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Autore: Shaara_2    11/04/2020    8 recensioni
“Ben perché non sei tornato da me?” gli chiese, asciugando le lacrime.
Ma lui rimase immobile a guardarla, sorpreso e senza fiato.
“Rey? Sei tu?” le rispose, incredulo, aggrappandosi al cristallo kyber che lo teneva prigioniero. “Pensavo che non ti avrei più rivisto.”
***
Ciao a tutti. Ho deciso di scrivere questa breve storia REYLO (Ipotetica relazione sentimentale tra Rey e Ben Solo), per raccontare un possibile Epilogo “soddisfacente” dopo TROS. Come tutti i miei racconti, ci sarà il lieto fine. Questa storia è ispirata alla filosofia degli Je’Daii. Buona lettura
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Finn, Kylo Ren, Maz Kanata, Poe Dameron, Rey
Note: Missing Moments, Movieverse | Avvertimenti: Spoiler!
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Capitolo 14

Grazie infinite a Gothic’s Hollow per questa fantastica opera d’arte. Hai uno stile meraviglioso.
Grazie per la tua talento. Per vedere altri suoi disegni cliccate
qui.

Per sentire la musica di questo capitolo clicca sull’immagine:

A New Home (Rey Skywalker Theme) - John Williams

⧫⧫⧫

La paura è senza motivo.
Essa è immaginazione,
e vi blocca come un paletto di legno può bloccare una porta.
Bruciate quel paletto.

(Rumi)

⧫⧫⧫

 

  

Finn aveva appena mosso un passo oltre la stanza di Rey, quando Poe, Maz e l’aleena arrivarono dietro alla porta.

 

Finn fu sorpreso da quell’arrivo inaspettato, ma cercò di nascondere la sua espressione nervosa.

 

A Poe, però, bastarono appena pochi secondi per capirlo, non aveva bisogno di troppe spiegazioni per sapere che cosa gli stesse passando per la testa. Così tamburellò con le nocche sulla porta, preparandosi nell’ardua impresa di tentare di stemperare la tensione dell’amico.

 

“Tutto bene?” domandò, fingendo indifferenza ed entrando nella stanza. Poi, guardò Finn dritto negli occhi, come era solito fare, con la faccia mezzo seria di chi sta per fare una battuta divertente. Ma era solo apparenza. Era la solita maschera che usava indossare quando gli stava vicino. Un maschera che durò il tempo di un pensiero, poi lo sguardo di Finn lo colpì come uno schiaffo contro al viso.

 

Un brivido gli percorse la schiena e lui fu costretto a irrigidirsi per nasconderlo. Ma non poteva evitare di notare come Finn fosse abbattuto, con il volto stravolto e una riga di tristezza che gli deformava il profilo. Che si fosse dichiarato con Rey e fosse stato respinto?

 

Si girò per analizzare lo stato d’animo di Rey. Se le sue supposizioni erano esatte, anche lei sarebbe apparsa un po’ scossa. E difatti era tesa, frustrata, con gli occhi lucidi, come se stesse trattenendo a stento le lacrime. Chissà che cosa si erano detti? Ma il risultato era evidente e lampante, proprio sotto gli occhi di tutti. Qualcosa doveva essersi spezzato tra loro. Così, sospirando, decise che avrebbe potuto dare un piccolo aiuto. Un soccorso ai cuori infranti che non avrebbe mai voluto vedere…

 

“Rey?” Aggrottò le sopracciglia, tirandole verso l’alto. “Finn?” domandò ancora, facendo finta di sbuffare.

 

Lentamente si girò a guardare prima uno e poi l’altra, in modo da studiarli entrambi. Ne dedusse che doveva per forza essere successo qualcosa di spiacevole e concluse che non fosse il caso di fare altre domande, anche perché Rey e Finn sembravano imbarazzati, delusi e persino un tantino nervosi. Che fare, per risollevare la situazione?

 

Ma sì! Poteva continuare a fingersi l’amico irriverente che era sempre stato. Per questo, andò a posarsi sulla spalla di Finn, fingendo di guardarlo con quella sua espressione mezzo divertita. Ma non era affatto divertimento quello che provava per quello stupido e cieco ex stormtrooper. Era qualcos'altro…

 

Qualcosa da nascondere e preservare… un sentimento tanto bruciante quanto fastidioso e proibito e per questo non necessario. Ma lui era abituato a ignorare le sue emozioni, così indossò la solita maschera superficiale e scrocchiò le giunture del collo, fingendo l’ennesimo sorriso di scherno.

 

“Allora? Volete stare qui a girarvi pollici tutto il giorno?” Piegò la testa, stringendo Finn per le spalle e allungando una mano per trascinare Rey più vicino.

 

“Siete pronti per riparare una nave del Primo Ordine?” Si voltò di nuovo per guardarli entrambi e poi, senza attendere una risposta, li trascinò con sé fino alla nave da trasporto predisposta da Maz.

 

Rey e Finn si sedettero dietro a Poe, mentre Chewie predisponeva i motori per il decollo.

 

“Awwwwwww” grugnì Chewie, spostando il muso verso l’alto.

 

Poe si girò per sorridergli e dirgli che non serviva a niente lamentarsi che il sedile era troppo stretto, mentre C-3PO esclamava preoccupato, nella direzione di R2-D2: “Oh, cielo! Come faremo a riparare una Death Star Destroyers senza avere le specifiche di progetto?” Alzò le mani verso l’alto, mostrandosi sempre più preoccupato. “Oh, cielo! Alterare la portata di un superlaser, poi, sarà come giocare d’azzardo. Dovremo andare a tentativi, sperando di ricadere nella probabilità più ottimistica.”

 

“Bip-bip-biiiiiip” lo interruppe R2-D2. Il messaggio era chiaro. 

 

Avevano tutti paura, ma Poe non voleva che fosse la paura a vincere quel momento. Così, prese la decisione di sollevare comunque il morale dei suoi amici.

 

“Tu che ne pensi, BB-8? Sei anche tu così pessimista?”

 

BB-8 cominciò a rotolare avanti e indietro, tra lui e Rey, ma la ragazza lo afferrò per le curve della sua struttura.

 

“Andrà tutto bene BB-8. Ti fidi di me?”

 

BB-8 emise un breve sibillo per accennare una risposta e Rey accarezzò la sua lamiera tondeggiante con un’espressione affettuosa.

 

Poe scosse la testa sorridendo, la sua amica si era proprio affezionata al suo droide!

 

“Grazie, BB-8,” sussurrò Rey, sollevando gli occhi in direzione di Poe. “Lo so che posso sempre contare sul tuo appoggio.” E lui sapeva che lo stava dicendo a voce alta perché tutti la sentissero. Forse, soprattutto lui…

 

Poe mascherò un sorriso compiaciuto e si girò verso i suoi amici.

 

“Allacciate le cinture, si parte!” 

 

Il suo sorriso si allargò nel notare le pupille di Finn dilatarsi poco prima di entrare nell’iperspazio. Poi, la velocità della luce gli tolse ogni pensiero, ogni respiro, ogni ricordo di quella pelle scura e calda che amava stringere tra le sue braccia.

 

Milioni di scintille saettavano intorno alla nave. Lo scricchiolio delle lamiere gli fece stringere i denti, mentre attraversavano intere galassie alla velocità della luce. Le mani strette sui comandi. Gli occhi strizzati, come se l’universo stesse per esplodere. Poi il bagliore divenne più tenue, la tensione meno stringente e le lamiere rallentarono lentamente lo stridio delle vibrazioni. Era a quel punto che, generalmente, accadeva il miracolo.

 

La velocità della nave diventava sopportabile e, tra scintillii indefinibili e ronzii terrificanti, appariva l’universo così come ogni uomo lo ricordava: milioni di stelle e luci sparse nel cielo. Disegni di costellazioni che splendevano a rischiarare la vastità di una notte senza fine. Poi, apparve Exegol. Una sfera appesa nell’universo, apparentemente immobile, grigia e interamente ricoperta di una cupa foschia. Lo stesso tetro pianeta dove avevano combattuto l’ultima battaglia contro il Primo Ordine un anno prima.

 

“Siamo quasi arrivati” disse, con voce sommessa, non appena la nave si trovò in prossimità della faccia orientale del pianeta.

 

Poe aveva seguito le coordinate esatte, le stesse che erano stata riferite da Solo. Ma, nonostante tutto, sorvolando il pianeta disabitato, rimase stupefatto nel vedere le distese di navi appartenute alla Sith Eternalfleet del Primo Ordine. E fu come tornare indietro nel tempo in un solo secondo. Il suo cuore si fermò nel notare la punta della Steadfast usata dal Generale Pride durante la battaglia di Exegol. La carcassa languiva contro il terreno, totalmente sconfitta. Quella nave, che era stata il fiore all’occhiello del Primo Ordine, adesso giaceva spezzata in più tronconi conficcati contro il suolo, come se qualcuno li avesse lanciati da lontano, con l’esatto intento di farli accartocciare contro al terreno. Tutto intorno, tra rottami e lamiere, un mare di Star Destroyer appartenute alla Sith Eternal Fleet perfettamente allineate e ferme. Probabilmente, erano state abbandonate a se stesse dopo la pesante sconfitta. Una flotta morta, che non avrebbe volato mai più. Ma, dopo una prima visione, scendendo sempre più a bassa quota, fu evidente come anch’esse fossero state colpite da resti di lamiere e parti scomposte di navi da guerra che, probabilmente, dovevano essere precipitate in modo sparso e distruttivo proprio sopra i velivoli abbandonati.

 

Poe sentì il sangue gelare nel vedere quella vastità di navi sul suolo di Exegol. E, scendendo sempre più in basso, fu sempre più chiaro anche a tutti gli altri che le navi, con cui contavano di portare a termine l’operazione, versavano in un pessimo stato. Dal cielo doveva essere precipitato un fiume di rottami tale da rendere qualsiasi mezzo totalmente inagibile. Non sarebbe stato uno scherzo riuscire a farne funzionare anche una soltanto. Con un leggero senso di sconforto, girò gli occhi verso il copilota.

 

La risposta di Chewie non si fece attendere: “Hwwww awww, awwwhh.” La pensava proprio come lui. Ci sarebbero voluti mesi per sistemare un mezzo agibile. E chissà quanto ci sarebbe voluto prima di rendere funzionante un laser gravitonico per poter bombardare Tython e farvi rientrare le lune. Eppure Rey, con il suo solito ottimismo, riuscì a vedere un’alternativa.

 

“Guardate là!” La ragazza si slaccio la cintura, indicando una nave semi nascosta dentro ad un hangar.

 

Finn, per la prima volta dopo ore, guardò l’amica con aria sollevata. Poe fece in tempo a notarlo con la coda dell’occhio che Finn le aveva già risposto, assumendo via via un'espressione sempre meno tesa. Ma i suoi occhi erano spalancati e increduli come se lo ritenesse impossibile.

 

“Ma… quella… sembra proprio…” balbettò Finn, spalancando la bocca e scuotendo il capo. Il suo labbro tremò sconcertato e Poe si sbrigò a dargli man forte, prima che il suo amico cadesse nel panico. Chissà quali terribili ricordi doveva avergli scatenato quella visione.

 

“Non è che sembra, Finn… Direi che è proprio una Star Destroyer di classe Xyston.” Ma neanche lui fece in tempo a finire la frase che Rey si stava già preparando per l’atterraggio.

 

“Oh, cielo!” riprese a balbettare C-3PO in direzione di R2-D2. “Una Star Destroyer Xyston come quella usata dal Comandante Chesille_Sabrond per distruggere il pianeta Kijimi.”

 

R2-D2 gli rispose con un enfatico “bip piiiiiiiiiiip” e solo allora anche Finn si decise a prepararsi per scendere.

 

“Se riusciamo a rimettere in aria quella nave, praticamente avremo tutto ciò che ci serve per creare un cratere su Tython!” Finn sembrava decisamente felice per quella scoperta.

 

Poe spense i motori, preparandosi ad aprire i portelloni delle nave e a rincorrere l’amica. Non aveva nemmeno avuto il tempo di spegnere la nave, infatti, che Rey  era partita di gran carriera, seguita dai R2-D2, BB-8 e da un C-3PO sempre più riluttante e preoccupato per la riuscita della missione. Con lei erano andati anche Chewie, Maz e l’aleena. Praticamente, si erano fatti trovare sulla porta già da quando aveva cominciato le manovre di atterraggio.

 

Ma Finn era rimasto perplesso e seduto sulla sua sedia fino a che non aveva finito di occuparsi delle procedure sulla plancia. Che lo stesse aspettando?

 

Lo scrutò, colmo di domande, mentre si infilava il blaster nel fodero. Poi lo vide alzarsi, come se fosse un automa, con gli stessi occhi vitrei di un uomo che ha lasciato la testa in un’altra dimensione.

 

No, non lo stava aspettando. Di sicuro si era illuso. Così sospirò, intuendo che Finn fosse solo ancora nervoso per quel qualcosa che era successo con Rey. E lui non era certo di voler indagare a fondo su che cosa si fossero detti i suoi amici. Ma ignorare il problema non l’avrebbe certo reso inesistente e teneva troppo a quello stupido assaltatore per lasciarlo bollire nel suo brodo. Fece un altro sospiro e si decise a parlare.

 

“Vuoi parlarmi di quello che è successo con Rey?”

 

Si avvicinò a Finn per rassicurarlo e farlo sentire compreso, amato. Con quel suo solito amore fraterno che poi così fraterno non era… Ma tanto, come sempre, Finn non si sarebbe accorto dei suoi sentimenti, del palpito che provava quando gli sorrideva, dell’emozione che gli suscitava il solo averlo vicino.

 

Finn gli sorrise all’improvviso e lui si dimenticò di ogni cosa.

 

“Oh, Rey…”

 

Finn  abbassò il capo, arrossendo.

 

“Avevi ragione, Poe.”

 

“Ragione?” domandò il pilota, pensando di dirlo al suo interno.

 

“Certo, avevi ragione anche questa volta.”

 

“Io ho sempre ragione!” gli rispose, sollevando le labbra in un mezzo sorriso.

 

Finn rise di gusto e Poe pensò che sarebbe potuto morire solo per quella visione, ma Finn, fortunatamente, tornò serio e distante.

 

“Rey lo ama. Lo ama follemente. Lo ama così tanto da essere certa che sia cambiato. Lo ama al punto da preferire la morte, piuttosto che vivere senza di lui.”

 

Poe si rabbuiò ancora prima che Finn finisse la frase. E certo era grave che Rey avesse perdonato Solo per le atrocità che aveva commesso. Era grave che Rey ritenesse il sacrificio di Ben sufficiente per riscattarlo agli occhi della Galassia. Ma lui si fidava della sua amica, sapeva che il cuore di Rey era grande quanto la sua Forza, ma sapeva che anche Leia aveva perdonato suo figlio e, come Rey, non aveva mai smesso di amarlo e aspettare il suo ritorno alla luce. Per questo, anche se aveva odiato Ben Solo con tutte le sue forze e a lungo, aveva sempre saputo che Rey e Leia avrebbero sempre creduto in lui. E, forse, era stato proprio quell’amore incondizionato a salvarlo. Ma non era il pensiero di un riscattato Ben Solo a turbarlo, e nemmeno Rey.

 

Quello che lo feriva era vedere Finn soffrire per Rey. Si sarebbe mai accorto dei suoi sentimenti? Se anche si fosse arreso all’evidenza che Rey era innamorata di un altro, avrebbe mai potuto accoglierlo come qualcosa che non fosse unicamente un amico? E, se anche Finn si fosse mostrato gioviale e libero sentimentalmente, come avrebbe dovuto fare? Avrebbe dovuto dirglielo? Così, a bruciapelo? Oppure avrebbe fatto finta di niente, lasciando che fossero gli istinti a dominare la scena? I suoi occhi ruotarono in un pensiero di terrore. E se si fosse lasciato andare e Finn avesse deciso di respingerlo con odio? Il suo viso divenne pallido al solo pensiero. No, no. Questo non doveva accadere. Sarebbe stato meglio restare in solitudine, piuttosto che dover rinunciare alla sua amicizia… No, lui…

 

“Perché fai quella faccia?”

 

Finn si girò verso di lui, avanzando di qualche passo fino a raggiungerlo. “Lo so, può sembrare assurdo, ma è così.”

 

Una mano di Finn si alzò, allontanandosi dal suo corpo come se volesse toccarlo. Poe ebbe un sussulto nell’accorgersi che le dita di Finn stavano per poggiarsi sul suo viso.

 

Il suo cuore cominciò a pompare ossigeno e il suo volto cambiò colore. No, non doveva permettere che i suoi sentimenti rovinassero tutto. Trattenendo un gemito tra i denti, stringendo l’addome, quasi fino a farsi mancare il fiato, si allontanò da quella mano.

 

Finn lo guardò in modo strano, lasciando la mano sospesa a mezz’aria. Il suo volto sembrava confuso e un leggero rossore comparve sulle guance dell’assaltatore. Possibile che l’avesse offeso?

 

“Io… io…” balbettò, indossando la sua feroce maschera dell’ilarità irriverente. “Non capirò mai le femmine!”

 

Gli sorrise, sperando che il resto del suo corpo non lo tradisse. Ma la sue braccia non riuscivano mai a stare al loro posto.

In un secondo, abbandonarono i suoi ordini e si lanciarono per abbracciare Finn intorno alle spalle.

 

Finn gli sorrise di nuovo e ancora una volta Poe si costrinse a sembrare indifferente.

 

“Forse è arrivato il momento di fidarci di Rey” gli disse, ricambiando il sorriso.

 

Le sopracciglia di Finn si incurvarono incerte.

 

“Mi stai dicendo che vuoi fidarti Kylo Ren? Credi veramente che ora sia veramente tornato a essere Ben Solo?”

 

Poe allargò il braccio libero, trascinando Finn fuori dalla nave.

 

“Penso solo che non capisco le donne, ma molte volte hanno ragione… ho già sbagliato una volta a non fidarmi di Holdo, ma non sbaglierò con Rey…”

 

“Cosa stavate facendo?” gridò Rey, vedendoli arrivare. “Sapete che racconteremo ai posteri di aver riparato un turbolaser senza di voi?”

 

Poe alzò una mano, accelerando il passo. “Signorina Rey, lei sa che sono il miglior pilota della Galassia?”

 

“Questo è tutto da vedere!” gridò Rey, ridendo ed esultando con Maz per essere riuscita a forzare il portellone della Star Destroyer Xyston. “Tra l’altro” aggiunse la ragazza, “non è detto che un buon pilota sia anche un buon meccanico!”

 

Poe la raggiunse con Finn al seguito. “Signorina Rey, lei non sa di chi sono figlio io…”

 

Rey rise sotto ai baffi, andando incontro a Poe e a Finn con una grossa chiave inglese in mano, muovendola contro il loro viso come se fosse una minaccia. Poi, indicò un corridoio che probabilmente avrebbe portato alla sala di controllo e aggiunse:

 

“Potrei decisamente dire la stessa cosa…”

 

 


Angolo della scrittrice:

Carissimi, vi chiedo scusa per l'imperdonabile ritardo. Molti di voi che mi conoscono sanno che ogni tanto ho i miei periodi "oscuri". Purtroppo ho avuto qualche problema con il lavoro. Incredibilmente, in questo periodo, c'è stato più lavoro che sotto natale e non sono riuscita più a leggere o scrivere... A peggiorare la situazione si sono organizzati tutti gli elettrodomestici di casa, in primis la lavatrice che ha allietato il mio tempo con ben due meravigliosi allagamenti, seguiti da una felice settimana in pieno 1800, ovvero senza frigo, aspirapolvere e lavatrice. (Come vi dicevo si è rotto tutto...). Grazie al signore (grazie signore, grazie, grazieee) almeno le consegne continuano a farle perciò, forse, mangerò tramezzini per un po', ma adesso almeno sono tornata al nostro secolo...

 
Detto questo, di cui posso immaginare non ve ne fregherà un fico secco, eccomi qui con un nuovo capitolo. In realtà ho aspettato di averne almeno tre già scritti e disponibili in modo da non dovervi più far aspettare a lungo.
Tra l'altro, adesso, avrò qualche giorno libero e quindi avrò più tempo per scrivere le miei storie e leggere le vostre.

Vi abbraccio tutti con affetto non tanto virtuale e vi aspetto la prossima settimana.
 
Visto che quest'anno cadono vicine:
 
Buona Pasqua e Chag Pesach Sameach! 
E un saluto a tutti coloro che hanno da poco festeggiato la Laylat ul Bara’ah.
Per non dimenticare nessuno, un saluto a chi tra poco festeggerà il capodanno Indiano (Baisakhi).
Sempre nel periodo dal 10 al 13 Aprile cadono tantissimi eventi del calendario Buddista (tutti bellissimi, Auguri a tutti voi.)

Visto che questo storia è ispirata ad un principio della maccanica quantistica vi saluto con una frase di Stephen Hawking:

"Einstein sbagliò quando disse: -Dio non gioca a dadi-. La considerazione dei buchi neri suggerisce infatti non solo che Dio gioca a dadi, ma che a volte ci confonda gettandoli dove non li si può vedere."

 
Note:

Clicca sulle parole evidenziate in blu per leggere gli approfondimenti o per vedere l'immagine del personaggio.

Clicca sulle immagini per ascoltare la musica. Ti consiglio di aprire la musica in un’altra finestra per continuare a leggere con il sottofondo.

Per leggere ispirazioni, bibliografia e riferimenti vedi nei capitoli precedenti.

 


Ps: Ogni personaggio descritto, tranne quelli inventati da me, sono di proprietà della STAR WARS - LUCASFILM, ora Disney. Ogni onore e gloria è di proprietà del suo creatore George Lucas e degli autori del nuovo Canon Disney. Questa Fan Fiction è stata creata a scopo ludico, senza fini di lucro ed è il mio personale e misero dono per questo meraviglioso Fandom. Che la Forza sia con voi :)


Se ti va, nell'attesa…ho scritto altre storie.

Ci vediamo venerdì <3

Shaara

   
 
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