Videogiochi > Sonic
Segui la storia  |       
Autore: Elena 1990    10/04/2020    1 recensioni
L'immortalità è un dono e una maledizione. Shadow e Knuckles lo sanno meglio di chiunque altro, e benchè la vivano in modo diverso, essa li ha uniti come non avrebbero mai immaginato.
In un futuro lontano e con una nuova minaccia alle porte, difenderanno il loro mondo. Devono. Lo hanno promesso.
Ma quanto vale una promessa vecchia un millennio?
E soprattutto, ciò che li attende è davvero un nemico come tanti?
Genere: Avventura, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Knuckles the Echidna, OC, Shadow the Hedgehog, Silver the Hedgehog
Note: Otherverse | Avvertimenti: Contenuti forti, Tematiche delicate, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 11: Ice Cap

Fuori era un casino, anche se definirlo tale era riduttivo.
Alberi abbattuti, rami e foglie dappertutto, lamiere di robot sparse in giro dal vento, poi travi di legno e ogni genere di cimeli lasciati in giro da lui o da Shadow. Più una serie di altre cianfrusaglie e rifiuti portati dal vento.
La grotta dove vivevano era allagata, tutto quel che era rimasto inutilizzabile.
A terra c' erano ancora chicchi di grandine grossi come palline da tennis.
– Merda, che disastro. – mormorò il guardiano. Scosse il capo e si mise al lavoro.
Il sole descrisse il suo arco nel cielo osservando il guardiano spostare tronchi e raccogliere lamiere.
Non aveva più visto Nadia e Shadow, di sicuro lui la stava addestrando.
Era riemerso all'alba da una pila di rami e foglie, si era scrollato la pelliccia ed era tornato al palazzo a prendere qualcosa per colazione. Tera e Alexi erano lì, ma quando uscì non lo seguirono: Alexi preferiva studiare. Knuckles l'aveva visto titubante, ma non vi aveva dato troppo peso. Tera invece voleva seguirlo e aveva protestato, tra uno starnuto e l'altro, ma Knuckles fu irremovibile.
Si disse che avrebbero dovuto restare nel palazzo ancora un po', almeno il tempo necessario a creare un nuovo rifugio per loro. Non avevano molte provviste e avrebbe dovuto pensare anche a quello.
Volse lo sguardo al cielo scuro e coperto di nubi. Un problema in più. Doveva spostare l' isola fuori dalle nubi se non voleva rischiare un' altra grandinata come quella. Ma attraversare le nubi e i venti di tempesta non era semplice.
– Stasera. Quando Shadow e i ragazzi saranno al sicuro.
Gli animali non erano ancora usciti dal palazzo. Un brutto segno, ma anche un problema in meno. Knuckles aveva deciso di chiudere le porte, per non farli uscire affatto.
Con gli animali al sicuro, poteva cercare provviste: la carne secca nel rifugio era andata, non c' era un frutto sano in tutto il bosco, comprese le sue povere viti, e non sapeva fino a che punto l' acqua fosse contaminata.
L' unica soluzione era attingere alle sue riserve nella ghiacciaia di Ice Cap. Ma avrebbe avuto bisogno di mani in più e non voleva portare Tera lì con quel raffreddore.
Riflettè, poi tornò sui suoi passi, nel palazzo.
Alexi stava bevendo del succo di frutta e quasi soffocò quando vide il teletrasporto attivarsi.
Knuckles scese i gradini, lo sguardo sul procione – Ah, cercavo giusto te. Metti dei vestiti pesanti: andiamo ad Ice Cap. – lo squadrò – Sembri pallido. Tera ti ha attaccato il raffreddore?
Alexi trovò la forza per parlare. Il suo corpo e il suo zaino sul sacco a pelo erano tutto ciò che nascondeva il grosso tomo echidna e i suoi appunti per la traduzione. – No, sto bene. – balbettò – Mi preparo subito. Ti raggiungo fuori ok?
– D'accordo. Ma prima prendo un po' di provviste. – si mosse per scansare il procione, ma quello gli blocco di nuovo la strada.
– NO! Voglio dire, no, no, posso occuparmene io. Preparo io gli zaini. Tu hai già tanto da fare là fuori.
Knuckles lo guardò confuso, ma aveva ragione: aveva molto da fare e poteva portarsi avanti con il lavoro. – Come vuoi. Ti aspetterò fuori allora.
Alexi crollò a terra non appena Knuckles se ne andò. Scolò tutto il succo di frutta e ritirò libro e appunti chiudendo bene il bagaglio – Devo pensare seriamente ad un nascondiglio migliore. C'è mancato poco.
Prese il suo zaino da escursione e quello di Knuckles e li riempì con attrezzatura e provviste, poi mise i vestiti più pesanti che aveva e uscì.

Alexi seguì Knuckles fino ad uno dei pannelli di teletrasporto. Si chiese come facesse il guardiano a distinguerli, dato che erano tutti uguali.
Il teletrasporto li portò sulla cima innevata di Ice Cap, dove Knuckles aveva la sua grotta con le provviste.
Alexi affondò nella neve fino al ginocchio e rabbrividì. Il vento gelido sollevava la neve facendone turbinare i cristalli.
- Vieni, la ghiacciaia è più avanti. - disse Knuckles.
Alexi non immaginava che “più avanti” significasse due ore di cammino in salita su un sentiero a mala pena visibile fra neve e ghiaccio e che, nei tratti in cui non era scivoloso, instabile o coperto di neve, attraversava dirupi sferzati da un forte vento. La pelliccia rossa di Knuckles divenne via via chiazzata di bianco man mano che camminavano. Il guardiano indossava i suoi soliti abiti ma per qualche motivo non sembrava soffrire il freddo, al contrario di Alexi che congelava.
- Come fai a stare vestito così? - chiese, battendo i denti.
Il guardiano si fermò e si voltò. - Non ne ho idea. Ma succede solo su questa montagna. Se fossi altrove, soffrirei il freddo come te.
- Com'è possibile?
- Non lo so. Forse è l'isola. Qui è diverso per me.
Continuarono a camminare.
- E non hai mai pensato di indagare?
- L'ho fatto, molto tempo fa. Ma ho trovato solo leggende e racconti popolari. É impossibile dire se siano fantasie o ci sia qualche verità.
Alexi riflettè, continuando a camminare – Può darsi che sia perchè sei il guardiano? - ansimò.
- Può essere, ma non ne sono sicuro. - replicò l'echidna. - Anche Sonic non sentiva il freddo quassù o il calore a Lava Reef. E neanche Shadow.
Alexi ansimò – Manca ancora molto?
- Sei stanco?
Il procione fece una smorfia – Certo che no! Ma ho freddo.
- Siamo quasi arrivati.
Dopo un altro breve tratto in salita, raggiunsero una caverna. Knuckles vi entrò, gettò a terra il suo zaino e si inoltrò in un sentiero illuminato da cristalli azzurri, che terminava in una stanza circolare, dove erano ammassati decine di scatole e sacchi. Parte della parete era di roccia, mentre una porzione libera dalle vettovaglie era di blocchi di ghiaccio.
Knuckles rimosse i blocchi ed entrò nella ghiacciaia con un grosso sacco vuoto. - Aspettami qui. É più caldo.
Alexi annuì e mentre Knuckles raccoglieva le provviste, si guardò attorno.
La grotta era in parte una ghiacciaia e in parte un magazzino. Il cibo non era l'unica cosa presente. Ma fra vecchi mobili e attrezzi, Alexi scorse qualcosa di interessante.
- Wow! - esclamò, osservando le tre tavole. Fece per prenderne una.
- Non toccarle! - la voce di Knuckles lo fece sobbalzare. - Sono di Sonic e Tails! Alexi si allontanò subito dalle tavole – Scusa. Non lo sapevo. Cosa sono? Sembrano snowboard ma-
- Non lo sono. Sono hoverboard. - Knuckles trascinò fuori due sacchi pieni e rimise a posto i blocchi di ghiaccio.
- Sul serio? - guardò la terza tavola, quella rossa. - La rossa è tua? Non sembri un tipo da hoverboard.
- Non lo sono infatti. É stato Sonic a coinvolgermi. Ma so andarci, se è quello che vuoi sapere. - si avvicinò al procione e prese la tavola rossa. - Vieni. - fece un paio di passi e notò che Alexi non staccava gli occhi dalla sua tavola.
Si fermò. - Che cos'ha di tanto interessante?
- Uh? Nulla. É solo che, è da quando sono piccolo che desidero un hoverboard tutto mio. Ma costano e sai – distolse lo sguardo e mise le mani in tasca. - niente paghetta, niente feste con regali. E il poco che racimolavo mi serviva per mangiare.
Knuckles guardò le due tavole rimaste. Il pensiero di darne una a quel ragazzino lo sfiorò, ma non voleva. Ci teneva molto, come a tutte le vecchie cose di Sonic e Tails.
Lo aiutavano a non dimenticarli.
- Sai che Silver te ne regalerebbe uno, se glielo chiedessi?
- Stai scherzando? Silver mi ha già dato tutto. Mi ha dato un tetto, cibo, una famiglia, una casa, un'istruzione. Non gli chiederò altro.
- Vuoi dire che non ti ha mai regalato qualcosa per le feste o il compleanno?
- Sì l'ha fatto. Ho sempre chiesto cose utili, come vestiti, libri.
- Ma non ciò che volevi veramente.
Il procione scosse il capo. - C' erano cose che volevo, ma non mi servivano. E non volevo fare l'egoista.
Knuckles lo fissò per qualche istante, poi si incamminò, lasciando Alexi confuso.
Lo seguì fuori dalla grotta e lo vide appoggiare la tavola e metterci un piede sopra.
- Tieni uno dei sacchi e sali dietro di me. Tieniti a me con l'altro braccio e non mollare la presa.
Alexi obbedì.
- Pronto? Cerca di non sbilanciarmi. - il ragazzo annuì e Knuckles premette in avanti con il piede, attivando la tavola. Il campo magnetico ancorò i loro piedi alla superficie liscia e la tavola si sollevò.
Knuckles sentì il procione barcollare e riguadagnare l'equilibrio.
- Ora scendiamo. Hai paura?
- No! - dal tono Alexi sembrava euforico.
L'echidna partì e guadagnò gradualmente velocità, scendendo giù dalla montagna con Alexi che strillava dietro di lui.
- Che figataaaaa! Accelera! Più veloce! Wooooo!
Knuckles lo ignorò. Il ragazzo si muoveva più del previsto e in più di un' occasione rischiò di farli cadere. A quella velocità riusciva ancora a mantenere il controllo della tavola. Accelerare significava mettere in pericolo entrambi.
Pensò a ciò che gli aveva detto il ragazzo. Non gli era difficile capirlo. Anche lui era un orfano del resto. Era rimasto solo quando era ancora un cucciolo, e nei suoi panni la penserebbe allo stesso modo.
Dannazione, mi sto affezionando a loro.
Lo sospettava già da tempo: lo spavento per l'umana, l' intenerirsi di fronte alla riccia e adesso la simpatia per Alexi.
Non va bene. Devo fermare questa cosa, finchè posso. Mantenere le distanze, evitare di parlarci.
Non posso perdere qualcun altro.


Al tramonto raggiunsero l' entrata di Hidden Palace. Knuckles scese dalla tavola e la spense.
- Porto dentro il sacco. - disse Alexi.
- No, aspetta ragazzo. Vieni qui.
Alexi si avvicinò. L' echidna prese il sacco e gli mise in mano la tavola. - Te la presto. Non rovinarla.
Alexi lo guardò – Sul serio?
- Ti sembra che scherzi? Penso io ai sacchi. Ti si legge in faccia che muori dalla voglia di provare. - detto ciò, si allontanò con entrambi i sacchi di provviste.
- Ma non so andarci. - disse Alexi. - Mi insegni?
Knuckles si fermò. Sapeva che Alexi non aveva avuto la migliore delle infanzie e voleva renderlo felice.
Ma voleva anche prendere le distanze da quei tre e la sua buona azione gli si era rivoltata contro.
- Prova a farcela da solo. Se proprio non riesci ti darò una mano. - disse. Alexi gli sembrava sveglio, avrebbe sicuramente imparato da solo.
Tuttavia il procione sembrò rattristarsi – Ok. - disse e si allontanò da solo con la tavola.
Quando Shadow e Nadia raggiunsero al Palazzo, il fuoco ardeva e il cibo era pronto. La ragazza si accostò subito ad Alexi, che stava leggendo di nuovo il suo libro di anatomia. La hoverboard rossa era al suo fianco. Il piccolo procione era caduto varie volte provando ed era un po' ammaccato oltre che stanco per la gita ad Ice Cap. Le sorrise quando la vide - Ehi! Com' è andato l'allenamento?
- Bene. Maestro Shadow mi ha insegnato alcune tecniche con l' energia. - rispose lei e lo sguardo cadde sulla tavola – è un hoverboard quello? Dove l'hai trovato?
- é di Knuckles. Me l'ha prestata. Sono stato ad Ice Cap con lui a prendere le provviste. - abbassò la voce – quindi non ho avuto molto tempo da dedicare al “tu sai cosa”
Nadia gettò un' occhiata veloce intorno a lei: Knuckles versava la zuppa e Shadow conversava con Tera. Abbassò la voce – Pensi di riuscirci?
- Non lo so. È una specie di dialetto arcaico. Non riesco a capirlo bene.
Knuckles distribuì le ciotole con la zuppa, per poi sedersi. - Questa sera sposterò Angel Island fuori dai venti di tempesta.
Alexi guardò Shadow - Spostare l' isola?
L'echidna non rispose, continuando a mangiare.
- Knuckles può utilizzare l'energia del caos per dirigere l' isola dove gli pare.
Tera sollevò il muso di scatto e guardò Knuckles - Sul serio? Un' isola intera?
Knuckles sospirò, infastidito. - Sì.
- Ci vuole una grande concentrazione e un ottimo controllo dell'energia per una cosa del genere. - commentò Nadia – Come ci riesci?
- Immagino una mappa con l' isola al centro e immagino che si muova seguendo una rotta.
- Tutto qui? - sembrava perplessa.
Knuckles posò la ciotola vuota e si alzò. - Tutto qui. Sembra facile eh? Vuoi provarci? Non riusciresti. Io ci sono riuscito al primo tentativo, quando ero ancora un cucciolo. Perchè? Perchè sono un guardiano. Come? Non ne ho idea. Ora che ho risposto a tutte le tue domande posso andare?
Lo osservarono in silenzio, perfino Shadow era perplesso. Il guardiano si incamminò verso il teletrasporto.
- Wow. - disse Nadia – Non pensavo di essere scortese. Volevo solo sapere.
- Non sei stata scortese. É solo Knuckles. Non gli piace quando gli fanno troppe domande di quel genere. Lo fa sentire come sotto una lente d' ingrandimento.

Pioveva, il vento gli schiaffeggiava il muso. Era buio e freddo, con solo i fulmini a regalare qualche secondo di luce.
Knuckles posò i palmi sullo smeraldo e chiuse gli occhi. Sentì fluire l' energia negli arti e nel suo corpo, la sentì espandersi intorno a se, avvolgere l' isola, concentrarsi in un punto preciso, premere verso una direzione.
Immaginò la mappa e l' isola muoversi come un punto sulla cartina, poi staccò le mani dallo smeraldo e le sollevò in alto. La pioggia gelida gli inzuppava la pelliccia il vento gli sferzava i dreadlocks, implacabile.
Aveva freddo, ma cercava di non pensarci. Uscire dalla tempesta avrebbe richiesto tutta la notte, forse anche di più.
Un fulmine toccò terra a qualche metro dalla ziggurat ma l'echidna non si mosse. Aveva già vissuto situazioni simili: tutto quello che poteva fare era rimanere concentrato e pregare che i fulmini non lo colpissero.
Il vento si fece più forte ed alla fine dovette piantare gli artigli nel terreno per non volare via. Si spostò in modo da avere lo smeraldo alle spalle e stare tra la gemma e gli alberi contorti dal vento.
Sfondò con un pugno un tronco divelto che volava verso di lui e rimase così: un artiglio piantato a terra e l' altro libero per colpire qualunque cosa minacciasse lo smeraldo.
Lo aspettava una lunga notte.
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Videogiochi > Sonic / Vai alla pagina dell'autore: Elena 1990