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Autore: JennyPotter99    10/04/2020    0 recensioni
Nel lontano 1° ottobre 1989, 43 donne in tutto il mondo partorirono contemporaneamente, senza avere effettivamente nessun segno di essere incinte.
All’epoca, il miliardario Sir Reginald Hargreeves decise di prendersene con se otto e crescerli come fossero suoi.
Tutti, tranne uno.
L’ottavo figlio era già suo.
Il bambino in questione, o meglio, la bambina, era stata partorita lo stesso giorno dalla moglie di Reginald, morta poi di parto.
O almeno era quello che era stato detto a Mandy da suo padre.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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7 anni prima.
 
Klaus e Mandy si nascosero sotto il tavolo della cucina, alle due di notte, con una torcia e la mappa del mondo rubata proprio quel giorno durante una missione.
-Ok..Qui c’è la statua della libertà…E devo assolutamente salirci!- esclamò Mandy.
-Niente sarà mai come la torre Eiffell!- commentò Klaus.
-Mi prometti che andremo in entrambi i posti?- chiese lei, cerchiando con un pennarello rosse le due famose strutture.
-Te lo prometto.- ribatté lui, stringendo il mignolino al suo.
I due si sorrisero ed erano così vicini che potevano sentire l’uno il respiro dell’altro.
Klaus si avvicinò di più per cercare di baciarla, quando entrambi udirono un rumore, probabilmente era Grace.
Velocemente spensero la torcia, che Klaus si nascose sotto i vestiti, mentre Mandy nascose la cartina dentro una scatola di cereali.
Grace accese la luce e li colse in fragrante a..mangiare.
-Che sta succedendo qui?- chiese il robot.
-Scusaci mamma, avevamo fame.- mentì Mandy.
 
Oggi.
 
Data la tremenda accusa che Luther sospettava, i fratelli si riunirono in salone per discuterne.
Mandy osservò bene il quadro di Numero 5 e ne sentì una leggera malinconia: dopotutto era il più simpatico del gruppo, dopo Klaus.
-Mi ricordo che gli lasciavo sempre un panino al burro d’arachidi e marshmallow la sera, nel caso tornasse.- disse Vanya, malinconica.
-Oh si, mi ricordo. Sono inciampato su quei spuntini un paio di volte.- aggiunse Pogo.
Calò poi il silenzio: non avevano organizzato un funerale vero e proprio.
Non ci sarebbe stata nessuna bara, dato che il vecchio era stato cremato.
Poi Luther si alzò.- Dovremmo iniziare..-
-Vuoi spargere le sue ceneri?- domandò Mandy.
-Si, nel suo posto preferito. Sotto la quercia, in cortile.- rispose numero uno.
-Ci sarà un rinfresco? Adoro i pasticcini!- intervenne Klaus, con in mano un bicchiere di vodka.
Si era anche cambiato d’abito: aveva messo una gonna nera e un paio di stivali con le borchie.
-Quella è la mia gonna?- intervenne Allison.
-Questa? Oh si, l’ho trovata in camera tua. E’ vecchia, sì, ma è molto ariosa sai..per i gioielli di famiglia!-
Il comportamento di Klaus stava facendo decisamente irritare Mandy.
-Ci sono ancora molte cose su cui discutere.- intervenne Luther.
-Tipo cosa?-
-Tipo com’è morto.-
-Ci risiamo..- borbottò Diego.
-Credevo fosse stato un infarto.- continuò Vanya.
-Questo dice il coroner, ma secondo me c’è qualcos’altro. L’ultima volta che l’ho sentito mi è sembrato strano. Mi disse di stare attento di chi mi fidavo.- spiegò Luther.
-Era un vecchio che stava iniziando a perdere qualche rotella.- aggiunse Diego, innervosito. –
-Si, ma credo che lui sapesse che stesse per succedere qualcosa.- ribatté l’altro, per poi spostare lo sguardo su Klaus.- Senti, lo so che non ti piace farlo, ma devi parlare con papà.-
Grazie alla sua capacità, Luther voleva che il fratello evocasse il padre per parlargli.
-Senti..Non è che posso semplicemente chiedergli “Ehi papà, smetti di giocare a tennis con Hitler e parla con me”.- disse Klaus, accendendosi una sigaretta.
Mandy si alzò di scatto e lo guardò con le braccia conserte.- Io credo che tu i gioielli di famiglia non ce li abbia proprio!-
-E’ che non sono nello spirito giusto..-
-Sei fatto?- chiese Allison.
-Certo! Perché non lo siete anche voi? Questa situazione è assurda.- esclamò l’altro, sorseggiando.
Mandy non capiva cosa stesse succedendo e iniziò a pensare che forse era meglio non capire. -Fatto? Ma di che sta parlando?! E’ il tuo cazzo di potere!-
Klaus sospirò e si alzò, arrivando faccia a faccia con la sorella.- Scoprirai che le cose sono un po' cambiate da quando sei andata via.-
-Non abbiamo tempo di discutere, il monocolo è sparito!- intervenne Luther.
-Ancora con questa storia? Mio Dio! A chi frega di un cazzo di monoloco?- sbottò Diego.
Solo Allison aveva capito la situazione.- Mandy, calmati, stai facendo incazzare tutti.- le disse.
Probabilmente, data la sua rabbia, Mandy non si era accorta che stava facendo arrabbiare i fratelli.
-Giusto, scusate.- disse, rimettendosi seduta.
-Comunque, qualcuno deve averlo preso. Qualcuno che gli stava vicino, con rancore.- continuò Luther.
-Oh Mio Dio.- ridacchiò Diego, in modo nervoso.
-Cosa?-
-Credi che sia stato uno di noi.-
Iniziò a crearsi un brusio e stavolta non per colpa di Mandy.
-Ok, ragazzi, credo che dovremmo darci tutti una calmata!- intervenne proprio lei.
-Tsk, certo come no. Vado ad uccidere mamma e torno.- commentò sarcasticamente Diego, andandosene.
-Tu sei pazzo.- disse anche Klaus, proseguendo verso la cucina.
Tutti si allontanarono da Luther, dato che li accusava di aver assassinato il padre.
-Io non intendevo che..- balbettò lui.
-Tranquillo, hanno solo bisogno di tempo.- lo rassicurò Mandy, accarezzandogli la possente spalla.
Poi tornò in cucina per prendere un altro di quei biscotti: almeno Grace aveva un lato positivo.
Trovò di nuovo Klaus a frugare nella dispensa, in particolare dentro una vecchia scatola di cereali.
-Eccola qui!- esclamò, tirando fuori un foglio impolverato.
Lo mise sul tavolo e ci soffiò sopra: era una mappa del mondo.
-E’ la nostra mappa..- sorrise meravigliata Mandy. -L’hai tenuta.-
-Certo, quando te ne sei andata l’ho conservata…Mi immaginavo che magari avessi visto la torre Eiffell…o..-
-La statua della libertà.- dissero contemporaneamente, con un sorriso.
Mandy avrebbe voluto dirgli di aver viaggiato in tutto il mondo, ma in realtà non si era mai allontanata dalla città.
-Non è proprio così..-continuò sospirando. -Dopo esser scappata, sono andata in cerca della mia madre naturale, ma con scarsi risultati.  Alla fine un’anziana donna mi ha fatto entrare nel suo strip club perché diceva che le ricordavo la sua figlia defunta Charlotte: mi ha dato un letto, un lavoro, fin che ha potuto.- spiegò Mandy.
In quel momento i due iniziarono a sentire una melodia classica provenire dal piano di sopra e sapevano benissimo a quale dei fratelli corrispondeva il gusto musicale.
-Luther.- disse di nuovo insieme.
Mandy lo guardò meglio e notò che era molto cambiato dall’ultima volta.- Invece, a te cos’è successo?- gli chiese, sedendosi sul tavolo.
-Sono peggiorato, da quando te ne sei andata. Le voci erano sempre di più e mi facevano diventare pazzo.- rispose lui.
-E quindi hai iniziato a drogarti?-
Klaus prese un bel respiro prima di rispondere.- E’ l’unica cosa che li tiene a bada tutti.- continuò. -A parte Ben, lui rompe sempre il cazzo.- esclamò, indicando qualcosa accanto a se.
Ben, Numero 6, il Kraken era morto in una vecchia missione e da quel giorno, per qualche strano motivo, non si era mai staccato da Klaus.
-Cioè, tu vedi Ben?-
-Già, ti saluta.-
Mandy alzò la mano e la mosse al vento per salutare il fratello.
-Accidenti, questa musica è deprimente.- commentò Klaus.
-Ti ricordi quando gli abbiamo rubato il giradischi?- domandò Mandy, ridacchiando.
-Come dimenticare quella sera?- aggiunse Klaus, sorridendo.
Poi si mise al centro della stanza, si tolse la pelliccia e le porse la mano come un galantuomo.
Lei sorrise timidamente, scese dal tavolo, fece un inchino fingendo di indossare un vestito e gli afferrò la mano.
Klaus le fece fare una giravolta e la strinse a se, iniziando a dondolare.
-Sono un grandissimo ballerino come allora.- si vantò Klaus.
Mandy ridacchiò e si lasciò andare alla melodia, guardandolo intensamente negli occhi.
Probabilmente si rese conto che anche se erano passati sette anni, Klaus non aveva mai smesso di piacerle.
In un attimo si ritrovarono fronte a fronte, quasi labbra a labbra, se qualcosa non li avesse interrotti.
Un fulmine si scaraventò proprio nel cortile dell’accademia.
Poi un altro e un altro ancora.
Tutti i fratelli uscirono fuori e notarono che non si trattava di un semplice temporale.
Nel cielo si era formata una nuvola blu che continuava a mandare tuoni e fulmini.
-Tutti dietro di me!- esclamò Luther.
Poi, improvvisamente, dalla nube blu uscì fuori qualcuno che cadde al suolo.
Era un bambino, non un semplice bambino, era il loro fratello.
-Vedo solo io un piccolo numero 5?- si domandò Diego.
Numero 5 si guardò intorno, poi addosso, notando di avere ancora l’uniforma dell’accademia.- Merda.-
 
   
 
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