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Autore: Freez shad    08/04/2020    3 recensioni
Ogni cosa nella propria realtà ha un suo orologio. Un ciclo d'esistenza perfetto e collaudato da migliardi di anni d'esistenza.
Troppi per un qualcuno che, per arroganza o pura pazzia, ha intenzione di modificare e rinnovare...tutto, partendo da zero.
Ciò porterà a terribili conseguenze e toccherà ai nostri famosi eroi impedire che questo accada, ma le difficoltà saranno molte e non solo esterne.
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Blaze the Cat, Shadow the Hedgehog, Sonic the Hedgehog, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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<< Accidenti, dove sarà finita? >> bofonchiò tra sé il giovane e giallo volpino, chino sul banco di lavoro nel suo piccolo laboratorio, intento a setacciare nell’ennesima cassetta degli attrezzi << Eppure dovrebbe essere qui, da qualche parte! >>. 
  

Tails, nonostante la sua giovane età, era semplicemente un piccolo genio della meccanica, con un QI tanto elevato da poter essere in grado di competere per destrezza e inventiva contro quello del malvagio Eggman; non per niente, infatti, poteva essere considerato come la sua altra faccia della medaglia. 
Risultato che, ovviamente, riuscì finalmente a far brillare solo dopo anni di “gavetta”. 
Molti dei sapienti e dottori infatti, nelle loro decadi riservate alla conoscenza, potevano vantare la loro formazione deontologica presso i molteplici istituti e università sparse per Mobius; pochi però, o forse nessuno, avrebbe mai potuto raccontare le storie e le sfide che Miles dovette affrontare negli anni della sua crescita e di come queste, per quanto pericolose fossero, furono in grado d’incentivare lo sviluppo della sua mente per scovare la soluzione ad ogni problema presentato durante quelle missioni.    
Erano passate molte primavere da quando, solo e abbandonato in una piccola zona di Green Hill, aveva fatto la conoscenza del riccio che, da quel giorno, gli avrebbe fatto da genitore e amico. Fino a diventare, ironicamente a ben pensiero, una sorta di fratello più grande. 
Nonostante l’iniziale riluttanza, alla fine Sonic decise di prenderlo con sé; lo aveva reso suo aiutante e compagno d’avventure; gli fece esplorare il mondo, con tutte le sue gioie e i suoi pericoli. 
Forse fu proprio grazie a quelle esperienze che, da semplice spalla, era riuscito a risaltare individualmente per affrontare le minacce di turno con i suoi prodigiosi marchingegni. 
Per questo, sebbene un po' a malincuore, decise di abbandonare la vita movimentata e nomade del blu; si costruì una casa e accanto a questa, come suo orgoglio, quel piccolo laboratorio in cui passava giorni e notti intere. 
Un’officina delle idee; ridotta negli spazi, ma dai risultati impressionanti. 
Almeno quando, sebbene fosse un tipo ordinato, riusciva a trovare gli attrezzi necessari. 
  

<< Pappagallo, tenaglie, pinze, cacciavite a stella... >> elencò sbuffando, frustrato per la situazione << Uffa, quella chiave dell’11 non è nemmeno in questa! Dove l’avrò dimenticata, adesso? >>, 
<< Stai forse cercando questa? >> esclamò improvvisamente una voce al suo fianco, porgendogli nel mentre l’utensile desiderato, 
<< Oh...sì, esatto! Non hai idea da quanto tempo la stavo cercando, grazie! >> fu la cordiale risposta del volpino, dirigendosi verso il biplano una volta ricevuto l’attrezzo, notando solo in un secondo momento l’autore del gentile gesto << Un momento...Sonic, che bello vederti! >>, 
<< Ne sono felice anch’io, Tails, specie perché pensavo di essere diventato invisibile >> ironizzò il riccio, stringendogli fraternamente la mano, 
<< Hai ragione, scusami! Il fatto è che stamani mi sto dedicando alla riparazione del vecchio Tornado e sono un po' distratto >>, 
<< Ho capito! Ha subito gravi danni? >>, 
<< Fortunatamente niente di irreparabile! Solo qualche ammaccatura qua e là, uno turbina da cambiare e una piccola revisione al motore a completare il lavoro ma, una volta finito, il nostro caro amico tornerà più in forma che mai! >> spiegò lietamente Tails, dando affettuose pacche alla carrozzeria del velivolo << Ma cambiando discorso: come è andata ieri alla festa? >>, 
<< ...ecco... >> esitò il riccio, grattandosi nervosamente l’orecchio, colto alla sprovvista da quella domanda << Diciamo che non è andata poi così male, ma non penso che ripeterò l’esperienza tanto presto >>, 
<< E perché? Non vorrai dirmi che non ti sei divertito neanche un po'? >>, 
<< Tu credi, Tails? Se per te è un divertimento passare ore a ballare e passeggiare per la città con una ragazza che ti stringe fra le braccia in una morsa persino peggiore di quella di una trappola di Eggman , allora sì! Mi sono divertito davvero tanto, credimi! >> spiegò Sonic, contando con le dita della mano ogni passaggio,  
<< Andiamo, non può essere stato poi così male! >>, 
<< In effetti è vero! Credo sia già passata un’ora da quando ho recuperato la sensibilità a questo braccio, normalmente ci sarebbe voluto molto più tempo >> concluse il riccio, scuotendo l’arto interessato, scatenando l’ilarità di Tails << Mi fa piacere che la cosa ti faccia tanto ridere! Dico davvero, non mi sento affatto preso in giro! >>. 
Quello era il loro modo di scherzare. Sincero e genuino. 
Nel loro affetto reciproco, sebbene appartenessero a due specie diametralmente opposte, sembrava davvero impensabile che fra i due non vi fosse un reale e fraterno stato di parentela.  
<< Così mi fai sentire in colpa, però! A quanto pare Amy non si smentisce proprio mai, vero? >>, 
<< Già! >> fece ironico il riccio << Però, come mi hai ricordato tu, ha rischiato la vita per aiutarci durante lo scontro con testa d’uovo, anche se sono sicuro che l’abbia fatto solo perché così avrei potuto mantenerle la promessa. Ad ogni modo, devo dire che è stata davvero coraggiosa! >>, 
<< Questo ti fa davvero onore, amic... >>, 
<< E poi era davvero bella con quel vestito, avresti dovuto vederla! >> continuò Sonic, con un’aria vagamente serena << E aveva un sorriso così solare...ed era così rilassata e genuina...molto diversa rispetto alla Amy smielosa di tutti i giorni >>. 
  
 
<< Ehm...Sonic!? >> lo chiamò quindi il volpino << Mi senti? >>, 
<< C-come? Di che stavamo parlando? >> balbettò imbarazzato il blu, improvvisamente destato dai suoi rosati pensieri, 
<< Di quanto Amy ti fosse sembrata carina e... >>, 
<< Già, giusto! >> esclamò prontamente il riccio, interrompendo l’amico dal proseguire quell’imbarazzante argomento, per poi dirigersi a passo svelto in direzione dell’uscita << , ora devo andare, magari lo riesco a trovare in un momento buono! Ci risentiamo, Tails! >>, 
<< “Un momento buono”? Di chi stai parlando, Sonic? >> domandò preoccupato il piccolo canide, raggiungendolo, 
<< Di Shadow, ovviamente! Conosci forse qualcun’altro di cui bisogna augurarci una cosa simile? >>, 
<< In effetti, no! >>, 
<< Correndo qua e là, ho sentito delle voci raccontare storie su di un orrendo demonio rosso e nero che si è trasferito sulle montagne del Chu-nan! Ora, non dico che questa sia la descrizione perfetta di Shadow, ma...non ci va tanto lontana per quanto riguarda l’orrendo, no? >> chiese retorico il riccio sonico, con la sua solita ironia << Quel musone, dopo la battaglia, si è teletrasportato via senza darmi il tempo di ringraziarlo a dovere dell’aiuto e dato che oggi mi sento in vena di essere particolarmente riconoscente con tutti... >>, 
<< E vuoi andare da lui solo per quello? >> fece incredulo il volpino, dubbioso per le strane esigenze del fratello più grande, 
<< Certo, per quello...e per stuzzicarlo un po'. Sai, già che sono lì me ne vuoi privare? >> concluse il blu, lanciando un ultimo saluto prima di proiettarsi a sonica velocità verso la meta << Ci vediamo dopo, amico! >>. 
Tails, fermo con il palmo della mano aperto e il bracciio alzato in segno di saluto, rimase per qualche secondo a contemplare la cobaltica scia del riccio diventare sempre più sfocata finché non scomparve completamente alla sua vista; era il momento di rimettersi al lavoro. 
Prima, però, volle controllare che non mancasse nulla di strettamente necessario dalla cassetta del pronto soccorso; la fortuna aveva spesso e volentieri sorriso a Sonic, ma se l’augurio sul possibile minor cattivo umore di Shadow fosse stato disatteso, non era il caso di rimanere sprovvisti di bende e cerotti.       
 
 
 
 
 
 


Nel frattempo, nella valle sul “Picco Celeste”, il riccio nero e rosso si era posto perfettamente al centro di quel manto erboso, completamente esposto alla calura del Sole; immobile, con le braccia distese lungo il corpo e il capo chino, era in silenziosa contemplazione ormai da parecchio tempo. 
Ad un tratto, con gesti lenti e mirati, drizzò la testa e portò le braccia in posizione perpendicolare alle spalle; i palmi delle mani rigorosamente aperte e il busto leggermente incurvato, in modo da caricare al meglio le fasce muscolari del trapezio e del dorso.  
Raggiunta la posizione desiderata, ci vollero solo pochi attimi di secondo prima che numerose piccole sfere nere, avvolte da rapide scariche d’energia viola, si propagassero dal suo corpo per volteggiargli intorno. Come fossero lucciole oscure, si muovevano leggiadre nell’aria con andamento dolce ed ipnotico. 
Ad ogni semplice e ondeggiante movimento delle braccia, queste si espandevano così da riuscire a coprire un’area sempre più grande, aumentando inoltre di numero; uno spettacolo elegante, ma dal potenziale distruttivo nefasto. 
Un minimo ciottolo di ghiaia si staccò improvvisamente dal lato orientale del perimetrale costone di pietra. Shadow aprì di colpo gli occhi e, dopo un repentino movimento della mano, trasformò le sfere del Chaos in decine di mortali punte acuminate che scagliò con decisione sul punto da cui si era separato il sasso; le esplosioni, oltre alla nuvola di polvere che ne seguì, frantumarono completamente uno spesso strato di roccia, privando al contempo di luce l’intera zona. 
Il riccio rimase per un po' in silenzio, osservando attento il risultato dei suoi studi, prima di esclamare a gran voce << Avanti, fatti vedere! >> ottenendo in principio solo un imperativo silenzio << So per certo di non averti colpito! E so anche dove sei, perciò vedi di non farmi perdere tempo ed esci subito dal tuo nascondiglio >> alche, dopo una brevissima attesa, un’esuberante voce femminile rispose,  
<< Ok-ok, esco subito! Basta che non ti allabbi e non lanci quei...cosi spaventosi! >>. 
Sbucando da una fenditura del terreno nei pressi del colpo sferrato da Shadow, una giovane di panda rossa minore avanzò con fare sicuro in direzione del suo interlocutore, fermandosi proprio davanti a lui, 
<< Salve, il mio nome è Xin e vengo dal villaggio di Wu-Lang! Piacele di conoscella, signol Sonic! >> concluse con espressione lieta e gentile, che ben si accostava al suono deciso e al contempo dolce della sua voce, inchinandosi per eseguire il tradizionale gesto di saluto dei popoli orientali. 
La ragazza si mostrava di statura relativamente piccola, circa un palmo inferiore rispetto a quella del riccio, dal fisico snello e longilineo che metteva ben in risalto le sue graziose forme. Il manto della rossa pellliccia, alternato da chiazze bianche sul viso e da anelli di pelo più scuro sulla coda, era vaporoso e folto, risultando incredibilmente soffice persino alla semplice vista. 
Il Tangzhuang che indossava si presentava di una scura e lucida tonalità verdognola, chiusa per tutta la sua lunghezza da alamari neri, con le maniche tagliate a metà della spalla e due corte aperture laterali ai fianchi; una fascia rossa, legata ben stretta all’altezza della vita, armonizzava il tutto. I pantaloni invece, rigonfi per una maggiore abilità di movimento, erano d’un forte color ebano e venivano stretti alle caviglie da una seconda e terza fascia del medesimo colore della prima. Ad ultimarne il completo, due fini e scuri taijin come calzari. 
 

Di fronte al saluto della giovane, non una parola fuoriuscì dalla bocca di Shadow. 
Con animo contrariato, velatamente palesato da uno sguardo seccato e più torvo del solito, l’oscuro riccio si voltò per allontanarsi da colei che, a sua percezione, non era altro che l’ennesimo fastidio. 
<< Mi scusi, signol Sonic, non vollei lisultale antipatica, ma da queste palti è uso licambiare il saluto offelto! Salebbe una cosa da maleducati sottlalsi a questa folmalità! >> spiegò Xin, con lo stesso tono gentile e cordiale, alzando leggermente il capo per avere una migliore visione delle azioni del suo interlocutore, 
<< Prenditela con te stessa! >> fu la schietta e stranamente pacata risposta del nero, 
<< Non capisco, pelché? >>, 
<< Hai invaso il mio territorio! Non hai annunciato la tua presenza, preferendo nasconderti! >> spiegò secco Shadow, accorciando questa volta la distanza tra di loro << Infine, non sono certo in obbligo di ricambiare il saluto ad una ragazzina che non ha nemmeno idea di chi ha davanti >>, 
<< Come? Lei non è il famoso Sonic, l’eloe di Mobius? >>, 
<< Affatto, io non ho nulla da spartire con faker! Il mio nome è Shadow, la Forma di vita definitiva >>. 
 
 
 
<< Oh, ma che bella presentazione! E io che credevo fosse la mia quella troppo esaltata,...>> esclamò una terza figura, comparendo alle spalle del riccio << ...ma a quanto pare non è così >>, 
<< Chi diavolo sei? >> domandò rabbioso Shadow, voltandosi, scrutando il nuovo fluttuante intruso, 
<< Giusto, che sbadato, non ho ancora detto il mio nome! >> fece la creatura, gesticolando teatralmente per enfatizzare la falsa distrazione, discendendo lentamente a pochi passi dai due << Io sono Vinew, ma puoi anche chiamarmi “l’Innovatore Assoluto” >>, 
<< Cosa? >> domandò basito, 
<< Lo so, avrei potuto usare un titolo migliore! In realtà ero indeciso tra “Modificatore del tutto”, “Cacciatore di mondi” e questo. Secondo te ho fatto bene? Perché a me piaceva molto di più il primo! Sai, credo che farò così, lo userò al mio prossimo incontro, che ne dici? >>, 
<< Adesso ho capito! >>, 
<< Davvero? Non ci hai messo nemmeno troppo tempo, impressionante! >>, 
<< Sei solo un buffone! L’ennesimo di una lunga serie che ho avuto il dispiacere d’incontrare >> esclamò il riccio, con tono severo e sprezzante. 
<< Ehm...signol Shadow, mi peldoni,... >> gli sussurrò Xin, accostandosi a lui con fare ingenuo << ...ma folse con palole simili potlebbe offendele lo stlanielo >> 
<< Esatto, ragazza! Finalmente qualcuno dotato di un po' d’educazione e che non si ferma a giudicare dalle apparenze...e in possesso di un difetto di pronuncia notevole! >> fece ironico Vinew, ghignando divertito,  
<< Oh, ma il mio non è un difetto di plonuncia, piuttosto un... >>, 
<< Perché sei qui? Che cosa vuoi? >> domandò infine irritato il riccio scuro, interrompendo bruscamente la ragazza, 
<< Che maleducato, non l’hai lasciata finire! Comunque, sono qui per mettere alla prova e vedere personalmente il potere distruttore della “Sforma di vigna propositiva” >> fece divertito il canide assumendo uno sguardo malefico, ben diverso da quello precedentemente bonario << Mentre, per quel che riguarda il “cosa”...niente in particolare, solo qualcuno che mi aiuti ad ammazzare il tempo >>, 
<< Se è solo questo, accontenterò entrambe le tue richieste >> disse Shadow, con una calma disarmante, dando sui palmi delle mani due sfere oscure d’energia << Considerale come ultimo desiderio! >>. 
<< Allola paltecipelò anch’io! >> esclamò d’un tratto la giovane panda minore, accostandosi allo scuro e nuovo compagno, assumendo una delle tipiche pose da combattimento marziale, 
<< Assolutamente no! >>, 
<< Assolutamente sì! >> fece di rimando il lupo, con particolare entusiasmo, ridendo sguaiatamente << Più siamo e più ci divertiamo, non credete? >>, 
<< Io non salei tanto entusiasta, signol Vinew! >> lo rimbeccò dolcemente Xin, mentre dal suo corpo cominciava a fuoriuscire uno strano vapore azzurro << Potlebbe non piacelti così tanto >>. 
 
 
 
 
                 
          
 
Dalla scrivania dell’autore: 
Rieccoci tornati con un nuovo capitolo! 
Qui avete fatto la conoscenza di un nuovo personaggio, Xin; spero che possa, se al momento non lo avesse ancora fatto, piacervi ed incuriosirvi. Specialmente perché, essendo mia intenzione utilizzarlo più spesso, non vorrei che venisse preso come superfluo o da scartare. 
Con questo, vi auguro un buon proseguimento. 
 
State a casa. State sereni. Pensate positivo e viaggiate con la vostra fantasia.  
La quarantena finirà, ma dovete essere vivi per vederla. Un abbraccio a tutti voi e verso tutti coloro che, purtroppo, hanno perso qualcuno o lo hanno in ospedale. 
Fatevi coraggio. 
 
 
Arrisentirci! 


   
 
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