Anime & Manga > Yuri on Ice
Segui la storia  |       
Autore: Sion26    10/04/2020    1 recensioni
Victor Nikiforov non avrebbe mai immaginato che la sua vita sarebbe potuta cambiare così drasticamente da un giorno all'altro. Quando pensa che niente abbia più senso se non può più pattinare, prende la decisione forse più importante della sua vita: un viaggio di sola andata per il Giappone per allenare il giovane Katsuki Yuuri, senza un motivo apparente. Yuuri rappresenta la sua ultima speranza di tornare a sentirsi di nuovo vivo sul ghiaccio, ma il ragazzo, dopo una brutta sconfitta, decide di gettare la spugna e rinunciare a pattinare. La vita di entrambi prende una svolta inaspettata quando si incontrano e, assieme, decidono di lottare per tornare a sognare di nuovo.
Genere: Romantico, Sentimentale, Sportivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Victor Nikiforov, Yuuri Katsuki
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo 3

 
Yuuri non era tipo da sognare ad occhi aperti, o da chiedere tanto dalla vita. Quello che sapeva fare meglio era pattinare. Il pattinaggio artistico era la sua vita, sin da quando era piccolo non aveva mai sognato o immaginato di fare altro e vivere di quello, competere con altri atleti era quello che immaginava di fare quando pensava al futuro.

L’anno prima, però, erano successe una serie di cose che avevano messo a dura prova questa certezza. Il suo cane, Vicchan, era morto proprio durante la finale del Grand Prix, e lui non gli era potuto stare vicino. Questo, più la pressione lo avevano portato a cadere per ben due volte durante l’esibizione, aveva preso un punteggio basso ed era arrivato ultimo. Aveva passato il resto della stagione ad allenarsi in America, con il suo coach Celestino. Non era riuscito a classificarsi al Four Continent e i mondiali ormai erano diventati un sogno lontano. Per questo motivo aveva deciso di uscire dai giochi e tornare a casa.

Quello che invece non si sarebbe mai immaginato era che Victor Nikiforov, il suo idolo da quando aveva 12 anni, si sarebbe presentato a casa sua e l’avesse convinto a essere il suo coach. Che cosa aveva fatto per meritare che il cinque volte campione del mondo prendesse anche solo in considerazione l’idea di allenarlo? Che fosse solo merito di quello stupido video su internet?? Non poteva credere che fosse solo quello il motivo, ma allora che altro c’era sotto? Non riusciva a spiegarselo, e forse doveva solo smettere di chiederselo. Doveva cogliere al volo quella opportunità e non perdere tempo a trovare una ragione. Quello che lo affliggeva di più era… se Victor fosse davvero in grado di fargli da coach.

Abbassò lo sguardo sull’articolo di giornale che aveva tra le mani. Una foto di Victor per terra, in mezzo ad altre persone, che si teneva il ginocchio; non c’era segno di dolore nella sua espressione, ma i suoi occhi… esprimevano qualcosa che Yuuri non aveva mai provato prima. Quella era stata l’ultima volta che Victor si era esibito, una settimana dopo il suo coach aveva annunciato che il danno al ginocchio era troppo esteso e Victor non ce l’avrebbe fatta ad apparire nella prossima stagione. Aveva perso i mondiali e aveva perso la sua carriera. Victor non aveva fatto nessuna apparizione, non aveva rilasciato nessuna intervista, neppure quando era guarito. Era completamente sparito. E ora era lì, nella sua casa, nella stanza vicino alla sua. Che fosse un sogno? Avrebbe spiegato molte cose…

Sentì bussare alla porta e fece un salto sul letto, risvegliato dai suoi pensieri. “A-Arrivo!” aprì la porta e l’uomo che lo stava tenendo sveglio, e che tappezzava i muri della sua camera, comparve davanti a lui. No, non era per niente un sogno. “Victor? Tutto bene?” erano quasi le due di notte, non sapeva che cosa ci facesse ancora sveglio a quell’ora.

“Sì certo… ehm…” lo vide massaggiarsi il ginocchio, il che lo fece preoccupare ancora di più. “Non riesci a dormire?”

Erano passati solo due giorni da quando Victor era piombato in casa sua, magari stava soffrendo il jet leg.  Siccome non poteva allenarsi finché non avesse perso un po’ di peso, Victor stava pensando a un programma di allenamento prima di farlo tornare sul ghiaccio. Il giorno dopo, però, gli aveva chiesto se poteva visitare la pista di pattinaggio dove soleva allenarsi da ragazzo.

“No… mi chiedevo se… avessi degli antidolorifici che posso prendere, ho stupidamente lasciato a casa i miei e… pensavo che non ne avrei avuto bisogno, ma…”
In due giorni, questa era la prima volta che menzionava anche solo a qualcosa legato al suo ginocchio. Yuuri aveva capito che era un argomento taboo e che era meglio non chiedere nulla.

“Ehm… sì… ho qualcosa, non so se sono forti abbastanza, però. Oh entra non stare alla porta!”

Il russo fece come gli fu detto ed entrò a passo incerto nella sua stanza. Lo vide guardarsi attorno, come se fosse entrato in un posto sacro. “Andrà bene qualsiasi cosa, non ho bisogno di niente troppo forte.” Esclamò mentre prendeva un foglio dalla scrivania e lo esaminava, lo rimetteva sulla scrivania e riprendeva a guardarsi attorno. Le foto delle sue esibizioni, da quando aveva ancora i capelli lunghi, tappezzavano la stanza, era come una sorta di cronaca di tutti i suoi successi.

“Mi dispiace… cioè… io… sono un tuo grande fan!”

“Questo lo aveva capito, ma non c’è bisogno di scusarsi!” Victor ridacchiò mentre si sedeva sul letto, proprio dove Yuuri aveva lasciato l’articolo di giornale…
“Sì, hai ragione! Mi dispiace! Oh no, non…” troppo tardi, Victor lo stava già fissando, come se potesse leggerlo. Calò il silenzio, Yuuri stringeva tra le mani la scatolina che aveva trovato tra i suoi farmaci. Non sapeva se spezzare il silenzio oppure continuare a mantenerlo. Dopo quelli che sembrarono secondi interminabili, decise di sedersi vicino a lui. “Ho trovato gli antidolorifici…”

Victor non alzò lo sguardo e rimise l’articolo a posto. “Non so cosa dice, ma non credo che dica cose belle…” esclamò Victor ridendo. “Non ho mai letto quello che la stampa ha scritto riguardo all’incidente.”

Yuuri rimase in silenzio e strinse di più i medicinali. “Immagino che tu voglia sapere come sto, è questo che ti turba vero?”

“No, non sono turbato!”

“Puoi negarlo, ma te lo leggo negli occhi.” Victor sorrise e prese le pastiglie dalle mani di Yuuri. Lo vide prendere una pastiglia senza bisogno di acqua, chiaro segno che era abituato a prendere antidolorifici come se fossero caramelle?

“Sono il tuo coach, ed è giusto che tu sappia il più possibile della mia condizione fisica. Chiedimi tutto quello che vuoi e ti risponderò.” Esclamò Victor sorridendo e massaggiandosi il ginocchio. Yuuri, dal canto suo, prese a torturarsi le mani.

“Come… come stai?” Aveva passato un intero anno a pensare a una lista di domande che aveva intenzione di fare a Victor semmai lo avesse incontrato di nuovo di persona, ma in quel momento se ne era uscito con la più banale in assoluto.

Victor sorrise e appoggiò i palmi delle mani dietro la schiena. In quella posizione aveva una buona visuale di un poster che lo ritraeva durante un’esibizione all’età di 16 anni. Era preso di spalle, quindi non si intravedeva il volto, i capelli lunghi raccolti in una coda erano sparsi intorno a lui, aveva un aspetto androgino, ma era questo, come sosteneva Yakov, che lo aveva fatto diventare famoso. Almeno all’inizio…

“Ho subìto tre interventi nell’ultimo anno, mi hanno impiantato una protesi per permettermi di camminare. Ho fatto riabilitazione e fisioterapia, ho seguito uno psicologo e adesso sono qui. Ho riacquistato l’80 % di mobilità. Il medico mi ha detto che posso tornare a pattinare per ora, ma mi ha assolutamente sconsigliato di tornare a competere.”

“Per quanto tempo? Insomma… tra qualche anno puoi tornare, no?”

Victor sorrise, ma i suoi occhi esprimevano tutt’altro che felicità. Erano occhi spenti, come se non riuscissero più a trovare un motivo per tornare a sorridere. Gli stessi occhi della foto di quell'articolo. Yuuri ricordava che quello che più lo attirava in Victor era lo scintillio nei suoi occhi quando si esibiva… ma non riusciva più a trovarlo in quella nuova versione di Victor.

“Come ti ho già detto, è difficile tornare a competere dopo essersi presi una pausa. Se anche potessi tornare, dovrei aspettare come minimo un altro anno e a quel punto avrei quasi 30 anni, non sarei più allenato e dovrei spendere ancora più tempo per tornare in forma, cosa che non potrò più fare a causa del ginocchio. In più… non sarei più lo stesso.” Distolse lo sguardo e tornò a guardare i poster. “Ho avuto il mio momento, e questa stanza ne è la prova… non tornerò più a competere…”

“Però hai deciso di allenarmi.”

“Però ho deciso di allenarti…” sorrise e si sdraiò sul letto. “Ti senti un po’ meglio?”

Era assurdo che Victor gli stesse facendo quella domanda. Non era lui quello che doveva sentirsi meglio?

“Victor…” voleva dirgli quanto fosse grato che avesse deciso di allenarlo, quanto gli doveva per averlo convinto a riprendere a pattinare, ma non riusciva a parlare. Aveva un groppo in gola che gli impediva di pronunciare anche le parole più semplici.

“Non preoccuparti! Insieme ce la faremo.” Sorrise e si rimise seduto, prima di alzarsi. Sembrava camminare molto meglio, forse l’antidolorifico stava facendo effetto.

“Ho bisogno che tu sia onesto con me, se devi essere il mio coach. Quindi se… se hai male o non riesci a fare qualcosa, non devi sforzarti.” Esclamò Yuuri all’improvviso mentre Victor stava per aprire la porta.

“D’accordo.”

“Me lo prometti?”

Victor si voltò a guardarlo e annuì. “Te lo prometto. Grazie per gli antidolorifici. spokoynoy nochi, Yuuri!” esclamò chiudendosi la porta alle spalle.

“Oyasumi, Victor…”
   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Yuri on Ice / Vai alla pagina dell'autore: Sion26