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Autore: lmpaoli94    09/04/2020    4 recensioni
Una storia immersa nelle lande verdi dei castelli e dei prati irlandesi.
Famiglie alleate e trame nascoste per distruggere la felicità o addirittura la vita dell’altro.
La gioia non può far parte in quel mondo pieno di ingiustizia e di crudeltà.
I sogni sembrano un lontano ricordo e la spensieratezza dei giovani sembra sparita per sempre.
ma non per Anastasia Steele, contessa di Limerick e figlia di una delle famiglie più importanti del regno d’Irlanda.
La volontà di trovare l’uomo giusto per rendere la sua vita perfetta sarà ostacolata dalla gelosia delle persone più vicine a lei e da trame di matrimonio che mineranno per sempre il suo futuro
Ma la giovane Steele sarà talmente determinata da non fermarsi mai dinanzi a nulla pur di portare a termine il suo amore proibito e mai nascosto del lord più invidiabile della corte irlandese.
Genere: Drammatico, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, FemSlash | Personaggi: Anastasia Steele, Christian Grey, Elena Lincoln, Leila Williams
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
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Raymond Steele non si era mai sentito così nervoso prima d’ora.
il compleanno di sua figlia Anastasia lo aveva lasciato scioccato e gli strascichi della sua rabbia sarebbero durati per molto tempo.
< Signor Steel, la stavamo aspettando. >
< Buonasera, Signori. Faccio portare ancora un po’ di sigari e brandy? >
< Perché no? mi sembra un ottima idea. >
< Soprattutto per un messicano come voi, Gonzalez. >
< I sigari mi piacciono molto. Forse molto di più di vostra figlia. >
< Attento, Gonzales. Mia figlia è di proprietà del duca di Ashford. E voi siete solo un marchese. >
< Sono sempre un nobile. Non cercate di sminuirmi. Le nostre famiglie si sono aiutate molto nel corso degli anni. >
< Lo so bene. Infatti non l’ho mai scordato. Allora Gonzales, tocca a voi puntare la prossima somma di denaro. >
< Credo che mi ritirerò. La fortuna non è dalla mia parte questa sera. Nel vero senso della parola. >
Il circolo di gioco e dei fumatori si svolgeva in un aria segreta del castello.
Carla e tutte le mogli dei giocatori non avevano la più pallida idea di dove i loro mariti passassero tutto il tempo a giocare d’azzardo e sicuramente i mariti non perdevano tempo per rivelarglielo.
Il loro segreto e i loro presunti patti tra maschi dovevano stare lontano dalle dicerie delle signore, soprattutto non essendo un settore che poteva riguardarlo.
< Fortunato nel gioco, sfortunato in amore > aveva detto Raymond mentre continuava a vincere.
< Però, io non direi che Carla sia una vera sfortuna. >
< Volete scherzare, Ray? Carla è la peggiore moglie che mi sia capitata. Per non parlare di sua figlia Anastasia. Una vera ribelle che non ascolta i consigli dei suoi genitori. >
< Vorrei ricordarvi che è anche vostra figlia. >
< Sì, Gonzales. Ma preferirei che tu non me lo ricordassi. Almeno per ora. >
Nel mentre Raymond stava continuando a vincere, l’arrivo del Duca di Ashford lo destabilizzò improvvisamente.
< Duca. È un vero piacere vedervi in questo angolo per soli uomini. Posso offrirvi qualcosa. >
< No, Signor Steele. Vorrei solo scambiare qualche parola in privato con voi. È possibile? >
< Certo che sì. >
Raymond aveva intuito che c’era qualcosa che non andava, non avendo mai visto il Duca Jack così triste e serio.
< Spero che non riguardi mia figlia. Ovvero, non qualcosa di brutto. >
< Riguarda proprio lei. >
< Che ha combinato? >
< Conte Steel, mi volevate far sposare con una stupida ragazzina senza principi? Che cosa potrei farmene di lei? devo proteggere in qualche modo il mio buon nome e sicuramente non riuscirò a farlo se rimango insieme a lei. Ha bisogno ancora di crescere e rimanere accanto a me non può che peggiorare la situazione. >
< La prego Duca di Ashford, cerchi di ragionare. Mia figlia, come posso dire, è galvanizzata dalla bellissima festa di compleanno che gli ho organizzato. Ha appena sedici anni di età ed è molto difficile per lei parlare di matrimonio. Sono convinto che nei prossimi giorni cambierà visibilmente opinione. >
< Non credo che sia possibile, Signor Steele. E poi non avrò tempo di rimanere troppo a Limerick. Gli affari della mia famiglia mi aspettano nella mia dimora e non posso dilungarmi nelle mie “vacanze”. Però se siete d’accordo, accetterò di giocare ad una partita a poker contro di voi. Accettate? >
< Certo. Non potrei mai rifiutare. >
Raymond fu molto dispiaciuto e amareggiato dalle parole del Dica di Ashford.
Aveva sempre creduto che sua figlia fosse un irresponsabile e frivola bambina, ma addirittura comportarsi in maniera indegna perdendo la loro alleanza e il loro fidanzamento l’aveva portato ad un nuovo piano che proveniva oltre le mura di Limerick.
< Linc! > fece Raymond chiamando il servitore a gran voce.
< Ditemi, signore. >
< Portate questa lettera all’Abbazia di Kylemore e dite al monsignore che si occupa del mio segreto di portarla il più velocemente possibile qui a Limerick. >
< Quanto velocemente? >
< Voglio lei non oltre domani. Il Duca di Ashford non può partire. Non posso permettermi di perdere la sua alleanza e amicizia. Mi sono spiegato? >
< Perfettamente, signore. Sarò efficiente come sempre. >
< Lo spero tanto. Se non vedrò arrivarla entro domani a mezzogiorno, la tua testa sarà attaccata ad una picca all’entrata del castello. Guarda di non sfidare la mia pazienza, Linc. Non ora. >
< Come volete voi, signore. Provvederò subito > disse infine Linc prima di sparire tra la folla degli invitati,
< Molto bene Duca di Ashford: sono tutto per voi. >
 
 
Il compleanno di Anastasia Steele non poteva essere lo stesso senza la contessa Katherine Kavanagh, amica di una vita della giovane Steele.
I due si erano conosciute in tenera età ed essendo due vicine di castello (Katherine Kavanagh alloggiava fino a poco tempo fa’ nel Castello di Bunratty), il loro rispetto reciproco e la loro amicizia non si erano mai scalfite fino a quel giorno.
< Katherine! Sono felice di vederti qui! >
< La stessa cosa vale per me, Ana > replicò la giovane donna abbracciandola < Come ti senti? >
< Potrei stare molto meglio > mormorò Anastasia con un velo di disperazione.
< Che succede? Problemi con i tuoi genitori? >
< Sì. Soprattutto con mio padre. >
< Che ha fatto? >
< Vuole combinarmi un matrimonio con il Duca di Ashford. Ed io, essendo appena una sedicenne, ho rifiutato in piena regola mettendomi contro di lui. >
< Hai fatto bene. I propri genitori non dovrebbero imporre cosa fare i propri figli. È l’ora di finirla. >
< Sto pensando di andarmene via da qui, ma sembra impossibile. Gran parte delle terre irlandesi appartengono a mio padre e fuggire per me risulta molto difficile. >
< Ana, non ci resta altro che allearci con le persone giuste. >
< A chi ti riferisci? >
< A nessun in particolare. Ma ci sarà qualcuno che può aiutarci ad evadere la nostra vita quotidiani. Altrimenti vieni a stare da me per un bel po? E rimani lontana dalla tua famiglia. >
< Non so se mio padre accetterebbe. Essendomi messa contro di lui, posso considerarmi in punizione a vita. >
< Almeno finché non avrai diciotto anni. Non può tenerti segregata per tutto il resto della tua vita. >
< Può eccome. >
< Sul serio? >
< Ovvio che sì. Lo so, non conosci mio padre… >
< E non ci tengo a farlo. T’immagini se io e lui abitiamo sotto lo stesso tetto? >
< Sarebbe la tua completa rovina. >
< Puoi dirlo forte, amica mia. >
< E come se non bastasse, io odio tutti quei nobili che brindano e parlano amichevolmente tra di loro come se fossero amici di tutta una vita. Ma sanno bene che stanno solo fingendo. >
< I propri nobili sono legati alle loro casate e ai loro interessi. Fanno solo buon viso a cattivo gioco ma fuori di qui sono spietatissimi. >
< Ed io dovrei legarmi ad uno di loro? Non ci pensare nemmeno. >
< E comunque devo dire che ci sono dei partiti molto carini. Come ad esempio il marchese Gonzales. >
< Te lo regalo con grande piacere. Io e José siamo solo amici. >
< Non ci sono amicizie quando dietro ci sono gli affari di famiglia. >
< Smettila di parlare come mio padre. Non ti sopporto. >
< Ahahah stavo scherzando > ribatté divertita Katherine.
< Spiritosa. Vogliamo ravviare questa bellissima giornata? >
< Cos’hai in mente di fare? >
< Vieni con me e lo scoprirai. >
 
 
Raymond Steele guardava accuratamente le sue carte da gioco.
Dopo aver perso tutto quello che aveva vinto contro i suoi avversari, gli rimaneva poco sul piatto da offrire.
< Punto cento soldi, Signor Steele. Avete decisamente perso visto che non avete abbastanza denaro per pareggiare la mia offerta. >
Con le spalle al muro, Raymond si apprestava ad arrendersi.
ma un vecchio marpione come lui non si sarebbe mai arreso in condizioni così svantaggiose, soprattutto quando in mano aveva una bella mano.
< Allora Raymond, vi arrendete? >
< Non così in fretta, Duca di Ashford. Ho ancora un asso nella manica che posso mettere sul piatto: le mie riserve di lingotti d’oro a Dublino, nel castello di Malahide. >
< Interessante. Non ho mai sentito di un simile giacimento. >
< Sono i fondi della mia famiglia. Li utilizzo in situazioni d’emergenza come questo… Ora la domanda che mi sorge spontanea è questa. Sarete voi a pareggiare la mia offerta? >
Fissandolo con sguardo malleabile e convinto, il Dica di Ashford mise sul piatto il castello e tutte le sue terre.
< Non è abbastanza rispetto alla mia offerta. Ho più di mille lingotti d’oro dal valore indecifrabile. >
< Le mie terre valgono quanto il vostro oro. Fidatevi, Conte Steele. Ne vale la pena. >
Convinto dalle parole del Duca di Ashford, Raymond si apprestava a fare vedere le sue carte.
< Poker di sette. >
Uno sguardo di meraviglia e un lampo negli occhi del Duca fecero capire al conte Steele che aveva vinto la partita.
< Mi dispiace, signor Hyde. Possiamo discutere il vostro pagamento un po’ per volta. Magari posso dimenticare questo spiacevole fatto se voi alla fine accettaste di sposare mia figlia. >
< In verità mi piacerebbe molto domare quella donzella e fargli capire il posto che si merita… Ma naturalmente senza avere sul collo nessun tipo di debito. Ecco le mie carte. >
Quando Raymond Steele vide che il suo avversario in mano aveva una scala reale di quadri, il suo cuore mancò un battito.
< Non è possibile. Io… >
< Conte Steele, mi sa tanto che dovrò prolungare il mio soggiorno nel vostro castello. Il viaggio da qui a Dublino è molto lungo. Sarò molto felice di portare il vostro oro e le vostre ricchezze dalla tenuta di Malahide fino ad Ashford. Con il vostro aiuto, s’intende. >
< Io… io… >
< State calmo, Signor Steel. È solo un gioco. Ci sono cose ben peggiori. >
La perdita di tale somma non riuscì ad essere sopportata dal Conte Steele che cadde svenuto sotto gli occhi di Jack Hyde.
< Maledizione. Questa non ci voleva. >
   
 
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