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Autore: Kiarachu    10/04/2020    2 recensioni
Dopo aver risolto il caso degli ululatori notturni, Judy riprende la sua routine di poliziotta affiancata da Nick, ma le manca qualcosa. Ma succederanno delle cose che riempiranno questo vuoto.
Genere: Azione, Sentimentale, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Capitan Bogo, Judy Hopps, Nick Wilde, Nuovo personaggio, Yax
Note: Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Il giorno dopo Nick e Judy lavorarono ad altri casi, uno dei quali di minacce da parte di una famiglia criminale di ocelot verso un gruppo di toporagni. Lo risolsero facilmente con l’aiuto di Mr. Big, dato che alcuni dei toporagni erano amici della sua figlioletta. Judy aveva anche partecipato al battesimo della piccola Judy, la figlia di Fru Fru, ed era contenta di essere la madrina di quella creaturina così carina.

 

La sera finirono il loro turno, dopo aver compilato un sacco di carte relative ai vecchi casi, per archiviarli.

Finito di lavorare Nick e Judy andarono verso il posto di lavoro del proprietario dell’altro appartamento.

 

Camminando, Judy riconobbe la strada, e si accigliò, e poi fece un’espressione agghiacciata.

“No, non è possibile…non dirmi che il proprietario è…” lei disse, e Nick finì per lei, “…Yax, esatto. Spero non sia un problema…” lui aggiunse, ghignando.

 

La coniglia lo guardò storto, ma alla fine sospirò, “Vabbè, entriamo…” lei disse, entrando nel club naturista.

Lo yak era dietro al bancone, e questo piacque a Judy. “Ehi, Yax, come va?” Nick disse, salutandolo.

 

Il pacifico bovino scostò il ciuffo di peli che gli copriva gli occhi, e disse, con molta calma, “Nick, va benissimo, grazie. Oggi è mercoledì, cosa ci fai qui?” lui chiese.

Judy fece tanto d’occhi, e chiese alla volpe, con tono stupito, “Tu vieni qui?”

Nick annuì, ghignando. Lui non aveva di certo problemi ad entrare lì, e col suo nuovo lavoro era stressato come non mai, e andava lì per fare meditazione zen con Nangi, o per rilassarsi in maniera casuale.

 

Poi lei parlò con Yax, “Siamo qui perché sarei interessata a vedere l’appartamento vicino a quello di Nick, ma prima vorrei dargli un occhiata, se non ti dispiace.”

Lo yak la guardò, e disse, “Oooh, mi ricordo di te, sei venuta qui per Emmitt Otterton. Aaah…vorresti vedere quel vecchio appartamento? Ok, tra poco stacco, aspettatemi qui, che arrivo,” lui disse, uscendo da dietro al bancone, Judy coprendosi gli occhi.

 

A sostituirlo arrivò un ippopotamo, nudo pure lui. “Ok, andiamo,” Yax disse, dopo aver preso una borsa in tela di canapa con un fiore di loto ricamato sulla patta.

Judy lo guardò, e disse, con tono un pochino preoccupato, quasi isterico, “Ma…non ti vesti?”

 

Lo yak la guardo pacificamente, poi disse, “No, io sono naturalista anche fuori da qui. Come ti avevo detto io trovo strano che gli animali si vestano…”

La poliziotta sospirò, e si rassegnò. In fondo era venuta a Zootropolis perché “ognuno può essere ciò che vuole” e si stava già abituando ad alcune stranezze di quella città.

 

Si incamminarono verso il condominio, e Judy si stupì che nessuno guardava male lo yak. Si disse che era perché – probabilmente – erano già abituati a vederlo andare in giro nudo.

Mentre camminavano lei chiese a Yax, “Posso chiederti come mai vuoi vendere quell’appartamento? Nel senso, potresti affittarlo, no?”

 

Il calmo bovino scosse la testa, e replicò, con calma, “Nah, troppo lavoro, troppo stress. Così è più facile.”

Judy annuì, capendo il suo punto di vista. Anche lei riteneva che affittare un appartamento fosse stressante, anche per l’affittuario. “Capisco, ha senso,” lei disse, sorridendo allo strano yak.

 

Arrivarono all’appartamento, ed entrarono. Era più o meno come quello di Nick, e gli arredamenti sembravano simili. Judy pensò che magari erano stati arredati tutti alla stessa maniera, magari con mobili di stock.

Le piacevano, e stava già progettando alcune modifiche.

 

“Ok, lo prendo, è davvero un bellissimo appartamento! Adesso non resta che discutere il pagamento, e tutto il resto,” lei disse, in maniera pratica.

Yax annuì, e prese delle carte da un cassetto della credenza, per farle vedere a Judy. Lei le lesse e vide che la cifra che chiedeva era davvero bassa, e coi suoi risparmi poteva pagarla in toto anche da subito, così chiese, “Come mai così poco? Non che mi lamenti, ma l’appartamento mi sembra a posto, e non ci sono un sacco di riparazioni da fare, solo un po’ di manutenzione normale per un appartamento lasciato sfitto per un anno…”

 

Lo yak sbattè lentamente le palpebre, e disse, “A me non importa molto del denaro. Ho ricevuto in eredità questo appartamento, e ho deciso di venderlo a questa cifra perché mi sembrava giusto. Son contento che ti piaccia, son sicuro che tratterai questo appartamento con amore,” lui finì, sorridendo amabilmente.

 

Judy sorrise luminosamente e si disse che era di sicuro uno strano individuo, ma le stava simpatico. Così firmò tutte le carte, e poi si fece dare i dati per il trasferimento di denaro.

Il giorno dopo aveva la sua giornata libera, e anche Nick, così lei andò in banca a fare le carte necessarie, e poi con l’aiuto della volpe, cominciò a ripulire il suo futuro appartamento.

 

La volpe poi chiamò alcuni suoi amici, per sistemare l’impianto elettrico e le tubature dell’acqua, e si misero subito al lavoro, sistemando i due impianti. Dopo quello Nick e Judy pulirono le varie stanze, e la coniglia segnò quello che le serviva, facendo una “lista della spesa”.

 

Il giorno dopo, dopo lavoro, andò con Nick a prendere le cose che le servivano per la sua nuova casa. La volpe aveva preso il furgone di Finnick, e andarono a prendere un nuovo frigo – dato che quello nell’appartamento era messo male – da mangiare e anche lenzuola, tovaglie, eccetera per cambiare quelle che c’erano, dato che non erano nello stile che piaceva a Judy.

 

Poi controllarono nelle cassettiere e armadi, e tirarono fuori molti vestiti e biancheria, decidendo di chiedere a Yax se voleva almeno la biancheria, e cosa potevano fare coi vestiti, dato che erano troppo grandi per lei.

 

Dato che era tardi, decisero di andare a mangiare in un fast food, chiamato “Bug-burga”, dove servivano panini a base di vegetali proteici e insetti, e con grande sorpresa e divertimento di Judy, videro Finnick alla cassa, con la divisa del locale. Aveva una maglietta e pantaloni arancioni e un cappellino dello stesso colore, col logo del fast food.

La coniglia cercò di non ridere, ma aveva comunque un’espressione divertita sul volto.

 

Il fennec li guardò con un’espressione di orrore, e poi fulminò con lo sguardo Nick.

La volpe fece un’espressione sorpresa, ma anche furbesca, e disse, “Ooops…pensavo che non lavorassi oggi. Scusami, Finnick.”   

 

La volpe del deserto si accigliò, e guardò Judy. “Non azzardarti a ridere, d’accordo? Cosa volete ordinare?” chiese.

La coniglia annuì, trattenendo le risa, poi guardò il menù e ordinò patatine fritte e un panino vegetale, con insalata e una polpetta fatta con carote e zucchine.

 

Nick ordinò anche patatine e il solito panino (c’era l’insalata e la polpetta era fatta di insetti e legumi).

Mangiarono la loro cena, e poi Judy tornò a “casa”. Doveva rimanere lì ancora una settimana, per far finire il mese di affitto che aveva pagato.

 

Ogni sera, dopo lavoro, Judy andava a sistemare il suo nuovo appartamento, a volte da sola, a volte con l’aiuto di Nick.

Ne aveva parlato coi suoi genitori, ed erano contenti che avesse trovato una casa così carina e accogliente, e lei non vedeva l’ora di fargli vedere l’appartamento.

Dopo una settimana salutò Dharma e i due orici pazzi, e si trasferì finalmente nella sua casa.

 

Dopo aver parlato con Yax, aveva donato i vecchi vestiti e biancheria ad un orfanotrofio, che avrebbe venduto i vestiti – troppo grandi per i bambini – e tenuto la biancheria per loro, dato che ce n’era sempre bisogno.

 

Poi fece una festa di inaugurazione, invitando tutti i suoi amici di Zootropolis e i suoi genitori (che vennero con qualcuno dei suoi fratelli e sorelle, ma non molti, dato che c’erano già tanti animali).

C’era Clawhouser, Capitano Bogo, Nick, Finnick, sua cugina di secondo grado Millicent e suo marito Roland (Judy l’aveva contattata in quei giorni, e lei era stata felice di accettare il suo invito alla festa, e di conoscerla personalmente), Yax e perfino Mr. Big e Fru Fru accompagnati da Koslov.

I genitori di Judy si sentirono un poco a disagio, a vedere Yax senza vestiti, ma poi si dimostrò simpatico, e non ci fecero tanto caso. Erano anche un poco spaventati dall’enorme orso bianco, ma dopo qualche rassicurazione da parte di Judy si rilassarono.  

 

Roland era una volpe rossa, con una corporatura snella, dato che la strana coppia si era mossa tanto per raccogliere i vari DNA per la loro ricerca. Lui aveva gli occhi di color verde, e si era vestito in maniera casual. 

Millicent era una coniglia dalla corporatura simile a quella di Judy, era bianca con macchie nere, e aveva un orecchio nero e uno bianco. Gli occhi erano viola e aveva dei vestiti casual.  

 

Lo yak si complimentò con lei per come aveva arredato la casa, e lei parlò molto con Millicent e Roland. Era soprattutto curiosa di sapere come gli altri animali vedevano la loro relazione, ma apparentemente a Zootropolis una cosa del genere era normale, perché tutti gli animali nella stanza non li guardavano male o con strane occhiate.

 

Lei si stupì perfino del fatto che Capitano Bogo conoscesse Mr. Big e non si facesse problemi a sapere che era un criminale. Pensò che magari era perché il toporagno aveva aiutato il bufalo cafro in qualche caso, come aveva aiutato lei e Nick.

 

La festa finì, e tutti andarono a casa; Judy sistemò un pochino i piatti e le cose da mangiare assieme a Nick, e poi andò a dormire, dopo averlo ringraziato.

La coniglia era davvero felice di abitare in quell’appartamento, e si addormentò con facilità.  

 

I giorni passarono tranquilli, poi una mattina Judy si svegliò, e fece colazione, felice di avere la sua giornata libera. Poi si lavò, e vestì, e stava per uscire a fare un po’ di shopping, e sentì delle voci concitate provenire dal pianerottolo.

Riconobbe quella di Nick e Finnick, ma c’era una terza voce che non aveva mai sentito.

 

Era rauca, e minacciosa, e la fece preoccupare per l’incolumità del suo amico e collega. Così si avvicinò in punta di zampe alla porta, prendendo il repellente per volpi, e guardò dallo spioncino, per vedere chi era.

 

Era un’altra volpe; era un individuo emaciato, coi vestiti sporchi, il pelo color rosso, così chiaro da sembrare arancione, e un fare minaccioso. Judy appoggiò il suo orecchio alla porta, per sentire quello che si stavano dicendo.

“…ricordati che devi portarmelo entro sabato, sennò sei fuori, ok?” la volpe smilza disse in modo intimidatorio.

 

Lei vide Nick accigliarsi, e annuire contrito, e questo non le piacque, sapendo del passato del suo collega, e ricordandosi come l’avesse difesa quando Bogo voleva farle restituire il suo distintivo.

Si accigliò, e, dopo aver preso la sua borsetta, e messo in tasca il repellente, aprì la porta con misurata nonchalance, come se stesse uscendo per fare un giro.  

 

Guardò stupita la volpe estranea, e poi Nick e Finnick. “Oh, ciao, Nick, buongiorno. Uh? Chi è lei, un amico di Nick?” lei chiese, innocentemente, recitando bene.

La volpe magra spalancò gli occhi in un’espressione di orrore, e disse, “E chi cavolo è lei? Abita qui? Perché non me l’hai detto? Brutto imbroglione, il nostro accordo è finito, entro sabato devi sloggiare! Capito! Addio!” lui disse, e se ne andò velocemente.

 

La coniglia fece un’espressione stupita e shockata, e guardò la volpe rossa. “Uh-oh, mi sa che ho combinato un guaio…scusami, Nick…” lei disse, sconsolata.

La furba volpe la guardò un pochino male, e disse, “Eh, direi di sì…accidenti…e dire che ero ad un passo dal riavere questo appartamento…”

 

Judy sbattè le palpebre, e chiese, “Cosa vuoi dire?”

Nick scosse la testa, e disse, “Anche nel tuo giorno di riposo fai la detective? Mmmh…vieni dentro, magari tu ci puoi aiutare,” lui finì, indicando l’interno dell’appartamento.

 

Si sedettero tutti e tre intorno al tavolo di cucina, e Judy si accigliò, vedendo che era pieno di piatti sporchi, probabilmente accumulati da vari giorni, ma non disse niente, perché era più importante parlare di quella faccenda, piuttosto che redarguire le due volpi sul fatto che non avessero pulito le stoviglie.

 

Nick se ne stette in silenzio per un po’, poi disse, “Vedi, questo è il vecchio appartamento che mia mamma aveva ereditato, e mi ricordo che quando ero piccolo mi diceva sempre che un giorno sarebbe stato mio. Dopo essere entrato in accademia, andai da lei, per rivederla, e chiederle se potevo venire a vivere in questo appartamento, e mi disse che sarei dovuto andare al catasto per firmare tutte le carte. Lì scoprì che l’atto di proprietà era a nome di quella volpe.”

 

Judy alzò una zampa, come per fermarlo, per capire una cosa, “Aspetta un attimo. Come mai quella volpe aveva l’atto di proprietà di questo appartamento? E come mai era a nome suo? Da come hai detto, tua mamma lo aveva ereditato, che era successo?”

 

La volpe disse, “Ci stavo arrivando. Quella volpe…è mio padre, e quando ero un adolescente mi aveva detto che mia mamma mi aveva raccontato un sacco di bugie. Io all’epoca gli credetti, dato che mia mamma mi aveva sempre detto che lui era morto. Così litigai con lei, e la lasciai, andando da mio padre, che mi fece cominciare la mia carriera di criminale. Mi fidavo di lei, e sentivo che mi aveva tradito. Lavorai per mio padre per un po’ di tempo, poi incominciai per conto mio assieme a Finnick.”

 

La coniglia afferrò le zampe di Nick, per confortarlo. “Accidenti, mi dispiace. Ma com’è possibile che un padre possa aver fatto una cosa così orribile al proprio figlio?” lei chiese, inorridita.

 

Nick sospirò, e le sorrise, grato. “Beh, non era proprio un padre modello. Lasciò mia mamma dopo che seppe che stava aspettando me, e sapevo che lui era proprio la tipica volpe criminale, coinvolto sempre in qualcosa di losco. In questo era anche peggio di me. Comunque – non so come – lui riuscì a prendere l’atto di proprietà dell’appartamento. Dopo un po’ mi resi conto che anche lui mi aveva imbrogliato, così cominciai a mandare denaro a mia mamma, in forma anonima.”

 

“Dopo essermi arruolato nell’accademia di Zootropolis, andai da mia madre per vederla, e scusarmi con lei. Lei fu felice di vedermi, e vedere che avevo un onesto lavoro. Parlammo di questo appartamento, e dopo che mi ebbe detto che era a nome suo, decisi di non dirle che in realtà al catasto risultava intestato a mio padre, e io ebbi anche l’idea di scoprire cosa stava succedendo, così andai da lui, e feci quell’accordo con lui, per avere l’atto di proprietà.”

 

“Lui però voleva anche comprare l’appartamento di Yax, ma lui gli chiedeva troppo, perché non si fidava di mio padre, così nel contratto di affitto che mi aveva fatto firmare c’era anche la clausola che sarei dovuto entrare nell’appartamento di Yax, e avrei dovuto prendere l’atto di vendita entro sabato prossimo, o mi avrebbe sfrattato da qui.”

 

Judy alzò di nuovo la zampa per fermarlo, e chiedergli qualcosa. “Aspetta, ma non lo sapeva che sei un poliziotto adesso? E perché non hai portato quel contratto fraudolento alla stazione?” lei chiese, accigliandosi.

 

Nick proseguì, “Sì, sapeva che sono un agente di polizia, e non ho portato quel contratto alla stazione perché nel contratto c’era scritto che se io avessi preso quel contratto dalla casa di Yax lui mi avrebbe ceduto l’atto di proprietà di questo appartamento. E stavo anche cercando di investigare sul fatto che LUI avesse l’atto di proprietà di questo appartamento; ero convinto che fosse una contraffazione, ma poi andai a controllare al catasto, e in effetti era stato girato a nome suo, ma son sempre convinto che lo abbia avuto con mezzi poco legali, soprattutto dopo che scoprii che mia mamma si era ammalata,” lui finì, imbronciato.   

 

Finnick annuì brevemente, e disse, “Io son sicuro che lo abbia avuto con mezzi illegali o minacciando qualcuno. E potrebbe comunque essere un falso. Non ti ha mai fatto vedere quell’atto di proprietà. E IO lo conosco, e so che tipo è, era anche per quello che non volevo firmare quel contratto. Ah, e son quasi sicuro che tua madre abbia nascosto il vero atto di proprietà da qualche parte, e lui lo sapesse, e ne avesse approfittato. Basterebbe ritrovare quell’atto e tutto sarebbe a posto. Ah, e poi potresti far rinchiudere quel poco di buono, con quel contratto.”

 

Judy guardò un poco stupita il fennec, sentendolo dire quelle cose, e sorrise. “Ha ragione, magari tua madre, sapendo che tipo era tuo padre, ha nascosto l’atto di proprietà in questo appartamento. Non puoi chiedere a lei? Che tipo di malattia ha?” lei chiese, sorridendo alla volpe.

 

Nick la guardò stupito, e disse, accigliandosi, “Ma oggi è la tua giornata libera, so che volevi fare un po’ di shopping. Mi sentirei in colpa se non ti divertissi e rilassassi, come avevi programmato. E mia mamma è in coma da dopo che ho firmato quel contratto, non posso chiederglielo. E mi sto ancora dando dello stupido per non averglielo chiesto quando ci siamo rivisti, dopo che io ero entrato nell’accademia,” lui finì, facendo un’espressione triste.

 

La coniglia sorrise, e disse, “Ah, non preoccuparti, lo shopping posso farlo la prossima settimana, questo è più importante. Abbiamo solo due giorni, e non voglio vederti triste. Eheheh…due giorni…mi ricorda qualcosa. Comunque, cominciamo a cercare qui, ok?” lei disse, sorridendo, e i tre si misero alla ricerca di qualche nascondiglio per quell’atto.

  
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