6 – Her Name
Marinette era seduta sul suo letto, in attesa che Chat noir arrivasse. Era nervosa, nervosissima, arrabbiata e molto scocciata.
Prima, mentre era ancora in classe, parlare con Adrian era stata la cosa più difficile da fare perché, pur non avendo idea di cosa la spingesse ancora a farlo, la sua presenza la metteva ancora in soggezione.
Ma che problemi aveva il suo cervello?
Lo aveva visto..aveva visto Chat noir diventare Adrian davanti ai suoi occhi.
E allora perché davanti ad Adrian continuava a balbettare?
-Marinette, cosa pensate di fare?- le chiese Tikki, distraendola dai suoi pensieri
-Tikki, io non lo so..-le rispose.
La kwami la guardò e vide i suoi occhi svuotarsi completamente. Aveva già visto altri portatori svelarsi prima del tempo e non aveva mai portato a nulla di buono, ma non aveva ancora visto nessuno ridursi nello stato in cui si trovava Marinette. I suoi sbalzi di umore erano al limite della normalità. In effetti, non c'era niente di normale in quella situazione.
In quel momento, spuntò la testa di Chat noir dalla botola.
-Vieni, entra. .- lo chiamò Marinette -..non possiamo rischiare di essere visti-
-Ma, i tuoi genitori..?- chiese il gatto
-Non ci saranno per almeno un paio di ore- tagliò corto la ragazza -Ora, direi che abbiamo una sacco di cose da chiarire, Chat-
***
“Ecco, è ritornata Ladybug” pensò il ragazzo. Dopo quella mattina, Adrian aveva capito che Marinette si comportava in due modi diversi in base alla situazione. A scuola era in Marinette-MODE, ora in Ladybug-MODE.
Contro ogni previsione, aveva sperato con tutto il cuore di non trovarla in Ladybug-MODE. Evidentemente era l'unico modo in cui voleva affrontarlo al momento.
-Va bene, credo che tu abbia il diritto di cominciare. Al momento ascolterò- disse sedendosi a gambe incrociate sul letto, con lei, dal lato opposto.
Lei gli lanciò un'occhiataccia -Ah, come quando ti ho detto che non avremmo dovuto rivelare le nostre vere identità?-
Le parole di Marinette lo colpirono con la stessa forza di un pugno nello stomaco.
-Ecco..io..- balbettò alla ricerca di qualcosa di intelligente da dire.
-No, scusami, sono stata meschina e cattiva- ammise la corvina -e se continuo ad aggredirti, non concluderemo niente- concluse lei, facendo quindi un profondo respiro, riprendendo, almeno apparentemente, il controllo.
Wow.
Ma quella era davvero Marinette?
-Allora, non possiamo andare avanti così- esordì il biondo -come ti ho detto prima, la gente a scuola si è resa conto che qualcosa non va- continuò, ripensando alla conversazione avuta con Alya -e sinceramente credo che questa situazione sia pericolosa, oltre che estremamente difficile-
-Hai ragione, qualcuno, nel tempo, potrebbe arrivare a conclusioni fin troppo assurde per essere false- rispose lei, guardando verso la sua kwami -e quanto meno dobbiamo proteggere le persone che ci stanno vicine- continuò alzando lo sguardo, fissando un punto dietro Chat -non voglio neanche immaginare a cosa succederebbe se Papillon scoprisse chi siamo realmente- sul suo viso comparve del terrore.
Durò solo un momento, ma Adrian lo vide molto bene. In effetti, anche lui aveva pensato a questa eventualità e gli scenari che gli si erano prospettati erano uno peggio dell'altro.
-Hai ragione, abbiamo veramente troppo da perdere- assentì lui -ma, Marinette- la chiamò, prendendole istintivamente la mano -io non voglio perdere neanche te- le disse, tirando fuori tutto il coraggio che aveva in corpo.
La vide spostare il suo sguardo su di lui e confondersi.
Ma la sua mano rimase tra le sue zampe.
La Marinette-MODE stava forse ritornando?
-Io..Chat io non..- balbettò
-Marinette, sono sempre io, Adrian..- la interruppe, avvicinandosi a lei, tenendo stretta la sua mano e provando a prendere anche l'altra.
Fu allora che lei la ritrasse, i suoi occhi diventarono di ghiaccio e la sua voce diventò completamente atona.
-Ma tu, ami LEI-
***
Marinette era un fascio di nervi. Il suo cervello aveva definitivamente smesso di funzionare. Il suo autocontrollo e tutti i suoi buoni propositi per quella serata erano andati.
Lui non voleva perderla, lui era sempre lui, lui era sempre Adrian e BLA BLA BLA..
-Cosa? Marinette cosa stai..?-
-Marinette di qua, Marinette di là!- urlò lei -Adrian, abbia almeno la decenza di non prendermi in giro!- sbraitò
Lui indietreggiò -Ma io non..-
-Non te ne frega NIENTE DI ME!- continuò, ormai completamente incurante di quello che lui potesse dire o fare -A te importa solo di Ladybug! Ho passato giorni a sentirti parlare di quanto fosse BELLA Ladybug, di quanto fosse FORTE Ladybug, di quanto fosse CORAGGIOSA Ladybug, di quanto fosse INTELLIGENTE Ladybug- lo canzonò, facendogli malignamente il verso -e questo quasi TUTTI. I. GIORNI.- scandì -Che tu fossi Chat noir o Adrian- era esausta, lo sapeva e non gliene fregava più niente di mostrarglielo -quindi non mi venire a dire che “non vuoi perdermi” perché sappiamo entrambi che potevo anche essere Rose, per quanto ne sapessi!- ormai il sangue le ribolliva nelle vene.
Chat era visibilmente sconvolto e spaventato, ma Marinette ormai era completamente fuori controllo.
-Vattene, VATTENE VIA!- gli urlò, cercando di graffiarlo, ma lui con un balzo saltò fuori dalla botola, appena in tempo.
La stessa si richiuse, dando a Marinette la possibilità di chiuderla dall'interno.
Cadde sul letto, atterrando sulla caviglia dolente, ma il dolore che aveva nel cuore era molto peggio. Lacrime amare ricominciarono a scenderle dagli occhi mentre veniva scossa da violenti spasmi.
-Basta Marinette, ti prego..- la implorò Tikki, volando nel suo campo visivo, ma la ragazza si limitò ad alzare il capo verso si lei.
Le sue pupille erano incredibilmente strette.
-Ti prego Marinette, parla con me..-
-No, Tikki, NO!- esplose di nuovo -Non voglio parlare, io voglio URLARE!- strillò, alzandosi dal letto e alzando le braccia -Perché?- chiese ancora -Tikki dimmi per quale motivo proprio Adrien doveva essere Chat Noir?!-
Ma Tikki non riuscì a risponderle.
Marinette aveva lanciato i suoi orecchini dall'altra parte della stanza.