Come ogni mattina, il fiore crebbe fino a giungere al viso di Harley e solleticarle il naso con i petali. Questa volta si trattava di un delphinium di un delicato celeste.
La ragazza schiuse gli occhi ancora arrossati e sorrise accarezzandone la corolla.
-Buongiorno – disse Ivy entrando nella stanza con un vassoio pieno di biscotti.
-‘Giorno, Pammy!- ricambiò allegramente la bionda scattando a sedere e guardando entusiasta i dolci.
-Hai dormito bene? Ti senti meglio? - chiese la rossa posando il vassoio sul letto.
Harley rispose con un’alzata di spalle, addentando uno dei biscotti.
Ivy sopirò e le scostò una ciocca di capelli dal volto. -Meriti qualcuno che ti renda felice-
L’altra ingoiò a fatica il boccone che aveva preso prima e mise il resto da parte. Avrebbe dovuto ricordarsi che, per quanto la sua amica fosse fantastica, la sua cucina non lo era altrettanto.
-Oh, ma Joker mi rende felice, Red! –
L’ecoterrorista alzò un sopracciglio. -Questa è la terza volta in cinque giorni che vieni a piangere a casa mia, e la seconda che ti trovo ferita –
Harleen giocherellò con l’orlo del lenzuolo. -Beh… può capitare a tutti di perdere la calma ogni tanto, no? Però mi ama. Davvero –
Pamela scosse il capo. -Non sono sicura che sia così-
-Stiamo parlando della mia anima gemella. Tutto coincide con quello che era scritto nella mia profezia. Andiamo, non può non amarmi! Che idee sono queste? – rise il braccio destro del più grande nemico di Batman.
-Perché fai affidamento a quelle maledette profezie? – disse esasperata Poison Ivy – Ci sono miliardi di modi per interpretarle, e non sappiamo neanche da dove saltino fuori! –
-Ci sono sempre state. Tutti le hanno sempre seguite –
-E guarda con che risultati! Famiglie infelici, donne uccise dal marito… Sono le loro anime gemelle quelle con cui passano le proprie vite? –
Harley sembrò cercare qualcosa con cui controbattere.
-Visto? Non ha senso! –
-Stai dicendo che sono stupida perché credo a queste cose? - chiese la bionda incrociando le braccia sul petto.
-Assolutamente no! Sto dicendo solo che potresti lasciarle perdere e scrivere da sola la tua vita –
-A me invece sembra proprio che sia così- si alzò dal letto ed infilò in fretta le scarpe, per poi dirigersi alla porta -E forse quella che dovrei tenere fuori dalla mia vita sei tu-
-Cosa…Harl, aspetta! –
-Addio, Ivy-