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Autore: Dharkja    07/04/2020    0 recensioni
È una calda sera di Luglio del 2008, i Tokio Hotel arrivano a Modena il giorno prima della loro l'esibizione. Bill non aveva mai creduto nel colpo di fulmine, ma l'incontro del tutto casuale con Giulia sarà in seguito, una piacevole e lenta scoperta di sentimenti inaspettati. Gli impegni con la band lo porteranno in giro per il mondo, ma lui non scorderà quella ragazza che diventerà pian piano una dolce ossessione portandolo all'irrefrenabile desiderio di volerla incontrare nuovamente.
Genere: Fluff, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bill Kaulitz, Georg Listing, Gustav Schäfer, Tom Kaulitz
Note: Lemon, Lime, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Bologna

23 dicembre 2008

 

 

 

Stava ancora pensando alla telefonata avuta con Bill quando non impiegò molto a rendersi conto che due occhi la stavano fissando da dietro il cliente che stava servendo; le sue pupille si spostarono poi velocemente di pochissimo ed incrociarono un paio di occhi azzurri, e fu allora che il cuore iniziò a battere forte e ad avere il fiato più corto; cercò di tenere i nervi saldi e salutò con apparente calma il suo cliente.

 

“Buongiorno Giulia” disse Maria a cui seguì il saluto di Massimiliano.

 

“Che bella sorpresa” mentì sorridendo mentre prendeva i loro documenti.

 

“Lavori in un posto stupendo, avrei voluto tanto anche io fare l'hostess! E' da un po' che non ci si vede, come stai?”.

 

“Oh, benone grazie. Siete in vacanza?” chiese spostando lo sguardo verso Massimiliano intento a fissarla da dietro la sua ragazza.

 

“Sì” disse prontamente lui “Qualche giorno di meritata vacanza dopo il raffreddore, d'altronde era da un po' che volevamo partire per Amsterdam”.

 

Giulia porse loro i documenti, guardò la pesa, anche se avrebbe desiderato comunicare con tutto il cuore che le loro valigie andavano ben oltre il peso dovuto; attese per il safe bag e fece cenno loro di riprenderle. Notò che erano particolarmente grandi ed erano tre.

 

“Potresti lasciare la postazione per un poco?” chiese lei candidamente, mentre lui accanto teneva il capo leggermente chino con lo sguardo verso il basso.

 

“Non saprei” rispose presa alla sprovvista, allora si avvicinò al collega che stava più all'interno che le concesse dieci minuti.

 

Uscì velocemente per dirigersi tra la biglietteria e la pizzeria. Loro la seguirono dietro con lui che teneva il più possibile lo sguardo puntato su quella silhouette in uniforme che camminava aggraziata innanzi a loro: le sue mani strinsero innaturalmente la presa dei due trolley e la sua mascella si contrasse quando lei si voltò e incautamente incrociò lo sguardo con il suo.

 

“Io e Max volevamo darti questo” disse porgendole una scatola rossa con nastro oro di media grandezza.

 

Giulia arrossì immediatamente: l'idea del regalo la spiazzò; allungò le mani ed afferrò delicatamente il pacco e davanti a loro, con lo sguardo fisso sul regalo lo aprì: ne estrasse una sciarpa di lana bordeaux.

 

“Grazie, è bellissima!” disse imbarazzata “Io, io non sapevo veniste, altrimenti...”.

 

“No, non devi preoccuparti!” l'interruppe subito Massimiliano; i suoi occhi ormai erano umidi e a stento riuscivano a tenere il suo sguardo. “L'abbiamo fatto con piacere, non con l'intento di ricambiarlo, ci mancherebbe”.

 

“Ha un valore speciale perchè è l'ha fatta mia nonna ed abbiamo pensato che forse...” Maria non continuò perchè Giulia era evidentemente emozionata.

 

“Grazie davvero, non so come ringraziarvi”.

 

“Non devi, siete sempre stati gentili con noi e Massimiliano, tu, i tuoi, Mirko”.

 

Maria si avvicinò e l'abbracciò “Auguri, passa un sereno Natale, ci faremo sentire”.

 

Massimiliano restò fermo a guardare quel volto luminoso rinvigorito da quegli occhi lucidi e dalle gote rosse per l'emozione; il suo cuore ebbe un fremito quando lei alzò lo sguardo improvvisamente per guardarlo intensamente: allora lui fece altrettanto incurante di Maria che lo stava guardando.

 

“Auguri Giulia” disse porgendole la mano che lei prontamente strinse: sentì il calore di quella stretta, la trattenne volutamente qualche istante più del dovuto tra la sua prima di lasciarla andare.

 

Si accomiatarono per avviarsi su direzioni opposte: Giulia strinse la sciarpa tra le sue mani insieme alla scatola, cercò di resistere qualche istante prima di voltarsi indietro: lui la stava guardando mentre sistemava qualcosa su una valigia mentre Maria camminava davanti a lui senza voltarsi nemmeno una volta; lui la salutò con un cenno della mano a cui seguì un sorriso smagliante; lei rispose timidamente, si voltò e raggiunse la biglietteria.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Ho una certa difficoltà col tedesco non passerò mai l'esame” disse Elena pensierosa. “E' una lingua impossibile, ogni frase è lunga un chilometro”.

 

“Come ti capisco, per fortuna che con l'inglese e lo spagnolo mi so arrangiare, altrimenti non mi avrebbero mai presa qui, ma il tedesco per me è peggio dell'arabo” la consolò sedendo in un angolo della sala d'attesa.

 

“Mirko sarà qui a momenti” disse Giulia guardando l'orologio.

 

“Mi pare di aver capito che di Massimiliano non sappia nulla”.

 

“Massimiliano, Massimiliano! Basta Ele, non ci voglio più pensare”.

 

“Indosserai quella sciarpa?”

 

“Ne ho altre, quando si rovineranno quelle forse sì”

 

Elena sorrise. “E' stato un bel gesto però. Non so se dietro ci fosse un motivo, ma il fatto che l'abbia fatta la nonna vuol dire che a te ci tengono in qualche modo.”

 

“Non m'interessa, non li voglio più sentire nominare, che si godano la 'meritata vacanza'” disse infastidita.

 

“Ma siete cieche?” esordì poco dopo una voce maschile.

 

“Mirko!” esclamò Elena felice di vederlo: era ormai evidente che Elena fosse completamente presa da suo fratello pensò Giulia; non ne avevano più parlato e per quanto fossero amiche intime quell'aspetto l'avevano lasciato fuori dai loro discorsi. In fondo era qualcosa di speciale e molto personale e non tutto si poteva condividere.

 

“Beh, ancora non abbiamo sviluppato gli occhi accessori posti dietro al cranio”.

 

Lui le fece una smorfia avvicinandosi ad abbracciarle “Quanto siamo ironiche stasera”.

 

“Hai finito il turno?” chiese Mirko trattenendo più del dovuto tra le sue mani quella dell'amica; Giulia capì che a quel punto la storia forse era già iniziata, perchè un grado simile di intimità, seppur molto amici, non l'aveva mai vista da parte di suo fratello.

 

“Che me lo chiedi a fare se mi vedi qui e sei venuto a prendermi?”.

 

“Ele, vorresti riferire cortesemente a mia sorella, che mi sta iniziando a girare qualcosa che eviterei di dire perchè sono in fondo un tipo educato davanti alle ragazze?”.

 

Elena si mise a ridacchiare e Giulia gli stampò un bacio sulla guancia.

 

“Andiamo, beati voi che domani siete di partenza”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gli alberi addobbati sui giardini e sui terrazzi, le vie e le strade illuminate dalle luci intermittenti, le stavano ricordando che mancavano solo due giorni a Natale: quest'anno non aveva proprio l'umore, non si sentiva in sintonia con tutta quell'atmosfera, d'altronde sapeva cosa aspettarsi al suo rientro a casa: quest'anno non avrebbero festeggiato; la mancanza della nonna era ancora troppo dolorosa per pensare a divertirsi. Attivò sul suo cellulare la sua playlist preferita e si coprì con caldo piumone; ebbe voglia di sentire Willy, aveva bisogno di conversare con lui, ma temeva fosse tardi; ormai stava diventando una specie di passatempo cui riporre i sui pensieri e condividere punti di vista. Aprì il social e notò piacevolmente che lui l'aveva preceduta inviandole un messaggio.

 

-Ciao Giulia, spero di non disturbarti, in fondo l'orario non è tra i migliori, ma volevo mandarti le foto dei regali come ti avevo promesso. Ti informo, inoltre, che qui ormai siamo letteralmente sommersi dalla neve, ok, è tutto molto bello, ma se dovesse continuare così creerà non pochi problemi. Com'è andata la giornata a lavoro?-.

 

Aveva già il buonumore nel leggere quelle parole, sopratutto perchè il messaggio era stato inviato pochi minuti prima, segno evidente che anche lui aveva avuto la sua stessa idea.

 

-Dovrai per forza vestirti da pupazzo di neve allora, così se non volessi farti trovare da qualcuno che ti sta poco simpatico starai al sicuro. Me ne manderesti un po'? Al posto tuo, sarei stata tutto il tempo a divertirmi in quel bellissimo giardino!-.

 

-Potessi farlo l'avrei già fatto: ti avrei sommersa dalla neve, ogni tuo desiderio è un ordine per me-.

 

-Come sommersa? Non è carino da parte tua, che fine ha fatto il galateo maschile?- rispose divertita.

 

-L'avrei fatto delicatamente, non certo rovesciandoti il cassone pieno di un camion!-.

 

Giulia sorrise, gli piaceva il suo lato ironico; il suo sguardo poi cadde sull'orologio del cellulare ed automaticamente si chiese se Massimiliano fosse già arrivato a destinazione; aveva cercato di cacciare dalla mente il pensiero di lui con lei in albergo, ma al momento non c'era riuscita granchè; gli restava per ora impresso quel sorriso elargito a distanza, prima della loro partenza.

 

-Ma quanti pacchi sono? Credo di essere scioccata- ammise guardando una stanza enorme in cui svettava un magnifico albero rigoglioso di addobbi, letteralmente circondato da pacchi di ogni foggia e colore.

 

-Siamo parecchi parenti, ho una parentela prolifera a quanto pare, vero? Comunque per il canone saremo in pochi-

 

Lei sorrise nuovamente, pensando ai suoi di pacchi perchè si sarebbero potuti contare sulle dita di una sola mano.

 

-Sono invece curiosa di vedere cosa riceverai tu. Se hai così tanti parenti, in teoria, dovrai ricevere altrettanti regali- scrisse stringendosi meglio il piumone addosso: iniziava ad avvertire sonno, ma la sua mente attendeva qualcosa che non sarebbe mai avvenuta: un messaggio da Massimiliano per dirle che il viaggio era andato tutto bene; ci fu un momento in cui si sentì particolarmente stupida nel messaggiare con Willy ma pensando a lui.

 

-Certo che li vedrai, appena li scarterò sarai la prima a cui invierò le foto-.

 

-Sei sempre così gentile con tutti? E' difficile trovare persone così sensibili. Non ci conosciamo, ma ogni volta che ti sento in qualche modo penso a questo-.

 

-Non mi sono mai posto questo problema, sono cresciuto così, col senso di rispetto per gli altri, anche se molti per me non ne hanno mai avuto-.

 

Quella frase la destò lievemente perchè in quella frase aveva percepito durezza e sofferenza.

 

-Mi spiace per questo, ma mi riesce difficile credere che non esista essere umano al mondo che non abbia avuto a che fare con persone irrispettose-.

 

Ci fu una lunga pausa che fece riflettere Giulia: forse aveva scritto d'impeto rendendosi conto che proprio lei aveva mancato di rispetto in qualche modo.

 

-Sicuro, non tutti poi sono in grado di non farsi travolgere da queste persone 'invadenti': il problema credo dipenda dal fatto che l'empatia al giorno d'oggi sia un optional per alcuni, quando basterebbe averne un po' per vivere tutti un po' più tranquilli-.

 

C'erano dei momenti, ammise Giulia a se stessa, che non riusciva a stare al suo passo: sembrava una persona che già sapeva il fatto suo, così forte e sicura di sè, eppure avevano quasi la stessa età. Quelle frasi le poteva sentir dire dai suoi genitori forse.

 

-Ma tu sei felice adesso? Intendo dire, sei circondato da persone che ti amano e ti rispettano? -.

 

-Dipende da cosa intendi tu per felicità: se la intendi nel senso di essere in pace con te stesso sì. Ho sufficienti persone intorno a me di cui so di potermi fidare ciecamente, ma sopratutto mi accettano per come sono. Tu lo sei? Noto che è una domanda che mi fai spesso-

 

-Oh, non sono originale allora! Beh, per risponderti devo dirti allora credo di no. Non sono mai riuscita a far pace con me stessa, non sono mai soddisfatta né di me né di molte persone che mi stanno accanto, eccetto i miei ed Elena-

 

-Potresti iniziare a valutare l'ipotesi di allontanare da te chi ti fa soffrire-

 

-Oh Willy! Si potesse fare!-

 

-Cosa ti vieta di farlo?-

 

-La vicinanza alla famiglia-

 

-Non ho capito-

 

-Ricordi quel ragazzo di cui ti avevo parlato? Beh, vorrei non sentirlo e vederlo più-

 

-Perchè non lo fai?-

 

-E' legato ai miei ed è il capo di mio fratello-

 

-Perchè ti fa soffrire la sua presenza? Perchè provi qualcosa per lui e lui non ricambia? Sai che però mi riesce difficile crederlo-

 

-Willy- scrisse titubante, non sapeva se aprire completamente il suo cuore ad uno che non aveva mai visto, eppure le stava risultando così facile... non averlo davanti ai suoi occhi le semplificava tutto.

 

- Mi ha baciata ma poi mi ha detto che si deve sposare- ora tremava lievemente, non sapeva se aveva fatto bene a confidarsi a tal punto; la risposta tardò ad arrivare.

 

-Non si bacia una persona se non ci piace, sopratutto se non c'è un minimo di attrazione, fisica, mentale, quello che vuoi. Ma è stato molto scorretto, sia nei tuoi confronti che in quelli della sua ragazza. Avresti il coraggio di baciare un'altro uomo, sapendo che ti dovrai sposare? Questo succede se hai sentimenti parecchio confusi-

 

-Scusami, non volevo caricarti i miei problemi-

 

-Non devi scusarti, mi fa piacere notare poterti essere di aiuto.-

 

-Avevo bisogno di un tuo punto di vista, sei un ragazzo. Ho sempre pensato che voi maschietti vedete le cose in modo diverso dal nostro. Mi chiedevo come stessero andando a te le faccende sentimentali. Non mi hai più parlato di quella misteriosa ragazza. Sai che puoi farlo, ti sono in debito.-

 

-La mia è una storia complicata; sono fermo ancora alla situazione in cui lei ignora i miei sentimenti. Non abbiamo avuto occasione di stare insieme-

 

-Willy, mi chiedo cosa tu stia ancora aspettando!-

 

-Devo aspettare, non ho altre scelte-

 

-Spero che un giorno possa accorgersene. Sei un ragazzo in gamba me lo sento-

 

-Grazie, non sai quanto lo vorrei io, ma abitiamo molto distanti, non è semplice.-

 

- Immagino. Dovreste organizzare un incontro non impegnativo, una scusa per vedersi e parlare insomma. Volevo anche dirti che mi ha fatto piacere la tua chiamata lo scorso giorno, forse non te l'avevo ancora detto. Mi sembra tutto così strano, beh sì, intendo, avere iniziato la nostra conoscenza come sai... se penso a tutte le raccomandazioni che ricevo ogni giorno dai miei, dalla mia amica e da Mirko sullo stare attenta a chi do confidenza su internet e bla bla bla, un po' mi viene da ridere. A volte non si ricordano che non ho più cinque anni-

 

-Il dovere di ogni genitore e di chi ci vuole bene è quello di proteggerci e darci i migliori consigli, sono sicuro che le persone che ti vogliono bene hanno agito in questo senso-

 

Ci fu una piccola pausa quando lui aggiunse – Sono felice anche io di averti sentita, ma credo di avertelo detto già un paio di volte, rischierei di annoiarti-

 

- Willy, quando mi manderai una foto di te, del tuo cagnolino?- azzardò - Sono così curiosa sai, ma se non vuoi non c'è problema.-

 

Attese la risposta una buona decina di minuti, quando si alzò per andare in cucina a farsi una camomilla, ma dopo aver aperto la porta della sua camera da letto, sentì che Mirko e Elena stavano parlando a voce bassa nel soggiorno : la tv accesa aveva un volume basso e questo le consentì di captare qualche frase come 'non doveva farlo', 'non capisce più nulla' 'mi rattrista questa cosa', 'è un uomo grande, ma cosa spera di ottenere?' 'Ha perso il controllo è evidente, ma è una brava persona, mi fido ciecamente'.

 

Lei s'irrigidì, capì al volo di chi stessero parlando ed aveva anche capito che il fratello dovesse essere all'occorrente di quanto accaduto. Ritornò in camera e si mise sotto le coperte, riguardò il cellulare nella speranza che Willy le avesse risposto, ma non ricevette niente e mentre i suoi occhi lacrimavano riuscì ad addormentarsi nel giro di poco tempo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Due ore fa, Giulia mi ha scritto se mi poteva telefonare, accidenti a me!”. Disse sfilandosi i pantaloni del pigiama e rendendosi conto solo in quel momento di quanto avesse dormito.

 

“E tu stavi ronfando”rispose ridendo il fratello.

 

“E' che poi non mi ha più risposto ed io mi sono addormentato. Ho assillato Georg perchè mi mandasse la foto del suo cagnolino, anche se non è proprio chihuahua, non sapevo che inviarle, mica potevo prendere le foto dei cani su internet!”

 

“Certo che pure tu, ma come ti è saltato in mente dirle che hai un chihuahua?”

 

“E' la prima cosa che mi è venuta in mente. Preferivi inviarle la foto di Scotty?!”

 

Tom fece una smorfia divertito.

 

“Cosa sarà successo?” e continuò agitato “Siamo a questo punto Tom!” disse alludendo alla confidenza che lei gli aveva fatto.

 

“Ma se si deve sposare, che temi? Prova a fare qualche gesto apotropaico, così sarai certo di averlo eliminato come problema” disse Tom ironico.

 

“Oddio, perchè non riesci a fare la persona seria una volta ogni tanto? Ma ti riesce così difficile?” disse Bill sconsolato “Non significa nulla, non sarebbe il primo a mandare all'aria un matrimonio. Credimi che quando mi ha scritto del bacio, non ci ho visto più. Avrei solo voluto scoperchiare la casa dai nervi”.

 

“Bill, cosa ci siamo detti? Potrà succedere anche altre volte e forse potrà succedere anche qualcos'altro fintantochè non v'incontrerete di persona e le dirai tutto”.

 

“Ok, ma è una tortura”.

 

“E' quasi Natale, cerca di distrarti e poi ora vi state anche telefonando, quando mai avresti pensato a Luglio scorso una cosa del genere? Le cose stanno andando avanti, ma devi sbrigarti”

 

Bill lo guardò fiducioso riuscendo a strappargli un sorriso.

 

“Così mi piaci, beh? Che aspetti a chiamarla?”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Non se lo fece ripetere e dopo che il fratello uscì dalla camera inoltrò la chiamata, ma risultò la segreteria inserita; in realtà quel messaggio lo aveva un po' allarmato, pensava fosse successo davvero qualcosa visti gli accordi di sentirsi proprio per il venticinque; riprovò nuovamente, ma stavolta la voce automatica l'informava che il telefono era spento o irrangiungibile; allora si avviò al piano di giù pensieroso quando sentì il telefono vibrare nella tasca della sua tuta: era lei, respinse la chiamata e la richiamò.

 

“Giulia!” esordì deciso.

 

“Willy!” sentì rispondere con voce tremendamente aggraziata dall'altro capo del telefono.

 

“E' successo qualcosa? Come stai'? Non stai bene?” chiese in evidente stato apprensivo.

 

“Co...come? No, non è successo niente, è tutto ok, ma tu piuttosto? Cosa è successo? Ti sento agitato” disse con altrettanto tono apprensivo.

 

Ci fu una breve pausa che servì ad entrambi per schiarirsi le idee da quella evidente incomprensione.

 

“No!” lo rassicurò subito “è che volevo sentirti prima di domani, nel caso proprio non riesca a chiamarti come promesso e per chiederti scusa per averti scaricato i miei problemi”.

 

Bill tirò fuori un sospiro di sollievo e cercò di calmarsi: ci riuscì quasi subito anche perchè continuava a pensare che la sua voce fosse qualcosa di angelico al telefono “Sono felice di sentirti.” sbottò poi senza indugi.

 

“Oh, anche io...è che ho pensato alla nostra prima chiamata.....e ...niente” e continuò “ieri mi sono sentita appunto in colpa per averti parlato dei miei problemi”.

 

“Puoi parlarmi dei tuoi problemi tutte le volte che vuoi” sentenziò.

 

Lei rimase piacevolmente colpita da quella frase e da quel tono così deciso, sapeva di aver bisogno di sentirsi dire una cosa simile, persino da uno che poteva essere quasi sconosciuto. “Spero non ce ne siano altri” rispose ”Non vorrei annoiare nessuno e men che meno me stessa”.

 

“Non mi annoieresti mai nel caso ti possa essere utile questa informazione” disse ridacchiando.

 

“Oh credimi, non mi conosci per niente” rispose anche lei divertita “Se poi dovessi mettermi appena d'impegno...”.

 

Lui continuò a ridere “Ok, mettimi alla prova quando vuoi”.

 

“Bene, oggi ho scoperto che sei anche masochista”.

 

“Forse sì, per certi versi è vero, ammetto di esserlo”.

 

“Ehi, mi stai dando ragione in modo molto elegante o sbaglio?”.

 

“Oh no, no, no, no, che hai capito?” disse sempre ridendo.

 

“Willy!” lo riprese con finto tono contrariato.

 

“Sono masochista solo per le cose che per me contano”.

 

“Ok, sei perdonato! Ti tratterrai molto dai tuoi?” chiese cambiando discorso.

 

“Fino ai primi di Gennaio, c' è molto da fare, sono contento però, ho parecchie idee che devo assolutamente concretizzare”.

 

“Quanto avrei voluto sentire un tuo brano..aspetterò che esca, mi armerò di santa pazienza”.

 

“I tempi si stanno allungando, spero sia per la primavera”.

 

“Attenderò convinta che ne varrà la pena”.

 

“Hai un cagnolino delizioso, Richard è proprio un nome simpatico!”

 

“E' molto affettuoso, sta sempre appresso a me e mio fratello”

 

“Adesso è lì con te?”

 

“Oh sì, sta riposando tra le mie coperte!”

 

“Che tesoro, ti prego mandami un'altra foto!”

 

Bill sbiancò all'istante: elaborò velocemente una menzogna e dovette giustificarsi nel dire che era letteralemente coperto dal piumone.

 

“No, non svegliarlo poveretto, puoi mandarmela anche dopo”.

 

Realizzò che d'ora innanzi avrebbe dovuto premunirsi di un bel consistente numero di foto del cane di Georg.

 

“Ritornerete in America dunque?”

 

“Sì, a Los Angeles molto probabilmente”

 

“Perchè così lontano?”

 

“Cerchiamo di farci conoscere anche lì” disse sapendo dirle menzogne ancora per l'ennesima volta. Si sentì un verme, lei che lo ascoltava con tutto il suo candore e lui che era lì a mentirle; sentì lo stomaco storcersi per la contrarietà delle sue azioni.

 

“Giulia, mi chiedevo se.....in un futuro remoto....ti piacerebbe venire a vedere, così per caso...e se avrai tempo e voglia ovviamente, una mia....nostra esibizione..., non da sola ovviamente ma potresti portare chi vorresti tu. So che un po' ne avevamo accennato, anche se per scherzo, ma forse ora si prospetterebbe qualcosa di più concreto” chiese lui timidamente come a voler rimediare a quelle menzogne. Chiuse gli occhi ed irrigidì istintivamente i muscoli della mascella come a prepararsi alla peggiore delle risposte per quell'uscita ardita. E non esitò aa mordersi il labbro

 

“Sarò lietissima Signor Willy Devilish Koliz di questo suo invito, a patto che sia un suo invito ufficiale e che mi riserva il miglior posto in prima fila.” canzonò. “Ovviamente mi piacerebbe moltissimo. Spero solo di aver la libertà di muovermi e di potermi organizzare per tempo”.

 

Bill esultò in silenzio da dietro l'apparecchio non poteva credere a quello che aveva appena sentito.

 

“Questo è meraviglioso” esclamò in evidente stato di euforia .”Non escludo che sarà proprio l'Italia una delle nostre prime date” azzardò ed aggiunse “ Certo che sarai avvisata per tempo, ripeto potrai portare chi vuoi tu” ci tenne a ribadire, come a voler farle intendere che non avesse strane intenzioni, cosa che lei prontamente evidenziò anche se scherzando.

 

“Così non ti dispiacerebbe se venissero i miei? Oppure Elena?” gli chiese continuando a provocarlo.

 

“Giulia, per me sarebbe un onore e ripeto potrai portare chi vorrai tu!”

 

“Dico, se dovessi avere strane idee, almeno potrei stare al sicuro così” disse ridendo.

 

“Non ho strane idee” rispose ricambiando divertito “Come potrei poi, se mi porti l'esercito da casa tua? Sarei totalmente inoffensivo” precisò sempre ridendo.

 

“Sai che non significherebbe nulla? Intendo, il piano malefico potrebbe essere solo rinviato a migliore occasione”

 

“Oh Giulia!” continuò lui ironico“Mi hai proprio bollato come maniaco? Non ho possibilità alcuna di redenzione?”

 

“Mi piace scherzare”

 

“Tu sei monella” gli uscì spontaneamente.

 

Giulia sorrise a quella frase, le piaceva come gliel'aveva detto.

 

“Cioè, ti diverti proprio a prendermi in giro” volle poi precisare.

 

“Oh sì, perchè tu riesci a stare allo scherzo”.

 

Seguì una breve pausa.

 

“Abbiamo inizato a farci i 'complimenti', ma non ho chiesto se ti ho disturbato”.

 

“Assolutamente no, tu puoi chiamare ogni volta che vuoi. Ma sei a lavoro? Aspetterai la mezzanotte? ”

 

“Sono di turno dalle due e stavo rientrando a casa perchè ero in panetteria. Oggi sono completamente sola, mio fratello ed Elena sono già rientrati a Maiori e temo che non resisterò ad aspettare la mezzanotte, di solito al rientro dal lavoro crollo dalla stanchezza. Tu suppongo sia con tutti i parenti”.

 

“Ma scherzi? Non hai nemmeno una collega a farti compagnia, mi stai dicendo che sarai comletamente sola per la notte più importante dell'anno?!” Chiese incredulo. “Si, sì, ci sarano alcuni dei miei parenti,ma oggi è speciale non solo perchè è la vigilia ma perchè riusciranno a portare il mio amato bisnonno”.

 

“Tuo bisnonno? Hai un bisnonno?” chiese incredula “Le loro ferie non combaciano con le mie, ma va bene lo stesso, non posso pretendere molto, sono abituata a stare sola. D'altronde ho iniziato da poco e si sa che spetta la gavetta e poi ho dei vicini deliziosi che si preoccupano sempre di me, Elena e Stefania, ricordi la collega? ”

 

“Si ricordo il nome della tua collega, però è Natale ed è impensabile stare completamente soli, poi sei una ragazza....!” brontolò “Sì, ho un bisnonno centenario, non vedo l'ora di stare con lui. I miei zii hanno deciso di portarlo da noi quest'anno, è un miracolo, è forte ed efficiente per quello che può essere alla sua età”.

 

“Willy, è meraviglioso! Ti auguro una serata davvero speciale. Grazie per la comprensione, ma non preoccuparti, so badare a me stessa”

 

A Bill balenò subito l'idea che l'amichetto potesse farsi vivo sapendola sola, ma non osò fare alcuna domanda che potesse alludere alla questione. Si tenne tutto quel malumore.

 

“Poi ci sarai tu, con le tue foto e i tuoi video, non potrò sentirmi così sola, vero?” gli chiese ironicamente.

 

Bill provò velocemente ad immaginarsi lì, in una vita normale, il che avrebbe significato uscire a fare shopping con lei, andare in riva al mare per sentire il profumo della schiuma delle onde, con la sua mano nella sua e guardare instancabilmente il suo viso assaporando le sue dolci labbra, sfiorarle i capelli e stringerla a sé, con la voce d'angelo che gli sussurrava quello che desiderava sentirsi dire da lei per poi aspettare l'arrivo della mezzanotte completamente nudi nel letto a fare l'amore e morire d'orgasmo tra le sue braccia.

 

“Willy, ci sei?”

 

“Oh sì” disse riportandolo immediatamente alla realtà “Mio fratello mi ha distratto un attimo” mentì imbarazzato.

 

“Ora ti devo proprio lasciare.”

 

“Giulia...spero di sentirti anche domani...o stanotte, sappi che ci sono” disse lui.

 

“Oh, grazie, cercherò di chiamarti di mattina come oggi, sempre che non mi cambino turno a lavoro, ma non voglio disturbarti perchè se farete il cenone domani penserai solo a voler dormire indisturbato”

 

“Dimentica quello che mi hai appena detto, sentirti mi fa piacere” per non dire felice pensò.

 

“Beh, allora ciao” parve fiatare dolcemente, con la strana sensazione che non volesse proprio salutarlo; convenì che doveva essere proprio come aveva pensato fin dal primo momento che l'aveva sentita al telefono: la sua era una voce che riusciva a provocargli forti sensazioni, nonostante quando la conobbe non fu la primissima cosa che lo colpì.

 

“Stai attenta se sei sola” le raccomandò.

 

Lo rassicurò e si accomiatò.

 

Si mise a fischiettare sommessamente la strofa di Starman buttandosi sopra il letto consapevole che non ci fosse alcun Richard tra le sue coperte, ma solo una forte tensione che avvertiva nel basso ventre e che portò istintivamente la sua mano a toccare la sua erezione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

“Bene, bene.....quindi dobbiamo andare in Italia? Sai che non lo sapevo? E quando? David e Patrick non mi hanno detto niente” disse ridendo ed uscendo allo scoperto Tom.

 

“Cosa? Che hai detto?” chiese Bill smettendo di canterellare improvvisamente sorprendedosi di trovarselo davanti alla porta della sua camera.

 

“Se avrai tempo e voglia...ti piacerebbe venire a vedermi cantare?” lo scimmiottò il fratello.

 

“Sei un idiota, ma che hai origliato tutto il tempo che ero al telefono? Deficiente che non sei altro, non sai nemmeno ascoltare. Continui a perdere il tuo tempo facendoti gli affari degli altri” disse indispettito.

 

“Io ero qua e tu eri lì” disse Tom mostrando la distanza tra i due posti “mi spieghi come uno sano di udito, non poteva non sentirti?'”.

 

Bill arrossì come non mai. “ E certo! Poi non hai fatto nulla affinchè ciò non accadesse. Bastava spostarti”.

 

“Eri tu che dovevi chiuderti in camera se non volevi farti sentire”.

 

“Stupido, cretino, non sei nemmeno intelligente”.

 

“Comunque se devo essere sincero è proprio una gran figa, ho rivisto le foto nel suo profilo. Mamma mia, hai aspettato tanto ma ne è valsa davvero la pena!! Non so come fai a resistere tutto questo tempo, perchè io sarei già andato da lei e gli sarei già saltato addosso!” continuò accrescendo l'irritazione di Bill.

 

“Senti, faresti meglio a toglierti dalla mia traiettoria entro pochi secondi se no..”.

 

“Se no cosa?” l'agganciò smorfiandolo.

 

“Ecco che arriva” si tolse la snickers dal piede e gliela lanciò mancandolo per un pelo.

 

Tom si piegò dalle risate “Oh signore, non sai nemmeno prendere la mira”.

 

Bill in pochi secondi gli lanciò l'altra scarpa prendendolo sulla spalla destra.

 

“Dovrai ricrederti sulla mia mira, che dici, ora va meglio?” chiese soddisfatto.

 

“Faresti meglio a rimetterti le scarpe perchè inizio a sentire un qual certo odorino.....”.

 

Bill si guardò i piedi rendendosi conto che non aveva messo le calze per la fretta di rispondere al telefono ed iniziò a ridere.

 

“Idiota, non azzardarti più a metterle gli occhi di dosso se no ti strappo tutti i capelli. Non ti ci vedrei proprio calvo!” Gli sbottò da vicino acciuffandolo divertito per i dreads e torcendoglieli fino a sentire il suo lamento.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Quel primo pomeriggio volle recarsi al Cafè da Betsy, in compagnia di suo fratello ed in barba a tutte le teorie di psicologia che attribuivano la voglia di dolce a insoddisfazioni, alla mancanza d'affetto, allo stress o al desiderio incontenibile di raggiungere uno stato di benessere psico-fisico mancante, volle fare la scorta di dolci per quei giorni di festa.

Guardò il doppio cancello aprirsi mentre si torturava il labbro inferiore tra le sue dita ed instintivamente i suoi piedi cercarono di far meglio presa a terra per spingere più in basso il suo bacino al fine di abbassarsi ulteriormente rispetto all'altezza del finestrino al suo lato; la sicurezza era stata rinforzata, ma il suo presentimento non era cambiato, perchè sapeva che era solo questione di tempo affinchè le stalkers potessero eleborare qualche altro piano per riprenderli di mira.

Tom notò la sua apprensione, ma appena aprì bocca per chiedergli se fosse tutto a posto, vide il gemello rispondere al telefono.

 

“Stavo contando i minuti prima di ricevere la tua chiamata” disse felice “Hai anticipato i tempi” disse strizzando l'occhio a Tom “Ora sei in vivavoce, c'è Tom con me”

 

“Ma dove siete diretti? Dovreste starvene a casa a godervi il beato fuocherello del vostro camino, inizia il conto alla rovescia per l'arrivo della mezzanotte”

 

“Non esagerare Peter, non vogliamo mica sederci già da adesso per iniziare il cenone” rispose Tom allegramente “Lo sai che Bill è un po' allergico a queste cose, non riesce a star seduto per più di un'oretta”

 

“Comunque se ti può interessare stiamo andando da Betsy e col pensiero ti mandiamo da quì tanti baci” disse Bill ridendo.

 

“Assassini, non voglio i vostri baci, voglio i suoi dolci” protestò facendo ridere i gemelli “A proposito avete visto che è stato pubblicato il vostro video di auguri?”

 

“No, davvero?” disse entusiasta Bill “Provvediamo subito a dargli un'occhiata”

 

“Poi vi devo informare che Kristian ha ricevuto il testo di 'Attention' e gli è piaciuto così, non occorrono modifiche. Comunque c'è parecchio da fare ancora, dubito che riusciremo a far uscire tutto in primavera”

 

Bill s'incupì lievemente. Sapeva cosa significasse e cioè veder sfumata la possibilità di organizzare qualcosa per incontrarsi con Giulia.

 

“Peter, cerchiamo di farcela, i fans ci stanno tempestando di e-mail e messaggi” Tom comprese subito quella osservazione e rincarò la dose.

 

“Faremo di tutto. Ora però lasciatemi andare a casa perchè se a voi non risulta, dovrebbe essere Natale anche per me”

 

“Grazie Pet” disse Tom “Auguri, riposati e non rompere più le scatole in questi giorni” aggiunse ridendo.

 

 

Per quanto il malumore avesse fatto il suo capolino nel sentire i tempi in ritardo che probabilmente ci sarebbero stati per terminare i lavori sulla pubblicazione del nuovo album, mettere piede nel locale di Betsy significava dissipare ogni sorta di cattivo pensiero ed aprirsi alla più totale spensieratezza innanzi a quel gigantesco bancone carico di ogni ben di Dio e poterso godere un po' del loro tempo libero grazie al locale ancora chiuso al pubblico.

 

“Tesori miei” esclamò la proprietaria andando velocemente loro incontro “Che bellezza vedervi!”.

 

I gemelli si avvicinarono ad abbracciare lei ed il marito Aron.

 

“Oggi vi ho riservato un cheesecake ai frutti di bosco e la solita torta di prugne per Bill. Tom tu hai anche i tuoi soliti salatini” disse dando una carezza alla schiena del giovane “E a Dirk e Toby la solita torta di carote e torta Sacher” disse rivolgendosi con un occhiolino agli uomini della security.

 

“E' da stamattina che non faceva altro di dirci del vostro arrivo” puntualizzò il marito felice di vederli “Ragazzi, qui dovete mettere su chili, siete troppo magri per i nostri gusti” disse guardando i loro visi raggianti.

 

“C'è Fey? Filippa e Mark?” chiese Bill mentre col fratello si sistemavano in un tavolino accanto alla grande vetrata coperta dalla tenda ecrù, non lontano dalle loro guardie del corpo.

 

“Ma certo” rispose ma non fece in tempo a terminare la frase che Bill vide sbucare da dietro il bancone la riccia testolina bionda di Fey.

 

“Bill” gridò correndogli incontro; lui la sollevò in braccio e la tempestò di baci; Filippa raggiante li raggiunse e li abbracciò con impeto.

 

Betsy sorrise ai ragazzi e l'informò che c'erano tutti tranne Mark, impegnato con dei fornitori “Ma vi saluta tanto”

 

“E se questa pestina me la tenete un momento noi provvediamo col portarvi le ordinazioni” disse Betsy allontanandosi con Aron e Filippa.

 

“Allora tesoro, cosa ci racconti?” chiese sorridente Tom.

 

La bimba lo guardò con gli occhioni in colore del mare e divenne rossa.

 

“Ehi, ma tu non eri innamorata di me?” chiese prontamente Bill tenendola a cavallo delle sue gambe“Io sono geloso e ti voglio tutta per me”; allora lei divenne ancora più rossa e sprofondò il visino nel suo petto mormorando un sì appena percettibile.

 

Tom si mise a sorridere e lei ricambiò subito, ma alzando il viso per guardare Bill gli stampò con energia un bacio sulla guancia. Allora lui lo ricambiò con una decina di baci su tutto il viso finendo per mordicchiarle il sottile collo.

 

“Temo che Fey diventerà uno schianto di donna” osservò Tom “Ha tutte le premesse per questo”

 

“Solo che noi saremo invecchiati e lei nemmeno ci guarderà più”.

 

“No” parve obiettare la piccola “Tu mi piaci sempre”

 

“Visto Tom? Questo vale per me perchè tu diventerai piuttosto bruttino, vero Fey?”

 

“Sì” rispose facendo scoppiare dal ridere i gemelli.

 

“Ma cosa vi sta dicendo questa birbante?” chiese Filippa arrivando col vassoio delle ordinazioni.

 

“Che a me non mi vorrebbe vedere da anziano perchè sarò brutto”

 

“Fey!” la riprese la sorella. “Sei una monella!”

 

Quella parola fece sorridere Bill per era la stessa usata quella mattina per Giulia; guardò l'orologio che segnava appena le tre e pensò che il suo turno di lavoro fosse appena iniziato.

 

“Mangiate tranquilli” disse Filippa allontanandosi con la sorellina che non ne voleva sapere di scendere dalle gambe di Bill.

 

Tom si guardò intorno ammirando la calda atmosfera del locale: un grosso albero natalizio troneggiava al lato dell'ingresso principale, mentre tante palle di vetro colorate pendevano dal soffitto legate da un filo trasparente. I banconi erano carichi di luci e ghirlande in pieno stile Betsy.

 

“Hai intenzione di mangiare aria ancora per molto?” chiese suo fratello, con in bocca un pezzo enorme di torta.

 

“Certo che no” disse agguantando una manciata dei suoi salatini preferiti ed addocchiando delle riviste incassate sulla sedia accanto alla sua “Uh uh, mi sembra di conoscerli” disse indicando la copertina con un riquadro in cui si parlava di loro.

 

“Betsy compra sempre di quella roba” disse guardando quei giornali con molta diffidenza “Dev'essere per Fey”

 

Tom diede velocemente un'occhiata scoprendo che l'articolo riguardava gli MTV di novembre. Ovviamente, notò Tom non mancavano osservazioni ardimentose sul 'frontman' della band.

 

“Non sprecare inutilmente il tuo fiato nel riportarmi cosa contenga l'articolo”

 

Tom sorrise “Dai, anzi c'è qualcosa di nuovo: si chiedono di che sesso tu sia, che ti hanno avvistato con un giovane e quante me ne scopo io mentre per Gus e Geo ci sono parole irrilevanti. Ah, alla fine dell'articolo, esattamente nelle ultime due righe, si sono ricordati di scrivere che abbiamo vinto i due premi”.

 

Bill sbuffò, si era abituato a leggere certe cose sulle riviste; ancora a volte, gli facevano venire i nervi, ma stava imparando a prendere le giuste distanze.

 

“Ma sei incinta?” chiese il fratello a metà tra il faceto ed il serio “Non hai fatto altro che divorarti tutto, eppure sono passate neanche due ore da quando hai pranzato”.

 

“Non resisto quando vengo quì”.

 

“Hai notato quanto sia diventata carina Filippa?”.

 

“Betsy ha una gran bella famiglia e smettila di farci i pensierini”.

 

“Adesso non posso nemmeno esprimere un parere che tu mi metti subito in cattiva luce”.

 

“Come se non ti conoscessi!”.

 

“Comunque David mi ha fatto intendere che la tua canzone verrà inserita nella Deluxe Version come bonus track”.

 

“Sì ho capito anche io una cosa del genere, ma non è deciso nulla, non siamo a buon punto e dubito che riusciremo tutto a chiudere entro la primavera. Dobbiamo terminare le registrazioni, gli arrangiamenti, c'è molto da fare” ed aggiunse “Andreas mi ha detto che si sta occupando della casa in un posto più isolato, fuori Amburgo dov'è possibile tenere sotto controllo la situazione”.

 

“Perchè fuori citta? Dovremo spostarci spesso per le registrazioni, questo potrebbe essere un problema”.

 

“Non saprei dirti, avrà fatto meglio i suoi conti. In ogni caso è una valutazione è ovvio che decideremo insieme”.

 

Betsy ritornò con un vassoio con due tazze enormi di ciocolata con panna

 

“Oggi chiuderemo qualche ora prima, anche noi abbiamo una famiglia a cui dedicare tempo per il cenone” disse con le guance leggermente arrossate; aveva una carnagione molto chiara ed ogni sforzo o emozione era evidenziata dal candore di quella pelle.

 

“Hai addobbato tu il negozio?” chiese Bill.

 

“Beh tesoro, non tutto io, l'idea è stata mia su come disporre tutto, ma poi ci sono stati gli aiutanti, altrimenti il forno e la cucina sarebbero andati a rotoli” appoggiò il vassoio e l'invitò a divorare il dolce offerto dalla casa.

 

“Betsy, una settimana da te e non ci riconoscerebbe più nessuno” disse sorridendo Tom.

 

Bill la guardò divertito rientrare nella stanza dei forni.

 

“E' una forza. La dovremmo ingaggiare come cuoca per il nostro nuovo tour”.

 

“Oh, non sarebbe una cattiva idea” rispose Bill intento a guardare il cellulare.

 

“Sta lavorando?”

“Sì, dovrebbe terminare per le ventidue, ma sarà sola stanotte perchè le colleghe ed il fratello sono già in ferie e sono rientrati nelle rispettive famiglie. Non mi piace saperla sola Tom.”

 

“Dai Bill, non è mica una bambina come Fey!” poi sorrise con quel suo modo di fare allusivo. “Ti saresti voluti lì?”

 

Bill arrossì lievemente, non c'era bisogno che rispondesse.

 

“Pensiamo le stesse cose, è il pregio e difetto dell'essere gemelli. Penso solo che se vi foste già incontrati magari saresti potuto essere lì con lei a farle da dama di compagnia e a guardarvi nelle palle degli occhi” poi gli lanciò un calcio sotto il tavolino ed aggiunse “E a fare le porcate, ops scusa, tu sei più romantico di me, intendevo dire fare l'amore”

 

Bill scosse la testa, ma sapeva che quel pensiero era sempre più nella sua testa, com'era inevitabile che fosse.

 

“Comunque è stato meraviglioso sentire che c'è una possibilità di potersi incontrare, mi ha dato tanta speranza Giulia con questa apertura; cioè, so che non lo farebbe di certo domani, ma il solo fatto che me l'abbia detto mi rende felice Tom! Per questo contavo sulla chiusura dei lavori di registrazione, così avrei avuto un buon motivo per organizzare qualche cosa. Che c'è?”. chiese vedendo il fratello pensieroso.

 

“Dovrai avere un piano B, questa storia dell'album la vedo lunga”.

 

“Dovremmo iniziare a valutare l'ipotesi di produrci le cose da noi”. Disse mentre giocherellava col cucchiaino nella panna.

 

“Sarebbe grandioso, è da un po' che ho in testa una cosa del genere”.

 

“Pensa, uno studio tutto nostro, la sala di registrazione e decidere come e quando fare le cose!Oh Tom è questo quello che voglio. Gestire i tempi per tutto, per i tours, gli incontri con i fans...”.

 

“Non lo vedo impossibile come progetto. Si tratta di mettere a tavolino ogni singolo aspetto”.

 

Fey, ritornò di corsa da loro per farsi abbracciare e coccolare.

 

“Principessa” disse Tom sedendola sulle sue gambe mentre Bill gli passò una busta rigida di cartone rosa “Ho questo per te”.

 

“Cosa?” chiese sgranando i suoi meravigliosi occhi cerulei.

 

Tom tirò dalla busta una scatola rettangolare avvolta da una preziosa carta regalo rosa glitterata in oro. La bambina scese dalle sue gambe per afferrarla meglio: strappò con delicatezza l'involucro rivelando una scatola trasparente in cui troneggiava una Barbie ultimo modello. La bambina iniziò a saltare per la gioia e volle che Tom gli aprisse il contenitore.

 

Bill la guardò estasiato per quella gioia così spontanea.

 

“Però è una gran bella tipa, a te piaceva da piccolo”

 

“Ci giocavo, ricordi?”.

 

“Avevi già buon gusto fin da piccolo, io la trovavo piuttosto magra” osservò Tom.

 

Fey si gettò al collo di Bill per riempirlo di baci “Sappi però, che tu rimarrai sempre la mia preferita” disse schioccandole un bacio sulla fronte. Un caldo raggio di un sole quasi al tramonto era riuscito a fendere il loro tavolino; Bill allargò lievemente la tenda per sbirciare fuori: il manto bianco che ricopriva la strada, gli alberi e l'intero paesaggio pronto per Natale, con la temperatura prossima allo zero che aveva ghiacciato i rigagnoli di acqua che scendevano dalle grondaie, non aveva scoraggiato un nutrito gruppo di fans chiassosi che li attendeva fuori: d'altronde, pensò, era questa la vita che avevano scelto di fare ed era sempre un bello spettacolo da vedere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Gordon sistemò la legna nel camino che Tom gli aveva portato: tutto era pronto per il cenone e tra non molto sarebbero arrivati tutti: il bisnonno, Paul Pitz, Rùdiger Koch insieme ad Ingelore sua figlia, con i suoi nipoti Doreen e Willi Kaulitz. Bill e Tom erano felicissimi all'idea di riabbracciare il loro bisnonno perchè quella vigilia di Natale non sarebbe stata così bella senza la sua presenza.

Bill guardò dalla finestra tutte quelle figure e ghirlande luminose che addobbavano i balconi e le finestre della loro casa le cui luci si riverberavano sul manto bianco del giardino: non stava ancora nevicando ma l'oscurità della notte pareva avesse inghiottito metà quartiere per farlo riemergere ad intermittenza regolare solo grazie agli addobbi festosi e al bagliore di qualche lampione che la foschia aveva risparmiato; dalla cucina intanto si sprigionava per l'intera sala il profumo delizioso del Christstollen* e dei Lebkuchen**, che la madre e Gordon avevano preparato con cura dalla mattina.

Il viso sorridente del bisnonno Paul, era impagabile da guardare pensò Bill quando entrò in sala: pensò solo che non gli aveva potuto dedicare tutto il tempo che avrebbe voluto, perchè lui era davvero una persona speciale: forte, onesta ed un ottimo esempio di vita. Era lui che si era sostituito al loro padre, quando aveva lasciato Simone, ed era sempre lui che aveva dato un senso alla vita a pezzi della madre ed una guida per lui e Tom; era sempre stato un'esempio di forza per tutti.

Si accostò al camino, prese il cellulare e decise di mandare un messaggio a Giulia per sincerarsi che fosse andato tutto bene, aveva bisogno di sapere; la risposta arrivò quasi subito e si sentì più sereno.

 

-Scommetto che sei già a letto-

 

-Sbagli: sono dai miei vicini di casa, che con spirito caritatevole mi hanno letteralmente sequestrata al mio rientro e voluta fermamente al loro cenone. Sono distrutta dalla stanchezza Willy, non ho nemmeno avuto il tempo di in modo decente, ho preso le prime cose che mi sono capitate dall'armadio, che vergogna! Qui c'è un chiasso da spaccare i timpani perchè è pieno di bambini, ma sono felice, è bello tutto sommato-

 

Bill sorrise e Simon notò il viso raggiante di suo figlio: si accostò e l'abbracciò.

 

-Te l'ho detto che ti voglio bene Bill? Tu e Tom siete tutta la mia vita-

 

Lui non rispose, si lasciò stringere da quell'abbraccio forte, energico a cui era abituato.

 

Rùdiger e Doreen non facevano altro che stare attaccati al bisnonno per ripetere a voce alta ciò che gli altri dicevano, avevano pietà della sua sordità; Willi era alle prese con i racconti di Tom e Ingelore si era unita a lui, Gordon e Simone.

Mancava poco alla mezzanotte, al centro del tavolo trionfavano il profumatissimo Christstollen coperto di zucchero a velo, i Lebkuchen, i Heidesand*** e la golosissima Baumkuchen****oltre ai dolci di Betsy; Bill riprese l'intera tavolata ed inviò il video a Giulia; fu in quell'istante che ricevette una foto di lei, al centro di un gruppo di persone: ebbe un tuffo al cuore nel constatare che fosse la stella più bella e luminosa che potesse esistere, con quel sorriso da mozzargli il fiato. Si ricompose a fatica per dirigersi con Tom verso l'albero per accendere le luci a candelina; furono spente tutte le illuminazioni della sala e tutti intonarono all'unisono “Stille Nacht, heilige Nacht!” e “Kling, Glöckchen, klingelingeling” intorno all'albero; Bill fece le riprese dell'albero, con il canto del coro in cui si distingueva nitidamente su tutti la sua voce; in realtà non era più ascoltare la sua voce forte e cristallina, ma era come udire la melodia della sua anima che librava libera, impregnando della sua grazia ogni angolo più nascosto di quel luogo, quasi come se fosse un arrangiamento di note che non si sarebbe mai più suonato.

 

 

-Auguri speciali amico-

-Georg ti voglio bene, anche se non te lo dico mai-

 

-Hai già scartato il mio regalo?-

-L'avrei riconosciuto tra mille: non sei originale Gus a regalarmi Britney. Felice Natale anche a te, alla tua dolce metà ed ai tuoi-

 

-Sei pronto per l'avventura che vi aspetterà?

-Andreas, è la notte di Natale, ti prego! Tra l'altro non ho ancora aperto il tuo regalo, Auguri mascalzone, ti voglio bene-

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

-Auguri Giulia, spero che questo Natale possa portarti tutto ciò che più desideri, ma sopratutto tanta serenità-

 

Passò qualche minuto e la risposta al suo messaggio non tardò a farsi attendere.

 

-Willy, non credo di avere le parole giuste come invece riusciresti a fare sempre tu: è un coro stupendo quello del tuo video, ed ho finalmente ascoltato la tua voce, perchè sono sicura che fosse la tua: era la più forte e limpida di tutte. Dio mio, è qualcosa di stupendo! Auguri, che sia finalmente il tuo e vostro anno, ma il mio augurio per te è che possa realizzare i tuoi sogni ed essere sempre felice, nonostante tutto-

 

-Realizzarli tutti non saprei, ne avrei tanti forse non basterebbe una vita intera. Ma uno forse c'è che vorrei si realizzasse più o meno subito-

 

-E' lecito saperlo in una notte come questa non ti pare?-

 

-Lo vuoi davvero sapere? Non dirmi che sono un ragazzo che ha strane intenzioni però-

 

-Mh, qui avrei due chance allora: o crederti sulla parola oppure no. Ma visto che stiamo solo messaggiando mi fermo alla prima chance.....-

 

-Vorrei vederti un giorno-

 

-Però così non vale: quello era un mio desiderio!-

 

A Bill parve letteralmente di sognare e non erano i bicchieri di prosecco che si era bevuto tutta la sera, ne era certo.

 

-Willy.....io ne avrei un altro, ma questo è troppo personale....se vuoi, puoi anche avvalerti della facoltà di non rispondere-

 

-Con te mai.........posso saperlo?-

 

-Mi manderai una tua foto?-

 

-Mmhh....questo lo scoprirai col tempo, comunque sono un giovane avvenente pare dicano in giro, ma tu controlla sempre il tuo cellulare, le sorprese non danno preavviso-

 

-Inizio a capire che con te non ci sarà da annoiarsi......ancora auguri, mascalzone!-

 

-Auguri Giulia, dal profondo del mio cuore-

 

 

Rilesse quel dialogo tante di quelle volte da ubriacarsi di gioia e non sentire più nessuna voce, nessun suono attorno a lui, ma solo il battito forte del suo cuore che aveva iniziato a danzare una musica inesistente; alzò il suo viso raggiante verso Tom incrociandone lo sguardo e verso la madre intenta ad aiutare Paul a scartare il suo regalo.

In fondo era proprio vero che anche 'quando il cielo è coperto, il sole non è scomparso. E' ancora lì, dall'altra parte delle nuvole' .

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Bill-r

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

il chiasso della folla in lontananza

la musica che si liberava nell'aria

il caldo assurdo

di quella sera

e poi sei arrivato tu

davanti a me

tu Bill

in tutto il tuo splendore

che  le tue menzogne mi avevano nascosto

tu

così alto e fiero

con quel meraviglioso sorriso

e quei tuoi occhi

immensamente profondi

quella tua mano che sfiorava la mia in un timido saluto

avevo paura

paura di te

paura di noi

paura per quello che sarebbe potuto essere

e che non ho mai voluto che fosse

se non per quelle poche volte

e quella notte soltanto

unica

indimenticabile

irripetibile

nel quale ho permesso alla tua anima di entrare nel mio fragile cuore”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Disclaimer: Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di queste persone, nè offenderle in alcun modo.

 

Cit inizio: Khalil Gibran

Cit ultima: (E. Tolle)

*pandolce infornato e spolverato di zucchero a velo.

** biscotti della vita, praparati con una base di miele e farina e, in base al gusto che si vuol dare, con l’aggiunta di nocciole, pinoli, mandorle, cannella o altre spezie profumate

*** Questo dolce è originario della Bassa Sassonia e ha un sapore di burro che crea dipendenza. Le ricette sono tante e diverse, ma quella originale è prevede un impasto friabile, da cui deriva il nome del dolce “sabbia di Heide”.

**** Questo dolce è composto da una ventina di strati avvolti attorno a una tortiera cilindrica: man mano che si prepara si scoprono i vari strati, e ricorda gli anelli degli alberi (da cui il suo nome). L’impasto è di marzapane e spezie e prima di essere servito viene ricoperto da una glassa al cioccolato fondente.

https://www.viaggio-in-germania.de/canzoni-natalizie-tedesche.html

https://www.stile.it/2009/12/14/la-tradizione-del-natale-in-germania-6154-id-111535/

https://berlinomagazine.com/13-dolci-natalizi-tedeschi-da-preparare-nelle-feste-45364/

 

 

 

 

 

Tokio Hotel Christmas Message 2008

 

 

 

https://youtu.be/cFF7oB_YGTo

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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