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Autore: Lady S    10/04/2020    1 recensioni
“Marinette mi stai mentendo, ne sono certa. Il vero problema è che non riesco a capire di cosa stiamo parlando esattamente" esclamò Alya guardandola con l'espressione più seria che aveva mai visto sul suo viso.
Marinette non riuscì a fare altro che a continuare a guardarsi le dita intrecciate.
"Ero convinta che fosse tutto un gioco, uno scherzo, ma dopo questo..Mari, che cosa dovrei pensare?"
In quel momento Marinette raccolse tutto il coraggio che aveva in corpo e fronteggiò la sua più cara amica come non aveva mai fatto prima. Strinse i pugni e urlò tutto d'un fiato, nella speranza che tutta la sua voce non le morisse in gola.
"Alya, ci sono cose della mia vita che non devi sapere a tutti i costi e, mi spiace, ma non tutto quello che faccio deve essere approvato da te!"
Alya rimase immobile, come una statua, mentre Marinette si allontanò con fare spavaldo, ma la verità era che le sue gambe tremavano incessantemente.
Sapeva di averle fatto male e si sentiva orribile..
..ma cos'altro avrebbe potuto fare?
Stupido stupido stupido Chat Noir, era tutta colpa sua, accidenti!“
Genere: Azione, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Adrien Agreste/Chat Noir, Alya, Lila, Marinette Dupain-Cheng/Ladybug
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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4 – Too meet you

 

 

Quattro giorni dopo, Marinette aveva ancora un aspetto spettrale, ma quantomeno aveva smesso di passare notti insonni alla ricerca di una posizione non dolente. Tikki l'aveva avvertita, ma il mattino dopo il cinema, era stata veramente molto male. Aveva dato di stomaco un paio di volte e i muscoli di tutto il corpo le facevano male. I suoi genitori, vedendola così, pensarono subito ad una influenza gastro-intestinale, per cui chiamarono la scuola per avvertire che per il resto della settimana non avrebbe frequentato le lezioni. In questo modo, Marinette poté cogliere la palla al balzo e usare la stessa scusa con i ragazzi, i quali le furono tutti molto vicini, ma si scusarono per non andarla a trovare perché non volevano prendersela.

Alya la video-chiamò solo quel pomeriggio, dove, una volta viste le sue occhiaie, decise che le avrebbe lasciato qualche giorno per riprendersi.

 

Tutto molto bello, peccato che dopo quattro giorni, il suo fianco continuasse a farle male ad ogni passo.

 

Si fece una doccia veloce e si rivestì di tutta fretta. Doveva andare a scuola quel giorno, o i suoi genitori l'avrebbero portata dal medico.

 

-Marinette, sei sicura?- le chiese Tikki mentre la ragazza finiva di farsi i soliti codini bassi

-Non ho altra scelta..- le rispose, mentre si infilava le ballerine -..se non vado a scuola, il medico troverebbe quell'ematoma e farebbe domande a cui non potrei rispondere. Stringerò i denti e mi limiterò a seguire le lezioni- finì, incamminandosi verso le scale.

 

Fece colazione con un toast al burro e si incamminò verso scuola, salutando velocemente i suoi genitori.

Aveva dovuto allungare le bretelle dello zaino, perché le facevano forza proprio sul punto dolente.

 

-Marinette!- la chiamò Alya da lontano. Senza accorgersene, era già arrivata a scuola. Sollevò un braccio per salutarla, facendole un sorriso tirato, ma tanto era troppo lontana per vederla chiaramente.

Le si avvicinò con calma, perché pensare di correre era davvero impensabile per lei, adesso.

La sua amica la fissò per tutto il tempo del tragitto -Amica mia, sei proprio bianca come un cadavere!- esclamò -Sicura di stare bene?- le chiese, preoccupata.

 

-Si, Alya, sto bene..- rispose cercando di essere il più possibile convincente -..il mio aspetto risente di questi giorni passati vicino al bagno-

-Bleah, che schifo!- si agitò l'altra -Questo non volevo saperlo..-

-E allora basta domande e andiamo in classe- decretò Marinette, cercando di assumere una buffa espressione di finto comando.

-Signorsi signora!- le rispose l'altra, ridendo.

 

 

***

 

 

Adrian era molto grato per non aver avuto un altro allarme akuma in questi giorni. Dopo la battaglia al cinema gli era servita qualche ora per riuscire a prendere sonno. Ogni volta che chiudeva gli occhi, rivedeva la sua Lady lanciarsi in una tempesta di fulmini, ma nei suoi sogni lei cadeva al suolo, inerme. Lui correva da lei, la prendeva tra le sue braccia e la chiamava, la chiamava in continuazione, senza ricevere risposta.

 

Si era spaventato a morte.

Come diavolo le era venuto in mente di fare quella cosa? Si era appena schiantata su un tetto!

 

-Bro, guarda chi c'è- lo chiamò Nino, scuotendogli leggermente il braccio. Adrian ritirò la sua testa dalle nuvole, andando a guardare la porta della classe.

-Marinette!- esclamò, forse con troppa enfasi. Lei girò la testa verso di lui e arrossì leggermente, ma molto meno del solito. In realtà la ragazza aveva un colorito cereo e spento.

-Ci..ciao A..a..adrian..- balbettò, mentre gli passava davanti per andare a sedersi al proprio posto. Aveva una camminata instabile e lo sguardo strano, come se si stesse sforzando nel fare qualcosa.

-Ehi, stai bene?- le chiese, voltandosi verso di lei.

-Io..s..si, tutto o..ok, adesso..- balbettò di nuovo, portandosi una ciocca di capelli ribelli dietro l'orecchio -..gra..grazie Adrian- gli sorrise, ma il suo sorriso era tirato, molto tirato.

Adrian, la fissò ancora qualche momento, alla ricerca di segnali, ma fu costretto a voltarsi all'ingresso dell'insegnante. Aveva preso una decisione.

 

Quella sera Marinette avrebbe ricevuto visite da Chat noir.

 

 

***

 

 

Le lezioni passarono più in fretta di quanto si aspettasse e, con sua somma gioia, stare seduta non era stato un così grosso problema.

-Bene ragazzi, con questo e tutto, potete andare.- disse la professoressa mentre li congedava -E ricordatevi che domani ci sarà la lezione dimostrativa di scherma.- terminò, andandosene.

 

Marinette perse un colpo.

Si girò verso Alya, che stava chiudendo lo zaino -Perché non ne sapevo niente?- le chiese, paranoiata.

-Hai ragione!- esclamò l'altra dandosi una manata sulla fronte -Lo hanno detto venerdì mattina e mi è passato di mente..-

-Ti è passato di mente?- chiese l'altra, più accusatoria di quanto dovesse

-Ehi scusa, ma non è così importante-

Marinette venne presa completamente contropiede. Aveva ragione, per quanto sapesse Alya, quello non era importante. -Hai ragione, scusami tu..- rispose, avvilita -..ma sai quanto sarà bello Adrian in veste di spadaccino?- spiegò lei, a mo di scusa.

Alya, per fortuna, le credette -Hai ragione, non ci avevo pensato! Devo assolutamente portare una macchina fotografica!-

-Esatto, e con la scusa di fare le foto per l'evento, farai anche un sacco foto ad Adrian che poi darai a me- le disse con fare sognante.

-Va bene, va bene..- le disse mettendole un braccio attorno al collo -..cosa non farei per te, amica mia-

-No, cosa non farei io, per te- le rispose, sorridente.

 

Arrivò a casa, più felice di quando ne era uscita.

Stava imparando a muoversi senza causarsi dolore e, se capitava, riusciva a sopportarlo meglio. Andò in camera sua, per affrettarsi a fare i compiti. Mamma le aveva promesso la sua cioccolata calda come premio.

 

Cosa poteva andare storto?

 

 

***

 

 

Il pomeriggio era passato velocemente per il giovane rampollo di casa Agreste, pieno di impegni improrogabili e sempre di massima importanza. A volte lui stesso si chiedeva perchè si sottoponeva a tutto questo.

 

Si affrettò a consumare la cena, per poi correre a rinchiudersi in camera, liquidando Nathalie con un -Oggi è stata una giornata pesante, buonanotte.-

 

Richiamò Plagg, con urgenza.

-Adrian, hai davvero intenzione di farlo?-

-Si certo!- rispose al suo kwami -Oggi Marinette aveva proprio una brutta cera..-

-..e per questo finirai di nuovo in camera sua stasera- concluse Plagg, fissandolo. Adrian decise che non era il momento discutere con lui, quindi si limitò a dire -Plagg, TRASFORMAMI!-

 

 

***

 

 

Marinette aveva appena finito di spazzolarsi i capelli prima di andare a letto. Dopo cena, si era subito congedata, dando la buonanotte ai suoi genitori. Era davvero stanchissima e provata dalla giornata. Era stato facile, ma non poco stancante. Si era data una lavata veloce e si era infilata nel suo pigiama bianco e rosa e si era sciolta i codini. Era decisamente pronta a farsi una lunga nottata di sonno.

 

-Vedrai Tikki, domani sarò fresca come una rosa- le disse mentre si dirigeva a piedi nudi verso il letto. La piccola kwami volò direttamente sul suo cuscino, posto nella parte più scura, non visibile dalla botola.

-Ne sono sicura Marinette! Oggi sei stata fantastica- le rispose

-Grazie..- arrivò al letto dopo aver scalato gli scalini -..ma adesso è proprio ora di dorm..- le parole le morirono in gola appena si sdraiò sotto le coperte.

 

Sopra la sua testa, al di là della botola, la fissava Chat noir.

 

 

***

 

 

Adrian era appena arrivato a casa di Marinette. Questa volta aveva deciso che sarebbe passato dalla botola, nella speranza di evitare momenti imbarazzanti. Si era quindi affacciato piano piano e l'aveva vista li, a ridosso del letto, pronta per andare a letto. Si perse a guardarla in pigiama, inoltre aveva i capelli sciolti ed erano decisamente più lunghi di quando si aspettasse. Si imbambolò per un attimo, ma si riprese non appena quella disse -Grazie, ma adesso è proprio ora di dorm..- ma non terminò mai la frase, perché lo vide attraverso il vetro.

Chat abbozzò un sorriso, bussando un paio di volte alla finestra, nella muta richiesta di farlo entrare. La ragazza ci mise un momento prima di realizzare che doveva alzarsi per aprirgli, ma alla fine lo fece, lasciandolo scivolare silenziosamente in camera sua.

 

-Ciao principessa..- iniziò, sedendosi a terra, di fronte a lei che stava accucciata sotto le coperte, nell'angolo più scuro -..vedo che stavi per andare a fare il tuo risposino di bellezza..- la punzecchiò un pochino. Non ricevendo, però, si vide costretto a continuare -..se vuoi posso andare via, Marinette-

-Si..cioè, no..!- si affrettò a dire lei -Cosa..cosa ci fai qui, Chat noir?- gli chiese, confusa. La vide tirare su ancora le coperte. Solo allora si rese conto che era in canotta.

-Ma come, non posso venire a trovare la mia principessa preferita?- le chiese, ridendo.

-E io sarei la tua principessa preferita?- gli chiese, passando dall'imbarazzo allo scetticismo

-Perché no?- ribatté Chat, innocente

-E di Ladybug cosa mi dici?- chiese lei, con tutta l'intenzione di metterlo a disagio e ci riuscì.

Il ragazzo ci pensò un momento, alla fine decise di essere sincero -Ladybug non è la mia principessa..- iniziò -..è la mia compagna di mille battaglie, una mia amica fidata, il mio primo amore..- e si interruppe, perché faceva comunque fatica ad ammetterlo -..anche se non ricambiato in alcun modo. Quindi decisamente lei non è mia e, sopratutto, non è decisamente una principessa.- concluse -La mia Lady è tante cose, ma decisamente non una principessa..- ribadì con sguardo sognante -..e menomale, altrimenti pensa in che guaio saremmo, Marinette!- disse, ridendo.

Nonostante la battuta, Marinette lo fissava con espressione triste. Gli prese una zampa e disse soltanto -Mi dispiace tanto Chat noir. Credimi, so come ti senti.-

-Davvero?- gli chiese di getto

-Davvero davvero..- rispose lei, abbozzando un sorriso

-Tu? Principessa, credimi, faccio fatica ad immaginare una situazione del genere..-

-Cosa?- chiese l'altra, alterandosi un poco -Pensi che io non possa avere problemi di cuore? Mi credi una bambina?-

-NO!- esclamò l'altro, avvicinandosi -Non è quello che intendevo..- istintivamente gli venne di allungarsi verso lei per metterle una ciocca sbarazzina dietro l'orecchio -..non capisco come qualcuno possa non apprezzarti, Marinette- disse serio, mentre ritirava la mano, facendole volutamente una mezza carezza.

La ragazza era diventata rossa di colpo -A..a..a sua disc..discolpa..- iniziò a balbettare, guardandosi le mani -..ec..ecco a sua dis..discolpa, l..lui non lo sa..- terminò, non riuscendo a guardarla in volto.

-Perchè?- chiese curioso il gatto, mentre la scrutava. Era davvero bella.

-Per..perchè?- chiese lei di rimando.

-Si, perché non lo sa?-

-Io..- si fermò. Stava pensando, lo vedeva dagli occhi -..non..non credo sia una buona..idea- sospirò, con aria triste.

-No Marinette, non farmi quel faccino triste..- le disse, dandole un buffetto veloce -..non posso vederti così, principessa.- voleva consolarla, voleva abbracciarla, ma non si osava.

-Non è così facile, Chat..- disse infine -..ci sono cose, complicazioni, che non posso permettermi..- ammise. Poi la vide realizzare qualcosa -..ma non è importante- terminò, velocemente.

-Si che lo è..-provò a reintrodurre il discorso, ma non ci riuscì.

 

Un boato scosse la città, nel cuore del silenzio di una Parigi addormentata.

 

   
 
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