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Autore: Lady S    07/04/2020    2 recensioni
“Marinette mi stai mentendo, ne sono certa. Il vero problema è che non riesco a capire di cosa stiamo parlando esattamente" esclamò Alya guardandola con l'espressione più seria che aveva mai visto sul suo viso.
Marinette non riuscì a fare altro che a continuare a guardarsi le dita intrecciate.
"Ero convinta che fosse tutto un gioco, uno scherzo, ma dopo questo..Mari, che cosa dovrei pensare?"
In quel momento Marinette raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo e fronteggiò la sua più cara amica come non aveva mai fatto prima. Strinse i pugni e urlò tutto d'un fiato, nella speranza che tutta la sua voce non le morisse in gola.
"Alya, ci sono cose della mia vita che non devi sapere a tutti i costi e, mi spiace, ma non tutto quello che faccio deve essere approvato da te!"
Alya rimase immobile, come una statua, mentre Marinette si allontanò con fare spavaldo, ma la verità era che le sue gambe tremavano incessantemente.
Sapeva di averle fatto male e si sentiva orribile..
..ma cos'altro avrebbe potuto fare?
Stupido stupido stupido Chat Noir, era tutta colpa sua, accidenti!“
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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3 – A ciel sereno

 

 

Non solo non aveva concluso niente, ma si era anche fatto beccare da Alya! Per non parlare della pessima scusa che si era inventato per sfuggire alle sue domande scomode.

Adrian era certo che Plagg lo avrebbe sgridato in ogni modo possibile appena sarebbe terminata la trasformazione.

 

Che poi, lui da Marinette non ci voleva neanche andare. Eppure, quando era passato davanti casa sua e aveva visto la luce della sua camera accesa, si era meccanicamente mosso verso la stessa, come una falena richiamata dalla luce. Non sapeva neanche lui cosa in realtà fosse andato a fare.

 

Adrian arrivò finalmente in camera e, come si de-trasformò, Plagg pretese il suo compenso, per poi esordire con un -Tonto! Cosa pensavi di fare? Ciomp- e continuare a mangiare.

 

-Grazie Plagg per il tuo sostegno- scherzò il ragazzo

-Ma che sostegno e sostegno..- continuò -..adesso hai una bella gatta da pelare, amico mio!- terminò, con una vena di sarcasmo.

 

Plagg e le sue pessime battute. Beh, quasi peggio delle sue, pensò.

 

-Hai ragione, d'ora in poi, Alya vorrà trovare qualcosa che provi i suoi sospetti..-

-Sempre che tu non non lo abbia già fatto- insinuò il kwami con fare malizioso

-No! Perchè dici una cosa del genere Plagg?- esclamò il portatore, preso in contropiede

-E allora Adrian, come mi spieghi quelle prese con Marinette, per non parlare di come la guardavi mentre l'avevi seduta sulle gambe..- e terminò con -..per non parlare del baciamano finale-

Adrian ci pensò un po' su per poi concludere -Plagg, ma quelle sono le cose che Chat noir fa con tutte le ragazze, sarebbe stato sospetto il contrario- si giustificò

-Non sapevo che ti intrufolassi nelle stanze delle tue compagne a fare certe cose, Adrian- gli rispose, provocandolo.

Il ragazzo divenne rosso come un peperone e abbozzò un -Non è quello che ho detto!-

-E allora, esattamente, cosa volevi dire?-

-Volevo dire che Marinette è una mia amica, una mia cara amica con cui ho il piacere di parlare..- partì a dire a macchinetta

-Mmm mmm, e a cui fai il baciamano come a Ladybug, giusto?- chiese il gatto

-Giusto! E come ti dicevo..cosa, NO!- si rese conto delle ghignate che il suo kwami si stava facendo -Plagg, non è vero!-

-E come mai non lo hai fatto anche ad Alya?-

-Perchè non era il momento!-

-E perchè non lo fai mai neanche alle altre?-

-Perchè..Plagg, cosa mi stai chiedendo di preciso?- chiese esasperato

-Io non sto chiedendo niente, piccolo umano- si piazzò di fronte a lui -io dico. E dico che professi di amare Ladybug ma poi corri dietro a Marinette!- sentenziò Plagg.

Incredibilmente, Adrian arrossì ancora di più -Io amo davvero Ladybug e non corro dietro a Marinette!- sputò fuori.

-Si si..- bofonchiò -..sapessi quante volte l'ho sentito dire-

-Cosa hai detto?-

-Niente!-

 

 

***

 

 

Per la prima volta in vita sua, Marinette arrivò volontariamente in ritardo a lezione. Il giorno prima, Alya l'aveva assillata tutto il giorno con la storia di Chat Noir al punto di desiderare che le cascassero le orecchie.

 

Chat noir di qua, Chat noir di la..eppure lei sapeva che il suo cuore batteva solo per Adrian Agreste.

 

Si recò a scuola, salendo le scale con calma, con molta calma. I suoi amici erano già entrati e probabilmente stavano già aspettando che iniziassero le lezioni, ma lei voleva essere sicura che la professoressa stesse materialmente già parlando, in modo tale da sgattaiolare dentro e sedersi a fianco ad Alya, mantenendo il silenzio più assoluto, almeno per un paio di ore. Non era molto, ma si sarebbe inventata qualcosa per dopo. In realtà aveva già un'idea in mente, ma era un jolly che si voleva giocare come ultima carta.

 

Le ore passarono e, per fortuna, l'attenzione di Alya venne richiamata dal suo fidanzato. Parlavano di un musicista emergente che, testuali parole, spaccava.

Marinette non poteva non sorridere mentre li guardava interagire. Erano così meravigliosamente in sintonia. Si rese conto di essersi imbambolata solo quando Adrian le mise una mano sulla sua.

 

-Marinette?-

-S..si? Co..cosa c'è?- balbettò, saltando istintivamente sul posto.

 

Al ragazzo scappò una risata leggera e Marinette diventò rossa come un pomodoro.

 

-Volevo solo sapere che programmi avevi per stasera- chiese -prima che tu arrivassi ci eravamo accordati per andare al cinema. Vuoi venire?-

-Io..penso che tu sia stupendo- blaterò per poi correggersi -NEL SENSO, è un'idea stupenda!- concluse -Oh mamma..- sospirò appena il ragazzo si girò per l'ingresso della professoressa delle ore successive.

 

Ma perché doveva essere sempre così maldestra?

 

 

***

 

 

Per Adrian le ore a scherma volarono, nell'attesa dell'uscita serale con i suoi amici. Non erano uscite eccezionali, erano solo delle ore passate a vedere un film, ma per lui erano tutto. Prima della scuola, le sue uscite erano legate solo esclusivamente ai suoi impegni e alle sue attività da modello, ma da quando si era fatto degli amici, il suo mondo era radicalmente cambiato. I suoi impegni e il suo lavoro da modello erano rimasti, ma il suo tempo non era più limitato nelle 4 mura della sua stanza. Aveva letto cosi tanti manga da bastargli per tutta una vita.

Poi era arrivato Chat noir.

Lui era stato la ciliegina sulla torta. Salvare Parigi era rischioso e ogni battaglia era un rischio, ma lui poteva essere se stesso, sempre. Inoltre, non era mai solo. La sua bugaboo era sempre stata con lui, fin dal prima giorno, e non lo aveva mai giudicato. Certo, non aveva mai ricambiato il suo amore, ma più e più volte gli aveva detto e dimostrato quanto fosse un suo amico prezioso nonché un compagno di cui si potesse sempre fidare.

 

Perso nei suoi pensieri su quanto si sentisse fortunato, arrivò davanti al cinema. Scese dalla propria limousine, congedò la propria guardia e corse verso Alya e Nino, che lo aspettavano, mano nella mano.

 

Ovviamente, Marinette era in ritardo.

 

Chissà perché, Adrian sorrise.

 

 

***

 

 

Marinette stava correndo verso il cinema, maledicendo il suo tempismo. Possibile che non fosse mai e poi mai in orario per niente? Aveva già rischiato 3 storte e ben cadute, ma miracolosamente era riuscita a stare in piedi.

Era quasi arrivata e non vedeva l'ora di passare la serata con i suoi amici ed Adrian, ma un urlo si alzò su Parigi e un fulmine viola squarciò il cielo sereno.

La ragazza si fermò, girandosi istintivamente verso il rumore, anche se già sapeva a cosa stava andando incontro.

 

Papillon aveva trovato un'altra vittima e Ladybug sarebbe presto entrata in azione.

 

 

***

 

 

Marinette non arrivò mai al cinema, ma quello che era davvero preoccupante era che non rispondeva né ai messaggi, né alle chiamate di Alya. Quando la sala fece l'ultima chiamata per il film i tre ragazzi avevano ormai deciso di andarla a cercare. Conoscendola, poteva esserle successo di tutto, anche cadere dentro un tombino aperto. Stavano per iniziare il loro percorso a ritroso, verso la casa della corvina, quando videro una cosa rossa cadere sul tetto del cinema, spaccandolo. Immediatamente una folla di persone si riversò in strada mentre una forma umanoide viola volava dentro al cinema, passando dal buco creato prima.

Visto la completa mancanza di istinto di sopravvivenza, Alya, si fiondò all'interno del cinema, inseguita da uno spaventatissimo Nino che le urlava di non entrare.

 

Adrian rimase appositamente indietro. Quello era sicuramente una nuova persona akumizzata e Chat noir doveva entrare in azione, subito.

 

 

***

 

 

Ladybug non aveva mai preso un colpo del genere in vita sua. Questa Madame des vents era troppo forte e troppo furba per essere affrontata da sola.

Ci aveva provato, ci aveva provato davvero, ottenendo però un volo di venti metri, facendo la fine di una meteora, andando quindi a sfondare il tetto del cinema.

 

-Che male!- si lamentò rimettendosi a fatica in piedi. Fortunatamente era atterrata con la schiena su una fila di sedili, ma si era comunque tagliata in una serie di punti nel costume e sul viso -Dov'è quel gatto quando serve?- si chiese mentre cercava di pulirsi parte del sangue che aveva in faccia.

 

-M'Lady, ti sei fatta male?- gli chiese una voce preoccupata che si avvicinava alle sue spalle a grande velocità.

 

-Niente che non possa gestire mon chaton..- gli rispose, sorridendogli. Era preoccupato e questo non l'aiutava -..dobbiamo sbrigarci Chat- continuò -è troppo forte. Non possiamo permettergli di accrescere il suo potere-

 

Lui reagì, facendo un segno di assenso con il viso e tirando fuori il suo bastone -Ai tuoi ordine, mia signora-

 

Insieme, si lanciarono nella battaglia.

 

 

***

 

 

In qualche modo, anche questa volta erano riusciti a sconfiggere Papillon, ma non con poca fatica, anzi, in realtà la sua Lady questa volta era davvero provata, al punto da non rispondere nemmeno alle sue provocazioni. A malapena gli aveva dato il pugno, simbolo della loro vittoria.

 

-Stai bene, insettina?-

-Non chiamarmi insettina..- gli rispose lei mentre si teneva il fianco.

-Ladybug, dammi la possibilità di aiutarti, quel fulmine ti ha preso in pieno!- esclamò Chat, ripensando alla scena.

 

Già la sua caduta era stata brutta, ma poi, per fare in modo che il piano con il Lucky Charm funzionasse, si era letteralmente buttata nel mezzo della tempesta di fulmini che l'akumizzata usava come scudo. Era impossibile non restarne coinvolta.

 

-Sto bene, davvero cha....- sospirò la coccinella, prima di accasciarsi al suolo.

-Insettina!- urlò chat, prendendola al volo

-Ti ho detto di non chiamarmi insettina..- gli rispose cercando di sorridere. Il loro miraculous suonò per la penultima volta -..non posso stare qui- disse cercando di liberarsi dalle braccia del ragazzo ma lui non glielo lasciò fare -Chaton, ti prego..-

-Si, lo so..- le disse -..dammi solo il tempo di portarti al sicuro-

 

Lei lo fissò con un'espressione di gratitudine in volto, allacciandogli le braccia intorno al collo e appoggiando il capo sul suo petto. Il cuore del ragazzo mancò un colpo.

 

Un attimo dopo si trovavano in un vicolo nascosto, al riparo dai curiosi.

 

-Sei sicura di stare bene?-

-Starò bene appena tornerò nei miei panni da civile-

Lui la guardò ancora con un velo di preoccupazione ma lei esibì un sorriso mentre lo incitava ad andare via. A malincuore, Adrian si allontanò.

 

 

***

 

 

Marinette era riuscita a congedare Chat noir appena in tempo. Appena lo vide scomparire, la sua trasformazione terminò e si sentì subito meglio. Quella battaglia era stata durissima e l'aveva ridotta ad uno straccio. Per poco prima non sveniva, in quel cinema.

Si affrettò a dare un biscotto alla sua piccola kwami, che giaceva, stanchissima, sulle sue gambe. Si ispezionò il volto con le mani per capire se avesse ancora segni di quella battglia, ma i tagli, come da copione erano scomparsi.

Vide il cellulare illuminarsi un milione di volte e si affrettò a prenderlo. Alya le aveva scritto venti messaggi e l'aveva chiamata altrettante volte.

-Tikki, sono in una mare di guai!- esclamò alzandosi di scatto.

 

Il fianco le diede una fitta lancinante, che le fece perdere l'equilibrio e la costrinse in ginocchio.

 

Tikki le volò a fianco, preoccupata -Marinette, stai bene?-

-Io..io..-sussurrò tra un lamento e l'altro mentre piano piano si alzava, di nuovo. Si sollevò la camicetta, nel punto le faceva male e vide un enorme ematoma bluastro lungo come le ultime costole del lato destro del torace -..io non capisco. Tikki, com'è possibile?- le chiese.

 

La kwami si avvicinò alla parte lesa e la esaminò per qualche secondo sembrando essere giunta ad una conclusione fattibile -Marinette, credo che questo fosse la miglior cosa che potesse accadere- la ragazza la fissò, stranita dalla risposta, inducendo quindi la coccinella a continuare -Marinette, credo che incassando un fulmine, tu abbia avuto una lesione molto grave in questa zona, al punto da poterla ridurre solo in questo modo. Credo che tu abbia ancora una costola rotta. Non ti spaventare se nei prossimi giorni avrai sintomi strani..- le disse, cercando di tranquillizzarla -..devi riposare- concluse.

La ragazza la guardò, spaesata -Non pensavo di essermi ferita così tanto..-

-Marinette, ti sei lanciata tra una tempesta di fulmini!-

-Si, ma non faceva male- si giustificò

-Perché eri Ladybug. Devi stare attenta, o uno di questi giorni ti farai male sul serio- la sgridò

-Più di così?- le chiese, scettica

-Credimi, molto di più- le rispose, seria, Tikki.

   
 
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