Scritta per una challenge di Pasqua indetta dal gruppo Hurt/Comfort Italia.

Il prompt era: "Solo per te"

Era accaduto tutto così in fretta.
 
"Kacchan, attento!"
 
Deku lo aveva spinto.
 
Katsuki si era già preparato a urlargli contro - "Che cosa fai, nerd di merda?" - ma lo schizzo di sangue che lo aveva colpito in faccia gli aveva fatto morire le parole in gola.
 
Era il sangue di Deku.
 
Il Nomu che era sbucato all'improvviso mentre i due erano di pattuglia, durante una giornata di lavoro sul campo del secondo anno che era sembrata troppo tranquilla, aveva delle lame affilatissime al posto delle braccia.
 
Non c’era voluta che una frazione di secondo, perché Katsuki capisse: se questo coso mi avesse preso, ora sarei morto.
 
E invece, quel maledetto Deku lo aveva spinto via, al suo solito. Come se non lo ritenesse all'altezza. Come se Katsuki fosse un debole.
 
Il braccio sinistro di Deku giaceva in una pozza di sangue.
 
*
 
Katsuki ricordava vagamente ciò che aveva fatto, accecato dalla collera.
 
Aveva sicuramente fatto esplodere la faccia di quel Nomu. Ricordava le urla di quell'essere ripugnante risuonargli nelle orecchie, accerchiato ora da alcuni heroes di passaggio che il ragazzo non conosceva, mentre Katsuki prendeva Deku e correva con tutte le sue forze.
 
Verso dove? Non lo sapeva.
 
Gli bastava solo un posto tranquillo, un posto qualunque!
 
Il sangue che Deku continuava a perdere gli aveva macchiato gli abiti.
 
Aveva raggiunto un vicolo senza anima viva in giro, e aveva posato Deku per terra.
 
Era ancora cosciente, cazzo!
 
"Kacchan..."
 
Katsuki si morse le labbra. Ora non era il momento di farsi trascinare dalle emozioni. Doveva ricordare tutte le nozioni di primo soccorso che aveva imparato e fermare immediatamente l'emorragia.
 
Tirò fuori delle bende e del disinfettante dalle tasche della cintura.
 
Basteranno? - pensò - È davvero un brutto taglio.
 
E quel bastardo di Deku non è svenuto! Perché?
 
"Kacchan..." ripeté il ragazzo, con un filo di voce.
 
Katsuki si limitò a deglutire, si sfilò i guantoni e iniziò a trattargli la ferita. Deku sobbalzò dal dolore, ma strinse i denti e non emise un gemito. Katsuki avrebbe preferito che avesse urlato.
 
Aveva perso un braccio.
 
Per salvare lui?
 
Avendo finito di bendare il moncone, Katsuki, le mani ancora tremanti, prese il cellulare. Aveva attivato la posizione, per qualunque evenienza, e mandò un messaggio a tutti gli heroes della zona.
 
Dei medici sarebbero arrivati di lì a poco. Se avessero osato ritardare, se la sarebbero dovuta vedere con lui.
 
"... di... ce"
 
"Eh?"
 
Il volto di Deku era pallidissimo e i suoi occhi faticavano a restare aperti.
 
"Mi dispiace... Kacchan..."
 
Perché?
 
Perché si stava scusando con lui?
 
Perché, maledizione?! Si era sempre messo in mezzo, quel nerd di merda! Quando erano piccoli, quando era stato attaccato da quello schifoso di fango, quando quei villain lo avevano rapito!
 
Aveva sempre teso le mani, Deku, e Katsuki a lungo aveva pensato che fosse un gesto per schernirlo. Per trattarlo come un debole.
 
Ma ora, una di quelle mani era piena di cicatrici e l'altra non c'era più. E nessuno perde un braccio per schernire un altro.
 
Solo per lui... Deku...
 
Deku chiuse gli occhi.
 
Katsuki controllò che stesse ancora respirando, e che le bende stessero ancora fermando l'emorragia.
 
Dietro di lui, avvertì appena i passi frettolosi dei medici che stavano accorrendo verso di loro.
 
Con un dito, asciugò una lacrima dalla guancia del ragazzo svenuto. La lacrima non era di Deku.
 

"Non ti azzardare a morire, o ti ammazzo, Izuku " sussurrò Katsuki.