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Autore: JennyPotter99    04/04/2020    0 recensioni
Nel lontano 1° ottobre 1989, 43 donne in tutto il mondo partorirono contemporaneamente, senza avere effettivamente nessun segno di essere incinte.
All’epoca, il miliardario Sir Reginald Hargreeves decise di prendersene con se otto e crescerli come fossero suoi.
Tutti, tranne uno.
L’ottavo figlio era già suo.
Il bambino in questione, o meglio, la bambina, era stata partorita lo stesso giorno dalla moglie di Reginald, morta poi di parto.
O almeno era quello che era stato detto a Mandy da suo padre.
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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La mattina successiva, Mandy si preparò psicologicamente per rivedere la casa in cui era cresciuta e tutti i suoi fratelli.
L’Umbrella Academy era una villa enorme, dieci  stanze da letto, un salone ampio e una cucina.
Per non parlare dei di libri, quadri e il grande studio del Sir Hagreeves.
Rientrare in quel salone per lei fu dura: si respirava sempre la stessa spaventosa aria.
All’entrata c’era un lungo divano, poi un camino e sul muro il dipinto di Numero 5, che i ragazzi non vedevano da tempo.
-Chissà che fine ha fatto.-
Mandy udì una voce bassa e roca provenirle dalle spalle: era Luther, il numero 1 della famiglia, alto, biondo e molto muscoloso.
-Ciao Luther.- lo salutò lei, sorridendo.- Si è poi capito cosa fosse successo?-
-Papà diceva che probabilmente era rimasto intrappolato in uno dei suoi viaggi nel tempo. Conoscevi Cinque, sapevi quanto era testardo. Ha osato troppo e ci è rimasto fregato.- spiegò Luther.
Numero 1 era stato l’ultimo ad andarsene dall’accademia e nemmeno per sua volontà: Reginald lo aveva spedito sulla Luna per quattro lunghi anni a fare esperimenti, senza un vero motivo.
-Gli altri sono in cucina.-
Mandy prese un lungo respiro e si preparò ad incontrare gli altri.
-Ehi, ehi, mancavi solo tu!- esclamò Diego, andandola subito ad abbracciare.
Diego era stato un po' un migliore amico per Mandy quando era piccola, lui era sempre lì a consolarla.
-Manca anche vostra sorella Vanya.- intervenne Grace.
Grace era la loro mamma robot, troppo perfetta  e troppo gentile per essere una mamma vera.
Creata appositamente da Sir Reginald.
Grace aveva ragione, mancava Vanya, ma nessuno si era mai accorto della sua presenza: tendeva a stare in silenzio e in disparte, essendo quella senza poteri.
Mandy si avvicinò per salutare Allison, la sorellina dalla pelle scura e le treccine.-Ciao Ally, mi dispiace di non essere venuta al tuo matrimonio.-
Mandy era stata l’unica a non assistere alle nozze di Allison, giusto perché era presente anche Klaus.
-Non preoccuparti, non è andata a finire proprio bene.- commentò l’altra, ridacchiando.
-Sono qui anche io, non me lo sarei perso.- si annunciò Vanya, con timidezza.
-Non meriti di stare qui, non dopo quello che hai fatto.- intervenne Diego.
-Intendi fare così anche oggi?- sbuffò Allison.
-Perché? Cosa ha fatto?- domandò Mandy, del tutto ignara del fatto.
-Non hai visto il libro che ha scritto su tutti noi? Senza permesso, ovviamente.- rispose il fratello.
In realtà a Mandy non sembrava un vero torto: l’Umbrella Academy era così famosa che ormai la conoscevano tutti, anche senza doverci fare un libro sopra.
Bastavano le foto dei giornali dei crimini sventati, i quadri che circondavano la casa e i disegni degli ombrelli perfino sui vetri dell’entrata.
-Ho fatto i biscotti!- intervenne Grace, mettendo a tavola un piatto piano di biscotti.
-Lascia stare Diego, sei nostra sorella.- continuò Mandy, abbracciando Vanya.
Mandy prese un biscotto e fece un giro della casa.
Lungo il corridoio vi erano appesi le fotografie del gruppo con il padre nel passare degli anni.
All’inizio ce ne era uno con la squadra al completo, tranne Vanya: stretti appassionatamente, con le maschere sugli occhi per nascondere l’identità.
Ma già nel secondo ritratto, Mandy non c’era più: era stata la prima ad andarsene.
-Quando se n’è andata, suo padre ne è stato distrutto.- commentò Pogo, dietro di lei.
Pogo era stato una specie di badante per gli otto fratelli da piccoli: si trattava di uno scimpanzé, sempre vestito per bene, con gli occhiali tondi, la spalla destra di Reginald.
-Avevo 15 anni, mi sentivo abbastanza grande da prendere le mie decisioni da sola.- ribatté Mandy. -E mi sono salvata da quel sadico bastardo.-
-Tutto quello che ha fatto suo padre lo ha fatto..-
-…Per il mio bene, sì.- lo interruppe lei. -Mi dicevi sempre così.- continuò, con un sorriso nervoso.- Era il mio bene, quindi, anche quando mi ha fatto questa?- chiese, indicando la lunga cicatrice sul volto.
Pogo sospirò e non rispose.
-Wow, sono riuscita a lasciarti senza parole.-
In seguito, Mandy proseguì al piano di sopra e ritrovò la sua vecchia camera.
Era rimasto tutto proprio come l’ultima volta.
Il letto fatto, la finestra aperta, il pigiama piegato.
La scrivania con lo specchio alla sinistra si era un po' impolverata, ma la foto c’era ancora e si vedeva bene.
La foto di lei e Klaus, spalla a spalla, come un vero duo.
Fu dura per lei rivederla e così decise di nasconderla dentro al diario nel cassetto.
Quello stupido diario che non avrebbe mai dovuto scrivere.
Perché se non lo avesse scritto, suo padre non sarebbe mai andato a ficcanasare.
Poi aprì l’armadio e oltre ai suoi vestiti, Mandy vide tutte le sue armi come le aveva lasciate.
Oltre al suo potere di controllare le emozioni, a Mandy era stato insegnato come difendersi con le armi da fuoco.
Insieme ai vestiti, c’erano pistole di grande e piccolo calibro e fucili.
Ma Mandy notò subito che ne mancava una: la sua makarov, importata direttamente dalla Russia da suo padre, con il disegno della bandiera americana.
Non sapeva chi l’avesse presa, ma poco le importava.
Prima di uscire dalla stanza, andò a controllare un piccolo particolare: il foro di proiettile nello stipite della porta c’era ancora.
Risaliva al giorno in cui era fuggita da lì.
Un giorno che Mandy non si sarebbe mai dimenticata.
Proprio vicino alla propria stanza, c’era lo studio di Sir Reginald: come se dovesse sempre osservarla, da vivo.
Quando vi entrò, Mandy notò Klaus che sembrava stesse prendendo qualcosa dal cassetto, in modo molto furtivo.
-Che stai facendo?- gli chiese lei.
Lui si voltò in fretta con un sorrisetto nervoso e nascose le mani dietro la schiena.- Ehi Mandy!- esclamò.
-Stai rubando a nostro padre?-
-Tecnicamente è morto, quindi non glielo sto rubando, prendo solo in prestito.- rispose lui, mettendosi in tasca un vecchio contenitore per l’inchiostro fatto d’argento.
Poi Mandy si accorse di come fosse vestito: pantaloni attillati di pelle, una maglietta bucherellata e una pelliccia nera smanicata.
-Ma come diamine sei vestito?-
-Oh questo? Ti piace? E’ uno straccetto!- esclamò ridacchiando e prendendo in mano un leggio dorato.- Oh, questo deve valere molto.- mormorò, tra se e se.
-Cosa ci devi fare con questa roba?-
-Mi serve la droga, subito! O diventerò pazzo!- continuò.- Oh, ma sta zitto!- urlacchiò poi, con lo sguardo rivolto verso la fine della stanza.
Mandy non aveva idea di cosa stesse succedendo.
Poi Klaus tirò fuori dalla pelliccia la pistola colorata come la bandiera americana.- Questa quanto dici che valga?-
Mandy sgranò gli occhi e cercò di togliergliela di mano.- L’hai presa tu, allora!-
-Sbaglio o è con questa che hai quasi cercato di uccidermi?-
-Se avessi voluto ucciderti, lo avrei fatto.- ribatté lei, digrignando i denti.
-Beh, so che ha un valore affettivo per te, quindi te la restituirò.- sospirò Klaus, ridandole l’arma. -E mi prenderò questo bel….coso.- continuò, mettendosi sotto la pelliccia un contenitore quadrato fatto d’oro.
Mandy non sapeva cosa fosse successo a Klaus col passare degli anni, aveva solo capito che era abbastanza strambo.
Infine, la numero otto andò nella camera da letto di suo padre, dove era deceduto.
Notò qualcosa di strano: il monocolo non c’era, l’oggetto che Sir Reginald portava sempre con se.
Luther si presentò nella stanza.- Pogo dice che è morto d’infarto.-
-Non mi stupisce, era vecchio.- commentò lei. -Tu sei rimasto qui dopo tutto questo tempo?-
In effetti, Luther era stato l’unico a rimanere in accademia.
-Ci sono stati degli eventi..E..Poi..Lui mi ha spedito sulla luna a fare ricerche.- spiegò il numero uno. -Il suo monocolo è sparito…Qualcuno deve averlo preso.-
-Già, ci stavo pensando anche io. Non andava mai in giro senza.-
Subito dopo, Luther si avvicinò a Mandy in modo sospettoso.- Io credo che qualcuno lo abbia rubato…E che lo abbia ucciso.- sussurrò.
Sir Reginald probabilmente aveva molti nemici, compresi quasi i loro figli.
Se il monocolo era sparito, doveva esserci una spiegazione.
Che il loro padre fosse stato assassinato?
 
   
 
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