occhiate d’intesa e se la ridevano.
Ad un tratto il furgone si fermò.
Tutto quello che avevamo programmato iniziava ora.
 
9.25
Tokyo ed io ci occupammo dell’agnellino.
- Professore, l’agnellino sta entrando.-
Nel frattempo Rio stava controllando tutte le telecamere e disattivando tutti gli allarmi.
Stavamo entrando dentro la Zecca scortati dalla polizia dentro un camion pieno di armi.
Ad un tratto… il caos.
Tutti con le armi puntate contro gli ostaggi. Ci chiudemmo dentro, iniziammo a bendare tutti. Berlino si tolse la maschera ed iniziò a parlare.

- Buongiorno a tutti, io sono la persona al comando. Voglio porgervi le mie scuse. Da questo momento siete tutti miei ostaggi, se obbedirete vi assicuro che avrete salva la vita.-
Intanto Rio e Denver sequestravano tutti i cellulari, segnandosi nome e PIN.
Il telefono della Zecca cominciò a squillare.

- La signora Gatzambide sarebbe così gentile da fare un passo avanti?-
Avanzò con indecisione, era terrorizzata. Rispose al telefono, con una pistola puntata contro e fece tutto ciò che aveva ordinato Berlino. Denver nel frattempo andò ad aiutare Mosca e Boston a prendere i soldi per attuare il primo piano.
 

- È fondamentale che la polizia non abbia la minima idea di quello che stiamo facendo. Faremo credere che siamo entrati per rubare, che ci hanno impedito di fuggire ed il piano è saltato. Che abbiamo reagito sparando e che non abbiamo potuto fare altro che ritirarci. E a quel punto, senza aver ferito nessuno, ci barrichiamo all’interno. Che pensino di averci messo in gabbia come topi, che stiamo improvvisando.- 
Mi rimbombavano queste parole del Professore nella testa. Era il momento e stavo cominciando a sudare freddo.
 
30 secondi
Azione.
- Adesso!- urlai.
- Virginia aspetta, non è ancora ora!- mi venne dietro Rio con i borsoni in mano.
Si aprirono le porte, cominciamo a sparare all’impazzata.
Ma il Professore non aveva previsto che anche loro avrebbero sparato e infatti Rio venne colpito, Tokyo perse la ragione.
Impressionante come, per un’azione di qualcuno, le cose possano cambiare così rapidamente. In un attimo il piano era saltato, Tokyo non sparava più a terra, ma contro chiunque. Noi cercammo di difenderli, e mentre Tokyo trascinava Rio dentro, le porte si chiusero.

- Ma che cazzo hai fatto, Tokyo? La prima regola, cazzo. E tu la infrangi!- urlò Denver.
- Cazzo, Tokyo. Noi abbiamo cercato di proteggervi, ma perché cazzo di motivo hai reagito così? Ci hai messo in pericolo tutti, cazzo!- ero su tutte le furie, stavo perdendo il controllo.
- Ragazzi, cerchiamo di mantenere il controllo per favore. Il Professore ci farà sapere se Tokyo ha ferito qualcuno, ma ora preoccupiamoci di Rio. Stai bene?-
Boston cercò di assumere il controllo della situazione. 

- Sì, sono solo caduto per l’impatto.- rispose Rio, spaventato. 





E questo è il primo capitolo. Spero vi piaccia, e se potete ditemi cosa ne pensate dei nuovi personaggi. Grazie in anticipo e alla prossima. 
   
 
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