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Autore: Jason Gaming    09/04/2020    1 recensioni
P.S.
Ci tengo a precisare che questa storia non mira ad incitare nessun atteggiamento nei confronti della quarantena a causa del Coronavirus o altri problemi politici.
Inoltre ci tengo anche a precisare che non cito precisamente le parole dette dai vari politici citati, per il semplice motivo che, come ho detto prima, questa storia non ha nessuno scopo politico. Ma semplicemente di esprimere un po’ la tristezza di quelle persone che non si possono più vedere a causa della pandemia.
Dal testo:
“Ma mi prendi in giro?!” Urlò il verde, “Non c’è alcun bisogno di scaldarsi” disse Tashigi,per poi scandire meglio le parole dicendo “Te-So-Ro!”. A quelle parole Zoro arrossì di colpo. Fanculo quella sensazione di fare qualcosa di proibito. La sensazione di gioia nell’aver rivisto la sua ragazza lo stavano facendo impazzire...
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Per tutti quelli che soffrono un po’ di nostalgia dagli amici e dai parenti a causa della quarantena.
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Il paring è ovviamente, e rigorosamente ZoTashigi.
Genere: Commedia, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Roronoa, Zoro, Tashiji
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
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Quarantena, restare a casa, uscire solo per il minimo indispensabile, non ci si può incontrare, lavaggio compulsivo delle mani.

Maledetto Issho, non faceva altro che ripetere queste parole quando sotto casa sua passava più gente di quanta non ne passasse normalmente. E poi c’erano quegli altri politici , come ad esempio Garp, che dicevano: “E si ma che volete che sia se qualcuno esce una volta ogni tanto.”, questo paese non ha mezze misure, sia i politici sia gli abitanti. Se questa cosa sarebbe stata resa ufficiale, fra le uscite clandestine e le uscite legali, per poi non parlare dei festoni, sarebbero stati tutti infettati a quel punto. L’unico con cui Zoro era d’accordo era Riku, il sindaco della città di Dressrosa, :“SEMBRANO LE SS MALEDIZIONE, SEMBRA CHE SIAMO TORNATI AI TEMPI DEL FASCISMO! NON PUÒ USCIRE NESSUNO SENZA CHE ARRIVANO I POLIZIOTTI CON MANGANELLI ,MANCO FOSSIMO TALEBANI!”.

Sinceramente Zoro non aveva molte persone da andare a trovare, se non forse Luffy o magari la sua ragazza, ma lui di certo non era tipo da fare sorprese del genere. Preferiva godersi la tranquillità, passare i momenti con lei con calma, vedendo il suo imbarazzo e la sua innocenza, che gli facevano perdere la testa. In altre parole il Coronavirus non gli aveva poi cambiato la vita così tanto. La tranquillità la aveva. Non c’era nessuno che gli volesse vendere qualche aggeggio inutile. Così come non c’era nessun idiota che bussasse alla porta per del volontariato o qualche amico inutile che magari voleva fare una festa.

Zoro guardò l’orologio. Erano quasi le 21 e lui per cena aveva avuto unicamente un panino con insalata e una bottiglia di sakè. Non aveva molto da fare a quel punto, ma era tutto sudato quindi pensò che fosse il caso di andarsi a fare una doccia. Zoro ci teneva al suo fisico quindi faceva allenamenti abbastanza pesanti ogni giorno, dai pesi alle flessioni agli addominali. Quindi, per i suoi canoni, almeno una doccia ogni due giorni era d’obbligo.

Entrò nel suo piccolissimo bagno, prese un nuovo shampoo, poiché il precedente era finito, ed aprì l’acqua. Si levò i vestiti nel mentre che si scaldava e dopo pochi minuti entrò nella doccia.

Cominciò a bagnarsi i capelli e l’acqua scendeva sul suo corpo. Ma non ci volle molto prima di uscire. Aveva sentito un rumore, la porta del suo appartamento che si apriva. Erano in due a possedere una copia delle chiavi: il padrone di casa e la sua ragazza, ma lei era una poliziotta ,e di certo con il Coronavirus lei non lo sarebbe mai andato a trovare ,se non magri durante le feste, o il giorno dell’anniversario e del compleanno di uno dei due. Zoro però si ricordava tutte le date. Il quanto insegnante di scherma era essenziale per lui ricordare gli orari, i determinati giorni, e soprattutto a chi erano riferiti. Perciò non poteva essere lei.

Quindi poteva essere solo il suo padrone di casa, ma non avrebbe avuto senso sempre per la ragione del Coronavirus. Ma se... fosse stato un... ladro? Impossibile, con la pandemia era assicurato che tutti fossero chiusi in casa. Ma se c’era davvero qualcuno così pazzie a andare in una casa dove c’era qualcuno lui non poteva di certo rimanere lì in doccia.

Zoro prese una asciugamano che riusciva a coprirlo fino a poco sotto il petto. Se lo mise, prese il suo rasoio, che come arma improvvisata sarebbe potuto andare anche bene considerata la sua forza fisica. Senza troppe cerimonie aprì la porta, uscì dal bagno con sguardo serio e rasoio in mano. Solamente per fare la figura del pesce lesso. La figura di fronte a lui era una donna, con un uniforme di blu poco più chiaro dei suoi capelli. Smorzato dagli occhiali rossi. Quella uniforme era della polizia, e anche non fosse stato ovvio lo si avrebbe capito dal distintivo che aveva sulla cinta. C’era poco da chiedersi chi fosse “TASHGI?! MA CHE CI FAI QUI?”, la corvina sinceramente era arrabbiata, lei era andata a trovare il suo fidanzato e lui le rispondeva così. Ma ormai era abituata al suo carattere scontroso, quindi ,piuttosto che a quello, badò a come era conciato: come arma aveva un rasoio, un rasoio. Solo quello le fece abbozzare un sorriso. Poi andarsene in giro praticamente nudo non era di certo la cosa più intimorente che ci fosse. Ma la cosa più ironica era il suo sguardo serio: conciato in quel modo, con quella faccia da samurai. Tashigi non poteva fare a meno di ridere genuinamente, poi alzando le mani. “Ti prego signor nudo non mi aggredire! Ehi attento con quel rasoio! Non è mica un giocattolo sai? Potrebbe essere pericoloso...” disse. Zoro lanciò via il rasoio ad una velocità esorbitante, e poi prese un secondo asciugamano per coprirsi. Tirò furi il suo orgoglio e chiese “Mi spieghi che ci fai qui?”, Tashigi arrossì a causa della sua proverbiale timidezza e sensibilità, ma la sua espressione non coincideva con le sue parole “Be vedi... ero tutta sudata mentre tornavo da lavoro... ed ho pensato di passare da te per sbollirmi.” Disse sfoderando il suo più malevole sorriso... ok. Che cazzo stava succedendo? Tashigi era la persona in assoluto più composta che Zoro conoscesse, inoltre lei in tutta la vita non si era mai permessa di infrangere anche solo una regola nemmeno giocando a carte. Quindi figurarsi se lei, che era addirittura una poliziotta, avesse deciso di infrangere il decreto della quarantena, per andare a scopare? Non che gli dispiacesse per carità, ma con il rischio della sospensione dalla caserma e la multa... lei non lo avrebbe mai fatto. No non era possibile...

Non lei. Non la sua Tashigi. A quel punto c’era poco da pensare... “Ma mi prendi in giro!?” Urlò il verde, “Non c’è alcun bisogno di scaldarsi” disse Tashigi ,per poi scandire meglio le parole dicendo “Te-So-Ro!”.  A quelle parole Zoro arrossì di colpo. Fanculo quella sensazione di fare qualcosa di proibito. La sensazione di gioia nell’aver rivisto la sua ragazza lo stavano facendo impazzire...

“Gah! Maledizione siediti sul divano io vado a vestirmi!” Disse ma non fece in tempo a fare un singolo passo che la fidanzata lo bloccò subito “Non andare...” disse prendendolo per un polso, Zoro si stupì del suo atteggiamento, “Mi vai bene anche così basta che stai con me!” Disse tutto d’un fiato. Ecco la sua espressione. Quell’espressione che aveva fatto innamorare Zoro. Quell’espressione così imbarazzata, così sincera ed innocente. Ma che in realtà nascondeva una donna forte e testarda. Zoro si sedette li accanto a lei “Mi spieghi che cos’hai?”, le disse con una dolcezza che non gli apparteneva, “Hai paura che io mi prenda il Virus?” Disse scherzosamente per provare a sdrammatizzare. “Zoro vaffanculo.”, non era di certo il momento di scherzare. “È che... vedi da quando è cominciata questa storia io sto sempre da sola a casa...” disse rannicchiandosi, e continuò stringendosi alle gambe “Vado a lavorare per cercare di contenere i poveretti che vorrebbero rivedere le persone care... poi vado a fare la spesa e torno a casa. E così ogni giorno, ed ogni giorno resto a casa sola” senza di te, era sottinteso. “Così ho pensato di mandare al diavolo questa quarantena e di venirti a trovare... io mi sono stancata di essere sola.” finì la ragazza, Zoro non se lo fece ripetere due volte e la abbracciò,”Se ti sentivi così sola bastava dirmelo. Sarei venuto da te immediatamente.” Le disse stringendo la presa. “Ora scusa ma ci tengo a non ammalarmi in questo periodo...” disse probabilmente riferendosi al fatto che era praticamente nudo. Tashigi corrucciò le labbra, di certo non poteva farlo ammalare per un suo capriccio, “Allora? Che fai ancora lì?” Gli disse di colpo, “Ma non ti dovevi andare a vestire?”, chiese la corvina ignara del piano del fidanzato, “Ho detto che non volevo ammalarmi. Non che mi sarei rivestito...

Si può continuare sotto le coperte...” rispose sogghignando e facendo imbarazzare ancora di più Tashigi. “Sono venuta qui per farti una sorpresa ma sembra che abbia preso tu l’iniziativa...” finì per poi seguirlo.

“Dici che il mondo ci perdonerà se lo facciamo?”, disse scherzando lei. “Piu che altro dobbiamo chiederci se Corona ci perdonerà.” Terminò il discorso Zoro , prima di approfondire l’intimità con la ragazza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo del coglionedell’autore

 

Ok... ok... lo so che è un po’ da infame ripresentarmi dopo una settimana con una Flashfic (che poi potrebbe anche essere una One Shot ma non ho voglia di contare le parole), piuttosto che con il secondo capitolo di  “Per qualche dollaro in più”, ma prometto a quelli che seguono che arriverà.

Devo ammettere che ho deciso di scrivere questo capitolo in disonore della quarantena. Da quando c’è il Coronavirus non esco quasi più di casa. Ed è veramente un peccato non poter vedere più molti amici e parenti.

Ovviamente non sto incitando nessun atteggiamento politico o altro. Mi sembrava solo un gesto carino (forse un po’ insensibile da parte mia), scrivere di come si potrebbero sentire due fidanzati che vivono in questo modo.

Che dire ancora. Ci vediamo al prossimo capitolo.

Un saluto da parte di me stesso Jason.

   
 
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