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Autore: Dreamer In Love    09/04/2020    1 recensioni
"Tell me somethin', girl
Are you happy in this modern world?
Or do you need more?
Is there somethin' else you're searchin' for?"
(Shallow - Lady Gaga & Bradley Cooper)
Shade si è appena trasferito in una nuova città, in una nuova scuola dove, volente o nolente, è costretto a entrare in contatto con un gruppo di scalmanati. E lui che pensava di passare un anno tranquillo… Tra lezioni, amicizie e amori, scoprirà che a volte non tutto ciò che si vede è la verità. Dovrà scontrarsi con un mondo a volte troppo crudele e inoltrarsi in strade buie e tormentate per riuscire a scorgere la luce dell'amore nell'oscurità.
La RedMoon è vita, ma in un certo senso c'è anche qualche cenno di RXS e RXB e FxB.
Genere: Azione, Demenziale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Fine, Shade
Note: AU, OOC | Avvertimenti: Tematiche delicate
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cattive ragazze '
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18.
Preparativi

- Un pessimo manuale di sopravvivenza -
 
L’ennesimo messaggio produsse una vibrazione che in contatto con il comodino risultava un rumore antipatico e sgraziato. Shade si rigirò nel letto, seccato, e allungò un braccio per afferrare il cellulare. La luce del sole di quel lunedì mattina che filtrava dalle finestre non rese troppo fastidiosa l’accensione dello schermo. Le notifiche provenivano dalla chat di gruppo; Mirlo non si era nemmeno degnata di mandargli la buonanotte la sera prima. Aprì i messaggi per capire di cosa si trattasse. Lione stava organizzando una gita in montagna per il compleanno di Fine, il 4 luglio. Volevano andare nello stesso luogo in cui l’anno prima avevano festeggiato e dormire in tenda sotto le stelle. Fine tentava di convincere gli amici che non era necessario fare qualcosa per il suo compleanno ma ovviamente nessuno le dava retta. In un’altra chat, Altezza cercava di capire cosa regalare alla ragazza dai capelli rossi: ognuno diceva la sua, non si riusciva a trovare un accordo e il budget era limitato. Scrisse velocemente cosa pensava. Indugiò sul contatto di Mirlo, nel dubbio se scriverle qualcosa o lasciare stare. Decise di essere sincero: aveva bisogno di parlarle e le dava appuntamento. Si alzò per andare a fare colazione. Scese le scale trascinando i piedi. I rumori provenienti dal piano terra indicavano che la casa era già in fermento.
Una bambina dai capelli rosa era seduta in cucina a mangiare i suoi cereali mentre la madre armeggiava con le padelle.
- Buongiorno a tutti. –, bofonchiò il cobalto con uno sbadiglio.
Maria gli rivolse un dolce sorriso.
- Stavo per venire a chiamarti tesoro. Non hai sentito la sveglia? -
Sua sorella, invece, gli fece una linguaccia.
- Ti sembra questa l’ora di alzarti? –
- Sei la solita maestrina. -, le disse il ragazzo posandogli un bacio umido sulla guancia.
Milky si strofinò il viso con un verso disgustato, guardando accigliata il fratello che salutava con un abbraccio la madre.
- Devo averla spenta nel dormiveglia. Ho fatto fatica a dormire. -
- Ultimamente stai sveglio fino a tardi. –, costatò la più grande e il figlio si sedette sullo sgabello della penisola. 
- Pensieri. -, rispose asciutto Shade e fece una smorfia guardando l’orologio che segnava le otto: effettivamente si era svegliato in ritardo rispetto al solito; diede un’alzata di spalle.
- Ah! Problemi di cuore… -, commentò con volto sognante Maria e il cobalto la liquidò con un gesto di stizza, facendola scoppiare a ridere.
Rubò la tazza dei cereali alla sorella e cominciò a sgranocchiare. Le proteste di Milky arrivarono immediate.
- Orco terribile! Non rubare il mio cibo. -
 
Che esserino fastidioso la mia sorellina adorata. Com’era possibile essere così energici la mattina?!
 
A un tratto sgranò gli occhi.
- Milky… dove hai trovato quella divisa? –
La piccola mise il broncio.
- Non l’ho trovata da nessuna parte. È la mia divisa scolastica! –
Maria s’intromise nella discussione.
- Come mai l’hai chiesto Shade? –
Shade immerse il viso nei cereali, pensieroso.
- Ho conosciuto una bambina settimana scorsa che portava proprio quei vestiti. -
A Milky s’illuminarono gli occhi.
- Magari è una mia compagnia! Come si chiama? –
- Rein. –
La bambina dai capelli rosa sorrise raggiante.
 
 
Shade sospirò infastidito masticando avidamente la sua seconda colazione. Il croissant caldo alla cioccolata alleviò la delusione ma il pensiero lucido che tutto stava andando a rotoli non trovava nessun conforto. Di nuovo, Mirlo non si era fatta vedere all’appuntamento che le aveva dato, lasciandolo solo sulla strada verso la scuola. Lo stava platealmente evitando, a maggior ragione ora che aveva mostrato l’intenzione di lasciarla. Non capiva il senso di prolungare la loro squallida relazione, l’agonia di quell’equilibrio precario che era diventata la loro storia. Sbuffò.
 
In quel momento non riuscivo proprio a capire cosa ci avessi trovato in lei.
 
- Dovresti smetterla di mangiare porcherie. Tutti gli sforzi di Auler e Bright saranno vani altrimenti. -, lo rimbeccò all’improvviso una voce fin troppo conosciuta.
Shade notò la compagna di scuola seduta sul solito muretto e gli nacque spontaneo un sorriso sulle labbra.
 
Era straordinario il potere che aveva su di me la sua sola presenza.
 
Accelerò il passo per andarle incontro e Fine si alzò per proseguire insieme la strada.
- Anche tu dovresti smetterla con quella porcheria. -, l’apostrofò il cobalto.
Fine si tolse la sigaretta dalle labbra e guardò distrattamente la stecca. Poi, alzò le spalle.
- Sono nervosa. –
- Un po’ troppo spesso ultimamente. Che esempio dai agli altri studenti? –
Lei sorrise apertamente, una punta di malizia le attraversò le iridi chiare.
- Forse hai ragione ma la mia indole da cattiva ragazza è difficile da sopire. –
- La sigaretta è sopravvalutata. Vuoi mettere con un orsacchiotto e un lecca-lecca? –
Shade aveva scoperto dai loro amici che Fine aveva l’abitudine, quando frequentava l’asilo, di trascinarsi dietro un piccolo coniglio di pezza di nome Poomo e che non mancava mai di portarsi un lecca-lecca. Lione gli aveva anche promesso, segretamente, di fargli vedere una foto in cui era ritratta in quel modo.
La rossa roteò gli occhi spazientita, e gli diede una gomitata.
- Dovresti prendermi più sul serio. Devo darti una rinfrescata su quanto sia pericolosa? –
Lui alzò le mani in segno di resa.
- I ragazzi devono smetterla di raccontarti queste cose. -, borbottò ancora seccata la giovane.
- Quindi questo fine settimana è il tuo compleanno, eh? –, cambiò argomento Shade, sorridendo divertito.
Fine scosse la testa, afflitta.
- Non ricordarmelo per favore. Chissà cosa stanno architettando quelli là. –
Shade rise.
- Puoi biasimarli? Ti vogliono bene. –
La ragazza assunse un cipiglio saccente e lo guardò attenta.
- So che sei loro complice. L’anno scorso mi hanno portata al luna park e mi hanno costretta a fare la foto in braccio alla mascotte del parco. Sento che stavolta, grazie al tuo contributo, sarà ancora peggiore. –
A Shade brillarono gli occhi.
- Voglio subito vedere quella foto. –
Tirò fuori il telefono e cominciò a digitare sul gruppo; la ragazza cercava di prendergli l’aggeggio dalle mani per impedirlo, insultando e picchiando. Riuscì ad afferrare la sua preda e, soddisfatta, nascose il cellulare nella tasca della gonna. Shade sospirò alzando gli occhi al cielo.
- Va bene, mi arrendo. Avevi in mente qualcosa di meglio per caso? -, riprese la discussione Shade. – Un rave party o il calumet della pace? –
- Una semplice serata al karaoke? -, tentò la rossa ignorando con uno sbuffo il tono ironico del ragazzo.
Il cobalto sgranò gli occhi e scoppiò a ridere.
- Questa non me l’aspettavo da te Tigre rossa. Adesso sono troppo curioso di sentirti cantare. Datemi un microfono!  –
Il calcio nel ginocchio per aver usato quel nome e averla presa nuovamente in giro arrivò immediato e per poco il giovane non si ritrovò con il naso spiattellato sull’asfalto. Stavano attraversarono in quel momento i cancelli della scuola e si diressero verso gli armadietti delle scarpe.
- Come mai hai chiesto di tornare durante la mattinata domenica? Bright mi aveva già sfidato a chi pescava più trote… -
 
Non resistetti a chiederlo.
Durante la conversazione avvenuta tramite messaggio, Fine aveva chiaramente fatto capire che nel pomeriggio doveva essere a casa.
Oltre a sapere che si occupava di sua sorella, la vita di Fine al di fuori della scuola era ancora un mistero per me.
Avevo provato a più riprese a chiedere notizie a Lione e ad Altezza ma non avevano mai voluto sbilanciarsi. Per quanto riguarda Bright, Auler e Sophie ero giunto alla conclusione che di molte cose non venissero nemmeno informati.
 
Fine abbassò immediatamente lo sguardo a quella domanda e si passò una ciocca dietro l’orecchio.
- Devo andare al cimitero. -, rispose laconica e accelerò il passo fino allo scompartimento con il suo nome.
Il volto di Fine era irrigidito e i movimenti nervosi; nel tragitto, buttò la sigaretta a terra per spegnerla con il tacco della scarpa da ginnastica e raccolse la cicca per buttarla nel cestino.
Shade, invece, si ritrovò a tossire sull’ultimo pezzo di croissant che gli si era fermato in gola alle parole della giovane.
 
Pensavo di essere un genio dello spionaggio e invece ero solo il solito idiota patentato.
 
Shade la seguì immediatamente – ancora livido dalla mancanza di ossigeno - e appoggiandosi all’armadio guardò apprensivo la compagna che si sfilava le scarpe.
- Scusami. -, disse solo. – Non ci ho pensato. –
La rossa alzò le spalle ma non si azzardò a guardarlo. Il Ragazzo di Tokyo le si fece più vicino e le sfiorò il braccio con le dita. Le accarezzò la mano e l’afferrò saldamente. La giovane non potè fare altro che prestargli attenzione. I loro occhi s’incrociarono: quelli cremisi erano lucidi di pianto ma l’espressione tradiva la sorpresa per quel contatto che, nonostante tutto, le faceva effetto.
 
E io non avevo valutato quanto potesse essere pericoloso e azzardato quel gesto.
Come potevo anche solo aver pensato che fare finta di niente, barricare i miei sentimenti per lei dietro le solite schermaglie, potesse bastare ad archiviare la portata di quel bacio: descriverlo come uno tsunami che aveva devastato ogni mia certezza e smosso la mia anima non era sufficiente.
 
Trasalirono entrambi, allontanandosi come se avessero preso la scossa. Rimasero per diversi secondi a fissarsi: lui non sapeva mettere insieme una frase sensata che non tradisse il suo imbarazzo e il desiderio struggente che lo dilaniava di baciarla ancora; lei era combattuta tra la necessità di sapere se quelle sensazioni erano solo a senso unico – se lui ricordava quel bacio - e la voglia di fuggire in un posto sicuro, lontano da quei pericolosi occhi cobalto.
 
Come insegnava ogni buon manuale di sopravvivenza, nel dubbio su cosa fare bisognava crollare a terra e fingersi morti…
 
- Ma la foto che dicevi prima l’hai fatta con la mascotte del parco a tema sesso? –
Fine sgranò gli occhi e diventò paonazza. Chiuse il suo armadietto delle scarpe con forza - il rumore fece girare diverse teste – e ancora più impettita si avviò velocemente verso la sua classe. Tutto questo non prima di aver dichiarato con tono chiaro e perentorio: “Idiota!” al suo interlocutore.
 
 
Shade annuiva concitato a tutto quello che la sua fidanzata gli diceva, cercando di non prestare attenzione al resto del tavolo e soprattutto a una certa ragazza dai capelli rossi che, fortunatamente, sedeva nel lato opposto al loro.
 
Per la prima volta in quei giorni ero contento che Mirlo si fosse fatta viva. Mi aveva evitato un pranzo in mensa imbarazzante.
 
- Mi dispiace Shade ma oggi sono impegnata. Di che cosa volevi parlarmi? –
- Sarebbe meglio essere da soli, Mirlo. Vorrà dire che rimanderemo a settimana prossima. Che cosa hai da fare questa volta? –
La castana sbuffò a quelle parole ma un leggero sorriso tradiva il suo sollievo per aver rimandato la famosa chiacchierata. Era ancora in tempo per rimediare. Aveva capito fin troppo bene le intenzioni di Shade e non voleva dare la soddisfazione a Fine di averlo di nuovo sentimentalmente disponibile. Poi, come il resto del tavolo, aveva notato che tra quei due c'era della tensione. Decise che non le importava troppo sapere cosa fosse successo e godersi quel clima lugubre tra Shade e Fine. Ovviamente, sarebbe andato a suo vantaggio.
- Devo studiare e occuparmi di mio fratello. In più mi sono messa d’accordo con le mie compagne della Sendagaja. Ci vediamo per una merenda in centro. –
Quelle parole furono intercettate da quattro paia di orecchie e Altezza si schiarì tatticamente la voce.
- Ti senti ancora con loro? –
Mirlo si voltò con un cipiglio scocciato verso la sua interlocutrice.
- Certo, ho qualche amica con cui sono rimasta in contatto. Andiamo nel nuovo locale vicino alla stazione. Abbiamo sentito dire che i butler sono davvero carini. –
Fine si strozzò con l’acqua che stava bevendo; cominciò a tossire rumorosamente mentre Bright cercava di aiutarla dandole pacche sulla schiena. Lione le lanciò un’occhiata preoccupata ma sorrise alla cugina.
- È un locale originale. Noi ci siamo state ieri pomeriggio, vero ragazze? –
La bionda annuì concitata e Sophie congiunse le mani al petto.
- Sono vestiti così elegantemente. Ci siamo sentite delle vere principesse. –
Una mano batté sul tavolo.
- Sono meglio i maid cafè. -, dichiarò la rossa con la voce ancora affaticata.
Lione e Altezza scoppiarono a ridere mentre i loro amici non capivano cosa ci fosse di così divertente.
- Cosa sarebbero i butler? -, domandò Auler, ancora confuso.
- Sono camerieri maschi. I butler’s cafè sono pensati per una clientela prettamente femminile. -, spiegò Mirlo agli uomini del tavolo che non s’intendevano di quelle cose.
 
Mi finsi stupito, ma la mia conoscenza sul tema era dipesa da una dettagliata pagina web che mi aveva rivelato tutti i segreti di quel mondo.
Avevo visto giusto: il giorno prima la piccola Rein mi aveva raccontato che c’era agitazione tra le cameriere e Camelot proprio per l’apertura del nuovo locale che avrebbe fatto loro concorrenza. La signora in questione, quando avevo riportato a casa la bambina, mi aveva detto di aver già provveduto ad informarsi sulla natura del nuovo maid. Quelle informazioni, unite allo strano atteggiamento della rossa e alle coincidenze di quel discorso, mi fecero riflettere. 
 
Il rumore stridulo della sedia trascinata sul pavimento li fece girare tutti verso la ragazza dai capelli rossi che si alzava trafelata. Il cellulare nella mano destra aveva lo schermo illuminato per una chiamata in arrivo. Si fiondò fuori dalla mensa afferrando la borsa con i libri. Lione e Altezza le andarono subito dietro.
Nel corridoio vuoto, Fine portò l’apparecchio elettronico all’orecchio e rimase in silenzio ad ascoltare la voce dall’altra parte del ricevitore. La rossa scambiò poche battute sotto lo sguardo preoccupato delle amiche.
- Devo andare. -, dichiarò nel riattaccare. – Riuscite a coprirmi? –
- Certo, Fine. Non preoccuparti. -, la tranquillizzò Lione.
- Hai deciso cosa fare con Mirlo? -, l’apostrofò invece Altezza, impaziente.
Fine alzò un sopracciglio e guardò scocciata l’amica.
- Avete sentito anche voi: lui vuole parlarle. Sono sicura voglia lasciarla. –
- Cosa te lo fa pensare? L’ha detto lui? –
La giovane distolse lo sguardo e si appoggiò alla parete dietro di lei, cominciando a giocare con una ciocca di capelli.
Lione e Altezza si scambiarono un’occhiata eloquente e si fecero più vicine.
- È successo qualcosa tra te e Shade? –
- No! -, rispose subito ma sotto le espressioni attente delle compagne si strinse nelle spalle. – Non lo so… Ma non centra nulla con quello che sappiamo. Non voglio essere io la causa della loro separazione. Mirlo non merita Shade, è vero, ma ha rovinato tutto da sola. Se invece intervenissimo, troverebbe il modo per incolparci. Aspetteremo ancora qualche giorno. –
Altezza sospirò rumorosamente e sorrise all’amica.
- Hai ragione. C’è il rischio che Shade se la prenda anche con noi. E noi non vogliamo che Shade si arrabbi, vero? -, la punzecchio la bionda.
Anche la ragazza dai capelli rossi si sciolse appena. Le diede uno spintone scherzoso.
- Ora vado, altrimenti quella strega troverà qualcosa di cui lamentarsi. –
- Saluta Camelot. -, le disse Lione prima di stringerla in un abbraccio.
Fine si rilassò tra le braccia dell’arancio. Sapevano sempre cosa dirle, come farla sentire meglio, rispettando però i suoi spazi. Si sentiva così fortunata ad avere accanto quelle due splendide donne. Si congedò con un sorriso sincero per poi avviarsi verso la sala professori.
 






Eccomi! 
Questa volta mi sono ricordata di pubblicare puntualissima! Sono davvero contenta che stiate seguendo così in tanti questa storia; mi piacerebbe rivecere anche qualche recensione, giusto per capire cosa ne pensate. Fate questo piccolo sforzo, plz! 
Comuqnue non c'è molto da dichiarare. Shade si è stufato di Mirlo e stacercando il modo migliore di lasciarla. Con Fine ormai la chimica è alle stelle ma tutti e due sono timorosi dei propri sentimenti. In più non sono giorni troppo felici per la nostra amata protagonista perchè, vi ricordo, che i genitori sono morti proprio il giorno del suo compleanno. Nonostante ciò, i ragazzi vogliono festeggiare e nel prossimo capitolo entreremo nel merito della gita in montagna. 
A giovedì prossimo e un bacione enorme, 
Dreamer In Love

 
  
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