Serie TV > La casa di carta
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Autore: fallinginthedarkness    09/04/2020    0 recensioni
Stessa storia.
Due nuovi personaggi.
Nessun nome.
Nessuna domanda personale.
Nessuna relazione personale.
E così io divenni Virginia.
Genere: Azione, Fluff, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio
Note: Missing Moments, Movieverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
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-Hai sparato a due poliziotti!- urlò Denver.
 
Venerdì 18.25
 
-Non bisogna sparare a nessuno, l’abbiamo ripetuto un milione di volte.- continuò Nairobi.
- Okay ragazzi, però ora cerchiamo di darci una calmata. Il Professore ci dirà come agire in questo caso, no? Possibile che non abbia pensato a questa possibilità?- dissi.
In quel momento non stavo cercando di calmare loro, stavo cercando di calmare me stessa.
Non sono fatta per invecchiare dentro la cella di un carcere, e volevo con tutte le mie forze uscire al più presto dal di lì. Berlino nel frattempo andò a chiamare il Professore, doveva avvisarlo del fatto che erano stati feriti due agenti.
-Pare che abbiano una relazione.- Berlino guardò con aria di sfida Tokyo, che si alzò di scatto e prontamente negò tutto.
-L’amore della mia vita è morto in un incidente. Lui è solo un ragazzino. E per quanto tu abbia pianificato tutto, le cose non vanno sempre come le hai previste.- urlò e se andò dalla stanza.
Rimanemmo a fissarci per qualche minuto, poi capimmo che non aveva senso perdere altro tempo in quel modo e così Mosca andò con Boston a controllare che Arturo e gli altri ostaggi stessero facendo il loro lavoro, Helsinki andò a riposarsi con Denver, Oslo controllò gli altri ostaggi e Nairobi andò a verificare che Tokyo non combinasse altri guai.
Nella stanza rimanemmo solo io, Rio e Berlino. Sapevo che sarebbe successo qualcosa, e volevo assicurarmi che Berlino non esagerasse con la punizione.
-Perché Tokyo ha detto a tutti che non state insieme?-
-Perché non stiamo insieme.-
-E perché ogni notte la sua testiera del letto sembrava un martello pneumatico? Dici che sta imparando a ballare la samba alle cinque del mattino?- lo provocò.
-Che cazzo ne so io se sta ballando la samba o ha il sonno agitato.- rispose esasperato Rio.
Stava male ed era visibile, Tokyo con quelle parole lo aveva ferito e le provocazioni di Berlino non facevano altro che innervosirlo ancora di più. E durante una rapina vi posso assicurare che il nervoso è già alle stelle.
-Dimmi, ti sembro un coglione a cui puoi dire bugie?-
-Io faccio sul serio con lei.-
-Siediti.- e come un padre si mise a fare la ramanzina.
Conoscevo perfettamente quell’espressione di Berlino, era la stessa che mi faceva quando da piccola mi beccava ad origliare i discorsi dei grandi.
-Senti ragazzo, le donne ti garantiscono il sesso perché sono programmate per piegare la tua volontà e farsi fecondare. Dopo cessi di esistere poi non esisti più, lo capisci durante il parto. Il parto è la cosa più emozionante per un padre.-
Rio continuava a guardarlo con l’aria di un ragazzo ingenuo, sembrava che in cinque mesi non avesse ancora capito che tipo di persona fosse Berlino.
-Durante il parto dalle sue gambe esce la testata nucleare che distruggerà tutto. La meravigliosa caverna in cui mettevi l’uccello cambierà per sempre, e mentre maledice il tuo nome e chiederà l’epidurale, si cagherà addosso.-
-Wow, che delicatezza Berlino.- commentai acida.
-Non sarà mai più una donna sexy. E da allora quel fagotto diventerà il centro dell’universo. Te lo dico io, che ho avuto cinque divorzi. E sai che vuol dire? Ho creduto cinque volte nell’amore.- finì Berlino., Rio rimase senza parole.
-Sai cosa penso io invece? Non tutte le donne sognano di avere un figlio, tantomeno una relazione. Ad ogni modo, la nascita di un figlio non corrisponde alla fine di una relazione. Ed è veramente assurdo che tu pensi che la sensualità di una donna possa cessare nel momento in cui si cagherà addosso. Il bello di una relazione sta proprio nella quotidianità, quindi sì, anche stare in bagno insieme. E se ad oggi hai questa idea dell’amore, allora probabilmente non hai mai amato davvero, Berlino.- e me ne andai. In un attimo mi ritrovai a pensare ai cinque mesi trascorsi, alle persone che avevo abbandonato per compiere questa pazzia e alle persone che avevo trovato.
“Nessuna relazione personale”, ma come è possibile non affezionarsi a qualcuno con cui hai condiviso momenti importanti? Paure, risate, sogni, desiderio di vittoria, sesso.
-Perché il Professore ti ha messo al comando?- chiese Rio.
-Per la mia sensibilità nel trattare le persone. Ora prendi l’agnellino e lo porti nell’ufficio, non la lasci sola nemmeno un attimo. E se si cambia l’assorbente, rimani con lei.-
 
~ ~ ~ ~ ~
-E se andasse male? Se il nostro piano fallisse?- chiese Mosca.
-E se andasse bene? Che ci facciamo con tutti quei soldi?- rispose Tokyo.
-Io mi comprerò una Maserati celeste, una discoteca a tre piani con le casse che scoppiano i timpani e una palestra di arti marziali… Hey Boston, ti assumo come insegnante.- rise Denver.
-Ci sto, ma devi pagarmi profumatamente se mi vuoi.- disse Boston mentre fumava la sua sigaretta.
-Io un’azienda vinicola in Provenza, cento ettari di vigneto per coltivarmi il vino mio in barrique di rovere.- Berlino sognava in grande, d’altronde era un appassionato di vino, proprio come mio padre. Potrei quasi dire di esserci nata dentro una barrique.
-Io un’isola, con una casa enorme e un balcone dà sul mare e tanti bambini.- Rio sognava tutte queste cose, ignaro del fatto che Tokyo non sarebbe mai stata il tipo di donna da “tanti bambini”.
-Io prima devo regolare alcuni conti in sospeso, poi con quello che mi avanza mi compro un aereo per pilotarlo.- Nairobi era proprio fuori di testa, ma di un’amica così io ne avevo proprio bisogno. Tutti ne avevamo bisogno, la sua leggerezza travolgeva tutti noi come un uragano.
-Se comprassimo tutte queste cose ad un prezzo molto, molto elevato comunque ci rimarrebbero ancora un sacco di soldi. Tanto vale sognare in grande, molto in grande.- e il Professore aveva ragione, non avevamo la minima idea di quanto i nostri sogni fossero piccoli in proporzione ai soldi che avremmo guadagnato.
-Hai ragione, allora comincio io. Una villa enorme, al suo interno deve avere un cinema, piscina interna ed esterna, una palestra, una sala giochi… Insomma deve esserci qualsiasi cosa, stalle per i cavalli, galline, animali di qualsiasi genere. E una cantina così la sera potrò rilassarmi con la mia donna, bere del buon vino e fare sesso, tanto buon sesso.- riprese Boston facendomi l’occhiolino. Nessuno sapeva che tra di noi stava accadendo qualcosa, o forse sì, ma preferivano ignorare la situazione come con Tokyo e Rio.
-Io voglio vivere in una città grande, non voglio annoiarmi mai. Ecco tutto, voglio concedermi ogni tipo di lusso.- e forse il mio sogno non comprendeva la presenza di Boston.
~ ~ ~ ~ ~
 
Andammo dagli ostaggi, Berlino ordinò a tutti di spogliarsi e diede loro le tute rosse. Denver andò da Arturito, che poco prima aveva tentato di fare l’eroe. Gli diede la pistola in mano.
-Puntami la pistola contro, ti ho detto di puntarla!- disse mentre Arturo tremava.
-Ora conterò fino a dieci, se non mi spari tu, ti sparerò io.
 Uno…due…tre…quattro…cinque… sei…sette…otto…nove…-
Arturo sparò, si sentirono urla fortissime ma la risata di Denver era ancora più forte.
-Era finta Arturito, però sei stato bravo.- continuò a ridere dandogli uno schiaffetto sul volto.
-Come avete visto, stiamo distribuendo a tutti armi finte. Ora dovete solamente obbedire.- finì Berlino.
 
~ ~ ~ ~ ~
-Entreranno, lo faranno perché c’è il nostro agnellino. Alison Parker, figlia di Benjamin Parker, ambasciatore britannico. Loro penseranno che noi non lo sappiamo, cercheranno di occultare questa informazione alla gente. Decideranno di entrare la prima notte, prima delle 4.15 perché alle 6.30 sorge il sole.- ci spiegò il Professore.
~ ~ ~ ~ ~
 
-Sembra che il tuo capo non ti vada molto a genio.- commentò Nairobi, seduta vicino a Monica.
-Come sai che è il mio capo?- chiese ingenuamente.
-Perché io so tutto quanto di voi, vi ho studiati. E ho visto il test di gravidanza sul tuo tavolo. E ora ho capito chi è il padre… non ha gradito il regalino? Che pensi di fare?-
-Abortire.-
Rizzai subito le antenne. Provai per qualche secondo ad immedesimarmi in lei. Come mi sentirei io, nel bel mezzo di una rapina, incinta e con un uomo che non ne vuole sapere niente di me, di noi?
Dovevo in qualche modo aiutarla, ma non riuscii a pensare al modo che subito dovevamo metterci in posizione.
-Stanno entrando.- urlò Denver.
-È ora. È arrivato il momento di eseguire i miei ordini.- comandò Berlino.
Tutti avevamo la maschera ed eravamo armati. Era impossibile distinguerci. Io andai a posizionarmi, avevo un’arma molto potente stavolta… una mitragliatrice browning.
Intanto Rio era con l’agnellino, che stava facendo una telefonata.
-Sono Alison Parker, non entrate per favore.- disse piangendo. –Siamo tutti vestiti uguali, abbiamo tutti la maschera e siamo armati. È impossibile distinguerci, per favore non entrate o rischierete di ferirci.-
Non feci in tempo a sferrare il primo colpo, che la polizia si ritirò. Come aveva immaginato il professore. Avevamo vinto la seconda manche.
E così Nairobi si mise subito al lavoro. Cominciò a raggruppare tutte le persone che dovevano aiutarla a stampare le nostre banconote. 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
E questo è il secondo capitolo. Come avrete visto cerco di portare un capitolo per ogni episodio, cercando di rimanere il più fedele possibile alla serie e così da non stravolgere la trama. In questi giorni sto scrivendo la storia, quindi non so dirvi ogni quanto pubblicherò o indizi vari perchè è ancora tutto da scrivere, sebbene io abbia qualche idea per la testa. E niente, spero vi piaccia e cercherò di pubblicare al più presto. 
   
 
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