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Autore: Simus    06/04/2020    1 recensioni
Non riuscivo a smettere di pensare alla carezza di Jacob, al solo pensiero sentivo la guancia bruciare, ma che diavolo mi stava succedendo? Era tutto così strano, vedevo e percepivo Jacob in modo diverso negli ultimi tempi...
Genere: Romantico, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jacob Black, Renesmee Cullen | Coppie: Jacob/Renesmee
Note: Lemon, Lime | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Successivo alla saga
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Sentivo una voce, ma non volevo ascoltarla, mi voltai repentinamente sull’altro fianco, fu allora che sentii un getto di acqua fredda in piena faccia. Spalancai gli occhi e mi tirai su con un’espressione tra lo sbigottito e lo sconvolto. Mia madre, con ancora una pentola in mano mi fissava divertita e con un ghigno che la diceva lunga. -No dico, sei pazza? Mi hai bagnata tutta! – protestai -Tu non davi cenni di svegliarti e io non ho avuto scelta, ora signorinella alzati che ti porto a scuola, che per inciso inizia tra 15 minuti! – disse sbrigativamente quella tremenda ma bellissima vampira di mia madre. Il guaio lo aveva combinato, perché il tempo di asciugare i capelli non lo avevo e dopo aver azzannato una brioche montai nella volvo grigia che mi aspettava nel vialetto della casina nel bosco. Mia madre durante il tragitto verso scuola mi spiegò che Jake e papà erano impegnati con i turni di guardia e che la situazione del vampiro nomade stava diventando sempre più complessa da gestire, arrivare al parcheggio mi diede un bacio sulla fronte e con rapidità tolse l’asciugamano dai miei capelli ancora molto umidi e ispidi. Presi coraggio e scesi dalla macchina, corsi all’entrata e fui dentro l’edificio in meno di un secondo, speravo di non incontrare nessuno in quelle condizioni pietose, capelli bagnati e tutone grigio topo con delle snakers rosse, non era proprio il mio abbigliamento migliore. Velocemente entrai nell’aula di storia e mi sedetti all’ultimo banco, qualcuno mi fissò con aria un po’ sconcertata e per fortuna Elen non seguiva storia, tirai un sospiro di sollievo, ma cantai vittoria troppo in fretta… -Ciao Nessie, posso sedermi vicino a te?- esordì Cristian, ovviamente dal look impeccabile, camicia bianca e jeans, con i capelli perfettamente pettinati all’indietro e fissati con gel, insomma sembrava uscito da quelle riviste di moda e mi lanciò un sorriso che non ammetteva risposte negative alla sua domanda. –Ma certo Cris, figurati- dissi abbozzando un sorriso. Non è che mi stesse particolarmente simpatico, però del resto lui si impegnava per essere gentile con me e in più volevo capire cosa volesse lui e la sua famiglia, qualcosa in quella faccenda non mi tornava. L’ora di storia passò in fretta, così veloce che neanche prestai attenzione alla rivoluzione francese e le conseguenze che essa comportò, Cris d’altronde sembrava seriamente preso e lo vidi appuntarsi qualche frase della professoressa sulle dispense. Appena suonò la campanella feci per alzarmi, ma con un tocco leggero e quasi impercettibile Cristian mi sfiorò il braccio, richiamando la mia attenzione, così lentamente mi voltai verso di lui e lo fissai negli occhi azzurri, -Forse è solo una mia impressione, però mi sembra di vedere un atteggiamento ostile nei miei confronti…- disse con voce bassa, quasi un sibilo e togliendo la maschera da sbruffone che aveva solitamente. Riflettei un attimo e dopo un sospiro decisi di mettere le carte in tavola –Senti Cris io non ho alcun atteggiamento ostile, sto solo cercando di capire chi sei e cosa vuoi da me o dalla mia famiglia, stanno succedendo cose strane da quando siete qui e sinceramente vorrei capire quanto sei coinvolto- dissi inchiodandolo con lo sguardo, lo vidi in imbarazzo, forse non si aspettava tanta schiettezza, ma volevo andare a fondo alla cosa –Credo che tu ti riferisca alla mia natura di mezzo vampiro, sappi solo che non voglio farti del male, né a te e né tantomeno alla tua famiglia, il mio essere non costituisce necessariamente una condizione di maligno o infernale, sono una persona prima di essere un mezzo vampiro, ma se devo essere discriminato in questo modo proprio da te forse mi sbagliavo, è meglio non essere amici- chiuse scattando in piedi velocissimo e lasciandomi sbigottita per qualche minuto. Durante le restanti lezioni non lo vidi e mi senti profondamente in colpa, forse ero stata un po’ scortese e ripensandoci bene lo avevo accusato tra le righe di fatti che potevano essere accaduti a prescindere da lui o dalla sua famiglia, insomma la solita idiota! Dovevo trovare un modo per recuperare e spiegarmi, perciò aspettai con ansia la pausa pranzo, lo intravidi in tavolo vicino l’uscita sul giardino, stava solo e guardava dalla vetrata il parcheggio.
Stavo per avvicinarmi quando fui presa alle spalle da Elen, aveva la capacità di piombare nelle situazioni meno opportune, forse era un superpotere… -Ness, ma che fine hai fatto ieri? Sei rimasta nelle braccia di quel fusto di Jacob per tutto il giorno?- trillò saltellando come una trottola curiosa che voleva entrare nei dettagli –Ehm no Elen, non mi sentivo molto bene- dissi abbozzando un sorriso di circostanza e cercando di tagliare corto, nel mentre vidi Cris drizzare la schiena, qualcosa mi diceva che stava ascoltando la mia conversazione, così colsi la palla al balzo –Elen, scusa ma devo andare a scusarmi con un amico, possiamo parlare più tardi?-  e senza attendere una risposta mi svincolai e mi diressi verso Cristian, il quale, a riprova del fatto che avesse ascoltato, si alzò rapido e in un attimo fu fuori in giardino, prevedibile. Uscii anche io, dovevo assolutamente parlarci, ma appena fui fuori era sparito, mezzo vampiro impunito, così mi fermai, chiusi gli occhi e attivai i miei sensi da vampira, si era diretto nella foresta intorno alla scuola, mi girai assicurandomi che nessuno mi stesse guardando e scattai seguendo la scia, adoravo quel senso di libertà incondizionata che mi dava la corsa, ma tornai a concentrarmi sulla scia di Cristian, fu allora che accadde tutto molto in fretta. Un grosso lupo nero lo aveva buttato a terra e ringhiava con forza sul vampiro biondo che provava a divincolarsi, non c’era tempo di parlare o Sam gli avrebbe staccato la testa, percepivo in lontananza altri lupi arrivare, probabilmente in contatto con Sam erano stati avvisati del vampiro. Così intervenni, balzai veloce e scaraventai il lupo nero qualche metro più in là, Cristian mi guardò sorpreso e al tempo stesso confuso, Sam d’istinto mi diede una zampata su un fianco, fece maluccio, era uno dei lupi più grossi e non gli mancava di certo la forza, finita sull’albero vicino, Sam si rese conto di chi fossi e si fermò, mi venne in soccorso e con il muso mi aiutò a rimettermi in piedi, a quel punto erano sopraggiunti anche Quil ed Embry sotto forma di lupi, Cristian si rialzò e coprì le distanze che ci separavano. Ripreso fiato ma ancora indolenzita, probabilmente mi ero rotta una costola, mi affrettai a chiarire –Sam, lui è mio amico, è un mezzovapiro proprio come me, non è un pericolo- chiarii con la voce spezzata dalle forti fitte al costato, ricaddi seduta e mi circondai con le braccia il costato. Arrivò anche Seth ma in forma umana, probabilmente per dialogare con me –Ness, che diavolo sta succedendo abbiamo intercettato una scia, credevamo fosse la stessa che abbiamo percepito vicino la casa nel bosco…- fu in quel momento che Cris mi prese in braccio e con dolcezza mi sussurrò all’orecchio –Scusami Ness è colpa mia- vidi gli occhioni azzurri guardarmi seriamente dispiaciuti, poi aggiunse rivolto al branco – Scusatemi, effettivamente la scia è la stessa, l’altro giorno mi ero avvicinato alla casa di Nessie per parlarle, ma non avendola trovata sono andato via- ammise dispiaciuto. Fu in quel momento che apparve il mio sole, un po’ nervoso ma comunque bellissimo, con i soli pantaloncini e tutto il petto nudo, probabilmente stava in ronda anche lui, vidi la sua espressione quando si rese conto che Cristian mi teneva in braccio. Appena incrociò i miei occhi gli lanciai un sorriso e lo vidi stemperare un po’ di rabbia, ma non tutta – Ora puoi lasciare Nessie a me, hai già fatto abbastanza – sputò tra i denti e con i muscoli tremati, vidi che stringeva i pugni, probabilmente stava più arrabbiato del previsto. Cristian mi guardò, con una mano mi spostò un capello che mi era finito davanti al viso, provai uno strano imbarazzo, complice il fatto che Jake in tutto ciò stava lì davanti, poi sussurrò – Ness, perdonami sono stato uno stupido, non dovevi scusarti di nulla, nel pomeriggio vengo a trovarti e ci penso io a dire ai prof della tua uscita anticipata- gli sorrisi e feci un cenno con la testa, poi sentii le calde braccia del mio lupo avvolgermi completamente e posai la testa sul suo petto chiudendo gli occhi.
 
Jack sfrecciava nella foresta, veloce e tremante, probabilmente oltre ad essere arrabbiato era anche in ansia per me, così mi limitai a stare in silenzio. A metà tragitto tra casa Cullen e la foresta ci vennero in contro mio padre e nonno Carlisle, le linee dei loro volti perfetti erano irrigidite dalla preoccupazione. – Jacob portala a casa Cullen con Carlisle, io vado ad avvisare Bella che era andata a caccia con Esme, e tu signorina sei stata a dir poco irresponsabile! Ma ne parleremo più tardi…- così dicendo sfrecciò verso nord. Appena giungemmo a casa Cullen Jacob seguì Carlisle nel suo studio e mi adagiò con delicatezza sul lettino – Carlisle, cosa posso fare? – chiese con una certa ansia nella voce, - Al momento nulla Jacob- disse mio nonno alzandomi la maglia – purtroppo Nessie è come te, nel momento che si rompe un osso il suo corpo ha una rapida guarigione, ma se la frattura è scomposta devo …- fu interrotto da Jacob che furente esclamò – No! Starà malissimo, io lo so, è ciò che ho vissuto quando salvai Leah dall’esercito di neonati!- mio nonno gli mise una mano sulla spalla muscolosa – Non c’è alternativa Jacob – in quel momento capii, nonno avrebbe dovuto romper nuovamente le costole rotte e riposizionarle nel modo corretto, deglutii, probabilmente lo feci in tono rumoroso perché si voltarono entrambi e mi guardarono, mio nonno era dispiaciuto, invece Jake aveva lo sguardo arrabbiato – Sei felice ora? Dovresti pensare prima di agire! – mi urlò Jacob – Avrei dovuto lasciar morire il mio amico? – replicai provando a tirarmi su, ma mio nonno mi bloccò – Amico? Ho visto come ti guardava! – e con uno scatto uscì fuori dalla porta furente. Bene ora avevo raggiunto l’apice, scoppiai in lacrime e lo studio iniziò ad essere riempito da vampiri che volevano coccolarmi in ogni modo, zia Rose mi iniziò ad accarezzare la testa e zia Alice cercava di calmarmi, non appena arrivò zio Jasper riuscii a smettere di piangere e tornai ad essere lucida – Scusate, mi dispiace – mormorai, - Non devi scusarti tesoro, sei stata coraggiosa e hai salvato un amico, però adesso devi permettere a Carlisle di intervenire, okay amore?- intervenne mia madre seguita da Edward, vedendoli lì mi senti protetta, al sicuro, anche se mancava …- Sta qui fuori Ness, è dovuto uscire per non trasformarsi in casa, sta ascoltando tutto e non è arrabbiato con te- intervenne mio padre – Sull’ultima parte non ti credo tanto, ma sono pronta, papà puoi restare dentro ?- lui sorrisi e mi fece un cenno di assenso con il capo. Nonno fece uscire tutti dallo studio, tutti tranne mio padre, dopotutto anche lui era un medico ora, sentivo ancora il flusso di calma che emanava Jasper per farmi stare tranquilla e percepivo l’ansia di mia madre e di tutta la mia famiglia che era riunita in salone. Mio nonno mi cinse il costato e con un movimento rapido mi ri-ruppe le costole, sentii delle fitte e un dolore atroce, ebbi l’impulso di urlare ma emisi un gemito per non allarmare tutti coloro che erano in ascolto, sentii delle fitte, tante fitte, ma strinsi i denti, mio padre mi teneva ferma e mi asciugava il sudore che colava dalla mia fronte a fiotti. Mio nonno fece delle manovre, ci impiegò dei minuti e terminate mi disse di stare immobile, lo sentivo ovattato, come se mi stesse parlando da lontano, ma accennai un segno d’intesa con il capo. Mi somministrò della morfina e poi caddi in un sonno profondo.
  
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