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Autore: DeadlyNadder 92    06/04/2020    1 recensioni
Sono passati mesi, ormai Astrid e Bruta sono al corrispettivo del nono e ottavo mese di gravidanza.
Le cose a Berk vanno meravigliosamente, eccetto qualche piccola litigarella tra Moccicoso e Bruta che andava a finire nei migliori dei modi.
Straordinario è l'avvenimento che anche se la ragazza era incinta riuscivano sempre a trovare modi particolari per fare l'amore.
Diciamocela tutta, anche Hiccup e Astrid non si risparmiavano ma tutto quanto in certi parametri. Era quasi arrivata al termine della gestazione e Hiccup voleva evitare qual si voglia danno fisico sia hai figli che alla donna amata.
Cinque anni dopo,Tufo e Hel si frequentano ancora. Sembrano essersi aiutati a vicenda nel migliorarsi.
Pensate che ora Tufo si dimostra per quello che è senza alcun timore!
Gambedipesce e Vör pensano ancora in un futuro insieme. Le loro insicurezze sono molte, ma si aiuteranno a superarle e fortificarsi.
Stoick e Valka? Beh, loro sono ancora a Berk e ci rimarranno per tanto altro tempo.
Skaracchio invece? Forse avrà trovato l'amore, chi lo sa.
Una cosa è certa....Alcuni di loro non si conosceranno mai abbastanza.
Allert: Sporadici spoiler su Dragons: Race to the Edge.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Con instabilità Gambedipesce salì sullo scudo, di scatto quest'ultimo si alzò facendolo vacillare in maniera abbastanza pericolosa. 
Vör, invece, a sua differenza non appena salì e fu alzata improvvisamente mentenne sin da subito il perfetto equilibrio, anzi. La ragazza incominciò a girare su se stessa, la mano stringere la spada e il suo bel volto veniva occupato da una espressione estasiata e stupita. Da quella posizione riuscì a vedere tutto quanto, forse un po troppo dato che disse a Dagur di tenere a freno Patatona che stava incominciando ad adocchiare con occhio ingordo una parte franata del muro. Il rosso rise di gusto prima di alzarsi e raggiungere il Gronkio per riportarlo, contro voglia del drago, al suo fianco dove avrebbe potuto tenerlo sotto controllo.
Ridacchiò divertita, la bionda che si mise in posizione.
Altrettanto fece Gambedipesce che traballava ancora.
Gustav si domandò quanto forti erano le ragazze li sotto e, soprattutto, come ffacevano a reggere il peso di tutti e due. Ma non terminò di porsi la domanda che subito corsero in soccorso una seconda schiera di fanciulle che avrebbero aiutato le altre a reggere lo scudo.
I corvi gracchiarono, il falco iniziò a stridere, i gatti soffiare e i lupi lanciarono un ululato sordo mentre i draghi vennero contagiati dal richiamo degli animali e si aggiunsero il loro ruggito. 
Era dolce vedere come ffacevano il tifo per entrambi, senza distinzioni su chi doveva vincere o perdere. 
Quasi subito le spade iniziarono a cozzare, i primi passi si fecero vedere e anche le prime oscillazioni che avrebbero fatto cadere chiunque si evitarono accuratamente.
Il giovane Larson si alzò in piedi, iniziò a urlare e a tifare per Gambedipesce; alla domanda di Snotra del perché inneggiava a lui, il ragazzino rispose solamente che l'Ingerman meritava di vincere e che le sue nozze dipendevano solamente da lui e non, senza offesa, da lei.
'Andiamo Thor, non ruggisci più? Lo Scalderone ti ha mangiato la lingua?' istigò Vör, nella sua speranza che così facendo il fidanzato avrebbe tirato fuori tutta la forza e l'atleticità che nascondeva. 
Persino Dagur, ora, iniziò a fare frastuono innegiando al biondo. La stessa domanda di Gustav fu posta anche a lui. Il rosso ribadì che se lui non tirava fuori le palle non sarebbe mai stato capace di rendere felice Vör e se fare il tifo per lui lo aiutava allora, pur di sapere felice la ragazza, l'avrebbe fatto. Un piccolo particolare, però, non si accorse di aver aggiunto 'che amo' a quel 'la ragazza' che fece comprendere alcune cose alla rossa.
Fu difficile resistere anche per le due ancelle che si alzarono di scatto e incominciarono a cantilenare con energia, forza e positività il nome di Gambedipesce.
'Forza Gambedipesce, non mi dire che ti è scomparsa la virilità.' scherzò Vör mentre andò a menare un fendente al corpulento ragazzo che, a quel colpo mise male il piede scivolando.
Si stupì di come, improvvisamente, la sua caduta si arrestò facendolo rimanere con un piede per aria e l'altro sul bordo dello scudo. Uno strattone e si ritrovò di nuovo in piedi, davanti a lui Vör che gli stampò un bacio sul naso e, fissandolo intensamente negli occhi gli andò a ripetere che lui, per superare la prova, doveva tirare fuori il Thor da dentro di lui.
Lo lasciò li, lei saltellò sullo scudo vicino percorrendo la scia circolare pronta a recuperare il posto in cui tutto era iniziato.
Ma non fu così, velocemente si voltò di scatto bloccando un colpo del biondo.
Un altro. Poi un altro ancora. Ancora uno. Poi due, poi tre, quattro, cinque.
Parata. Affondo. Dritto Sgualembrato. Rovescio Sgualembrato. Imbroccata. Dritto Tondo. Montante. Stoccata. Punta Dritta. Punta Roversa. Fendente. 
Uno dopo l'altro, tra una Cavazione, una Trovar Spada, un Controtempo, un Mezzotempo i colpi erano senza esclusione; nel bel mezzo di una sfida, quella velocemente divenne un combattimento a pieni voti.
Il passo si fece più veloce, sempre più affrettato; ogni volta che la spada cozzava con quella dell'altro la forza esercitava alla camminata diveniva sempre più vigile sino a trasformarsi in una vera e propria corsa su quei scudi che lentamente si abbassavano e si rialzavano non appena il peso del biondo passava da una all'altra.
La Finta Semplice di Gambedipesce fu parata; la Finta Composta di Vör venne parata con difficoltà.
Nulla si poteva dire, ma quella fanciulla era nata per combattere e usare qual si voglia arma.
Il loro continuo deviare la lama dell'altro divenne sempre più accattivante, certo era che entrambi volevano aprire un varco nelle difese dell'avversario per portare successivamente il colpo. Ma questo gioco si prolungò e divenne velocemente un Legamento che si trasformò ancora in una Battuta.
Gustav, Dagur, Fulla, Hlín e Snotra rimasero a guardare a fiato sospeso quello scambio di lame, erano incantati nel vedere come in quel momento entrambi riuscivano a dimostrare il grande feeling che li legava. 
Hlín soprattutto si soffermò a fissare i movimenti di Vör.
Erano leggeri, sembrava che stesse danzando e, effettivamente, la bionda si limitava a correre, parare, tirare qualche colpo e tornare a correre; per lei, quello, era solamente un divertimento che le ricordava tutte le volte che si esercitava sul tetto di casa. 
Ma tutto deve trovare un fine e persino quella sfida sembrava essersi dilungata per ore quando, in realtà, passarono solamente una trentina di minuti fatti di pura magia. 
La ragazza compì alcuni Mulinelli; la sua spada compì numerosi movimenti rotatori aventi tutti quanti come perno il polso. Persino Gambedipesce sembrò rimanere catturato dai quei disegni rotatori che stavano cerchiando l'aria; per un attimo venne disorientato e così, la ragazza dalla pioggia d'oro, si apprestò ad effettuare il suo Tramandone, l'ultimo colpo da sferrare che si mostrò con fendente tirato appositamente sulla lama del compagno.
E lei cosi facendo suggerì a lui che cosa doveva fare.
Ora sapeva perfettamente che tipo di colpo voleva portare.
Alzò la spada pronto per colpire e il suo Roverso Tondo trovò affondo.
Il fianco destro di Vör venne attraversato orizzontalmente dalla lama di Gambedipesce, che, alla fine del gioco vinse.
Quel colpo che le fu inflitto fu sferrato con velata violenza, come se per un momento di fugace ira gli occhi dolci del vichingo scomparverò per ospitare quelli selvaggi di Thor. 
Lo scudo dove era Vör calò, la giovane mettere piede per terra e sorridere appena. La sua mano, adesso rifoderò la spada; con passo lento tornò a sedersi. Lo sguardo era puntato davanti a lei, la schiena ancora dritta mostrava il portamento fiero e orgoglioso della Dèa che venne subito accolta da Fulla che si preoccupò per lei.
La vichinga si riportò in spalla il proprio scudo e si rimise seduta, perfettamente composta e come se nulla fosse successo.

«Hai sconfitto il tuo avversario, Gambedipesce degli Ingerman; e questo va bene.
Ma hai sconfitto anche la tua futura moglie infliggendogli un colpo che poteva squarciarla dalla spalla sino al fianco destro; e questo non va bene.»

«Vör poteva sconfiggerlo, il suo colpo sarebbe andato a segno se il cozzare delle due lame non avesse ridestato Gambedipesce.»

«A me è piaciuto...
Se eravamo già sposati, beh, avrei ben volentieri ospitato la sua lama dentro il mio fodero.
E' così sexy, con quello sguardo accattivante, il sudore che gli imperla il volto, il fuoco nelle sue vene infiammava le mie voglie... i suoi fianchi che si muovevano lentamente e poi con uno scatto fulmineo affondavano con la giusta violenza...»

Gli occhi dei presenti si sgranarono mentre i loro sguardi si incentrarono su Vör che andò lentamente a mordersi l'unghia del pollice.
Era un sorriso malizioso quello che campeggiava sulle labbra della fanciulla vergine nel senso antico; e la sua mano si portò sul volto dove scostò con delicatezza alcune ciocche dal volto e la lingua, con la lentezza che logorava i spiriti più infuocati, inumidivano le voluttuose labbra.
Dagur deglutì, non era ottimale per lui assistere a tanto e a pochi centrimetri da lui.
Fulla diede una gomitata a Vör, quest'ultima sbattere le ciglia e ricambiare gli sguardi altrui con una ingenuità e pulizia che rimasero shoccati dalle sue precedenti parole.

«La sfida, comunque, è stata portata a termine.
Possiamo andare nel cortile dove la seconda prova è pronta.»

«Oh perfetto!
Poi finalmente andiamo a Berk e facciamo una sontuosa colazione. E' il pasto più importante della giornata e io ho una fame che quasi non ci vedo!»

Esultò felicemente Vör che subito si alzò e corse fuori dalla stanza seguita dal falco e dai due draghi che non vollero perderla neanche per un momento.
Gambedipesce, Dagur e le due ancelle scoppiarono a ridere mentre Snotra, con un sospiro rassegnato si alzò. 
'Non potrà mai essere un buon Capo se si comporta come una bambina. E' inconcepibile, non le lascerò di certo il potere di quest'Isola; che debba essere lei o meno a governarla, sinché non maturerà rimarrò io il Leader' disse con freddezza la rossa che non appena si avvicinò all'uscita si ritrovò davanti Vör.
'Un Capo deve essere anche un bambino, deve essere guidato dall'ingenuità dei buoni sentimenti che quest'ultimi sanno avere. Siete voi quella che non sa essere un buon Capo; qui lo dico e qui lo ripeto.' la sua voce era un chiaro rimprovero infastidito e inacidito, i suoi passi in avanti portarono Snotra ad arretrare in silenzio. 
Come poteva una ragazza così giovane saper incutere un certo terrore ad una donna adulta? Come poteva riuscirci senza neanche usufruire di quello che spaventò anche la madre?
Come poteva Vör, unica nel suo genere, riuscire a zittire con tanta semplicità di lessico la rossa? 
E la schiena della donna si scontrò con il freddo dei massi, le mani di ella si portarono sulla superficie mentre gli occhi si fermavano in quelli della bionda che continuava a parlare senza mai prendere respiro. 
Il pugno chiuso della Berkiana si scagliò contro il muro, proprio vicino al volto di Snotra che si irrigidì.
'Sono più matura di quanto tu creda, Gná. Non ti permettere mai più una simile insinuazione, mi hai capito?' ringhiò a denti stretti la Dèa che riportò la mano al suo precedente posto. Lei annuì lentamente, con la stessa velocità con cui aretrò di passi quando la bionda le andava incontro scivolò dalla sua portata. 
'Mi dispiace che abbiate dovuto assistere a questa scena.' disse per ultimo Vör che si affiancò a Gambedipesce e a Dagur.
Fulla le andò incontro, si mise in punta di piedi e le lasciò un bacio sulla guancia prima di inginocchiarsi innanzi a lei. Medesimo gesto, l'inginocchiarsi, fu fatto anche da Hlín. Snotra rimase ferma dietro di loro, gli occhi di Vör troneggiare imperiosi su di lei che lentamente si inginocchiò.
I due lupi, al fianco di Gambedipesce si sedettero. I corvi si appollaiarono sulle sue spalle, mentre il falco planò su una delle corna ritorte di Curvazanna. A modo suo, anche l'animale piumato si prostrò innanzi alla fanciulla.
Occhidifalco, Curvazanna e Patatona fecero altrettanto. Ormai per loro era riconoscimento quotidiano e i due uomini al fianco della Dèa non gli diedero molto peso.
Lei si voltò, le mani ora erano congiunte davanti a lei e si posavano con fare reale sulla stoffa della gonna, lentamente si incamminò verso il corridoio che li avrebbe condotti all'esterno, con ciò nel cortile.
'Andiamo ragazzi, per la mattina voglio essere a Berk!' esclamò ad alta voce Vör. E quella era una voce adorabile, materna, dolce, ma allo stesso tempo austera, spaventosa, seria e anche civettuola, sensuale e provocatrice. 
Gli occhi delle due ancelle si alzarono l'una verso l'altra, un sorrisetto compiaciuto comparì sui loro volti mentre i procaci corpi scolpiti nella fragilità femminile si alzassero di scatto per portarle di corsa verso la porta.
'E' arrivato il momento che lasci il potere a Vör. Onora Thora come onori tua madre.' dissero con aria dolce mista al serio le ragazze che scomparvero velocemente e raggiunsero di corsa la ragazza che si era fermata a guardare un dipinto fatto su uno scudo appeso al muro. 
'Lei è Iðunn, come tua madre sposò un uomo di Berk che si rivelò essere la sua anima gemella, Bragi.' la voce di Hlín giunse alle orecchie della Dèa che rimase a contemplare in silenzio l'immagine sorridente della guerriera. Aveva un volto dolce con un sorriso materno, eppure nei suoi occhi compariva una scintilla di pericolo che avrebbe messo sull'attenti chiunque. I lunghi capelli neri erano racconti in due code basse, queste ricadevano sul petto in una spirale i cui la fine era un ciuffo liscio e perfetto. Eppure, sopra a quei codini vi era un taglio di capelli a caschetto con una frangia che si apriva al centro della fronte. Le sue guance erano paffute e in esse Vör rivide una immagina famigliare.
'Sentì che semmai avesse avuto un figlio maschio quest'ultimo avrebbe dovuto sposare la figlia della migliore amica, quindi tua madre. Se invece avesse avuto una femmina e Thora un maschio si sarebbero dovuto sposare ugualmente. La sua voce si sentirà per la prima volta dopo anni di assenza quando il figlio riceverà il famoso si da parte della figlia di Thora che poi...saresti tu.' Questa volta fu Fulla a parlare, il suo sospiro sognante e il seguito 'E' così romantico' fece trasalire la bionda che posò le mani sul muro respirando affannosamente. 
Le due portarono gli occhi su di lei, lentamente i loro sguardi si portarono sulla cotta di maglia, alcuni anelli erano rotti e la stoffa sottostante era rotta e tagliata. Non c'era traccia di sangue, eppure a Vör sembrò di grondare dato che andò a tastarsi frettolosa e preoccupata il busto.
L'unica macchia di sangue che sporcava la sua pelle era un piccolo taglietto sulla guancia, probabilmente dato durante l'ultimo Mulinello. Tutti se ne erano accorti, ma nessuno gli diede più di tanto peso. 
'E' tutto a posto, state tranquille.' andò a rassicurare la bionda che con un sorriso si drizzò sulla schiena e tornò a camminare lungo il corridoio; gli occhi ancora fermi sugli scudi dipinti raffiguranti le diverse guerrieri che ebbero al loro servizio.
Dietro di loro, invece, il gruppo si affrettò a raggiungere le tre ragazze che andavano di pari passo.
Gustav stava dietro a Fulla che era sulla destra, Gambedipesce si trovava dietro Vör che era centro, dietro ad Hlín che camminava sulla sinistra, invece, vi era il vuoto. Si trovava Freki, il lupo che fiancheggiava l'Ingerman in parallelo con Geri che divideva il biondo da giovane Larson.
Dietro ancora alle loro spalle, invece, Dagur era fiancheggiato da Curvazanna che con la sua rinomata grazia faceva tremare il terreno sotto di loro e da Snotra, che silenziosa rifletteva sull'accaduto.
Patatona e Occhidifalco, invece, si trovavano davanti alle tre Dèe che ffacevano strada alla loro Sovrana. 
Fu un tragitto breve dato che nel giro di pochi minuti in cui le voci delle due Ancelle risuonavano nelle mura, tutti quanti si ritrovarono in quello spazio aperto dove precedentemente alla sfida degli scudi stavano.
Snotra di fece avanti, ora quando passava vicino a Vör o incrociava il suo sguardo, lei abbassava gli occhi; vergognata per quel che disse sul suo conto.
E più la rossa guardava la bionda e più temeva che quella fosse realmente la fine del suo impiego come Capo. Sentiva che doveva lasciare il potere a lei e se all'inizio era la prima a rivolerla a Capo di tutto, ora, dopo quel che successe incominciò a sentirsi minacciata; come se così facendo gli stesse strappando via qualcosa che gli apparteneva.

«Prendi l'arco e la freccia, Gambedipesce degli Ingerman.
Questa sarà per te una prova di precisione in cui la freccia che scaglierai dovrà passare all'interno di ogni anello infuocato per poi, infine, spegnere la fiamma di quella candela.»

«Ma è impossibile, Snotra!
La freccia si incastrerebbe all'ultimo anello, quello più stretto!
Cosi facendo sfumi tutti i sogni di Gambedipesce di sposare Vör!»

«Ho chiesto il tuo parere, Fulla?
No, allora taci e stai zitta che è meglio per tutti.
Se non sai che dire non dare dimostrazione della tua ignoranza.»

«N-No, è che...»

Uno schiaffo risuonò nell'aria facendo gracchiare e stridere rumorosamente i volatili; la fanciulla dai capelli neri rimanere a terra con la mano posata sulla guancia, al suo fianco subito si portarono l'amica e Gustav. 
A Vör mancarono dei battiti, il respiro gli si spezzò in gola e un dolore le attanagliò il petto.
Strinse i pugni, ella, pronta a restituire lo schiaffo che Snotra diede a Fulla. 
Ma bastò guardare tutti quanti per rendersi conto che la cosa migliore era parlare. Parlare nonostante la rabbia, la delusione e il dolore stavano spingendo con foga per uscire.

«Non osi parlare in questa maniera alla mia futura moglie, ha capito?»

«Larson, io non farei tanto il gradasso.
Come ti ho concesso la sua mano posso anche levartela; quindi o stai zitto e fai tacere anche la tua futura ex moglie oppure potrai scordarti anche di chiamarla per nome.»

I due ragazzi abbassarono la testa, Gustav strinse le mani alla piccola Dèa che sussurrò un debole 'Lascia stare, non conta...' che portò il vichingo di Berk a stringerla a se. 
Vör, che era già dietro di loro li strinse delicatamente a se lasciando sui loro capi un tenero bacio. Con Gustav fu difficile, ma bastò spostare poco poco l'elmo e il gioco fu fatto. 

«Vi state comportando in maniera spregevole, lo sapete?»

«Dagur, lascia stare.
E' di cattivo umore, si sente minacciata da Vör e ora si sta sfogando con noi due come sempre.»

«Voi non togliere nulla a nessuno, mi avete inteso?
No, Dagur ha ragione.
Ricattare dei ragazzi in questa maniera è davvero spreggevole e vergognoso. 
Io non ho ancora deciso di assumere potere su quest'Isola e anche se lo avessi fatto non dovrei dirtelo a te, ma su Berk sono una donna con un mio personale potere decisionale.
E non sulla vita altrui come tu stai facendo ora con Gambedipesce ed hai fatto con Gustav. Io decido per conto mio.
Mi chiamo Vör e qui sono un altra Dea degli Ǽsir. Sono colei che è saggia e attenta, come suggerisce il mio nome stesso che significa “accorto“, “vigile" e "consapevole".
Se questo è il tuo metodo di essere Capo, sappi che è sbagliato.
Dovresti fatti un esame di coscienza e anche di umiltà. Non sei nella reale postazione per elevarti sopra di tutti, lo sai questo, non è vero?
Ho visto cosi tanta sofferenza e gioia di vivere in te, Snotra. Ho visto cosi tanta bramosia di libertà e di essere valorizzata per quello che eri. 
Dov'è ora quella donna che era gentile e aiutava tutti con amore e pazienza? 
Dov'è andata quella Snotra che comandò per anni su queste terre senza mai essere opprimente come lo sei adesso?
Ho forse sbagliato, allora, quando ti lessi quel giorno l'anima? 
No, forse non ho sbagliato io. Forse tu sei riuscita ad ingannarmi per mostrare solamente quello che ti faceva più comodo.
Il passato si ripercuote sul presente sfregiando il futuro. 
I Berserker hanno fatto i loro sbagli nel passato in cui tu eri una fanciulla, ma nel presente, oh credimi, sono molto cambiate le cose.
Una volta una persona saggia qui presente mi disse che alcune volte ci si trova meglio tra i nemici che tra gli amici e forse tu dovresti imparare a non portare più rancore.
Vero, hai ragione, uno di loro ti ha portato via la purezza fisica; ma tu non puoi portare rancore sulla nuova generazione.
Gli errori degli adulti non dovrebbe mai e poi mai cadere sulle spalle e sulla vita dei giovani.
Cosa ti dissi quel giorno? Confido in te come se mi avessi cresciuto, tanta sofferenza non deve prevalere sull'Amore.
Stai tradendo la mia fiducia, stai rovinando quel che io avevo riposto in te e sulla tua capacità di combattere il male con l'arma più micidiale del mondo. l'Amore.
Ami ancora quella ragazza che hai appena fatto sentire piccola, insignificante, inutile e stupida? Tieni ancora a lei, a quella ragazza che consideri come tua figlia?
Scusami, ma davvero, no.
Hai sentito bene le parole di Fulla?
E' di cattivo umore, si sente minacciata da Vör e ora si sta sfogando con noi due come sempre.
SI STA SFOGANDO COME SEMPRE.
Cosa devo pensare? La gente che ascolta cosa capisce da queste parole?
Che tu te la prendi sempre con loro sminuendole e minando la loro sicurezza.
E tu hai il coraggio di chiamarti Capo?
Guardati intorno, guarda in faccia queste due creature e renditi conto di quello che sei diventata e nel momento in cui realizzerai vergognati e chiedigli scusa per tutte quelle volte che le hai trattate male.
Cosa sei? ma soprattutto, Chi sei?
Quando ti sarai data queste risposte, allora, potrai venire da me a parlarne. La mia porta è sempre aperta e sono sempre disponibile, nonostante quello che ho appena esternato sono sempre pronta a supportare una persona che ritengo cara.»

Le due ragazze abbassarono il capo in silenzio, Fulla venne stretta ancora più forte tra le braccia di Gustav che la consolava dolcemente. 
Hlín, invece, rimase ferma al suo posto. Lo sguardo era abbassato.
Per la prima volta Dagur posò la mano sulla spalla della ragazza, questa si voltò verso di lui che la strinse a se. 
   
 
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