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Autore: Lisbeth Salander    07/04/2020    3 recensioni
Nascosta nel cuore della Londra Babbana, la grande casa di Grimmauld Place n. 12 aveva subito molteplici cambiamenti nell’ultimo secolo, ben più che in quelli precedenti.
Grimmauld Place n. 12 era stata la fortezza dei Purosangue nel centro della città.
Nella memoria del mondo magico - quello che contava, ovviamente - Grimmauld Place n. 12 era stata la residenza della Antichissima e Nobilissima Casata dei Black.
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Black, Harry Potter, Hermione Granger, Ron Weasley
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più contesti
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Le mille vite di Grimmauld Place n. 12

 

Nascosta nel cuore della Londra Babbana, la grande casa di Grimmauld Place n. 12 aveva subito molteplici cambiamenti nell’ultimo secolo, ben più che in quelli precedenti.

Grimmauld Place n. 12 era stata la fortezza dei Purosangue nel centro della città.

Nella memoria del mondo magico - quello che contava, ovviamente - Grimmauld Place n. 12 era stata la residenza della Antichissima e Nobilissima Casata dei Black. I Black si erano stabiliti in Grimmauld Place agli inizi dell’Ottocento, nel 1837, l’anno in cui nel mondo Babbano era ascesa al trono la Regina Vittoria. In quegli anni avevano deciso di spostare la loro residenza dalla tenuta nell’Essex nella capitale perché la loro famiglia potesse essere più coinvolta nei giri di potere del Ministero della Magia e dell’Alta società magica.
Del resto, una famiglia Purosangue di tale calibro non poteva restarsene in campagna, lontana dal centro del potere. Questo soleva ripetere Cygnus Black, lui che per primo aveva preso questa decisione, rendendo Grimmauld Place n. 12 il principale salotto delle più importanti personalità del mondo magico.
In quella casa, esattamente dieci anni dopo, era nato in una mesta domenica di gennaio Phineas Nigellus Black, futuro Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Che poi avesse ricevuto tutt’altro che lodi durante la sua Presidenza, questo non era importante. 
Quello che contava, come si ripeteva in famiglia, era aver avuto successo. 
Grimmauld Place era stata tramandata in quegli anni in linea maschile, di padre in figlio, da sangue a sangue, rigorosamente Purosangue. Era il cuore delle riunioni delle Sacre Ventotto. 
Nessuno varcava la soglia di Grimmauld Place se non aveva il sangue più puro di tutti.
Era la regola prima del prestigio della casa dei Black, la più elitaria di tutti. 
Ed era stato per renderla ancora più esclusiva che Arcturus Black aveva deciso di renderla indisegnabile ed invisibile ai Babbani. Un giorno di fine estate il numero 12 era semplicemente sparito tra i numeri 11 e 13 e tutti avevano sorriso di quella stranezza.
Le più importanti unioni del Mondo Magico di politica, d’affari, d’amore - che poi erano un po’ la stessa cosa - erano strette nell’elegante e sfarzoso salotto di casa Black. Proprio lì Arcturus Black e suo cugino Polloux avevano deciso di far sposare i rispettivi figli: nessuna giovane donna, nemmeno tra le Sacre Ventotto, sembrava adatta per Orion Black, il figlio primogenito di Arcturus, e nessun giovane uomo sembrava soddisfare gli standard di Walburga, la prima ed altezzosa figlia di Polloux Black.
Una Black per un Black” ripeteva fiera e civettuola Irma Black, la madre di Walburga.
Orion e Walburga sembravano una coppia perfetta, potente, invincibile. Avevano avuto due figli maschi, Sirius Orion e Regulus Arcturus, e Walburga non perdeva occasione per pungolare suo fratello Cygnus, che, invece, aveva avuto ben tre figlie femmine e nessun erede maschio.

Grimmauld Place n. 12 non era una casa per persone felici.

Per Sirius Orion Black Grimmauld Place n. 12 non aveva mai profumato di casa. Sin da quando era bambino aveva sentito l’aria carica di tensione ed austerità, priva di gioia, in cui i suoi giochi con Regulus erano puniti severamente.
Nulla era loro concesso, se non di rimanere in silenzio nella propria stanza, ad eccezioni delle ore di lezione. Dalla finestra della sua stanza Sirius poteva vedere un sacco di cose, vedeva di Babbani che andavano e venivano, vestiti in maniera così strana e diversa; vedeva le motociclette e desiderava tanto averne una - magari volante. 
Che la felicità non appartenesse a Grimmauld Place n. 12, alla sua casa, alla sua famiglia, Sirius Black lo aveva capito quando aveva messo piede per la prima volta nella sala comune di Grifondoro, calda ed accogliente, e nelle lunghe notti a chiacchierare con i suoi compagni di dormitorio, James Potter, Remus Lupin e Peter Minus. 
Sirius era stato il primo ad essere Smistato a Grifondoro e non a Serpeverde in famiglia e questo aveva generato una buona dose di scandalo, oltre, ovviamente, al disappunto di sua madre, Walburga.
Che non tutte le case fossero opprimenti come la sua, lo aveva davvero realizzato quando a quindici anni si era presentato sulla soglia di casa Potter, bagnato fradicio, tremante e pieno di lividi, dopo una delle punizioni di suo padre.
Le punizioni di casa Black erano diventate sempre più feroci, sempre più violente, sempre più insostenibili, sempre più illegali. Spesso Sirius si chiedeva cosa avrebbero mai potuto dire al Ministero se avessero saputo che genere di incantesimi utilizzavano nell’antichissima e nobilissima casata dei Black.

Grimmauld Place n. 12 era stata la casa della pazzia.

Se qualcuno avesse potuto individuare il momento in cui per i Black era arrivata la decadenza, avrebbe detto che tutto era avvenuto nel disastroso 1979 ma Walburga lo avrebbe certamente contraddetto. 
Tutto era iniziato nell’estate del 1975, quando il suo primogenito Sirius era fuggito dalla sua casa coprendoli di disonore, perché gli scandali di solito indeboliscono una famiglia ma quando gli scandali riguardano il suo erede la colpiscono al cuore.
Walburga si era illusa che Regulus, il figlio perfetto, potesse reggere il colpo e rinsaldare di nuovo il purissimo nome dei Black ma poteva vedere che non era così nel sorriso soddisfatto di sua cognata Druella che le annunciava le nozze della sua ultimogenita con Lucius Malfoy e nello sguardo sprezzante di suo fratello Cygnus quando parlava di sua figlia Bellatrix. 
Nel 1979, poi, era arrivata la disfatta, la resa finale ed incondizionata di ogni cosa, la fine della sua casata, degli sforzi di una vita intera. 
Nella primavera di quell’anno suo figlio, il perfetto, dolce, encomiabile, impeccabile, Regulus, era sparito e lei aveva saputo che era morto. Una madre certe cose le sa.
Pochi mesi dopo, Walburga aveva chiuso gli occhi a suo marito Orion, lasciatosi morire perché che senso poteva avere la sua vita senza un erede? 
Allora era rimasta sola, insieme a Kreacher, l’elfo domestico, in quella grande casa, sempre più vuota, sempre meno al centro della vita magica, sempre più isolata. 
Tutto quello che era venuto dopo per Walburga era stata altra pioggia caduta sul bagnato. Tutto era finito con lo sguardo carico di disappunto di suo padre e suo suocero quando avevano realizzato il suo fallimento. Suo figlio rinnegato e la sua brillante nipote Bellatrix chiusi ad Azkaban, perché alleati del Signore Oscuro, erano stati la conclusione perfetta per quella decadenza.
Solo Narcissa, sua nipote, era di tanto in tanto venuta a darle conforto alleviando la solitudine di quella grande casa, distogliendola dalla sua lucida follia.

Grimmauld Place n. 12 era stata una prigione.

Dopo dodici lunghissimi anni ad Azkaban e due anni di latitanza, Sirius Black era tornato in quella odiatissima e stramaledetta casa.
Si sentiva proprio come quando aveva solo undici anni, intrappolato, claustrofobico, oppresso. Quella non sarebbe mai davvero stata casa per lui, non come lo era stata casa Potter, con la stanza accanto a quella di James, piena del profumo di gelsomini che Euphemia era solita raccogliere per profumare le stanze - Grimmauld Place non aveva mai profumato di fiori; non sarebbe stata casa come la Sala Comune di Grifondoro ed il loro dormitorio con il letto di Sirius tra quello di James e quello di quel verme schifoso assassino di Peter Minus; non come lo era stato il suo primo appartamento comprato con i soldi di zio Alphard, pieno di tutte quelle diavolerie babbane che aveva comprato con l’aiuto di Lily e Remus.
Gli unici momenti in cui Grimmauld Place non gli sembrava una prigione erano quelli in cui c’era Harry, l’unica famiglia che gli era rimasta. E Sirius sentiva davvero che avrebbero potuto avere una speranza, che avrebbe potuto dargli finalmente tutto quello che non aveva avuto, che avrebbero vissuto in un posto bellissimo all’aria aperta. Quando pensava a tutto quello che avrebbe potuto essere, Sirius riusciva chiaramente a vedere il sorriso storto di James e quello radioso di Lily. 
Solo in quel momento, Grimmauld Place n. 12 gli sembrava un po’ più sopportabile.

Grimmauld Place n. 12 era stata il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice.

Dopo quasi vent’anni, Grimmauld Place n. 12 era tornata ad essere un crocevia di incontri. Era il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice, società segreta creata ad Albus Silente in persona. 
Tutte le protezioni di cui quasi un secolo prima Cygnus Black l’aveva dotata avevano reso quella casa praticamente perfetta per il suo ruolo.In quei giorni, Grimmauld Place era tornata a vivere, piena di mormorii, di chiacchiericci, di confidenze, delle risate dei gemelli Weasley e delle ragazze. 
Sembrava aver acquisito una nuova anima, sembrava che anche quella casa volesse partecipare a quella guerra ma stavolta dalla parte giusta.

Grimmauld Place n. 12 era stata una Tana durante la guerra.

Harry Potter, figlioccio di Sirius Black ed erede di Grimmauld Place n. 12, si era sempre ripetuto che odiava quella casa, la odiava come la odiava Sirius perché lo aveva fatto sentire prigioniero ancora una volta. Quando la sera del 1 agosto, insieme ai suoi migliori amici, Ronald Weasley ed Hermione Granger, scappò dalla Tana e da un manipolo di Mangiamorte, nessun posto gli sembrò più giusto di Grimmauld Place n. 12, pronta ad essere un posto sicuro durante quella guerra.
Non era accogliente, non era come la Tana, non ti faceva sentire propriamente a casa, ovviamente, ma era un tetto sopra la testa, delle mura intorno in cui non era possibile entrare se non espressamente invitati.
Tra le sue mura Harry fece più di una scoperta: scoprì che Sirius Black gli aveva regalato il suo primo manico di scopa per il suo primo compleanno, che grazie a quel manico di scopa aveva distrutto un vaso che sua zia Petunia aveva inviato a sua madre Lily, che insieme a lui e ai suoi genitori viveva un gatto, che sua madre scriveva la lettera g esattamente nello stesso modo in cui la scriveva lui e che suo padre era certo che sarebbe diventato un grande giocatore di Quidditch. Scoprì anche che Sirius si era sbagliato su suo fratello Regulus, che aveva cercato di combattere Voldemort e di distruggere un Horcrux a soli diciotto anni; che Kreacher sapeva ancora cucinare benissimo e che, anche grazie a lui, Grimmauld Place n. 12 dopo un po’ gli dava conforto.
Pensava spesso a quella sensazione nelle sere fredde nei boschi con Ron ed Hermione, sotto una tenda che dava loro riparo ma non conforto.

Grimmauld Place n. 12 era stata il luogo in cui si erano leccati le ferite dopo la guerra.

Quando alcuni giorni dopo la Battaglia di Hogwarts la Professoressa McGranitt aveva detto loro di tornare a casa, Harry si era reso conto di non averne una. Aveva intercettato lo sguardo di Hermione perché entrambi sapevano di non poter tornare alla Tana, non dopo che la morte di Fred aveva lacerato la famiglia Weasley, la loro unica famiglia nel mondo magico. 
Non c’era stato davvero bisogno di parlarne. 
“Harry, ti va se torniamo a Grimmauld Place? Non me la sento ancora di tornare a casa mia” aveva detto Hermione. 
Così erano andati lì e avevano dormito in salone perché l’orrore della battaglia, le ferite della guerra le sentivano ancora addosso, sotto la pelle, nella testa e faceva un po’ meno male svegliarsi durante la notte e vedere il volto rassicurante del proprio migliore amico. 
Seduta sul comodo divano di Grimmauld Place, Hermione gli aveva chiesto tremante di accompagnarla in Australia a cercare i suoi genitori ed Harry aveva annuito con il primo vero sorriso dopo giorni di dolore straziante. 
Certo che ti accompagno a ritrovare i tuoi genitori. Tu mi hai accompagnato dai miei, io ti riporterò dai tuoi”.
La loro amicizia aveva sempre funzionato così. 
Dopo la guerra Grimmauld Place n. 12 era diventato il luogo in cui tutti si leccavano le ferite.
Appena poteva, Ron tornava lì da loro ed occasionalmente portava Ginny o un altro fratello Weasley quando l’aria della Tana, di solito così accogliente, diventava insopportabile.
Il fatto che Harry ed Hermione facessero base lì a Grimmauld Place attirò molti dei compagni dell’Esercito di Silente. Non era infrequente che Neville o Seamus sbucassero dal camino e che rimanessero tutta la notte o che Luna al mattino si presentasse per pranzo. Dean Thomas e Susan Bones chiesero di poter rimanere con loro per un periodo, il primo in attesa di ritrovare la sua famiglia, la seconda perché l’aveva persa.
Più di una volta, la sera bussava a quella porta Andromeda Tonks con in braccio il piccolo Teddy Lupin avvolto tra mille copertine. Parlava a lungo con i ragazzi quella donna che aveva perso tutto in quella guerra e continuava ad affrontare la vita con una dignità ed una forza indescrivibili.
Sapete, non avrei mai creduto che questa casa che ho disprezzato per anni sarebbe finita per essere il luogo in cui combattere il dolore e la solitudine” confidò una sera ad Harry, Ron ed Hermione.

Grimmauld Place n. 12 era stata “la casa dei ragazzi”.

Nessuno era più riuscito a lasciare davvero Grimmauld Place n. 12 per ritornare alla vecchia vita. “Dopo la guerra la vita che avevamo prima non calza più come prima” ripeteva sempre Kingsley Shakebolt, neo-eletto Ministro della Magia. 
Harry aveva definitivamente preso possesso della camera di Sirius, non osando toccare niente, e nel settembre del 1998 aveva iniziato l’Accademia Auror.
Nonostante fosse raramente a casa, Grimmauld Place non aveva smesso di essere un continuo via vai di ragazzi e amici e dei loro parenti.  
La porta è sempre aperta per gli amici”.
Era questo che ripeteva in continuazione Harry a tutti coloro che gli chiedessero il permesso. 
Hermione aveva scelto la prima stanza che aveva occupato con Ginny nel periodo in cui anni prima erano stati in quella casa ed Harry le aveva promesso che non l’avrebbe ceduta a nessuno, a parte Ron ovviamente.
Ron, il suo migliore amico, aveva evitato di trasferirsi subito.
Voglio aiutare mamma e papà e George. Voglio esserci. Non posso andarmene ancora, anche se non immagini quanto vorrei…” ripeteva in continuazione ad Harry in certe sere davanti al camino scoppiettante.
I ragazzi Weasley cercavano spesso rifugio lì. Di tanto in tanto veniva Charlie, più frequentemente si presentava Percy, qualche sera - quando Harry teneva Teddy con sé - venivano a trovarlo Bill e Fleur.
George Weasley tornò lì per la prima volta il 1 aprile 1999 per festeggiare il compleanno suo e di Fred insieme a tutti i suoi fratelli, il primo senza il suo gemello.
Si ubriacarono tutti, risero e piansero grazie al FireWhiskey di Abeforth. Il giorno dopo, però, George annunciò che sarebbe tornato a lavoro e, a quasi un anno dalla battaglia, sembrava esserci un barlume di speranza per lui.
Nella cucina di Grimmauld Place George Weasley si scoprì, svariati mesi dopo, innamorato di Angelina Johnson durante un acceso litigio su chi avrebbe vinto il Campionato di Quidditch dandole - quello che lei stessa avrebbe definito - il miglior bacio della sua vita.
Il 27 dicembre del 1998 Ginny Weasley si presentò nel cuore della notte a Grimmauld Place n. 12 per dare ad Harry Potter un ultimatum sulla loro travagliata storia d’amore.
Non siamo mai più davvero riusciti a parlare di noi, Harry. E non parlo dell’avermi raccontato tutto quello che hai fatto durante l’ultimo anno di latitanza, perché ne abbiamo già parlato. So tutto e lo capisco. Ci sei stato per me, per tutti noi, e so che hai voluto rispettare questo nostro momento. Ti conosco: non mi sarei aspettata da te niente di meno. Adesso, però, non c’è più un mago oscuro che vuole ucciderti e a cui devi dare la caccia, non ci sono più stupide e nobili ragioni. Quindi, o dentro o fuori. O stiamo insieme ora e per sempre o non staremo insieme mai più”.
Quella sera avevano fatto l’amore per la prima volta e, ovviamente, non si erano lasciati mai più.
Dopo la fine di Hogwarts, Ginny ed Hermione avevano deciso di vivere lì aggiungendosi a Ron che si era trasferito poco dopo il suo compleanno. In quella casa iniziarono le prime prove di convivenza, i primi litigi, le prime discussioni su chi aveva lasciato in giro cosa. 
A settembre arrivò anche George, perché l’appartamento sopra il negozio gli metteva troppa tristezza così come la vecchia stanza alla Tana - “C’è troppo Fred lì” - e Grimmauld Place n. 12 lo faceva sentire un po’ più vivo, come se esistesse davvero una possibilità.
La Signora Weasley la chiamava “la casa dei ragazzi”. Harry non era sicuro che approvasse proprio tutto quello che succedeva sotto quel tetto ma lei sapeva che erano al sicuro e, dopo la guerra, questa era l’unica cosa che contava.
Circa due anni dopo la guerra, Neville chiese colmo di imbarazzo se ci fosse una stanza anche per lui perchè non se la sentiva più di vivere con sua nonna a quasi vent’anni. Harry gli diede la stanza al secondo piano, dalla quale non era infrequente veder uscire al mattino una sorridente Hannah Abbott.
Seamus era rimasto lì per una settimana non appena aveva avuto il posto alla Gazzetta del Profeta ed aveva condiviso con loro l’eccitazione e le prime scoperte del lavoro in Redazione. Le gemelle Patil si erano spesso presentate con qualche stramba notizia da commentare tutti insieme, come se fossero ancora ad Hogwarts. 
Grimmauld Place n. 12 era sempre il posto in cui Luna tornava prima e dopo uno dei suoi viaggi di avventura.

Grimmauld Place n. 12 era stata “la casa delle feste”.

Harry e Ginny non ne avevano parlato espressamente ma entrambi sapevano che non avrebbero voluto condurre la loro vita matrimoniale a Grimmauld Place n. 12. Non era stata una vera sorpresa per nessuno quando avevano deciso di comprare una casa a Godric’s Hollow accanto alla villetta presa da Ron ed Hermione.
Non sia mai che voi tre doveste dividervi” aveva chiosato Ginny.
Grimmauld Place era rimasta aperta ma la vita era ripresa per tutti. Erano cresciuti, avevano messo su famiglia - come avrebbe detto zia Petunia, pensava Harry, si erano davvero sistemati.
Ed allora, Grimmauld Place n. 12 era rimasta vuota, salvo quando qualcuno non vi si rifugiasse.
Era successo questo quando Ron ed Harry si erano ubriacati alla notizia che il primo sarebbe diventato padre per la prima volta ed il secondo avrebbe avuto un altro figlio a distanza di meno di un anno da James Sirius.
Di tanto in tanto, Ginny ed Hermione decidevano di organizzare una cena con tutto l’Esercito di Silente e Grimmauld Place sembrava sempre il posto più giusto, come se avesse trattenuto il chiacchiericcio degli anni della guerra, difficili ma stimolanti in cui tutti loro sentivano di fare qualcosa di buono per il mondo.
Sennonché tutta questa questione del mettere su famiglia ai Weasley - Potter era un po’ sfuggita di mano e, quando arrivarono anche Hugo e Lily, la Tana non sembrava più adatta ad accoglierli.
Era impossibile in quei giorni fermare la frenesia dei bambini. James ed Albus volevano dormire con Teddy ma volevano stare anche con Fred e Louis. Le cugine, invece, dovevano stare tutte insieme in un’unica stanza e la polemica poteva andare avanti all’infinito se qualcuno avesse soltanto osato opporsi.
Così nell’organizzazione del Natale del 2010 Ginny Potter, estenuata dalle richieste, aveva annunciato a tutta la famiglia che per Natale si sarebbero tutti trasferiti a Grimmauld Place n. 12.
Quella casa ha più stanze di un bordello” aveva commentato Charlie Weasley, guadagnandosi un’occhiataccia di sua madre.
Da quell’anno Grimmauld Place n. 12 era diventata il palcoscenico delle rumorose vacanze natalizie della famiglia Weasley - Potter. 
James, Albus e Rose l’avevano allegramente soprannominata “la casa delle feste” e mai come allora le mura di Grimmauld Place avevano riecheggiato di felicità, di risate dei bambini, di lacrime di gioia e un po’ di nostalgia la mattina, di quell’atmosfera che si ritrova soltanto la mattina di Natale.
Un rumore di tacchi riecheggia nel lungo corridoio di Grimmauld Place n. 12 e si arresta solo alla stanza dell’arazzo.
“Ah, siete qui voi due” dice Hermione con aria accigliata guardando suo marito ed il suo migliore amico seduti sul pavimento mentre bevono Burrobirra troppo presto.
Hermione si toglie le scarpe e si siede accanto a loro. Sono amici da tutta la vita loro tre. Si è rassegnata a quelle stranezze.
“Allora, Potter, vuota il sacco. Perché siamo qui?”
“Ti sembra questo il linguaggio del Ministro della Magia” la rimbrotta Ron.
“Qui non ci sono Ministri” conclude Hermione ridendo.
Harry sorride e pensa che non cambieranno mai davvero.
“Pensavo a cosa regalare a Teddy, come regalo di nozze, sai. Vorrei una cosa che avesse un significato..”.
“Vuoi regalargli questa casa?” chiede Hermione con semplicità.
“Mia moglie è un segugio o un genio. Probabilmente tutti e due. Ne stiamo parlando da ore e lei arriva qui e va dritta al punto”. 
“Piantala, Ron. È il mio migliore amico, lo conosco anche meglio di te probabilmente”.
“Non penso affatto che tu conosca Harry più di me” risponde stizzito Ron.
Ad Harry viene da ridere perché pensa ad una volta in cui vivevano ancora lì e Ron, Ginny ed Hermione avevano deciso di giocare “a chi conosce meglio Harry”. Aveva vinto Hermione e Ron se l’era presa ma solo un po’.
“Cosa ti turba?” chiede pragmaticamente Hermione.
“Non lo so.. è Grimmauld Place n. 12. Non so se sia esattamente un bel regalo. Io l’ho avuta da Sirius e sarebbe una cosa da padrino a figlioccio, una cosa bella..”
“Ma sarebbe anche un modo per lasciar andare Sirius davvero” dice con dolcezza Hermione.
“Non è solo questo. Andromeda era una Black e non so se le sta davvero bene questa cosa. Quando gliene ho parlato lei mi ha detto di sentirmi libero di fare quel che volessi ma mi sento tremendamente in difetto”.
“Ginny che ne pensa?” chiede Ron con curiosità.
“Lei crede che Grimmauld Place potrebbe avere una rinascita con la dinastia Lupin - Weasley e sarebbe bello darle nuova vita ma che qualsiasi cosa deciderò andrà bene”
“Sai cosa potremmo fare?” 
“No, Hermione, non una lista di pro e di contro anche per decidere se regalare una stramaledetta casa. Miseriaccia!”.

Grimmauld Place n. 12 ha vissuto molte vite nell’ultimo secolo, una costante trasformazione, a ricordare che tutto cambia, anche ciò che sembrerebbe essere destinato ad essere immutabile. Così quel luogo, apparentemente sempre uguale a sé stesso, è cambiato innumerevoli volte, vivendo una vita e poi un’altra ancora.
È stato la roccaforte di Purosangue, luogo di atroce infelicità, il manicomio di Walburga Black, la prigione senza sbarre di Sirius Black, un riparo durante la guerra, il posto del cuore negli anni della rinascita, la casa delle feste agli occhi dei bambini. 
Molte cose potranno accadere ma le mura di Grimmauld Place n. 12 sanno di essere pronte a vivere altre mille vite.

 
   
 
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