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Autore: CaskettCoffee    10/04/2020    4 recensioni
L’idea è quella di raccontare Lily, Jake e Reece. Li abbiamo solo intravisti, bambini, in uno scorcio del futuro di Castle e Beckett. Il mio vuole essere un tentativo di tratteggiare uno scorcio del loro di futuro, da adulti, cominciando dalla storia di un'estate. E lasciando intravedere (ovviamente) anche la loro mamma e il loro papà.
Genere: Dark, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Alexis Castle, Altro personaggio, Kate Beckett, Quasi tutti, Richard Castle
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nel futuro
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CAPITOLO PRIMO

Dopo aver declinato l’invito al primo party dell’estate sullo yatch del magnate del petrolio Sommers, i Castle hanno onorato della loro presenza la buona società newyorkese - riunita per l’estate negli Hamptons – in occasione della festa in spiaggia organizzata dalla cittadinanza per l’apertura della stagione estiva.
Un evento assai raro, perché i Castle sono di gran lunga la famiglia più sfuggente del jet set newyorkese. Sono ormai un lontano ricordo i tempi in cui Richard Castle animava in modi sempre più creativi i weekend della nostra adorata città. Ormai dedito alla stesura di testi sempre più pluripremiati, l’ex maestro del macabro è apparso - sbiancato, ma pur sempre affascinante - al braccio dell’adorata moglie, senatrice Beckett, reduce di una campagna elettorale che l’ha vista sbaragliare, incontrastata, ogni avversario, accumulando al pari del marito un ennesimo successo carrieristico.
Ma non si può dire che la coppia in passato sia dedicata soltanto a giornate – e nottate- di impegni lavorativi, in quanto l’industriosità della coppia si è palesata anche fra le mura della camera da letto, avendo avuto non uno, non due, ma ben tre figli, pur riconoscendo che due dei tre sono gemelli.
Non è sfuggito agli occhi dei presenti che la vista della senatrice e di tutti i suoi tre figli insieme è sufficiente ad incutere il timore di vedere doppio, o triplo. Mai New York ha visto un gruppo di fratelli così assurdamente simili nel loro aspetto fisico.
Tutti possiedono la stessa corporatura slanciata, i gli stessi folti capelli castani, gli stessi tratti delicati e lo stesso sguardo acuto. La senatrice, oltre i suoi successi politici, può vantare di aver regalato alla città tre fra i suoi più affascinanti abitanti, seppure così monotoni. Possiamo quindi concludere che la signora Castle si è fatta perdonare per averci privato anzitempo di uno dei più favolosi e appetibili scapoli della città, togliendo dal mercato colui che tutte le single di NY avrebbero voluto nella lista degli scapoli ancora per molti anni…

New York Ledger's, PAGE SIX, 16 maggio 2045

 
"Mio Dio!" Kate Beckett sbattè il suo tablet sul tavolo, e l'urto fece vistosamente vibrare la tazza di caffè.
Suo marito saggiamente non fece commenti e finse di essere intento a mangiare le sue smorelettes. "Hai letto cos'ha scritto? " chiese Kate. "Hai letto?"
Castle adocchiò lo schermo, che ora giaceva pericolosamente vicino alla caraffa della spremuta. "Non ne ho avuto l'opportunità prima che tu, beh, lo leggessi." "Leggilo, allora”
Castle quindi posò la sua forchetta sul piatto, e si allungò a recuperare il dispositivo. Accense lo schermo e lesse il paragrafo sulla sua famiglia. Sbattendo le palpebre, guardò la moglie. "Non è così male, Kate. In effetti, è una passeggiata di salute se paragonata a quello che ha scritto il Post la settimana scorsa."
"Come posso meritarmi la fiducia dei miei elettori se leggono sul giornale tutte queste notizie maliziose? Ha insinuato che noi trascuriamo il lavoro per divertirci a letto!”
"No," disse Castle lentamente. Era sempre saggio procedere con cautela mentre contraddiceva sua moglie. "Veramente, quello che ha detto è che ci siamo dedicati alla missione di mettere su famiglia, mettere su letteralmente, con la stessa dedizione che abbiamo messo nella carriera. Il che è praticamente un complimento" "Non avrebbe nemmeno dovuto sollevare l'argomento camera da letto" Kate sospirò rumorosamente.
"Beckett, è l'autrice di una pagina di gossip. E' il suo mestiere sollevare argomenti di questo tipo."
E mentre Beckett si alzava da tavola per andare in cucina, e sbuffava offesa, Castle abbassò gli occhi per scorrere il resto del giornale. A parte le quattro righe spese su di loro, il resto della sezione gossip era dedicato agli avvenimenti del party sullo yatch di Sommers. Lui e Beckett non avevano partecipato, poiché proprio ieri Lily era tornata definitivamente a NY, dopo ben due anni di studi nel Regno Unito, e riavere tutti e tre i loro bambini – ex bambini- sotto lo stesso tetto era indubbiamente un evento, e i Castle facevano sempre una gran trambusto quando c'erano di mezzo dei festeggiamenti.
"Stai leggendo ancora…"  Beckett lo colse subito in fallo. D’altronde, era stata una detective, ed era difficile che le sfuggisse mai qualcosa. Castle la guardò colpevole. "Fa un resoconto del party di Sommers. Fa menzione di chi parlava con chi, cosa indossava..." "E suppongo che abbia sentito il bisogno di fare un editoriale su questo evento storico" lo interruppe la moglie. Castle sorrise maliziosamente. "Oh, andiamo, Beckett. Sai bene che morivo dalla voglia di sapere se la signora Sommers ha osato mettersi delle piume in testa anche quest’anno." Beckett cercò di non sorridere. Castle poteva vedere gli angoli della sua bocca incurvarsi mentre cercava di conservare il contegno.
Ma dopo due secondi, sorrise e si sedette accanto al marito, portandosi la sedia appiccicata a quella di lui. "Fammi vedere," disse, strappandogli il giornale. Buttò l’occhio sulla pagina di gossip e nel frattempo iniziò a sgranocchiare due noci, pescate dal piatto del marito.
"Davvero, Castle, con tutti i resoconti sui giornali, sui social, le foto, non c'è bisogno di andare a nessun ricevimento." Accennò al giornale. " E’ quasi come essere stati lì. Probabilmente meglio" Castle si riprese il tablet, e all’occhiataccia indignata della moglie ostentò una finta compostezza. "Lo stavo leggendo io."
E mentre si scambiavano occhiatacce reciproche per il possesso del tablet, fu Jake a fare capolino dalla porta del salone, gli occhi ancora gonfi dal sonno, i capelli arruffati. Intento a soffocare uno sbadiglio si avvicinò ai genitori per augurargli buongiorno, e tempo di un affettuoso sfioragli la guancia, che buttò l’occhio sul tablet aperto e lo prese fra le mani, portandoselo vicino al viso.
"Ieri si sono fatte le ore piccole al party di Sommers. Ho sentito che anche quest’anno sono stati spennati vari pavoni per provvedere alla acconciatura della signora. Di questo passo la protezione animali segnalerà rischio estinzione pennuti negli Hamptons ”
I coniugi Castle lo guardarono storti, si era appropriato del loro tablet, ma Jake era troppo impegnato a sfogliare le pagine e a guardare le foto per accorgersene. “Questa sì che è una notizia. Sentite…” E lesse: "Lo scapestrato, e già ben noto ai nostri lettori, Jameson Fleming ha finalmente ritenuto appropriato di omaggiare gli  Hamptons con la sua presenza. Benché non si sia degnato di fare apparizioni a nessun avvenimento mondano yankee, l’inglese è stato avvistato più volte a passeggio intorno alla sua proprietà". Si fermò per azzannare un pankake. "Fleming vive negli USA ormai da dieci anni, primo nel suo corso di laurea a Yale, dottorato in scienze economiche ad Harvard, ha un ufficio all’angolo fra la 58esima e Park Avenue. Investiment banker di altissimo profilo, tratta grandi aziende raccogliendo ottimi riscontri. Nonostante si definisca sposato al suo lavoro, non disdegna relazioni extraconiugali di brevissima durata e grandissima frequenza. Incurante di prendere le redini dell'impero del padre, con cui la distanza oceanica non è solo geografica, è da sempre saldo in vetta alla lista degli scapoli più ricchi e appetibili della città” Il ragazzo alzò lo sguardo. "Avete capito è finalmente tornato a farsi vedere in giro… Jameson Fleming! Credevo che avrebbe venduto la casa, sono due estati che non si fa più vedere. Eppure ai tempi dell’università stava sempre qui per l’estate, Jameson" 
"James, sai che odia essere chiamato Jameson” Beckett disse automaticamente, "e sì, in effetti è da tanto che non si fa vedere negli Hamptons. L’ultima volta noi lo abbiamo visto a teatro quando, sei mesi fa? " Aggrottò la fronte e il suoi occhi si socchiusero, sovrapensiero.  
"Io sicuramente non c’ero, o almeno non nel pubblico. Forse eravate solo te e papà. Se Lily o Reece l’avessero incontrato, me lo avrebbero detto. Eravamo amici, me lo avrebbero sicuramente raccontato" mormorò Jake. “ E comunque Lily era ad Oxford per il suo dottorato sei mesi fa, e Reece è più probabile che fosse chiuso da qualche parte a studiare, lavorare, scartoffiare" "Rischio che tu non corri mai eh …” lo rimbeccò il padre.
“E’ un artista! E come diceva nonna, è normale che passi le giornate a bighellonare in mutande aspettando le corse dei cavalli, o dedicandosi a qualsiasi altro tipo di passatempo possa venirgli in mente” Lily entrò nella sala da pranzo dalla porta finestra che dava sul giardino. Era uscita a prendere una boccata d'aria prima di colazione, e ad ammirare il mare, che tanto le era mancato.
Castle sorrise con calore alla figlia. “Ebbene sì, ma una volta ogni tanto dormisse più di 4 ore per notte sono sicura che anche il suo genio creativo ne godrebbe!” Lily lo guardò storto per un secondo, poi scoppiò a ridere. “La nonna raccontava certe cose di te, che dubito che alla nostra età tu dormissi la metà delle ore che dorme lui!” 
“Touché” finì il padre avvolgendo il braccio intorno alle spalle della figlia minore. La ragazza lo salutò con un affettuoso bacio sulla guancia. “Siamo solo noi stamattina?” domandò.
“Sì, Reece è uscito presto per andare a correre in spiaggia” le rispose la madre. “E anch’io mangio una cosa al volo e esco, il tempo sembra magnifico e vorrei uscire con la barca e sfuggire da certe paternali” aggiunse il fratello alla sorella, mentre si scoccavano un bacio dalla parte opposta del tavolo.
“Almeno rimarrò finalmente solo con le mie donne!” fu il commento borbottato del padre. Reece finse di offendersi ma ridacchiava sotto i baffi, Lily roteò gli occhi e canzonò il padre. “Io l'ho sempre detto che avreste dovuto fermarvi a me! Voglio dire papà, saresti rimasto beato fra tre donne meravigliose, quattro con la nonna, il sogno di qualunque uomo! Avete voluto perseverare, e l’universo ti ha punito non con uno, ma con ben due maschi!”
"Ma se non avessi avuto i gemelli, come avremmo potuto giocare a baseball?" Beckett si intrufolò nel discorso, il volto fintamente riflessivo, dimentica ormai della piccola arrabbiatura di poco prima. Si rivolse alla figlia: "Serviva un buon battitore… ” “… e sia io che papà siamo pessimi con la mazza in mano!” Lily appoggiò la testa sulla spalla della madre, per salutare anche lei. La mattina era sempre stato l’unico momento in cui era certa di potere stare con sua mamma. Sua madre usciva di casa prima di loro figli, era suo padre a portarli a scuola, e il pomeriggio dopo la scuola era sempre suo padre che li accompagnava nelle varie attività. Ma sua madre non mancava mai di fare colazione con loro, di chiacchierare con loro figli, mentre suo padre, sempre acuto, si faceva piccolo dietro il bancone della cucina, a lasciare sua moglie godersi i ragazzi, e i ragazzi godersi la loro madre, e lui godersi la scena. 
E ogni mattina, Lily si accoccolava un po’ sulla spalla della madre, qualche minuto prima di sedersi al suo posto a tavola. Era la prima colazione con sua madre dalle feste di Natale, e le era mancata. Come le era sempre mancata, all'università prima e a Londra poi, e come le sarebbe mancata a settembre, quando sarebbe finalmente andata a vivere nel suo primo appartamento newyorkese. 
Ma aveva ancora l’estate per godersi colazioni, pranzi, e momenti preziosi con tutta la sua famiglia. Aveva i suoi fratelli, che nonostante fossero impegnati non rinunciavano mai ai weekend estivi nella casa paterna, sua sorella Alexis che li avrebbe raggiunti con il marito e il piccolo Ricky per il 4 di luglio, e poi mamma e papà.
Suo padre era un uomo meraviglioso, e sua madre era una donna meravigliosamente diversa da lui, ma ugualmente meravigliosa. Il loro era un matrimonio meraviglioso, pieno di tante difficoltà, ma sempre pieno d'amore. Per Lily, l’esempio dei genitori era importante, e sognava per sé un compagno simile, e un famiglia ugualmente piena d’amore, ma ora i suoi successi in tal senso erano alquanto scarsi. Troppo concentrata sul salvare il mondo, sosteneva il padre. "Spero davvero di riuscire di uguagliarti, se non come battitrice almeno come compagna, e come mamma” mormorò stranamente nostalgica. 
 "Lily" la chiamò Beckett, mentre gli occhi le si inumidivano. Castle pure appariva toccato dall'inaspettata lode mattutina "che cosa bella hai detto" le sussurrò. Lily non era facile alle lusinghe, e seppur aveva ereditato un talento nell'oratoria che contraddistingueva suo padre e sua nonna, tendeva nei sentimenti ad essere molto schiva e riservata, come la madre.
Lily si avvolse una ciocca dei capelli castani di sua madre intorno al dito, un gioco che faceva da quando era bambina, e sorrise, lasciando che il momento sentimentale si stemperasse in uno più divertente. "Sono felice di seguire le vostre orme quando si tratta di famiglia, e di figli, ma non fino al punto di averne tre. Davvero mamma, 3 figli?!"




 NOTE DELL'AUTRICE: Intanto salve a chiunque stia leggendo. Ho scelto di pubblicare insieme prologo e primo capitolo, perché si capisse un pochino di più l'idea della storia. Ho scelto di cominciare il racconto dei Caskett Kids partendo da Lily, la maggiore, che sarà la protagonista di questa storia. Ho seminato qua e là riferimenti alla serie, quotes, date che ricordano messe in onda di episodi iniziali e finali. Spero tutto ciò possa piacervi. 
   
 
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